Mostrare al mondo il proprio Io interiore è sicuramente difficilissimo. Dimostrare di saper affrontare e superare il lutto e andare avanti nonostante la vita ci porti a chiuderci in se stessi lo è ancora di più. Arrendendoci alle nostre debolezze e farci trasportare apaticamente dalla vita sembra essere il metodo più comodo, ma è riuscendo a chiedere aiuto e tornare ad amare il mondo che si può abbattere quella bolla di autocommiserazione che altrimenti ci devasterebbe. BELLE è il nuovo film di Mamoru Hosoda, regista molto noto nel panorama dell’animazione nipponica grazie a capolavori cinematografici come Wolf Children, Summer Wars, La ragazza che saltava nel tempo e il più recente Mirai (qui trovate la nostra recensione). Il film è stato presentato in anteprima in occasione della 16ª edizione della Festa del Cinema di Roma, in concorso per la sezione indipendente Alice nella Città, con la presenza del regista stesso che ha introdotto il suo ultimo capolavoro, affermando come la volontà di realizzare un film come questo fosse radicata da molto tempo. Belle sarà distribuito nei cinema italiani a partire dal 20 gennaio 2022 17 marzo 2022 da Koch Media, che ha svelato già la sinossi della storia con un magnifico trailer.
- Titolo originale: Ryu to Sobakasuno Hime
- Titolo inglese: BELLE
- Uscita giapponese: 16 luglio 2021
- Uscita italiana:
20 gennaio 202217 marzo 2022
- Genere: romantico, onirico, fantasy, slice of life
- Durata: 122 minuti
- Studio di animazione: Studio Chizu
- Adattato da: Opera originale
- Lingua: giapponese, italiano
Abbiamo recensito BELLE grazie alla proiezione in anteprima avvenuta alla Festa del Cinema di Roma.
La storia di BELLE di Mamoru Hosoda si concentra sull’adolescente Suzu, ragazza ordinaria che non sembra avere particolari talenti se non una passione per il canto e il dono di una voce straordinaria, che ha coltivato fin da quando era bambina, insieme a sua madre. Questo fino alla prematura dipartita di quest’ultima, morta per salvare una bambina intrappolata in un fiume in piena. Da quel momento Suzu si è chiusa in se stessa, precludendosi ogni possibilità di felicità e intrappolando il suo vero Io interiore. Tutto cambia quando scopre l’esistenza di U, un mondo virtuale in cui esprimere la propria personalità attraverso gli AS, alter ego con sembianze differenti rispetto a quelle della vita reale, ma che intendono esprimere attraverso l’acquisizione di dati biometrici, la propria espressione interiore.
Suzu diventa così Belle, che ben presto grazie alla sua voce potente e coinvolgente diventa l’idolo indiscusso di U, acquisendo milioni di follower e diventando a tutti gli effetti la beniamina di tutto il mondo virtuale. Un giorno durante un concerto, Belle viene interrotta da Ryu, la Bestia, che sembra essere un imbattibile guerriero nel mondo di U che non utilizza modi molto leciti per vincere. Belle si domanda chi sia quell’utente misterioso, iniziando così una ricerca che la porterà a scoprire i segreti della Bestia e a continuare la sua ricerca anche nel mondo reale.
Un retaggio importante, un’estetica mozzafiato
BELLE è probabilmente uno dei lavori più ambiziosi del regista degli ultimi anni della sua carriera. Come affermato da lui stesso, il film vuole essere un omaggio al cinema più che alla storia de La Bella e la Bestia, indirizzandosi verso la riproposizione di elementi e metafore filmiche proprie non solo del celebre Classico disneyano del 1991, ma soprattutto del film del 1946 diretto dai francesi Jean Cocteau e René Clément. Da questi riprende sicuramente la base strutturale, che rappresenta la solitudine di un mostro dal cuore tenero e una dolce fanciulla che vuole salvarlo. Anche alcune scene sembrano ispirate al film Disney di Gary Trousdale e Kirk Wise, ponendosi come un omaggio più che un plagio di uno dei film più importanti del cosiddetto Rinascimento disneyano. Ma già dalle premesse iniziali e dallo stile animato utilizzato, si nota immediatamente come Mamoru Hosoda voglia scardinarsi da questa concezione elegiaca del cinema, per indirizzarsi verso un’altra forma filmica che possa essere legittimata grazie alla propria visionarietà stilistica e concettuale.
Dal punto di vista estetico e del comparto animato, infatti, BELLE è un tripudio di colori, elementi visivi e accostamenti di differenti tipi di animazione: se da una parte, infatti, il mondo reale è caratterizzato dallo stile semplice e meditato di Hosoda, che ormai ben conosciamo, con inquadrature fotografiche degli scorci rurali del Giappone e un ritmo apparentemente contenuto, al contrario il mondo virtuale di U rappresenta forse il picco più alto della sintesi visiva e dello studio cinematografico portato avanti dal regista fin dai suoi primi lavori. Il mondo virtuale di BELLE può essere non solo concepito come la rappresentazione più variegata della concezione onirica di Hosoda mista al mondo virtuale e cibernetico dal punto di vista estetico, ma raggiunge dei picchi molto alti dal punto di vista dell’animazione.
Questo può essere considerato come il raggiungimento di livelli grafici che fin da Digimon Adventure: Our War Game!, ma soprattutto con Summer Wars aveva intenzione di proporre nei suoi film. Grazie all’animazione ibrida si è riusciti a creare un connubio tra animazione tradizionale e movimenti di macchina inimmaginabili senza l’ausilio della CGI. Questo può rappresentare in alcuni momenti un fattore di disturbo, soprattutto nei movimenti dei personaggi umani, che risultano in alcuni frangenti legnosi e ridotti, a causa della computer grafica nipponica che purtroppo pecca di fotorealismo motorio.
Grazie allo sviluppo dello Studio Chizu di Mamoru Hosoda e a collaborazioni internazionali di un certo calibro nel panorama dell’animazione, si è riusciti a creare un film davvero mastodontico a livello grafico per la sua collocazione di origine. Il character designer è Jin Kim (Frozen 2, Big Hero 6, Zootropolis, Oceania), mentre il mondo virtuale di U è stato progettato da Hosoda e l’architetto e designer britannico Eric Wong. Molte scene del mondo virtuale sono state realizzate grazie alla collaborazione con lo Studio Cartoon Saloon di Tomm Moore e Ross Stewart, che sono dietro a capolavori dell’animazione come Song of the Sea e Wolfwalkers. Tutto ciò dimostra come BELLE sia un film ambizioso, prima che eccelso. E bisogna dire però, che dal punto di vista grafico ed estetico, il nono capolavoro di Hosoda sia quasi del tutto impeccabile.
Una narrazione forse troppo frammentata
Nonostante gli sforzi del regista di convergere il tutto verso una coerenza scenica e diegetica, la storia risulta in alcuni tratti frammentata e confusionaria. Non tanto per l’alternarsi spasmodico tra il mondo reale e quello virtuale, i passaggi temporali sopratutto all’inizio del film e l’alternanza tra cause del mondo di Suzu e effetti nel mondo di BELLE, ma più che altro per le risoluzioni finali della trama e per l’avanzare della storia stessa. La chiusura di Suzu al mondo cambia e si ribalta quando diventa BELLE, dimostrando una sicurezza in se stessa e una voglia di aiutare il prossimo che non riesce a manifestare nella vita reale. Questo fino al momento in cui il suo cambiamento inizia a traspirare anche nella vita di tutti i giorni.
Questo sconvolgimento, purtroppo, è veramente troppo rapido, diventando a tratti vertiginoso: può essere sicuramente una scelta registica per far entrare lo spettatore in un loop spasmodico, ma in alcuni tratti questo può avere un effetto di spaiamento narrativo, per via della velocità a tratti estrema che prende la storia. E questo si ripercuote anche a livello narrativo: tutto viene risolto molto frettolosamente, non lasciando spazio a quello che dovrebbe essere veramente importante poi al fine della risoluzione della trama del film.
Questo perché la pellicola si concentra quasi esclusivamente sulla psicologia della protagonista, retaggio derivato dai film precedenti di Hosoda, ma che a lungo andare può disilludere lo spettatore, che non riesce a comprendere chi effettivamente sia la Bestia e che cosa vuole fare Suzu alla fine: vuole cambiare anche nella quotidianità o rimanere ancorata ad un alter ego virtuale? Tirando le somme, la componente maggiormente emozionante e straordinaria della narrazione è come vengano messi in scena i turbamenti della protagonista, creando un comparto diegetico che molto riprende dai precedenti film di Hosoda e che raggiunge picchi molto alti proprio grazie alla spettacolare animazione utilizzata. Quest’ultimo si presenta proprio come lo specchio dell’anima di Suzu, bellissima, genuina e straordinaria. Certamente la storia non è innovativa nelle premesse, basandosi non a caso su film già visti e su un’impostazione onirico-virtuale tanto cara al regista giapponese, ma che mostra degli spunti derivanti da una critica alla società nipponica che si ripercuotono poi nella finzione filmica. BELLE è un film attuale, socialmente impegnato, ma che non riesce in due ore purtroppo a sviluppare questo suo lato socialmente rilevante per via di una vertigine animata, comunque spettacolare e mozzafiato.
- Animazione coinvolgente e spettacolare
- Mondo virtuale costruito con virtuosismi eccelsi
- Psicologia della protagonista dominante e ben costruita
- Sonoro orecchiabile e molto coinvolgente
- Storia frammentata e non ben sviluppata
- Personaggi secondari non troppo presenti e caratterizzati in modo superficiale
- Accelerazione narrativa nella seconda parte del film
BELLE
Un nuovo capolavoro per il maestro Hosoda
BELLE è sicuramente un film eccelso dal punto di vista estetico, consacrando ancora una volta Mamoru Hosoda come uno dei più grandi maestri dell’animazione nipponica contemporanea. Grazie ai virtuosismi di macchina e allo stile ancora di più sviluppato e visivamente ricco, è riuscito a portare a compimento in modo eccelso quella volontà di rappresntazione onirica coniugata al virtuale che ha inseguito in tutti questi anni grazie soprattutto a capolavori come Summer Wars. La storia purtroppo sembra mancare un po’ di coerenza narrativa, soprattutto per l’accelerazione repentina che assume dalla metà in poi, non riuscendo del tutto a dimostrare in modo accurato le dinamiche diegetiche che si vanno a creare a seguito delle conseguenze delle azioni della protagonista. In linea di massima, però, bisogna dire che BELLE possa essere considerato a tutti gli effetti un film molto ambizioso e potente, intenzione che Hosoda portava avanti da molti anni e che sembra finalmente essere riuscito a portare a compimento.
Alessio Micheloni
Ciao Martina e complimenti per la recensione!
Il tuo commento conferma quello che sto leggendo altrove, ovvero che anche questo film come gli ultimi due di Hosoda (The Boy and the Beast e Mirai) parte con premesse buone ma poi non riesce a concretizzarle del tutto, come se le ambizioni del regista fossero sempre troppo elevate per essere tradotte nello spazio di un lungometraggio. Non vedo l’ora di gustarmelo al cinema il prossimo gennaio per farmi la mia idea 😀
Martina Vita
Ciao Alessio, grazie mille!
Esatto, hai colto proprio nel segno. Di questo film mi è piaciuto davvero tantissimo il comparto grafico (frutto anche della collaborazione internazionale), ma a livello di trama l’ho trovato un pochino inconcludente, non riuscendo del tutto a portare a termine le premesse e accelerando inutilmente il tutto per contenere la trama nelle 2 ore di film. Come dici tu, purtroppo i suoi ultimi film sono stati anche per me un po’ una delusione (The boy and the beast in particolare), ma diciamo che ho apprezzato la voglia di voler creare un’evoluzione di Digimon e Summer Wars e lo sforzo concettuale di creare un universo narrativo altamente spettacolare, per questo ho voluto premiarlo con un voto leggermente più alto di quello che sarebbe spettato in realtà a questo film.
Fammi sapere poi quando lo vedrai al cinema la tua opinione, sono curiosa!