Ormai, e ne sono contento, è diventata per me una tradizione recensire i volumi appartenenti al grande blocco legato a Star Wars, un lavoro editoriale molto importante operato da Panini Comics per portare ai fan di tutte le età le saghe narrate nei libri americani. Dopo Rebels, L’equilibrio in bilico, e Leia, Principessa di Alderaan arriva in Italia anche il manga tratto dal romanzo di Greg Rucka, che vede per protagonisti due personaggi molto amati in Rogue One. Quale è il livello di questo nuovo titolo? Scopritelo come sempre con la nostra recensione.
- Titolo originale: Star Wars: Guardians of the Whills
- Titolo italiano: Star Wars: Guardiani dei Whill
- Uscita italiana: 10 agosto 2023
- Numero di volumi: 1
- Casa editrice: Panini Comics
- Genere: Fantascienza, Avventura, Azione
- Disegni: Subaru
- Storia: Jon Tsuei (adattato dal romanzo di Greg Rucka)
- Formato: Bossurato, 13 x 18 cm, B/N
- Numero di pagine: 200
Abbiamo recensito Star Wars: Guardiani dei Whill tramite copia stampa fornitaci gratuitamente da Panini Comics.
Sopravvivere all’occupazione dell’Impero
Sul pianeta Jedha, occupato dall’impero, la situazione sta diventando sempre più tesa, nonostante gli sforzi di Chirrut e Baze: i due effettuano alcune incursioni per recuperare armi per la difesa del pianeta, ma soprattutto beni di prima necessità per il sostegno dei più poveri e delle vittime del conflitto; i viveri e i medicinali però non bastano, né agli orfani che aiutano a custodire, né sono sufficienti a tranquillizzare la popolazione oppressa. Nonostante i tentativi del guardiano di mantenere uno status quo di pace apparente le truppe dell’Impero si fanno infatti sempre più aggressive e numerose, sia per la tipologia di armi adoperate che per le manovre di soppressione del malcontento, accentuate dalla stretta per scoprire i colpevoli dei continui furti.
Le giornate di Chirrit e Baze continuano in questo modo sino all’arrivo all’orfanotrofio di Saw Gerrera, un partigiano senza mezze misure che gli propone di entrare nella resistenza: Baze vede così l’occasione per opporsi alle ingiustizie in modo più diretto rispetto al suo amico, che spera ancora in una soluzione pacifica memore del suo compito di guardiano. Quando tutto questo male rischia di riversarsi sugli innocenti orfani i due difensori della città sono però costretti a fare una scelta. Continuare a combattere non è l’unica via per mantenere viva la speranza della popolazione: riusciranno a perseguire il loro obiettivo di ridurre al minimo le vittime innocenti? Riusciranno a salvare gli orfani e a garantire loro un futuro? potrete scoprirlo leggendo il volume fino in fondo!
Cameriere, mi porti un pizzico di contesto!
Per chi non è molto informato sull’universo Star Wars, soprattutto sulle creazioni più recenti, mi sento “obbligato” a fornire una breve contestualizzazione del volume, che ve lo farà sentire più vicino: si tratta innanzitutto della trasposizione in formato manga (da parte di Jon Tsuei) di uno dei tanti racconti che stanno colmando lo spazio-tempo del brand e mai uscito in italiano, ovvero Guardians of the Whills, pubblicato nel 2017 dalla Disney-Lucasfilm Press attraverso la penna di Greg Rucka. La vicenda, come anticipato, segue due dei protagonisti di Rogue One, ovvero Baze Malbus e Chirrut Îmwe, descrivendone la vita sul pianeta prima dei fatti narrati nel film. Più volte abbiamo sentito parlare di questi Guardiani dei Whills, ma chi sono veramente? Si tratta di una corrente religiosa (per questo all’inizio del volume Baze ci tiene a sottolineare che il guardiano è solo uno) legata alla forza che si era diffuso nelle città del pianeta Jedha e che si occupava di proteggere il Tempio dei Kyber della città sacra.
Purtroppo furono proprio questi cristalli tanto preziosi e le loro miniere ad attirare l’impero sul pianeta, il quale invase la città occupandone l’edificio religioso e costringendo i guardiani a vivere per le strade come una sorta di missionari, con l’unico scopo rimasto di aiutare i cittadini. Tutti voi sapete poi come è andata a finire per Baze, Chirrut e l’ordine dei guardiani, sia per Jedha City che buona parte del pianeta, distrutti dalla Morte Nera e dalla battaglia di Scarif mostrata nella pellicola di Rogue One; questa conclusione però, proprio come accadde per l’ottimo film, non vi impedirà di apprezzarne le gesta riassunte in nel volume autoconclusivo portato in Italia da Panini.
Un’amicizia squisitamente immediata
Non ci giro attorno: l’aspetto migliore di tutto il manga è sicuramente la descrizione del rapporto tra Baze e Chirrut, mostrati non solo nella loro veste da paladini per la popolazione di Jedha City, ma soprattutto attraverso il lato più umano e “naturale”, molto spesso non sfruttato in Star Wars; un’amicizia di lunga data, profonda, ma ricca di ironia, rappresentata in modo da tener conto dei punti di forza e delle peculiarità di entrambi: da un lato l’impazienza e il desiderio di lotta di Baze, che si identifica più con la resistenza e con l’uso delle armi per combattere fisicamente le truppe imperiali, dall’altro la calma e la pacata saggezza di Chirrut, che continua a credere nei suoi doveri da guardiano, i quali lo spingono non solo a proteggere i più deboli, ma anche a evitare vittime in entrambi gli schieramenti.
I due si contagiano tra loro, in un continuo scambio di idee ed emozioni che perdura per tutto il manga, escludendo i pochi attimi in cui sono separati, nei quali comunque si inseriscono attraverso rispettivi pensieri (come nel dialogo tra Baze e Gerrera). Spettacolare è poi l’ironia che pervade persino le scene più tese, facendo leva (proprio come nel film) sulla condizioni di cecità del monaco, contrapposta alle sue incredibili capacità donategli dalla forza. Una gestione dei dialoghi piacevolissima, che rende il racconto meno pesante e più votato all’intrattenimento, regalando gag divertenti e spensierate, con un cambio di registro che avviene solamente verso le parti finali del manga; anche quando si passa a toni più tragici e sofferti, in ogni caso, non viene mai meno il legame tra i due.
La Forza è con me e io sono tutt’uno con la Forza
La contrapposizione tra i due personaggi non è dettata solamente dalle diversità di ideali, ma principalmente dal fatto che solo uno di loro si affida alla Forza, attraverso una percezione mistica: che questo potere sia stato trattato sin dagli albori quasi una religione è sempre stato lampante, ma questo aspetto che viene accentuato nel volume grazie alla presenza del Guardiano e del suo modo di agire: un rapporto intrinsecamente legato alla sua fede, che pare reggere anche quando la situazione si fa più tragica. A tutto ciò si oppone appunto il pragmatismo di Baze, che vorrebbe risolvere tutto e subito senza attendere una risoluzione pacifica: Chirrut rimarrà sempre convinto, pur con attimi di dubbio, della necessità che solo credendo nella Forza e nella sua via si possa resistere all’invasione.
Un argomento che, soprattutto per le modalità con il quale vengono descritti scontri e scenari (con le tipiche schermaglie da guerriglia) è forse fin troppo attuale, pur nel suo aspetto fantascientifico: leggendo il volume, nel quale ci viene presentata l’invasione dell’Impero, non potrete che ripensare agli avvenimenti degli ultimi anni, soprattutto negli aspetti più tragici; ogni atto di violenza viene poi enfatizzato dalle parole dello stesso Chirrut: nonostante sia stato l’Impero ad aver portato la guerra nella città, è consapevole di quanto il conflitto possa esplodere, finendo per corrompere gli animi di tutti. Tra l’impero, i rivoltosi e la popolazione non sembra esserci una vera soluzione che non porti alla violenza o alla cancellazione di numerosissime vite, e il monaco sa ogni scontro corrisponde a delle vittime innocenti.
Non servono parole per raccontare una guerra
Passando alla parte grafica, uno dei punti caratteristici di questo volume è stata la scelta, certamente d’impatto, di lasciare molto più spazio alle illustrazioni che alle parole: intere pagine di grigi senza alcuna frase, con tavole in grado di trasmettere in un attimo l’atmosfera di una decisione o di un piano, senza rigirare l’azione in inutili patemi; la depressione tipica delle ambientazioni da guerriglia è inoltre accentuata da tinte spente e dalle espressioni del viso. A tal proposito, nonostante i personaggi siano spesso stilizzati, con linee semplici e quasi abbozzate, i volti sono sempre riconoscibili (per esempio per i due attori di Rogue One) così come la sensazione o il sentimento che vogliono trasmettere.
Lo stile di Subaru è forse ancora più vicino a quello del fumetto rispetto a quello di un classico manga, sia per i lineamenti che per la costruzione visiva (escludendo certe espressioni da meme) e non si può dire che siano di ottima qualità, ma la maggior parte di queste illustrazioni viene valorizzata dalla gestione quasi cinematografica con il quale sono stati narrati narrati molti degli avvenimenti, in particolare nella parte finale e nella rappresentazione del piano per raggiungere la navicella.
Non servono elegie né per descrivere la guerra né per la bella amicizia: certo, manca qualche passaggio che sicuramente è andato perso nella trasposizione (dover adattare un libro intero in un solo volume non è mai facile), ma ho apprezzato il lavoro svolto da Jon Tsuei, che è riuscito a descrivere comunque una buona storia in tutti i suoi punti essenziali, lasciando molte parti all’intuito.
A chi consigliamo Star Wars: Guardiani dei Whill?
Come detto più volte c’è sempre attesa per le nuove storie ambientate nell’universo Star Wars, soprattutto per quelle derivate dai libri non ancora pubblicati nel nostro paese. Allo stesso modo, nonostante il formato manga possa risultare ostico per alcuni, non posso che consigliarlo ai seguaci della Forza, e in particolare a chi ha apprezzato Rogue One. Per coloro che non sono abituati a leggere manga potrebbe essere difficoltoso, ma considerando lo stile adoperato il gioco vale la candela; non dimenticate inoltre che si tratta di un volume autoconclusivo e dal costo decisamente abbordabile!
- Un’efficace aggiunta di contesto per due dei protagonisti di Rogue One
- Alterna ironia a momenti di riflessione
- Narrazione efficace e piacevole
- Non il massimo come stile e disegni
- Una storia superflua, nonostante sia interessante
Star Wars: Guardiani dei Whill
Un dilettevole appuntamento
I Guardiani dei Whill rientra, come i precedenti volumi, nel blocco “informativo” dedicato a Star Wars, caratterizzato da una narrazione non certo indispensabile, ma sicuramente stuzzicante: conversazioni e componenti fantascientifiche ridotte all’osso in favore di atmosfere e sensazioni più umane, con ottime gag, amicizie e una rappresentazione più spirituale della Forza, ma anche tematiche rilevanti e tristemente attuali. Il lavoro di trasposizione è stato sicuramente arduo, e si notano delle parti più striminzite o con dei passaggi poco chiari, ma nel complesso risulta una lettura piacevole, veloce e immediata, Il finale, forse troppo sbrigativo, trasmette meno di quanto effettivamente narrato, sia come sensazioni che come insegnamenti, ma apprezzerete comunque di averlo letto. I Guardiani dei Whill, come un buon periodico, saprà infatti rallegrarvi, intrattenervi, e invogliarvi a immergervi nuovamente nell’universo creato da George Lucas in attesa del prossimo titolo del brand.