Niku, in giappponese, significa carne. Nikuko è una donna formosa, un po’ sovrappeso, amante del cibo e sempre spensierata: la sua fortuna, a sua detta, è essere viva. Perché alla fine quello conta davvero: avere una casa, mangiare, essere vivi e avere qualcuno da amare. E Nikuko ha tutto ciò, nonostante la sua vita sia stata costellata da delusioni e da sofferenze.
Una storia semplice e delicata che riesce a trasportare anche i più duri di cuore, La fortuna di Nikuko esce nelle sale italiane (qui potete trovare un esclusivo coupon sconto) il 16, 17 e 18 maggio grazie a Dynit e Nexo Digital, dopo essere uscito nelle sale giapponesi nel 2021. Tratto dal romanzo omonimo di Nishi Kanako e diretto da Ayumu Watanabe (regista de I figli del mare), la sceneggiatura e dunque l’adattamento dall’opera letteraria a quella filmica è affidata a Satomi Ooshima, mentre il character designer e direttore dell’animazione è Kenichi Konishi, che ha lavorato insieme a Watanabe nel film anime I figli del mare. Vincitore di numerosi premi internazionali, come lo Scotland Loves Anime Festival Awards, il Bucheon Int’l Animation Festival e il Fantasia Int’l Film Festival, La fortuna di Nikuko è animato dallo Studio 4º C, famoso per gli adattamenti della trilogia cinematografica di Berserk – L’epoca d’oro, Tekkonkinkreet e Harmony.
- Titolo originale: Gyokō no Nikuko-chan
- Titolo inglese: Fortune Favors Lady Nikuko
- Titolo italiano: La fortuna di Nikuko
- Uscita giapponese: 11 giugno 2021
- Uscita italiana: 16, 17, 18 maggio 2022 (cinema)
- Genere: slice of life
- Durata: 96 minuti
- Studio di animazione: Studio 4º C
- Adattato da: romanzo di Nishi Kanako
- Lingua: italiano
Abbiamo recensito La fortuna di Nikuko tramite invito alla proiezione riservata alla stampa di Nexo Digital.
La tonda Nikuko è la protagonista di questo dolcissimo film anime, imponendo la sua rotondità coinvolgente in tutta l’inquadratura, portando l’esile figura della figlia Kikuko quasi in secondo piano. Ma in realtà è proprio lei la protagonista e il perno centrale di tutta la narrazione: è lei la narratrice onnisciente, sono sue le insicurezze e i dubbi propri della pre-adolescenza, è lei che seguiamo nel suo peregrinare incerto tra le vette di campagna e i piacevoli panorami collinari della ridente e serena cittadina costiera in cui vive insieme alla madre.
L’adolescenza di Kikuko
I dubbi di Kikuko, le sue paure e la sua fragilità da bambina di undici anni vengono compensate dalla vivacità di Nikuko, che ha sempre cercato di alleviare le piccole sofferenze della figlia nonostante le continue avversità della sua vita. Si è rimboccata le maniche per garantirle il meglio, senza arrendersi mai, solo per cercare di far vivere una vita dignitosa alla sua piccola Kikuko. Questi gesti di amore materno sono metaforici della forza di volontà di ogni madre, che cerca di coadiuvare il proprio ruolo genitoriale con quello lavorativo, sacrificandosi per il bene dei propri figli e cercando di spronarli ad andare avanti nonostante le avversità della vita. La fortuna di Nikuko questo simbolico messaggio riesce a trasporlo in modo asciutto e mai banale, riflettendo una tendenza che dovrebbe essere comune nella vita reale, ma che non molti anime riescono a mostrare, relegando le figure materne ad un secondo piano narrativo, o trasformandole in “martiri” sacrificabili per l’evoluzione psicologica del/della protagonista. In questo caso, invece, Kikuko riesce ad evolvere solamente grazie all’ingombrante figura della madre, che cerca di non lasciarla mai sola e che si impegna per cercare di non far mancare nulla alla figlia. E questo si riversa nel genuino amore che Kikuko prova nei suoi confronti, e che riuscirà a comunicarle in modo implicito per tutto il film, ma soprattutto nel commovente finale. Questo è emblematicamente esaustivo per dimostrare come la madre sia una figura imprescindibile ed essenziale e soprattutto non importa se questa sia biologica o adottiva.
La forza di una madre nonostante le avversità
Senza incidere troppo sulla forma e sul contenuto, La fortuna di Nikuko è una storia familiare incentrata sul rapporto tra madre e figlia e sulla crescita adolescenziale. Il tema della maternità è centrale nella narrazione, coniugato in particolare verso la rappresentazione della solitudine genitoriale e della forza di volontà che contraddistingue ogni madre sola che vuole il meglio per il proprio figlio o figlia. Il tutto è sorretto da una narrazione lenta e senza pretese di orpelli stilistici ed estetici, tanto da non brillare particolarmente per un’animazione scenografica e eccelsa. Ma la sua vocazione alla semplicità grafica e quasi minimale nella rappresentazione dei personaggi rispetto i pittorici sfondi è sintomatico di una volontà intrinseca di non far esaltare la parte grafica sulla storia, in particolare sul messaggio metaforico di fondo. Tutto deve essere indirizzato verso una storia asciutta e minimale, ma che non sconfina mai nel banale e nel già detto. Tutto si concentra sulla vita quotidiana, mediata attraverso il filtro emozionale di Kikuko, che ripercorre la propria vita a ritroso e cerca al contempo di andare avanti in un periodo incerto e delicato: quello della pre adolescenza. Amicizie, gelosie, cambiamenti fisici e prime attrazioni, Kikuko cerca di affrontare il tutto da sola, senza interpellare la madre, considerata goffa e strana, ma sempre presente e premurosa. La fortuna di Nikuko riesce a delineare una figura adolescenziale molto credibile, a tratti imperscrutabile, caratterizzata da quelle problematiche psicologiche e caratteriali che hanno contraddistinto, o contraddistinguono, l’adolescenza e la pubertà di ogni ragazzo o ragazza.
Nikuko, al contempo, cerca in tutti i modi di compiacere la figlia e comprenderla, ma anche lei si trova di fronte lo scoglio della crescita inevitabile di Kikuko. Ma con la sua forza d’animo riesce a riportare l’armonia e la spensieratezza anche quando tutto sembra perduto, trasformandosi in quel sentore di piacevolezza che caratterizza poi tutta la pellicola. Se Kikuko è il fulcro narrativo del film, Nikuko è il centro emozionale: bilanciandosi a vicenda, riescono a costruire una narrazione sì semplice e quotidiana, ma mai scontata grazie proprio al sottotetto empatico e vibrante. Se, quindi, la storia può apparire monotona e ripetitiva al primo sguardo, riesce sicuramente a mantenere attiva l’attenzione dello spettatore proprio per via dell’alone emozionale che attraversa tutto il film.
La fortuna di Nikuko appare scarno a livello visivo ed estetico, differenziandosi da altri anime simili per l’assenza di accanimenti grafici sulla resa patinata dei protagonisti e degli sfondi. Non è un film dello Studio Ghibli (anche se molto carino il riferimento esplicito a Il mio vicino Totoro) o di Makoto Shinkai, non fa leva su vorticosi movimenti di macchina virtuali o inquadrature formaliste: l’obiettivo è probabilmente quello di snellire il tutto per renderlo funzionale alla narrazione, senza necessariamente rinunciare alla bellezza estetica. Con ciò, infatti, non si vuole affermare che il comparto grafico sia pessimo, anzi tutto il contrario: semplicemente si nota come questo non sia il livello più importante, proprio per lasciare spazio alla storia e al messaggio che il regista vuole inviare. La componente fantastica che caratterizza la prima sequenza è poi funzionale all’introduzione del film, che si trasforma quasi subito da fiaba spensierata a racconto realistico e a tratti commovente.
A chi consigliamo La fortuna di Nikuko?
Questo film si inserisce nel filone degli anime leggeri, senza particolari pretese di azione e drammaticità: La fortuna di Nikuko è una storia quotidiana incentrata sulla forza dell’amore materno, pensata particolarmente per chi a voglia di emozionarsi senza necessitare di una storia particolarmente complicata e impegnata. Sicuramente saprà emozionare chi desidera vedere e immergersi in una narrazione simpatica e dolce, che sa catturare il cuore grazie alla trasposizione fortemente realistica di un rapporto vero tra una madre e una figlia.
- Storia semplice ed emozionante
- Nonostante la leggerezza della narrazione non sconfina mai nella banalità
- Buona calibrazione tra momenti drammatici e momenti più distesi
- Buon lavoro sul comparto sonoro e su quello visivo
- Personaggi ben delineati nella loro veridicità
- Personaggi abbozzati quando si stagliano sugli sfondi
- Comprimari poco delineati, le cui storie non vengono approfondite
La fortuna di Nikuko
La forza e l'amore di una madre
La fortuna di Nikuko è uno di quei film che fanno bene al cuore, perché toccano corde sempre attuali e mai scontate, che forse dimentichiamo nella vita di tutti i giorni, ma che è bene sempre tenere a mente. Queste sono le storie che riescono a trasportarci in mondi paralleli al nostro, in cui ci rendiamo conto dell’importanza delle piccole cose. La fortuna di Nikuko riesce a trasporre in modo genuino e senza pretese l’adolescenza, l’amore materno, la difficoltà della vita e al contempo la necessità di accontentarsi di quel poco che si ha per essere felici. Un messaggio importante, che fa apprezzare questo semplice film per quello che è, senza pretendere nulla di più né dalla narrazione né dall’estetica. Sembra che il messaggio di Nikuko, che ammonisce la figlia sull’essenzialità di poche cose nella vita, automaticamente si riversi anche nell’economia del film, confezionando una storia senza pretese ma che si impone per la sua efficacia comunicativa. Una storia dolce e rassicurante, che fa riflettere sull’importanza della figura materna in ogni momento della propria vita.