Cercare di contare e di ricordarsi tutti gli spin-off di Pokémon usciti fino ad oggi sarebbe un’impresa titanica, degna di un monaco amanuense dell’alto medioevo: fra questi, però, una serie viene spesso citata come la preferita da moltissimi amanti del franchise, ed è proprio quella di Mystery Dungeon, iniziata nel 2005 con Pokémon Mystery Dungeon: Squadra Rossa e Squadra Blu, rispettivamente versioni per GameBoy Advance e Nintendo DS. In essa, i mostriciattoli tascabili di GAME FREAK si fondono con la serie di dungeon crawler targata Spike Chunsoft, ovvero proprio Mystery Dungeon. Quest’accoppiata è sembrata funzionare per alcuni anni, per poi interrompersi senza troppe spiegazioni dopo l’uscita di alcuni giochi non eccelsi per Nintendo 3DS, almeno fino a quest’anno, dove nel corso di un Direct a sorpresa è stata annunciata l’uscita di Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX, remake totale del primissimo titolo.
La differenza più grande fra gli altri titoli Pokémon e Mystery Dungeon è che questa volta, invece che comandare i nostri amici e compagni di lotta come allenatori, saremo proprio noi i Pokémon: trasformati da qualche strana forza e catapultati in un mondo dove gli esseri umani non esistono, al nostro arrivo coinciderà l’inizio di strani fenomeni naturali che rischieranno di far abbattere la catastrofe sull’intero mondo. In maniera molto simpatica, il nostro avatar potrà essere scelto dinamicamente dal gioco grazie ad un breve test della personalità oppure scelto liberamente alla fine: sarà poi necessario avere un compagno di avventure, che sarà anche il primo membro della nuovissima Squadra di Soccorso da noi fondata. Queste squadre di soccorritori, formate da tre membri al massimo, sono veri e propri supereroi e protettori del mondo Pokémon, sempre pronti ad aiutare il prossimo in difficoltà. Il nostro ruolo, come novizia Squadra di Soccorso, sarà quella di farci strada grazie alla nostra abilità in un mondo sempre più pericoloso, e nel mentre cercare anche di scoprire la verità dietro alla nostra trasformazione.
- Titolo: Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX
- Piattaforma: Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch
- Genere: Dungeon Crawler
- Giocatori: 1
- Publisher: Nintendo
- Sviluppatore: Spike Chunsoft
- Lingua: Italiano (testi)
- Data di uscita: 6 marzo 2020
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: Nessuno
- Note: Remake di Pokémon Mystery Dungeon: Squadra Rossa e Squadra Blu, usciti nel 2006 su GameBoy Advance e DS
Abbiamo recensito Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Nintendo.
Il caso ha voluto così
Lo dice il nome stesso del gioco: il grosso dell’azione andrà a svolgersi in dungeon misteriosi, generati casualmente ogni volta, composti da tantissimi piani e coraggiosamente affrontati dalla nostra Squadra di Soccorso per aiutare gli altri Pokémon in difficoltà. Al loro interno il nostro avatar e compagni si muoveranno su una griglia, in un sistema a turni “mascherato”: sebbene il movimento sembrerà in tempo reale infatti, ad ogni nostro movimento corrisponderà un turno anche dei nemici che verranno a cercarci solo quando ci muoveremo, per poi ingaggiare un combattimento ad una distanza adeguata. Le “stanze” da cui sono composti i dungeon solitamente sono piuttosto facili da navigare, e la dimensione ridotta di ogni piano ci assicura un passaggio piuttosto agile fra i vari livelli da esplorare.
A questo punto si noterà bene la natura più tattica del gioco, e sarà importante tenere conto di diverse variabili che potranno assicurarci la vittoria: le mosse da utilizzare, che hanno un tipo ben preciso ed una portata o area d’effetto; le condizioni atmosferiche o del terreno, che potrebbero avvantaggiarci oppure danneggiarci con trappole nascoste; e infine la posizione degli altri nemici nel piano, visto che è molto semplice rimanere accerchiati o intrappolati fra due fuochi. Quello che non ho apprezzato nel combat system è proprio quanto viene nascosto al giocatore: alcune informazioni che io reputo fondamentali, come la quantità di esperienza necessaria per salire al livello successivo o i punti salute dei nemici saranno infatti o non visibili oppure nascosti in vari sottomenu scomodi da recuperare, nonostante di spazio nell’interfaccia utente ce ne sia più che a sufficienza.
Come un buon dungeon crawler con influenze roguelike che si rispetti, anche Squadra di Soccorso DX fa della randomicità un suo punto cardine: a partire dai livelli generati casualmente alle richieste secondarie che ci verranno proposte fino alla possibilità di fare amicizia con i nemici e quindi di “acchiapparli tutti”, praticamente è il caso a fare da padrone. Questo, unito ad un grandissimo numero di Pokémon da catturare (dalla prima fino alla terza generazione, aggiungendo retroattivamente alcune evoluzioni create successivamente) farà sicuramente la gioia dei completisti e di chi ama il farming per oggetti e livelli, da sempre altro grande punto a favore del genere che con questo escamotage aumenta di parecchio la rigiocabilità.
Molti capisaldi presenti nei giochi della serie principale qui vengono recuperati o leggermente adattati: le mosse vengono imparate dai Pokémon salendo di livello, ognuno avrà una propria abilità speciale, e i rapporti di forza e debolezza con i vari tipi rimangono sostanzialmente intatti, in un’ottimo lavoro di trasposizione e adattamento di meccaniche fra due generi molto diversi fra loro. Un ultimo aspetto da non sottovalutare di Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX è la difficoltà, cosa che non mi sognerei mai di dire per un gioco Pokémon appartenente invece alla serie principale: non lasciatevi ingannare dall’aspetto carino dei nemici, perché questi possono facilmente sconfiggere il vostro intero party, basta anche solo non essere preparati adeguatamente con consumabili e mosse che vi ritroverete in un batter d’occhio catapultati fuori a calci, perdendo tutti i vostri averi. Per fortuna, nell’hub principale del gioco sarà disponibile un Dojo, gestito da Makuhita, che permetterà di allenare i Pokémon e aumentare esponenzialmente i punti esperienza per un breve tempo.
Più le cose cambiano, più rimangono uguali
Quel che salta subito all’occhio, una volta preso il pad o la console vera e propria in mano, è quanto diversa sia questa versione DX dall’originale: diciamo addio a sprite e fondali in pixel art a cui ci avevano abituati i titoli per Advance e DS, diamo invece il benvenuto ad una grafica cel-shaded che fa sembrare tutta la scena una sorta di acquerello. Se ad una prima occhiata questa nuova veste grafica sembra funzionare eccellentemente, e per quanto riguarda l’azione nei dungeon è effettivamente così, lo stesso non si può dire delle cutscene al di fuori delle nostre missioni di soccorso: quando la telecamera si avvicina infatti è facile notare quanto “conservativa”, per non dire riduttiva, sia stata Spike Chunsoft con animazioni e qualità poligonale dei modelli, e di come ogni tanto lo sfondo vada a confondersi con gli elementi di gioco in primo piano.
Questo si nota più in modalità TV che in portatile a causa dello schermo generalmente più largo, nonostante la modalità dock non offra poi così grandi benefici: a livello di prestazioni sembra essere equiparabile, mentre forse con la console collegata alla TV c’è un leggerissimo effetto di antialiasing che rende un pochino meno scalettate le linee: in generale, si poteva fare qualcosa di più dal lato tecnico, visto e considerato che Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX viene venduto come esclusiva full price e che comunque non sembra essere un titolo così complesso e graficamente dettagliato da dover costringere a compromessi. Ciò nonostante, questo particolare stile grafico aiuta a rendere bene la pucciosità della maggior parte dei Pokémon, fattore da non sottovalutare quando si maneggia un brand così importante: proprio perché ad alcuni il gioco potrebbe interessare in maniera specifica per il marchio di cui si fregia, è importante rimanere fedeli ai canoni imposti dalla saga e a cui ci ha abituato GAME FREAK, con una colonna sonora eccellente, spensierata e tesa nei momenti giusti, e dialoghi (disponibili in italiano) senza doppiaggio, ma di buonissima qualità e semplici da capire, considerato che all’epoca il gioco originale si rivolgeva principalmente a ragazzini in età scolastica.
Preparati a esplorare il fantastico mondo di Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX, il remake sviluppato dal team di Spike Chunsoft per Nintendo Switch dei due titoli originali usciti su Nintendo DS e Game Boy Advance in Europa nel 2006.
Forma la tua squadra di soccorso scegliendo fra Pokémon come Pikachu, Eevee e Charmander, e addentrati in dungeon che cambiano di continuo per soccorrere i Pokémon in difficoltà!
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A chi consigliamo Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX?
Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX è un remake incredibilmente fedele alle meccaniche del titolo originale, andando a modificare profondamente praticamente solo la veste grafica, tattica che a volte funziona e a volte no: questa volta sembra aver funzionato in quasi ogni suo aspetto, e come tale mi sento di consigliare il gioco sia a chi era già fan di una saga dormiente da cinque anni, sia a chi vorrebbe approcciarsi per la prima volta a titoli appartenenti al genere dei dungeon crawler/roguelike, spinti magari dalla forza e dall’appeal di un brand leggendario come quello di Pokémon.
- Molto più tatticamente profondo di quanto non sembri
- Parecchia carne al fuoco per la gioia dei completisti
- Il brand Pokémon ha comunque una certa attrattiva
- Veste grafica completamente rinnovata
- Ci sono alcuni picchi di difficoltà poco prevedibili
- Alcune informazioni importanti su nemici e livelli vengono nascoste al giocatore
- Certe meccaniche sono troppo dipendenti da un fattore casuale
- A livello tecnico si poteva fare qualcosina in più
Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX
Un remake cauto ma estremamente godibile
Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX sembra quasi una dichiarazione di intenti da parte di Nintendo. Non tutti i franchise riescono a passare senza intoppi da 3DS a Switch, e il fatto che abbiamo dovuto attendere così tanto per un nuovo Mystery Dungeon sulla console ibrida della Grande N sembra un esempio lampante: si è voluto tastare le acque con un remake abbastanza conservativo che non stravolge l’opera originale come avrebbe potuto fare un vero e proprio reboot, e il risultato è comunque godibilissimo seppur con qualche difetto. Speriamo che, rinvigoriti dal buon risultato di questo (semi) nuovo capitolo, Nintendo e Spike Chunsoft riescano a sfornare una nuova iterazione originale ancora migliore.