Dopo aver atteso anni dall’annuncio e dopo aver corso un paio di volte il rischio di non vederlo arrivare in Europa, se non addirittura di non vederlo uscire e basta, fra qualche giorno anche i videogiocatori del Vecchio Continente potranno finalmente mettere le loro avide e sudaticce (oh se sono sudaticce) mani su Tokyo Mirage Sessions ♯FE, il tanto agognato cross-over fra l’universo ludico creato da ATLUS, Shin Megami Tensei, e quello del franchise sviluppato da Intelligent Systems e pubblicato da Nintendo, Fire Emblem.
A onor del vero, coloro i quali sperano di trovarsi di fronte le ambientazioni a cavallo fra il medievale e il gotico a là Berserk e i temi bellici che hanno reso famosa la saga di Marth e Chrom, rimarranno delusi. Qualche mezzo sorriso è concesso ai fan di Shin Megami Tensei, in modo particolare agli appassionati dello spin off pop (probabilmente anche più popolare della saga principale) Persona. I temi e le ambientazioni, infatti, ricalcano molto quelli già affrontati nei capitoli della serie: c’è una comitiva di liceali, c’è un Giappone vivo e reale, in questo caso corrispondente alla zona di Shibuya, e una dimensione alternativa in cui entrare per salvare il mondo.
Itsuki, Tsubasa e gli altri eroi, che per atterrare in questo spicchio di mondo hanno dovuto accettare di prendersi un paio di anni d’età in più sul groppone, così da arrivare ad essere maggiorenni e non incorrere nelle ire della censura, non saranno soli in questo loro viaggio: ad accompagnarli nella Idolasphere, la dimensione alternativa di cui sopra, ci saranno i Mirage, rilettura dei canonici Stand di Shin Megami Tensei. Non più demoni come nel caso della serie principale, né tantomeno personaggi dei tarocchi come quelli incontrati in Persona, ma piuttosto gli eroi protagonisti dei vari Fire Emblem. Ritorneranno quindi, con un design totalmente stravolto per adattarsi a canoni più J-Pop, personaggi come Chrom di Fire Emblem: Awakening e Shida di Fire Emblem: Shadow Dragon, pronti a combattere al fianco dei nostri. Riguardo i combattimenti poi, ATLUS è riuscita a trovare la giusta mediazione fra le due serie: i Mirage compiono, insieme ai loro padroni, una combinazione chiamata Carnage, che di fatto trasforma gli spiriti in armi. Queste poi, rispettano il triangolo da morra cinese delle armi di Fire Emblem, dividendosi in spade, lance e asce, ognuna con punti di forza e di debolezza rispetto alle altre. Organizzate secondo uno svolgimento a turno, le battaglie possono essere vinte con facilità utilizzando le Session, ovvero una serie di attacchi concatenati, performabili dopo aver colpito i nemici sfruttando la loro debolezza.
I dungeon poi, in linea con quanto visto nel bellissimo Persona 4, sono costruiti attorno ad un tema. C’è quello presente all’interno del fittizio 106 (il negozio simbolo di Shibuya, nominato 109 nel mondo reale) organizzato attorno al concetto di moda e abbigliamento, altri poi si sviluppano partendo dall’idea della fotografia, mentre un altro ancora prende a piene mani dal mondo della televisione (dov’è che ho già visto questa cosa?).
Nell’intervallo fra un capitolo e l’altro, il giocatore, nei panni di Itsuki Aoi, può divertirsi a interagire con gli altri personaggi, in modo da cementare il rapporto con essi. Tale feature, già presente in Persona come Social Link, non gode più della stessa importanza attribuitale dal misterioso affittuario della Velvet Room Igor, ma può comune tornare utile, in quanto un maggior affiatamento fra i personaggi può portare vantaggi durante le fasi di combattimento, visto che due personaggi legati fra di loro da un rapporto solido completeranno, per il dispiacere dei Mirage avversari, una Session d’improvvisazione, riportando una quantità di danni incalcolabile.
In conclusione
Tokyo Mirage Sessions ♯FE arriva in Europa alla fine del ciclo vitale di Wii U e a pochi mesi di distanza dalla tanta agognata pubblicazione di Persona 5. In tal senso, il suo essere di fatto un Persona 4.5 può aiutare tantissimo i fan della serie, che avranno modo di assaporare quel Giappone ultra-pop fatto di idol e liceali con i calzettoni e armati fino ai denti che tanta fortuna ha portato ad ATLUS, riuscita a ritagliarsi la sua piccola (ma poi nemmeno tanto) fetta di appassionati anche in Occidente. Se siete curiosi di scoprire di più riguardo TMS♯FE, rimante su Akiba Gamers in attesa della nostra recensione.