Gundam: Requiem for Vengeance – Recensione

La nostra recensione di Gundam: Requiem for Vengeance, la nuova serie di Gundam in CGI disponibile su Netflix

Gundam: Requiem for Vengeance – Recensione

In seguito a un’attesa durata quasi un anno e mezzo, la nuova serie di Mobile Suit Gundam in CGI che vede la collaborazione fra BANDAI NAMCO Filmworks, SAFEHOUSE e Netflix vede finalmente la luce. Parliamo di Gundam: Requiem for Vengeance, una nuova produzione ambientata nell’anno 0079 del calendario U.C. che vede la partecipazione, per la prima volta nella storia del franchise, di due figure professionali non giapponesi: il regista tedesco Erasmus Brosdau (direttore artistico di Altered Carbon: Resleeved) e lo sceneggiatore statunitense Gavin Hignight (TEKKEN: BLOODLINE).

Requiem for Vengeance è disponibile contemporaneamente in tutto il mondo a partire da oggi, 17 ottobre. Dopo averne parlato nel nostro articolo in seguito alle prime impressioni, è tempo di tirare le somme: come se l’è cavato il team esteso di Sunrise con questo nuovo approccio a un Gundam più vicino possibile all’idea di live action?

Gundam: Requiem for Vengeance

  • Titolo originale: 機動戦士ガンダム 復讐のレクイエム (Kidō Senshi Gandamu Fukushū no Rekuiemu)
  • Titolo inglese: Gundam: Requiem for Vengeance
  • Uscita giapponese: 17 ottobre 2024
  • Uscita italiana: 17 ottobre 2024
  • Piattaforma: Netflix
  • Genere: Sci-Fi, Mecha
  • Numero di episodi: 6
  • Durata: 24 minuti circa per ogni episodio
  • Studio di animazione: Sunrise, BANDAI NAMCO Filmworks, SAFEHOUSE
  • Publisher: Netflix
  • Adattato da: opera originale
  • Lingua: Inglese, Giapponese, Italiano (sottotitoli e doppiaggio)

Abbiamo recensito Gundam: Requiem for Vengeance grazie all’anteprima stampa offerta da Netflix.

Sono trascorsi undici mesi da quando è scoppiata la guerra tra la Federazione Terrestre e il Principato di Zeon. Ci troviamo nell’anno 0079 dello Universal Century, nell’Europa orientale. Un battaglione di Zeon è impegnato nel riconquistare l’avamposto rumeno di Cluj-Napoca, occupato dai federali, ma un’imboscata mette in serio pericolo la buona riuscita della missione. In loro aiuto accorre dai cieli lo squadrone Red Wolf, un plotone speciale guidato dal comandante Iria Solari e formato da alcuni fra i più abili piloti di Zaku II distintisi nel corso della battaglia di Loum. Le loro abilità saranno abbastanza da contrastare i nuovi e potenti mezzi armati della Federazione? L’ormai famigerato Gundam fa il suo ingresso sul campo di battaglia per volgere le sorti del conflitto a proprio favore.

Gundam: Requiem for Vengeance

This Witch rides a Zaku

È innegabile che THE WITCH FROM MERCURY abbia segnato un precedente inimmaginabile ai tempi della creazione del franchise: ancora una volta troviamo al centro delle vicende una protagonista di sesso femminile, completamente diversa da Suletta Mercury se non per il colore dei capelli, ma allo stesso modo ben caratterizzata, un’eroina a cui non potremo che affezionarci sin dalle prime battute della serie. Segnata da lunghi mesi trascorsi tra i campi di battaglia, Iria Solari è una donna matura, che lotta per motivi certamente più profondi dei suoi stessi sottoposti, e che si è lasciata alle spalle una vita perfetta, ridotta a brandelli dallo scoppiare del conflitto.

Gundam: Requiem for Vengeance

Il dramma che ha vissuto e che continua a vivere è in qualche modo al centro delle vicende, ma non sarà l’unico focus di Requiem for Vengeance. Come nel caso di The 08th MS Team vivremo da vicino la vita di un manipolo di soldati spazionoidi per nulla abituati alla vita sulla Terra e alle avversità rappresentate dalla natura che, pur lontani dal teatro principale delle vicende, si scontreranno con chi ha il vantaggio strategico di chi ci è nato e cresciuto. Una situazione già di per sé drammatica che, nonostante la spavalderia dei Red Wolf, precipiterà ulteriormente con la comparsa di un misterioso, diabolico Mobile Suit Federale: un Gundam dall’aspetto sinistro, un vero e proprio demone bianco. Quello che, in termini ufficiali ricorderemo come RX-78(G)E Gundam EX, inedita variante del Gundam prodotto in massa visto nella già citata serie del 1996. Nulla, o quasi, potranno i mezzi zeoniani di fronte a un incubo semovente del genere, capace di spostarsi a velocità mai viste e con una potenza di fuoco degna di una corazzata spaziale. Se riusciranno a spuntarla e in che modo, lo scoprirete solo gustandovi i sei episodi di quella che al momento è l’unica stagione di Gundam: Requiem for Vengeance.

Clock Strikes

Gundam: Requiem for Vengeance è una produzione di stampo notevolmente più realistico del consueto anime in due dimensioni, sia nelle scelte stilistiche che in quelle narrative. Il character design spinge da parte l’impronta nipponica per muoversi in una direzione più vicina che mai alla serie live action, una strada che Sunrise in passato ha già tentato più volte di imboccare (senza successo).

Tuttavia, diversamente da un passato costellato da tonfi più o meno rumorosi, Requiem for Vengeance riesce non solo a distinguersi e rimanere a galla, ma lascia ben sperare per il futuro, per una maggiore diversificazione delle opere facenti parte del franchise. Più di una volta, durante la visione della serie, ho pensato: “Ma se fosse stato questo il tanto anticipato live action di Netflix ne sarei rimasto colpito?”. La risposta è , sebbene non si tratti della produzione di Legendary che attendiamo di conoscere da ormai svariati anni, Requiem non sarà certamente una serie “di passaggio”, né un riempitivo in attesa del prossimo anime 2D. L’opera firmata Brosdau e Hignight saprà ritagliarsi un posto nel cuore degli appassionati e saprà certamente avvicinare nuovi spettatori al marchio — anche se più maturi rispetto alle fanbase create con le serie televisive più recenti.

Gouf Custom

Requiem mi ha conquistato con una trama capace di non lasciare nulla, o quasi, in sospeso in questi sei episodi, narrando una storia e vite di personaggi incredibilmente vicini alla realtà, pur mantenendo intatti i canoni e i principi delle serie U.C. originali. Si denota, infatti, la passione e il rispetto dei produttori nei confronti della saga, dai numerosi omaggi e dalle citazioni, e dal desiderio di inserire elementi perfettamente incastonati, pur reinterpretandoli in chiave moderna, nel mosaico plasmato in questi quarantacinque anni di storia. Se spesso, fino a questo momento, vedevamo il Gundam come un mezzo a disposizione dell’eroe per lottare per i propri cari e per ciò in cui crede, in Requiem for Vengeance assumerà il ruolo di un incubo insormontabile contro il quale Iria e i principali protagonisti della serie dovranno lottare per sopravvivere — omaggiando così un’altra importante opera di fine anni ’80, War in the Pocket.

Buona caccia, lupi

Dal punto di vista audiovisivo, il Gundam di Netflix ha superato di molto le aspettative che avevo, dopo gli esperimenti 3D del passato che, oltre ad essere invecchiati male, non mi hanno lasciato molto dal punto di vista emotivo in comparazione ad altre serie. La regia di Requiem è in grado di regalare momenti memorabili e celebrare le situazioni più drammatiche, grazie a una colonna sonora travolgente che si sposa perfettamente con la caratterizzazione della protagonista, che scopriremo mano a mano che avanzeremo negli episodi.

Gundam: Requiem for Vengeance

L’utilizzo di Unreal Engine 5, il più avanzato motore grafico usato in ambito videoludico, conferisce a Requiem for Vengeance un feeling che si trova a metà fra esperienza live action e videogioco tripla A di ultima generazione, con modelli poligonali estremamente dettagliati per i mecha e per i personaggi principali, ma con qualche piccola sbavatura per alcune comparse umane. Dal punto di vista del doppiaggio italiano, come già ribadito, ci troviamo di fronte a un lavoro davvero magistrale e per la prima volta nel franchise ascolteremo pronunciare la parola “Gundam” così com’è stata concepita in lingua originale (“Gandam”), creando così un precedente che da qui in avanti non potrà essere ignorato.

A chi consigliamo Gundam: Requiem for Vengeance?

Questa nuova serie di Gundam esclusiva per Netflix è realizzata in modo che possa essere apprezzata da chiunque non abbia mai avuto a che fare con il brand prima d’ora, ma allo stesso tempo aggiunge un ulteriore tassello al filone principale, narrando vicende che si svolgono parallelamente alla Prima Serie, ma ambientate in un luogo e un contesto differente. Una serie che potrà essere amata da chi gradisce i lungometraggi che raccontano la guerra e l’animazione sperimentale, con un doppiaggio italiano incredibilmente ben realizzato e mai visto per nessun’opera della saga fino a questo momento, che farà gola ai fan di vecchia data per numerosi aspetti e per la passione con la quale è stata sceneggiata.

Gundam: Requiem for Vengeance

  • Visivamente notevole, narrativamente coinvolgente
  • Ottimo il doppiaggio italiano
  • Finalmente è “Gandam”

  • In alcuni frangenti la CGI dei volti può apparire debole
  • Alcuni personaggi avrebbero meritato un maggiore approfondimento
  • Poteva finire in maniera migliore… se è davvero finita.
Gundam: Requiem for Vengeance
4.5

Un emozionante racconto di guerra

Ai tempi del suo annuncio non avevo grandi aspettative per questa serie, ma dopo averla vista per intero già due volte posso dire con certezza che Gundam: Requiem for Vengeance è un tentativo ben riuscito di offrire un diverso punto di vista sul franchise di Mobile Suit Gundam, narrando la storia dal punto di vista di soldati di Zeon in maniera innovativa per la saga pur strizzando l’occhio all’Ottavo Plotone, la principale fonte di ispirazione per questa produzione. Diversamente da molte altre opere del brand, Requiem non racconterà la storia d’amore già vista in molte altre produzioni, ma un diverso tipo di amore, quello del leader responsabile dei suoi sottoposti, di una “mamma lupa” braccata dal senso di colpa, di un protagonista forte e capace di intraprendere scelte infelici per un bene superiore. Requiem è una serie di Gundam che verrà certamente ricordata tra i fan e che mi auguro possa far conoscere il brand a un pubblico ancora più grande e diversificato grazie alla diffusione su Netflix.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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