DEMON SLAYER ANOTHER STORY – Recensione

Una delle serie shonen più famose degli ultimi anni è sicuramente Demon Slayer. L’opera scritta e disegnata da Koyoharu Gotouge, infatti, è stata un vero e proprio fenomeno sia in patria che qui da noi. Ricordiamo, infatti, oltre ai numeri da capogiro fatti registrare dalle vendite dei volumi, come Demon Slayer abbia riscosso anche un notevole successo al cinema, portando in sala l’arco narrativo del Treno Mugen. D’altronde però non possiamo dare per scontato che tutti conoscano questa saga, ragion per cui vi daremo una leggera infarinatura prima di iniziare a parlare della recensione vera e propria. Il manga, ambientato nel Giappone dell’epoca Taisho, vede nascosti fra gli umani dei demoni, i quali per sopravvivere hanno bisogno proprio del nostro sangue. Per impedire a questi esseri di moltiplicarsi e continuare a uccidere degli innocenti, inoltre, troviamo la Squadra degli Ammazza Demoni, un’organizzazione in cui entrerà proprio il protagonista della serie.

Quest’oggi però siamo qui per parlare di uno spin off della serie intitolato Demon Slayer: Another Story che vede le “origini” e il background di diverse colonne degli Ammazza Demoni. A occuparsi di questo volume autoconclusivo, inoltre, non è stato l’autore originale ma bensì Ryoji Hirano. La scelta di affidare il progetto a quest’ultimo, dunque, potrebbe essere collegato alla sua prima opera, Bozebeats (inedita in Italia), che vedeva una trama molto simile a quella di Demon Slayer. Fra l’altro Another Story non è stato l’unico spin off della serie curato da Hirano che nello stesso anno in Giappone fece uscire Kimetsu no Aima! Una sorta di parodia comica dei momenti chiave dell’opera originale.

La colonna dell’acqua

Parlando di Another Story, quindi, la prima storia che ci riserva l’autore riguarda la colonna dell’acqua Giyu Tomioka, il quale viene spedito a nord per indagare sullo sterminio di una famiglia. Sul Monte innevato, inoltre, Giyu incontrerà Shinobu Kocho, giunta lì per fare scorta di erbe medicinali. I due inizieranno la propria indagine scoprendo come gli abitanti del villaggio hanno dato la colpa di questa strage a un orso che, non avendo trovato una tana, non è andato in letargo. Faremo, inoltre, la conoscenza di Yae, l’unica sopravvissuta all’attacco della bestia e unica erede dei Matagi, ossia dei cacciatori invernali di cervi e orsi tipici della regione di Tohoku. Nonostante la preoccupazione dei nostri eroi, la ragazza insisterà per andare da sola alla ricerca della vendetta armata solamente del suo fucile. Non mancheranno, inoltre, i colpi di scena in questa prima storia, così come le citazioni. Ad esempio qui scopriremo come Giyu, grazie all’incontro con Tanjiro, ha iniziato a sviluppare una maggiore empatia. Non solo, sono diverse le citazioni che i fan dell’opera originale riconosceranno all’interno dello spin off.

La colonna del fuoco

La seconda storia, invece, ruota attorno alla colonna del fuoco, Kyojuro Rengoku, alla sua prima vera missione. Dopo la morte della moglie, infatti, il padre del ragazzo dai capelli di fuoco si è lasciato andare, abbandonando di fatto il suo ruolo di colonna. Al posto suo, dunque, nella successiva riunione degli Ammazza Demoni si presenta Kyojuro che come primo genito della famiglia è pronto a rilevare il posto del padre. Il suo talento, dunque, verrà subito messo alla prova dato che per diventare una colonna dovrà riuscire a uccidere una delle lune calanti, ossia uno fra i demoni più forti dell’universo di Demon Slayer.

Passando al lato tecnico, invece, lo stile di Hirano riesce a emulare alla perfezione quello di Gotouge riprendendo anche nelle scene più dinamiche i tratti del sensei. Another Story diverte, emoziona, intrattiene e convince rivelandosi un’ottima lettura, seppur non ricchissima, sia per i fan dell’opera che per i neofiti. Le due short story, infatti, per quanto abbiano dei richiami a Tanjiro sono godibili anche prese singolarmente.

A chi consigliamo Demon Slayer Another Story?

Another Story, quindi, è consigliato a chiunque ami gli shonen puri con sangue, katane, divertimento e tante uccisioni. Non mancano, infatti, scene crude, momenti di tensione, colpi di scena e momenti in cui viene allentata la tensione con qualche battutina. È potenzialmente un volume, quindi, adatto a tutti e che potrebbe benissimo rappresentare anche il primo tassello per molti per avvicinarsi al mondo del manga essendo un volume autoconclusivo.