Zankyō – Riverbero – Recensione

Mini-serie in tre volumi di Tsutomu Takahashi (Tetsuwan Girl, Sky High), Zankyō - Riverbero è un appassionante seinen pubblicato in italia da Dynit: la nostra recensione

Zankyō - Riverbero

Zankyō – Riverbero (残響) è un seinen manga scritto e disegnato da Tsutomu Takahashi, diviso in soli tre volumi e pubblicato in patria tra il 2015 e il 2017 dalla casa editrice Shogakukan. La storia comincia presentandoci Satoru, un giovane ragazzo che vive da solo in un piccolo appartamento, intento ad andare a trovare il vecchio che abita nell’abitazione adiacente. Genji Segawa, questo il suo nome, è solito chiamare il vicino ogni mercoledì lanciando una palla da tennis sul muro che hanno in comune.

Zankyō - Riverbero

Solitamente, il suo scopo è quello di passare il tempo, essendo l’anziano signore un ex yakuza quasi arrivato alla fine dei suoi giorni, a causa di una malattia terminale. Ma stavolta Segawa non vuole chiacchierare di sciocchezze come al solito. Vuole invece chiedere al ragazzo di ucciderlo. Come ricompensa, Satoru otterrà cinque milioni di yen (circa 40.000 euro) e la pistola che userà per uccidere il vecchio mafioso. Nonostante sia ancora giovane, Segawa ha notato che Satoru ha gli occhi di una persona senza pietà, e lo ha scelto per questa “missione”.

Il ragazzo infatti deciderà di accogliere la richiesta del vecchio, ma non prima di avergli chiesto cosa poterci fare con tutti quei soldi. Alla fine, Satoru prometterà di risarcire con una parte di quei soldi le famiglie delle tre persone uccise da Segawa durante la sua vita da yakuza e, ormai libero, partirà alla volta della famiglia della prima vittima, Katsuhiko Morita. All’arrivo però, troverà una famiglia mafiosa ancora in attività, che lo imprigionerà e lo torturerà allo scopo di estorcergli tutto il denaro e infine di ucciderlo per vendicare lo “zio Morita”. Qui però, Satoru conoscerà Daigo, una ragazza con ben più di un segreto, e questo incontro cambierà inevitabilmente la sua vita, portandolo su un sentiero fatto di sangue e relazioni complicate.

Zankyō - Riverbero

Come prevedibile dalla dicitura seinen, in questo manga non troveremo risate e scenette comiche, ma tanta violenza, fisica, psicologica e sessuale, oltre che parecchi spunti di riflessione sulle difficoltà che la vita può riservare ai giovani che nascono in condizioni problematiche, e quindi sull’importanza del contesto familiare. Il senso di inquietudine che permea tutta l’opera, dalla prima all’ultima tavola, è ben espresso dallo stile inusuale di Takahashi, tutto spigoli e ombre per i personaggi e molto abbozzato per gli sfondi, così da farci concentrare sulle espressioni dei protagonisti. Queste, nonostante esprimano per quasi tutta la sua durata emozioni negative come rabbia e terrore, ci sorprendono nei rari casi in cui ci mostrano pacatezza e serenità d’animo.

Zankyō - Riverbero

Non fidarti di nessuno

Zankyō - RiverberoNonostante la brevità (soli 19 capitoli in totale), Zankyō – Riverbero è in grado di tenerci incollati alle sue pagine dall’inizio alla fine, con colpi di scena praticamente in ogni capitolo e personaggi complessi e ben caratterizzati.

Probabilmente si sarebbero potuti approfondire meglio i background dei protagonisti, parlando un po’ di più del loro passato, ma le poche tavole dedicate a questo argomento bastano per darci un’idea dei motivi che li muovono. Consigliamo quest’opera ai lettori che vogliono immergersi in un ambiente profondamente ansiogeno e drammatico, mentre lo sconsigliamo a chi cerca qualcosa di facile comprensione.

In Italia Zankyō è distribuito da Dynit in formato 16,5 x 24, e il primo volume, che andremo ad analizzare, consta di ben 192 pagine. Mentre i primi due volumi sono già disponibili, il terzo uscirà il prossimo 25 luglio nelle fumetterie.

Terribilmente consigliato

Dai fantasy agli anime, dai manga ai videogiochi, cerca ancora un equilibrio tra storie fantastiche e dura realtà… preferendo su tutto un piatto di lasagne.

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