Mari Okada, autrice nota a molti per aver diretto serie animate come Lupin the Third – La donna chiamata Fujiko Mine, Ano Hana, Black Butler, e per la sceneggiatura di Maquia, sbarca anche in Italia con il suo primo manga: “O Maidens in Your Savage Season”, da noi intitolato semplicemente Savage Season. Il racconto in 8 volumi, pubblicati in Giappone tra il 2017 e il 2019, ha già ricevuto una sua versione animata di 12 episodi lo scorso anno, ricevendo un discreto successo, nonostante il genere. Infatti, a differenza delle recenti animazioni (come Miyo – un amore felino) più sentimentali, la scrittrice si sofferma sulla parte amorosa più conoscitiva… andiamo a vedere come!
- Titolo originale: Araburu Kisetsu no Otome-domo yo (O Maidens in Your Savage Season)
- Titolo italiano: Savage Season
- Uscita giapponese: 7 aprile 2017
- Uscita italiana: 11 novembre 2020
- Numero di volumi: 1 (in corso)
- Casa editrice: Star Comics
- Genere: Scolastico, Sentimentale, Romantico, formativo
- Disegni: Nao Emoto
- Storia: Mari Okada
- Formato: 11,5×17,5 cm, brossurato con sovracopertina, b/n
- Numero di pagine: 208
Abbiamo recensito Savage Season tramite volume stampa fornitoci da Star Comics.
La stagione “selvaggia”
Sin dalle prime pagine del volume, sia la storia che il suo scopo appaiono ben chiari e delineati. Kazusa, Hongo, Momoko, Sonezaki e Sugawara sono cinque ragazze del liceo che fanno parte di un circolo letterario. Leggendo alcune opere incappano però in particolari descrizioni amorose, e così nelle loro menti irrompe il tema della sessualità. Pudore e vergogna tengono inizialmente a freno la loro curiosità, ma l’argomento torna prepotentemente quando, discutendo su cosa vorrebbero fare prima di morire, viene pronunciata la parola “sesso” da una di loro. A quel punto non c’è più tregua per loro: tra situazioni imbarazzanti, allusioni e doppi sensi, il delicato argomento irrompe nelle loro vite sconvolgendole, rendendo una tranquilla classe un po’ più “selvaggia”.
Non sono un amante degli shōjo, a eccezione de Il giocattolo dei bambini (Rossana), Lovely Complex e pochi altri. Questo principalmente per via dello schema narrativo ripetitivo: stesse vicende, stessi amori, pagine e pagine di frasi non dette e esagerazioni irrealistiche. Insomma, le tipiche storie sentimentali ricche di fraintendimenti, amore incondizionato e “slice of life”, molte volte troppo fantasiose. Savage Season sembra discostarsi da questo ritornello, almeno nel primo volume.
Questo manga ci offre una quasi realistica ricostruzione di cosa potrebbe capitare a un certo punto della vita adolescenziale, principalmente alle ragazze (ma magari anche ai ragazzi), con i problemi legati alla questione. Anche la costruzione dei personaggi, “comuni” sotto molti aspetti, viene edificata attorno a questa confusione: in tal modo riescono a rimanere distinti e apprezzabili, affrontando ciascuno in modo diverso questa nuova situazione, in base al carattere e al loro pudore. A volte le situazioni sono tanto esplicite o ridicole che siamo noi a provare imbarazzo per loro, e forse è proprio questa empatia, che la narrazione ti spinge ad avere per loro, a rendere il primo volume tanto scorrevole e apprezzabile.
Non punto croce, ma esse e croce!
Punto dopo punto, come una sciarpa fatta all’uncinetto, la storia viene tessuta attorno a un primo e fondamentale nodo: la parola “sesso”, pronunciata esplicitamente per la prima volta nel circolo letterario e poi rinominata “esse e croce”. Già nelle prime pagine si va dritti al punto. L’inizio diretto è sicuramente una novità nei manga giapponesi: questo tema e le sue problematiche difficilmente sono trattate tanto esplicitamente e senza volgarità, così come il punto di vista delle problematiche femminili (a tal proposito mi ricordo un Vitamin). Non vengono mostrati nudi o altro, ma solamente frasi, parole (a volte ambigue, altre dirette) e immagini allusive. Quest’ultima parte aggiunge un tocco di ilarità a tutta la storia, rendendo l’argomento molto meno pesante. In tutto questo, anche la parte puramente sentimentale viene trattata, ma solamente a margine di questa curiosità fisica che cattura le protagoniste, e che le porta in continuazione a vedere o sentire cose che prima non notavano: Kazusa si accorge della crescita di Izumi, Sonezaki prova a censurare le parole e inizia a sentire ovunque discorsi sull’argomento, Sugawara affronta le problematiche legate alla bellezza, e così via.
La delicatezza del tema e la tranquillità con cui vuole essere trattato è totalmente supportato dallo stile dei disegni: linee definite, immagini riconoscibili e pulite, con una dolcezza del tratto che sembra rendere ogni vignetta quasi un sogno.
Gli sfondi sono spesso assenti, e solo in pochi casi si prendono l’attenzione dedicata ai volti (espressivi, seppur molto semplici) e alle parole, principali punti saldi si quest’opera. A tal proposito, sono il bianco e il grigio a dominare la scena, ammorbidendo il tutto. Questo stile si vede sin dall’immagine di copertina, visivamente d’impatto. Il volume, con 208 pagine suddivise in quattro capitoli, non ha praticamente note o illustrazioni separatrici, e perciò invita il lettore a sfogliarlo tutto d’un colpo.
Durante il consueto incontro del club di letteratura della scuola superiore, in cui sono solite leggere romanzi classici ad alta voce, le cinque fanciulle in fiore protagoniste della storia si ritrovano davanti un passaggio particolarmente “hot”. Da quel momento, turbate ed emotivamente scombussolate, le ragazze iniziano a parlare fra di loro di sesso, che pian piano diventa uno dei loro principali argomenti di conversazione, e verso il quale la loro curiosità si fa gradualmente più morbosa. Comincia così la loro iniziazione sentimentale, un percorso di crescita che – fra fraintendimenti e situazioni paradossali – le porterà passo dopo passo verso l’età adulta.
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Un volume per tutti?
Il fattore limitante di quest’opera è certamente quello dell’argomento trattato. Non aspettatevi una storia alla Miyo – un amore felino, o qualcosa di semplicemente romantico, perché si tratta di un racconto principalmente conoscitivo, quasi formativo, almeno per questo primo numero. Potrebbe essere un manga adatto ai più giovani o a chi si è stancato dei classici shojo, ma non lo consiglierei a chi cerca le classiche storie d’amore, né certamente agli amanti degli shonen classici, con tanta avventura. In ogni caso (avevo parecchi pregiudizi, non essendo il mio genere) non mi è dispiaciuto leggerlo, quindi potrebbe essere una divagazione interessante anche per chi non segue questo tipo di manga e vuole variare dalle più comuni pubblicazioni.
Ormoni all’improvviso
Concludendo, Savage Season è un manga ben costruito, in grado di essere leggibile nonostante lo scomodo tema principale. Sicuramente Mari Okada, con la sua abilità, non affronta l’argomento con i soliti cliché. Già nell’anime di Fujiko Mine aveva analizzato profondamente la relazione tra Lupin III e la sua compagna, e qui va dritta al punto rendendolo comprensibile da tutti: significati, azioni, e tutto il resto, ma come detto senza alcuna volgarità. Da un certo punto di vista si potrebbe considerare questo manga davvero formativo perché, pur delicatamente, non copre nulla sotto un velo di allusioni. Non si può parlare di un capolavoro, né di una storia articolata, complessa o innovativa, né di disegni eccelsi, ma tutto è montato a dovere, rendendo il titolo complessivamente buono. Questo è quindi un buon primo volume, con molti spunti da offrire per una situazione certamente insolita, e un accenno di trama secondaria introdotta alla fine del primo numero… se andrà avanti così però è tutto da vedere.
Per chi cerca uno shōjo diverso dal solito