DAEMON X MACHINA – Le nostre prime impressioni

DAEMON X MACHINA, il nuovo mecha shooter di Kenichiro Tsukuda, in collaborazione con Marvelous! fa il suo debutto su Nintendo Switch, con una demo che mostra però più ombre che luci. Scopriamo perché in questa anteprima

DAEMON X MACHINA

Subito dop0 la fine del Nintendo Direct del 13 febbraio, armato di Switch, mi sono gettato a capofitto sull’eShop per scaricare la demo appena resa disponibile di DAEMON X MACHINA: questo spaccato, sottotitolato “missioni prototipo”, serve giusto da infarinatura iniziale per mostrare i vari sistemi di gameplay e lo stile di gioco generale che ci aspetterà poi nel titolo finale che, lo ricordiamo, non ha ancora una data d’uscita precisa.

DAEMON X MACHINA, annunciato inizialmente durante la conferenza Nintendo all’E3 2018 è sviluppato da Marvelous! e prodotto da una figura che, quando si tratta di mecha, ha parecchio da dire: Kenichiro Tsukuda, conosciuto per aver diretto ARMORED CORE 2 e 3. Il motore utilizzato per la realizzazione, croce e delizia dei titoli degli ultimi anni su Nintendo Switch, è l’Unreal Engine 4, che in questo titolo, come andremo a vedere, funziona abbastanza bene per quanto riguarda cutscene e asset presi singolarmente, dando poi parecchi problemi nel mondo di gioco.

Durante la demo riceviamo giusto una prima introduzione, neanche troppo chiara, sulla storia: la Luna, caduta sulla Terra per motivi misteriosi, ha sprigionato una nuova forma d’energia chiamata Femto che ha fatto impazzire la maggior parte dei robot terrestri, i quali hanno così sviluppato una coscienza e formato una loro società chiamata Arms of Immortal. Noi vestiremo i panni di un Outer, un individuo bandito dalla società per i suoi poteri particolari e che ora lavora come mercenario, in grado di pilotare grossi robot umanoidi chiamati Arsenal.

Mi sembra doveroso segnalare la presenza sempre molto apprezzata della lingua italiana per i testi, e la possibilità di scegliere un doppiaggio completo in giapponese oppure in inglese. La cosa immediatamente successiva che è riuscita a stupirmi in positivo è stata la profondità dell’editing del personaggio che andremo a giocare, che non sarà limitato a poche opzioni come il genere, il colore della pelle e dei capelli. L’editing è completo e diviso per ogni parte del corpo, potremo infatti modificare cose come la pittura facciale, la dimensione delle sopracciglia, delle pupille… sotto questo punto di vista DAEMON X MACHINA non ha nulla da invidiare a titoli decisamente più blasonati, cosa che si rifletterà poi anche nella personalizzazione del nostro robot.

Purtroppo, se vi dicessi che il combattimento mi ha impressionato, mentirei, principalmente per il troppo caos generale: sin dalla prima missione di addestramento si viene buttati subito nella mischia (questa volta simulata) e letteralmente sommersi di barre, indicatori, elenchi di sistemi, mirini, avvisi a schermo, finestre di dialogo. Il combattimento all’interno dell’Arsenal ha una forte componente verticale, vista l’alta mole di nemici volanti o di dimensioni colossali che dovremo riuscire ad aggirare agilmente, mentre quando ci ritroveremo appiedati in forma di Outer saremo ben più limitati nel movimento. Ho trovato molto interessante la possibilità di “razziare” gli altri Arsenal caduti da cui poi potremo ricavare pezzi e armi scambiabili al volo per adattarsi meglio al tipo di nemico AI che andremo ad affrontare.

Un altro fattore che non aiuta a rendere più leggibile l’azione sul campo di battaglia è purtroppo la terribile performance di questo titolo dal lato tecnico: l’anti-aliasing manca del tutto e questo, combinato con una risoluzione molto probabilmente downscaled e inferiore ai 720p, rende tutto quello che si può vedere in lontananza come una strana nuvola sgranata dalle forme indistinte; quando appaiono i robot Immortal più grandi poi, potrete dire addio persino ai 30FPS che tanto si faticavano a mantenere prima, scendendo molto probabilmente intorno alla metà durante gli attacchi più appariscenti. Non sono sicuro che tutto questo possa essere risolto pre-lancio visti i limiti dell’hardware di Switch, ma sicuramente vanno fatti dei miglioramenti almeno per quanto riguarda la stabilità del frame rate.

È solo il sistema di personalizzazione e progressione profondissimo, per ora, la vera stella di DAEMON X MACHINA: una volta tornati nell’hangar, sarà possibile infatti potenziare il nostro robot con parti acquistate oppure prese da esemplari caduti, andando a cambiare ogni singolo pezzo come arti, elmo, propulsori, ecc. con una miriade di statistiche anche apparentemente insignificanti in cui chi ama personalizzare le proprie build troverà una vera e propria manna dal cielo.

Da tenere ancora un (bel) po’ in forno

Questa demo, sebbene non sia stata particolarmente esaustiva, ha mostrato diversi problemi soprattutto di natura tecnica: c’è da sistemare il frame rate instabile, rendere un pochino più tollerabile l’interfaccia che in modalità portatile è davvero troppo caotica, e in generale dargli una bella tirata a lucido. Le fondamenta sembrano solide, il contenuto ampio e la personalizzazione profondissima: le premesse per avere un gran bel titolo hardcore ci sono tutte, bisognerà vedere se Marvelous! riuscirà ad intagliare bene questo diamante grezzo nel tempo che gli rimane. Per adesso, DAEMON X MACHINA è qualcosa che solo i più grandi feticisti Gundam riuscirebbero a digerire.

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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