Gli Alti Goblin sono i precursori di quelle minacce al pianeta che tempo fa hanno provato a sconvolgerne gli equilibri. Knack è una creatura composta di artefatti, testosterone e un mal riposto senso di epicità – gli piace fare a botte con solo tre mosse. Sul suo curriculum c’è che già una volta ha salvato il mondo, ma né noi né i protagonisti sappiamo come. Alle soglie di un nuovo pericolo, i nostri si precipitano alle soglie del mondo per indagarne le cause, sospettosi del risveglio di un’antichissima tecnologia in grado di annichilire ogni forma di vita sul pianeta. Ce la farà il nostro mezzo Crash mezzo Optimus Prime a risolvere la situazione anche stavolta? Knack II pensa proprio di sì.
Ma non è questa la domanda che i giocatori si sono posti all’annuncio di questo sequel. A un occhio attento (o forse no), il primo episodio risultava senza dubbio racchiudere un potenziale adatto a rendere Knack l’icona di un gioco divertente ma senza pretese, simpatico ma non rivoluzionario. Pessime scelte di design e una realizzazione fin troppo leggera ne hanno però decretato il fallimento, lasciando l’IP spoglia addirittura di quell’icona di tech demo che i più gli avevano affidato – recuperata solo in parte grazie al supporto di PS4 Pro. A distanza di quasi quattro anni, SIE JAPAN Studio ci prova e ci riprova a dar lustro al personaggino, e la domanda che più di tutte noi videogiocatori ci siamo posti al suo annuncio è stata: “perché?”. Perché adesso, perché così, perché Knack? Ebbene, a costo di sembrare banale e un po’ superficiale, trovo che la miglior risposta a questa domanda sia un secco: “perché no?!”.
- Titolo: Knack II
- Piattaforma: PlayStation 4
- Genere: Avventura, Action
- Giocatori: 1-2
- Software house: Sony Interactive Entertainment
- Sviluppatore: SIE JAPAN Studio
- Lingua: Italiano (testi), Italiano (doppiaggio)
- Data di uscita: 5 settembre 2017
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: non presenti
- Note: acquistandolo sul PlayStation Store riceveremo un set di avatar e l’edizione digitale della colonna sonora
Knack Gaiden
Qualora ve lo stiate chiedendo – ma perché dovreste? – la trama di Knack II risulta ancora pessima, vittima degli stessi difetti che il pupazzetto si trascina dalla sua prima avventura. La mescolanza di toni ed estetiche diverse risulta incoerente all’interno di una trama comunque banale, mai salvata dagli accennati e teneri drammi fra i personaggi. Non chiamiamolo sviluppo perché gli si farebbe un vanto, piuttosto una cura riposta in un aspetto infine simpatico: i personaggi hanno uno spessore poiché vittime di conflitti e trionfanti di successi, seppur invischiati in un’amalgama di banalità difficile da sciacquarsi. I cliché del caso ci sono tutti: amore, tradimento, assoluti, ironia e testosterone – perché Knack II ce la mette tutta a essere pigro. Ciliegina sulla torta è la regia che si incarta per quick time event forzati ma coerenti nel presentare nuove abilità e potenziamenti del combat-system.
Ma non temete oltre, uno scopo glielo possiamo trovare: mi avvalgo dell’entrata in avversativa per annunciare l’uso della trama al fine del cambio coerente di setting fra i livelli, un pretesto per zompettare da una parte all’altra del mondo e divertirsi fra le colorate ambientazioni, di cui certo parleremo più in là. Condite il tutto con qualche battuta divertente e un’ironia cartoon mai stucchevole per avere un comparto che sì, si sforza di uscire dal guscio, seppur con non troppo successo.
Semplicità VS Leggerezza
Knack II è un action adventure anche un po’ plattform, con annesso sistema di potenziamento delle abilità in salsa RPG: un gioco semplice e discreto, come se ne vedevano ai tempi PlayStation 2. Cambi di inquadrature spesso fisse guidano l’esplorazione fra tutti i dieci capitoli, costruiti secondo il seguente schema: all’aumentare delle dimensioni di Knack corrisponde l’aumento delle minacce, passando da creature animalesche semi inoffensive, semplici enigmi ambientali e divertenti piattaforme su cui zompettare a stimolanti scontri contro robot giganti e corazzati, in un tripudio di azione cartoon sempre crescente. Ogni capitolo è un pendolo fra queste due sezioni, ed è sorprendente notare quanto il ritmo riesca a sostenersi stabile per tutta la durata dell’avventura, grazie anche a una sapiente distribuzione di potenziamenti e combo aggiuntive utili ad approfondire il sistema.
Il combat system parte infatti da soli tre tasti con cui esprimersi, passa per livelli in cui raccogliere materiali utili a dare costituzione e abilità uniche al Knack, arriva alla fine del gioco che le strategie per far fuori i pessimi Goblin son davvero tante. Tutto ciò funziona molto bene sulla carta, ma risulta sotto sotto vittima di pochezze da far storcere seriamente il naso. La distribuzione dei già citati talenti risulta scevra da ogni giudizio personale, Knack si potenzia secondo parametri propri legati all’acquisto prima di un ramo e poi del successivo, vanificando quel barlume di personalizzazione proposto. Ipocrisia di fondo anche per il sistema di rigenerazione automatico per la barra dell’energia poiché intrinsecamente collegata alla forza di Knack: più si è colpiti, più si è piccini, meno danno si fa, dunque risulta utile aspettare a ricomporsi per fare seri danni. Un gran problema specie per le difficoltà più alte, in cui al calo della velocità della schivata corrisponde un aumento drastico della frustrazione, specie considerando la legnosità delle animazioni e i minimi frame di invincibilità concessi alle schivate laterali. Il tutto vi costringerà ad affrontare i molteplici scontri senza mai una volta venir colpiti.
Le fasi plattform risultano invece divertenti, specie quando condite da enigmi ambientali in grado di spezzarne il ritmo. La rovina risiede negli eccessivi script, che spezzano la fluidità di sezioni dall’azione serrata. Il gioco alterna senza soluzione di continuità uno pseudo 2D a un dichiarato 3D, richiedendo al giocatore di integrare i cambiamenti della costituzione dell’eroe al superamento dei diversi passaggi imposti dallo scenario, risultando sempre divertente e mai pesante, anche se forse non troppo originale.
La Co-op sei tu
Una delle novità sicuramente più pubblicizzate di Knack II è la coop, presentata come l’idea vincente e accettata come tale da tutta la scettica schiera di detrattori. La modalità è perfettamente integrata nel titolo, presenta abilità utili a creare sinergia fra i giocatori e quick time event separati coi quali serrare la competizione. L’assenza di un supporto online è una lacuna meramente strutturale, giusto a ricordarci quanto sia più divertente prendere a pugni il compagno di squadra nabbo e non insultarlo tramite headset – rivolgetevi al Quenzo per conferma.
Sul versante tecnico c’è poco da dire, il titolo si difende piuttosto bene: se disponete di una PlayStation 4 Pro, l’internet garantisce la solita alternanza fra frame rate stabile e una risoluzione ottimale ma meno fluida; su una normale PS4 il gioco si mantiene comunque su valori decenti, fra i 40 e i 50 fps stabili e una risoluzione granitica a 1080p. Il comparto estetico offre infine ambientazioni colorate e variegate da una palette cromatica brillante, tutte belle da vedere ma a lungo andare un po’ ripetitive, vittime di tanti nemici vecchi quanto idee riciclate, per un totale che non stona ma non sorprende.
A chi consigliamo Knack II?
Consigliamo Knack II ai non intransigenti, a chi si aspetta un titolo a metà fra un buon plattform, un buon combat system e un decente game design, mai per nulla originale e decisamente non approfondito. Lo consigliamo agli amanti dei giochi semplici e del Ronco, a chi ha voglia di qualcosa di diverso ma non eccezionale, a chi cerca qualcosa che strizza l’occhio a schemi desueti senza vergognarsene. Consigliato anche a chi odiava il primo episodio per troppa leggerezza: dai che questo secondo capitolo un po’ si fa perdonare.
- Divertente e immediato
- Simpatico e leggero
- Migliora senza dubbio le ottime basi del primo episodio
- Ne ha di strada da fare per essere un buon gioco
- Storia ancora blanda
- È Knack: sapete cosa aspettarvi
Knack II
Un buon seguito, un gioco imperfetto
Knack II è il trionfo della semplicità e la caduta della leggerezza, di ciò che riesce a migliorare ma non a soddisfare, di un ritorno amaro e forse troppo facile. Riesce certo a ultimare le buone idee del primo episodio ma ancora risulta privo di una vera e propria personalità. Diverte dall’inizio alla fine, ma non sorprende anche se inganna, sfida la pazienza del veterano ma strizza l’occhio al sempliciotto in ognuno di noi, a quella parte pia che si accontenta di un gioco divertente senza se e senza ma. Le banali dissonanze estetiche e la totale assenza di una profondità strutturale relegano la produzione alla meritata mediocrità, e si spera in un terzo capitolo in grado di rendere la miscela perfetta e proporre un videogioco finalmente decente. Intanto un bentornato glielo possiamo concedere, anche con una briciola di sorriso: ciao Knack, alla prossima!