A distanza di tre anni dagli eventi di GOD EATER RESURRECTION, una misteriosa pioggia rossa diffonde un’epidemia mortale chiamata la Peste Nera. In assenza di cure certe, una volta contratta, la malattia provoca il decesso nel 100% dei casi. Saremo noi, parte dell’organizzazione di prescelti chiamata “Blood“, affiliata a Fenrir, a indagare e fornire assistenza sul caso.
Premessa obbligatoria, dato che risulta essere necessaria per comprendere a pieno questa recensione: sono un giocatore di Monster Hunter. Perché vi faccio questa confessione? Semplice, perché ho sempre visto qualsiasi gioco dove lo scopo principale fosse andare alla ricerca di un mostro più o meno grande, come una copia della serie di CAPCOM. Ho giocato qualsiasi capitolo della serie, passando dalla mia vecchia amata PS2 alla piccola PSP, finendo per continuare la mia carriera di cacciatore su 3DS.
Ho iniziato quindi ad approcciarmi a questo GOD EATER 2 RAGE BURST con un occhio molto critico e attento, ma soprattutto cercando di non farmi influenzare troppo dal mio “passato”, né passando l’intera esperienza su PS Vita facendo paragoni, spesso e volentieri inutili e fuori luogo. Detto questo, prometto (o almeno spero) di non annoiarvi ulteriormente; armiamoci di God Arc e partiamo!
- Titolo: GOD EATER 2 RAGE BURST
- Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita, PC
- Genere: Hunting Game, Action RPG
- Giocatori: 1-4 (multiplayer online)
- Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
- Sviluppatore: BANDAI NAMCO Studio, Shift
- Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 30 agosto 2016 (digitale), 1 settembre (retail)
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: prenotando il gioco vengono forniti costumi tratti dalle serie Sword Art Online, Tales of Zestiria, Assassination Classroom e Tokyo Ghoul
- Note: insieme a qualsiasi copia del gioco viene fornito gratuitamente un codice per scaricare GOD EATER RESURRECTION
Il plot narrativo di GOD EATER 2 RAGE BURST ha parecchio stuzzicato il mio interesse, non tanto per i mostri giganti da distruggere o per la miriade di armi ed equipaggiamenti che sapevo mi aspettavano in game, tanto per quel fattore della pioggia rossa e delle peste nera. Non fraintendetemi, non sono di certo un fautore delle malattie mortali o del macabro, ma ho trovato questa piccola perla narrativa particolarmente interessante; sapere di essere costantemente in pericolo a causa di una calamità sconosciuta mi ha spinto sempre più ad addentrarmi nelle profondità del titolo, sempre più volenteroso di scoprire cosa potesse scatenare tutto questo casino e quali possibili soluzioni potrebbero esserci.
Purple rain, Purple rain
Come anticipato poco sopra, uno degli aspetti che mi ha colpito a primo impatto è stata senza dubbio la trama: matura, interessante e per nulla scontata. Fin dalle prime fasi di gioco, in maniera non del tutto esplicita, ci viene mostrato quello che sarà il nostro compito iniziale, ma non fatevi ingannare dalle apparenze, dato che GOD EATER 2 RAGE BURST ha in serbo molto più di quello che vi possiate aspettare. Questo valore è sicuramente incrementato anche dalla grandissima varietà di personaggi con i quali avremo a che fare durante l’intero corso della nostra avventura: sono davvero tanti sia i volti nuovi che quelli che abbiamo avuto modo di conoscere per bene all’interno del primo capitolo della serie. Sin dalle prime ore di gioco ce ne viene presentato uno ogni due o tre missioni, tutti sempre diversi e, soprattutto, mai mi sarei sognato di dirlo, tutti quanti ben caratterizzati. Arrivati a un certo punto della trama, avremo la possibilità di affrontare con i nostri alleati delle missioni specifiche per ognuno di essi, le quali avranno un doppio scopo: in primis, quello di farci apprendere molto di più sul personaggio in questione (passato, paure e via dicendo); secondariamente, man mano che porteremo a termine queste missioni, il nostro feeling crescerà, con il conseguente apprendimento di nuove abilità da parte del personaggio che stiamo affiancando. Devo dire che questa feature, che di solito troviamo all’interno dei giochi di ruolo dallo stampo più “classico”, è ben implementata, e permette così di potersi creare un proprio party basato anche su ciò che un determinato personaggio è riuscito a trasmetterci con la sua storia.
Peccato, però, che prima di poter godere di tutte queste cose bisogna arrivarci… Vero che il titolo garantisce una grandissima quantità di ore, ma è impensabile che dopo le prime dieci ancora non si avvii per bene la trama e non ci vengano ancora concesse tutte le possibilità che il titolo ha da offrirci. Non che sia del tutto un male, sia chiaro, ma dopo una ventina di ore di gioco gradirei potermi concentrare sulla trama e sull’upgrade del personaggio.
Lance, martelli, spade… e poi?
Lancia Kurogane, Martello Kurogane e Carabina Kurogane sono le tre nuove armi che fanno la loro apparizione in GOD EATER 2 RAGE BURST, portando diverse novità al nostro arsenale. Si tratta di armamenti particolari, ognuno dei quali permette di affrontare vecchi e nuovi Aragami: personalmente, rimango fedele all’accoppiata Falce/Cecchino, ma ho dato comunque una possibilità a tutte e tre le nuove varianti. Lancia e Carabina, purtroppo, non riescono proprio a fare a caso mio, ma il nuovo Martello l’ho trovato decisamente divertente e appagante (ed è l’arma principale di Nana). Ma non sono questi nuovi letali gioiellini ad aver catturato la mia attenzione, bensì quella voce all’interno dell’equipaggiamento che recita “Blood Art“.
Prima di spiegarvi di cosa sto parlando è meglio fare un breve ripasso storico. In principio, vi erano i God Arc di prima generazione, uniche armi al mondo utilizzabili contro gli Aragami. Si trattava dei primissimi modelli, con ancora due forme distinte tra mischia e distanza. Successivamente, ne fu sviluppata una seconda generazione, nella quale vengono unite nella stessa arma le due differenti forme, intercambiabili tra di loro. Questa è la generazione attualmente in uso da tutti i God Eater, tranne che dagli appartenenti alla Blood. Tutti i Blood sono tali grazie a degli innati poteri dormienti chiamati Blood Power, i quali, una volta appresi, permettono al God Eater di scatenare un’enorme potenza. Tra i diversi bonus che è possibile acquisire, le Blood Art sono tra le più interessanti, dato che permettono di migliorare quelli che sono attacchi, combo, statistiche e stile di combattimento del God Arc che stiamo utilizzando. Ce ne sono di tutti i tipi, adatti a qualsiasi mostro ed evenienza, tutte divise per stile (a terra, in aria e così via), tipologia d’attacco e molto altro. Senza contare che ogni Blood Art potrà essere migliorata con l’utilizzo, facendone aumentare il livello e la sua efficacia. Si tratta dell’aggiunta che forse ho maggiormente preferito, e il fatto di averci perso dietro un sacco di tempo ne è la prova. Quindi, il nostro compito sarà quello di selezionare la Blood Art più adatta al tipo di missione che staremo per affrontare: contro degli Aragami volanti risulteranno molto utili Blood Art incentrate sul combattimento aereo, per dirne una.
Grazie anche a questa aggiunta, le diverse missioni, seppure alla lunga un po’ ripetitive, risultano particolarmente godibili e divertenti, regalando scontri sempre veloci e frenetici. Nonostante a un primo impatto possa far storcere il naso il fatto di dover quasi continuamente switchare tra arma da mischia e dalla distanza, soprattutto perché i proiettili sono indicati da una barra che andrà poi ricaricata con gli attacchi corpo a corpo, dopo qualche missione finalizzata a prendere dimestichezza con i comandi, ho cominciato ad amare questo sistema di combattimento, divertendomi letteralmente come un bambino, tra salti, combo e via dicendo. Trattandosi comunque di un “hunting game” mi sarei aspettato un gameplay di stampo un po’ più classico: così non è stato, ma la sorpresa è stata ugualmente gradita.
E cosa volere di più? Il sangue!
Fino a questo punto RAGE BURST ha ampiamente distrutto quelli che erano in principio (vedi premessa) tutti i dubbi che avevo sulla serie. Ovviamente, però, non è tutto oro ciò che luccica. È quindi giusto chiarire che, come ogni buon titolo che si rispetti, anche GOD EATER 2 conserva, più o meno bene, i suoi scheletri nell’armadio, sparsi qua e la tra gameplay, realizzazione tecnica e dialoghi.
Chi mi conosce bene e chi segue i miei articoli su Akiba lo sa bene: provo un odio profondo verso qualsiasi tipo di censura, non posso farci niente, la trovo una diversa forma di privazione della libertà. Detto questo, se un gioco è stato progettato per essere crudo e violento, non capisco perché si debbano attuare forme di censura sul contenuto stesso del titolo, pur andando a rispettare il PEGI e tutte le avvertenze. Non essendoci (?) in questo capitolo contenuti ecchi o di stampo erotico, sto chiaramente parlando della violenza, più nello specifico della mancanza di sangue. Esatto, durante tutto il gioco non faremo altro che squartare qualsiasi essere vivente non umano che ci si pari davanti, ma non vedremo altro se non qualche schizzetto di sangue ogni tanto. Nel caso ve lo steste chiedendo, no, la versione giapponese non soffre di questa mancanza.
Mi preme adesso farvi tornare per un secondo a ciò che ho già detto nella premessa iniziale. Vi ricordate, vero? Perfetto, permettetemi quindi di farvi una semplice domanda: se pensate a un qualsiasi capitolo di Monster Hunter, qual è la prima cosa che vi viene in mente? Avete cinque secondi di tempo. quattro… tre… due… uno… STOP! Tempo scaduto, vediamo un po’… Esatto! Noto con estremo piacere che non sono l’unico ad aver fatto un largo uso di testi sacri di qualsiasi tipo, forma e religione. Tornando sui nostri passi, ciò che mi ha lasciato abbastanza perplesso durante lo svolgimento del gioco, è stata la quasi totale mancanza di sfida. Non fraintendetemi, non sto affatto dicendo che GOD EATER 2 RAGE BURST sia un gioco semplice, per nulla, ma ho avvertito la perenne mancanza di dover applicare un qualsiasi tipo di strategia o studio dei mostri da affrontare. Semplicemente, mi sono sempre limitato a trovare (e neanche tanto, dato che di suggerimenti ne troviamo veramente a palate) i punti deboli del nemico che avevo di fronte e via, mazzate su mazzate, senza una troppa logica, con pochissima cautela, fino alla sua dipartita. Senza contare che, a parte alcune missioni particolari, non saremo mai da soli e di conseguenza avremo sempre a disposizione tutto l’aiuto del quale avremo bisogno. Persino lo scudo è risultato praticamente inutile, e mi sono limitato quasi sempre a schivare per poi ritornare all’attacco; quando finalmente pensavo di morire, nel 90% dei casi uno degli alleati è arrivato a curarmi. Avrei gradito una maggiore cura degli scontri, rendendo magari gli Aragami più importanti o anche solo un po’ più impegnativi.
Una menzione particolare va poi certamente concessa al doppiaggio in lingua inglese: pessimo, pessimo, PESSIMO. Anche qui, non sono ancora riuscito a comprendere perché il doppiaggio originale in giapponese sia stato completamente snobbato. Un vero peccato, dato che i doppiatori inglesi non sono riusciti a restituire il pathos che mi aspettavo, soprattutto durante qualche filmato particolarmente toccante.
A chi consigliamo GOD EATER 2 RAGE BURST?
Sostanzialmente, mi sento di consigliare il gioco a chiunque apprezzi il turbolento mondo degli hunting game, seguendo però dei piccoli e semplici tips: non è un Monster Hunter, non pretende di esserlo e mai lo sarà. Vero che si tratta più o meno della stessa tipologia di gioco, ma avvicinarsi a GOD EATER sotto quest’ottica è una delle decisioni peggiori che possiate intraprendere. Se cercate le sfide estreme, le cacce infinite, miliardi di ore spese in farming estremo, allora lasciate perdere, rimarrete ben più che delusi. Questa sua diversità gli permette, però, di essere fruibile senza troppa dedizione praticamente da chiunque, e la trama curata e ben narrata spinge ad andare avanti anche solo per conoscere le sorti dei Blood e compagni. Se siete quindi alla ricerca di un gioco completo, divertente, da giocare anche con un gruppo di amici e che non vi impegni troppo, beh, allora prendetelo al volo.
- Trama interessante
- Arsenale molto vasto e diversificato
- Le Blood Art
- Gameplay frenetico, veloce e immediato
- GOD EATER RESURRECTION in regalo
- 60 FPS…
- …ma solo su PC
- Livello di sfida non all’altezza della tipologia di gioco
- Doppiaggio inglese scadente
- La dannata censura
GOD EATER 2 RAGE BURST
La caccia non è tutto... e ricordate l'ombrello!
Messo da parte lo scetticismo iniziale e, dopo aver passato diverse ore con la mia PS Vita in mano, ammetto che questo GOD EATER 2 RAGE BURST è stata una piacevole sorpresa, decisamente inaspettata. Nonostante il gioco voglia essere, più o meno esplicitamente, la risposta di BANDAI NAMCO al re degli hunting game (fallendo sotto diversi aspetti) il risultato finale è promosso alla grande. L’azione frenetica, l’armamentario vasto e migliorabile, una storia ben delineata e personaggi ben caratterizzati, sono solo alcuni dei punti di forza del titolo. Peccato però che le cadute di stile ci sono, per nulla indifferenti, a partire dal sangue censurato per poi finire a ridere del pessimo doppiaggio in lingua inglese. Pecca da non sottovalutare è anche la difficoltà piuttosto bassa che non permette di godere a chi cerca un po’ di strategia: il più delle volte finiremo ad ammassarci sotto al mostro di turno, continuando a picchiarlo fino allo stremo. Ma nel caso in cui non vi lasciaste spaventare da qualche problemino, sono sicuro che questo GOD EATER 2 RAGE BURST saprà donarvi parecchie soddisfazioni; e se ve lo dico io, potete fidarvi! Ci danno anche il primo capitolo gratis, state anche a lamentarvi?