Dopo le sorprese della stagione estiva (qui i nostri consigli) è finalmente arrivato il momento di annunciarvi i migliori anime della stagione autunnale del 2022, con i suoi grandi titoli e i suoi attesissimi annunci! Si può dire che le sorprese sono state perlopiù positive, con anteprime che non hanno deluso e molto materiale di qualità: si passa dagli annunciati e desiderati sequel di To Your Eternity, Mob Psyco 100, Golden Kamui, Pop Team Epic, Spy x Family agli archi narrativi di Wano per One Piece, dalla rinascita di Shigaraki Tomura in My Hero Academia, al Golden Age Arc di Berserk, fino ai sottovalutati sequel di The Daily Life of the Immortal King e Youwamushi Pedal. “That’s a lot of damage” per le nostre ore di sonno, affermerebbe qualcuno.
Se questo non bastasse, le nuove uscite sono state altrettanto strabilianti, con titoli attesi da anni che hanno potuto finalmente esordire. Come fare a orientarsi in questo eccezionale palinsesto di Crunchyroll? Non preoccupatevi: come sempre, vi soccorriamo noi! Ecco quindi, senza ulteriori indugi, la nostra consueta lista (in versione extra-large) delle serie anime consigliate dalla stagione autunnale 2022.
Scommesse (ma non troppo)
In una stagione tanto prolifica, anche anime meno gettonati e facenti leva su generi spesso riproposti (Isekai, Cutie girls e compagnia bella) hanno raggiunto un ottimo livello qualitativo. Per tale motivo abbiamo deciso di stilare una vera e propria classifica, ben più lunga e articolata del solito. Partiamo quindi con 5 titoli che, sebbene risulteranno a molti noiosi o fastidiosi, per altri saranno un’ottima fonte di intrattenimento per trama, atmosfere o altre peculiarità.
10 – Shinobi no Ittoki
Le storie sui ninja attirano sempre, ma dopo la fine di Naruto (forse considerabile ancora in corso con Boruto) è difficile trovare un titolo che si diversifichi per trame e combattimenti. Proprio questo l’obiettivo di Shinobi no Ittoki, anime originale dello studio Troyca e diretto da Shuu Watanabe, il quale trasporta tecniche di lotta e faide tra villaggi in un’ambientazione moderna.
La trama è semplice, ma non scontata: scontri per la supremazia, allenamenti, scuola, agguati, omicidi, ricerca del potere, dissidi tra i clan che condividono i segreti dei ninja e il peso del comando pronto a ricadere sul un giovane Hittoki Sakuraba, per nulla adatto a questa vita. Insomma, il pacchetto completo di uno shonen standard. Ma è proprio il muoversi tra tecnologie e intrighi moderni che rende l’opera efficiente, almeno dal punto di vista narrativo. Certo, le animazioni sono di basso livello, a tratti annoia e abbonda di banalità, ma Shinobi no ittoki sembra avere il suo da dire: tradimenti difficili da sospettare, colpi di scena con vittime illustri e dei personaggi con un carattere definito e modo di ragionare coerente.
Un anime con un elevato potenziale e con miriadi di possibilità che, purtroppo, si perde nella scelta di condensare tutto in un finale banale e sbrigativo, il quale chiude la baracca come un film di serie C. Il classico “i vostri protagonisti vivranno così” dopo i titoli di coda non salva una conclusione poco cruda, un main boss distorto e un accrescersi delle già sentite morali shonen (friendship power!). Così ottimi spunti (legati soprattutto ai combattimenti e alla trama) dei primi episodi finiscono presto nel dimenticatoio. Un anime dunque effimero, che saluta, dopo aver puntato in alto, soltanto con una, seppur buona, sufficienza.
9 – Legend of Mana – The Teardrop Crystal
Tratto dal famoso e omonimo videogioco di SQUARE ENIX, Legend of Mana: The Teardrop Crystal è più una favola illustrata che una serie animata, soprattutto per chi non conosce il videogame. Nel mondo immaginario di Fa’Diel, dove l’albero del mana, fonte di vita, è andato distrutto, esistono delle creature note come Jumi, che hanno i loro nuclei vitali dentro delle gemme. Riunirli sarà il compito di Shiloh, protagonista di questo primo arco narrativo dei tre narrati nel videogioco dedicato a Elazul e Pearl.
Graficamente ottimo, con colori e scenari caldi e delicati, complici il lavoro dello studio Graphinica (già autore di Hellsing e Hello World) e Yokohama Animation Lab (che forse ricorderete per l’inedito The Genius Prince’s Guide to Raising a Nation Out of Debt, l’anime che narra la storia di un principe che vuole vendere il suo regno), risulta davvero piacevole, per quanto troppo legato alle tempistiche di un videogioco: pecca infatti di lentezza, offre dialoghi scontati su immagini che quasi immobili, a tratti poco realistici, e vede uno sviluppo narrativo che avanza per piccole missioni e imprevisti.
Con i difetti attribuibili al videogioco, ne raccoglie però anche i pregi, come l’interessante avanzamento per aree, personaggi variegati e originali, ost e ambientazioni ottime e un diffuso fascino da retrogame. Tralasciando quindi alcune pecche di sviluppo, qualche problema di strabismo sui volti e la necessità di dover comunque fornire spiegazioni imprescindibili sul mondo rappresentato, Legend of Mana rimane un anime fantasy gradevole e ricco di fascino.
8 – I’m the Villainess, So I’m Taming the Final Boss
Tratto da una light novel del 2017 scritta da Sarasa Nagase, che conta 1o volumi pubblicati in Giappone, I’m the Villainess, so I’m Taping the Final Boss segue la corrente degli Otome Game. La storia è quindi la classica minestra: una ragazza, Aileen Lauren d’Autriche, si trova in questo mondo pieno di ragazzi da corteggiare nelle vesti della cattiva. Cercherà allora di percorrere le varie route romantiche, compresa quella con il re dei demoni, per scalzare la protagonista ed evitare il “bad ending” scritto nel gioco originale.
Tra banalità e cliché, e una palese (ma parziale) scopiazzatura dal fascinoso My Next Life as a Villainess: All Routes Leade to Doom!, questo anime saprà comunque stupirvi e divertirvi: una protagonista diretta, vari ribaltamenti del gioco, teatrini romantici, e tutte quelle interferenze e azioni inaspettate che lo rendono degno a un fan di Tempesta D’amore.
Sigla spaccatimpani a parte (contrapposta a un’ottima ending), può esser un anime piacevole per molti: disegni decenti, episodi ben bilanciati, una certa evoluzione dei personaggi e persino qualche novità nei capitoli finali. Con 12 episodi all’attivo, nei quali viene condensata una storia ricca di difficoltà amorose, il titolo ci degna persino di una conclusione coerente e giusta per questa stagione, senza però precluderne la prosecuzione. Alla fine, perplessità a parte, tra qualche risata e simpatie personali (Almond, resterai sempre nel nostro cuore!), non vi pentirete di averlo visto.
7 – Beast Tamer
Beast Tamer dello studio EMT Squared, già specializzato in lavori “animaleschi” e nel recente apprezzabile titolo di I’m quitting heroing, è il classico anime che punta sulla carineria di un mondo fantasy popolato da ragazze dalle sembianze animalesche (per la serie “aggiungiamo un pizzico di Furry, so che a vi piace”) che devono essere salvate, su una altrettanto classica trama eroe vs. resto del mondo (come in The Rising of the Shield Hero) che cerca il suo riscatto, e su un bagaglio di abilità OP che lo rendono imbattibile (vedasi l’episodio con la death shite).
Nel mondo frenetico di oggi non è più tempo di paladini dalla crescita sofferta, tra allenamenti e difficoltà, ma di capacità inarrivabili, con lavori che vengono appaltati a dei sidekick, in questo caso alle sue “bestie”: viene siglato un contratto e il problema morale di addomesticare una ragazza è ben risolto!
Ironia a parte, l’anime mostra molti difetti, ma anche tanti pregi: fa ridere, elargisce battute ottime, ironia non a casaccio ed è, generalmente, è ben disegnato. Grazie a questa caccia involontaria del protagonista Rein a dei “Pokémon umani” il titolo può dispensare carinerie in un dose accettabile e non troppo smielata. Ha inoltre un buon Ost e una piacevole Ending e presenta benissimo una trama logica e ritrita, che non la fa rientrare per un pelo di Kanade nella nostra top 5.
Inoltre, a differenza di altri titoli dove le aiutanti hanno comportamenti quasi da succubi, questo piccolo gruppetto ha persino sprazzi di carattere personale, dove viene ignorata (ma non sempre) la solita devozione totale al padrone che si intrufola come la rucola in ogni contesto e atteggiamento. In conclusione, Beast Tamer dimostra che una storia già sentita, raccontata con un tocco di novità, può essere ancora apprezzabile a sufficienza da sperare in una seconda stagione.
6 – Do It Yourself!
Sia gli appassionati della trasmissione D-Max “Come è fatto un”, sia coloro che vengono ipnotizzati dai Reel su Instagram che mostrano come si costruiscono le cose, non potranno che adorare questo anime.
Il succo di Do It Yourself! è che, con la giusta narrazione, preparazione e personaggi, si può fare un anime su tutto, anche sulla falegnameria e sui lavori fatti a mano in generale. La storia di questa slice of life comedy ricca di pucciosità è piuttosto semplice: in un classico istituto femminile assistiamo alla formazione di un circolo di fai da te, il DIY, ovvero il Do It Yourself, nel quale, per raggiungere i 5 iscritti necessari a mantenere il club, si uniranno le persone più disparate. Fulcro di tutto è la distrattissima Serafu, che raccoglie attorno a se non solo varie figure un po’ stereotipate, ma anche scenari ben riusciti, con gag varie e attimi di ammirazione.
Certo, le voci dei personaggi potrebbero sia piacervi che risultare insopportabili, ma lo studio Pine Jam (che conoscerete per l’anime di Gleipnir) ha svolto un buon lavoro su quest’original: episodi ben calibrati con animazioni tipiche e piacevoli, momenti di svago alternati a costruzioni ed esperimenti, scene sempre realistiche con sfondi musicali appropriati per uno spot del Bricoman e pochi momenti fuori posto. Se aggiungiamo poi alcune briciole di tematiche serie sullo sfondo ecco che si concretizza un anime che non rientra tra i primi solamente per l’eccezionale qualità di questa stagione. Verso la fine della serie ci saranno anche alcune difficoltà, ma il titolo non perde mai del tutto la sua positività, mostrando quanto anche il DIY possa rivelarsi un hobby piacevole…E forse finirete davvero per aver voglia di costruirvi le cose da soli!
Gli imprescindibili (o quasi)
Se vi fosse sfuggito uno dei primi cinque anime che vi abbiamo appena consigliato sarebbe certamente un peccato, eppure non un qualcosa che vi farebbe pensare “Ma porca p*****a, com’è che me lo son perso?”. Invece, se cercate di godervi appieno questa stagione e non volete trovarvi spaesati di fronte a riferimenti o citazioni che si diffondono ovunque eccetto che in casa vostra, ecco i cinque titoli che potrebbero stuzzicare al meglio la vostra sete di anime.
5 – Akiba Maid War
Chi si è visto la prima puntata di quest’anime original, prodotto nientemeno che da Cygames e P.A. Works, ha intuito da subito quanto fosse “particolare”: un’opening assurda (che va a braccetto con una closing in stile western), un cambio di registro improvviso, scene alla Tarantino e sviluppi che dire impattanti è poco.
La trama inizia con una ragazzina che vorrebbe fare la Maid, ovvero (semplificando al massimo) una cameriera in cosplay che serve bevande e cibo. Un canovaccio che molti titoli hanno già sfruttato, da Maid-sama! sino all’azzeccatissimo anime di Miss Kobayashi’s Dragon Maid. E forse per questa premessa non troppo entusiasmante in molti hanno schifato Akiba Maid War, ma con tutto il materiale in circolazione è difficile portare qualcosa di nuovo sullo schermo, e questo titolo ci ha certamente provato: l’ambientazione dolce e docile di un ristorante-cafè a tema animali si mischia con atipiche situazioni da guerra tra gang in continua evoluzione, con scene splatter, quasi nonsense, combattimenti ed esecuzioni.
Grafica e narrazione comunque buone e sempre incisive vi accompagneranno in questo assurdo teatro di rivalità, dove la vita del singolo non ha valore, dove i sogni si scontrano con le difficoltà della vita e dove un’idea è fugace come un’omurice. Quest’anime vi terrà continuamente in sospeso e in agitazione, dondolando sul confine tra trash e genialità, tra perle di saggezza e pallottole, tutto in una singola stagione autoconclusiva con un vero finale. Ma soprattutto, se volete un po’ di sana violenza, questo è il titolo che fa per voi.
4 – Raven of the Inner Palace
Raven of the Inner Palace, realizzato da BANDAI NAMCO Pictures, titolo che mischia storia e mitologia, è certamente una delle rivelazioni stagionali, con animazioni di livello e una ambientazione intrigante: dopo il colpo di stato alla corte cinese, l’imperatore (Xia Gaojun) viene catturato dall’ammaliante consorte corvo, Shouxue, una sacerdotessa dai poteri divini confinata nella sua residenza.
Non fatevi distrarre dalle parvenze Josei e dai ritmi lenti, perchè questo è certamente uno dei titoli più originali e piacevoli dell’intero 2022. Tra storie perlopiù autoconclusive, fantasmi, rimorsi, amori e rancori la narrazione prosegue con fascino e mistero all’interno della corte dell’imperatore, incantando il pubblico e tessendo i rapporti tra i personaggi, in particolare tra due protagonisti ben riusciti.
La complicata storia d’amore fa da base alla costruzione di tante altre storie umane (mai scontate) mischiate con elementi divini, con tendenze più vicine a quelle dei titoli cinesi (vedasi Psychic Princess) che amano parlare di queste vicende. La rappresentazione malinconica e sofferta dei personaggi poi, alternata alle gioie conquistate non senza fatica, li avvicina moltissimo a noi spettatori, facendoci sperare continuamente in un lieto dine. Animazioni dettagliate e curate, colori sublimi, e un ottimo comparto sonoro (fantastica l’Ending) non fanno che abbellire ancora di più questo anime, fiore all’occhiello della stagione autunnale!
3 – Blue Lock
Blue Lock, annunciassimo e originale spokon sul calcio (che già vi avevamo presentato qui), prodotto dallo studio 8Bit (Vita da Slime), ha debuttato tra i colossi di questa stagione ottenendo i suoi giusti elogi, proprio in contemporanea alla Coppa del Mondo FIFA, dove il Giappone non ha certo sfigurato.
L’anime infatti si pone l’obiettivo di forgiare un campione per vincere la somma competizione alla quale i giapponesi anelano sin dai tempi di Holly e Benji, ma lo fa in modo completamente diverso: a partire da un gruppo di attaccanti in competizione tra loro, destrutturando il concetto del calcio, smembrando e ricomponendo l’idea di un squadra, questa storia avanza tra sfide al cardiopalma, allenamenti inconsueti ma efficaci e idee di sviluppo che hanno reso amatissimi anime sull’argomento (primo fra tutti Ao Ashi).
A una trama originale, divertente e inconsueta si aggiunge un comparto tecnico di tutto rispetto: animazione esplosiva, muscoli in tensione, dettagli tipici dei personaggi di Haikyu! (dal background dettagliato, anche se leggermente inferiore, ai movimenti) e soprattutto sceneggiatura in grado di esaltare la competizione e le emozioni dei personaggi quasi ogni minuto. Lo stile del manga non è stato per nulla intaccato; la logica conclusione è che, anche se l’anime conta ben 24 episodi, si può già dire che questo titolo dal preannunciato successo abbia già mantenuto le aspettative.
2 – Bocchi the Rock!
I titoli musicali sono sempre un terno al lotto: da Beck, Nana al recente Paripi Komei, pochi quelli che riescono a catturare le simpatie del pubblico, o grazie alla trama o alle note musicali. Eppure in tal senso questo è stato un ottimo anno! Bocchi the Rock!, in un modo molto simpatico e “scazzato”, è riuscito a coinvolgere gli spettatori. pur raccontando la classica storia di una ragazzina insicura piena di talento (Hitori Gotou) che cerca di esprimersi con la musica.
Lo studio Cloverworks è quasi sempre una garanzia: tra animazioni bilanciate, ma molto variegate, colonne sonore adeguate a un titolo musicale e tanti momenti divertenti, tendenti anche all’assurdo, riesce a ottenere un prodotto succulento, in grado di nascondere qualche difetto sotto carrellate di ironia, luoghi comuni e passioni amalgamate ad arte.
Come per il contemporaneo Mob Psycho 100, Bocchi the rock! alterna momenti di serietà, che raccontano le difficoltà di chi si approccia a questo mondo, di chi soffre di insicurezza, e la profondità di una passione (in questo caso tra chitarre, accordi, duro allenamento e la voglia di condividerle con una band) ad attimi quasi insensati, “cutie” e piuttosto spontanei, con animazioni spesso stilizzate, che alleviano il peso di questo mondo. Non potrete scordarvi i viaggi mentali della protagonista, nè le sue azioni di fronte alle difficoltà (come nell’ultimo episodio), perché la bellezza di questo anime ruota proprio attorno a questo mix di fantasia e realtà. La musica, certo, è importante, ma il suo vero apporto lo vedremo, probabilmente, soltanto con un seguito.
1 – Chainsaw Man
Eccoci giunti infine al grande elefante nella stanza, nonché top incontrastato stagionale: l’attesissimo titolo dalla mente del maestro Fujimoto, Chainsaw Man.
Le nostre prime impressioni ne avevano già intravisto le potenzialità e dobbiamo dire che le aspettative sono state confermate dopo questi 12 episodi, come potrete leggere anche nella nostra recensione completa dell’opera. Forse questo risultato vi sembrerà scontato, ma non lo è stato sin dall’inizio: le difficoltà nel rendere animato un titolo tanto particolare, nonché i dubbi sollevati sull’uso della CGI, sono però scomparsi puntata dopo puntata, perché il livello quasi cinematografico garantito dallo studio MAPPA per questa serie ha saputo conquistare (quasi) chiunque.
Se effettivamente Fujimoto si è ispirato sia FLCL (guardatelo!), soprattutto per quanto riguarda la coppia Atomsk/Haruka e Chainsaw Man/Makima, sia alle ambientazioni e ai disegni dell’autore di Blame!, si può facilmente capire come mai questo anime abbia avuto tanta incisività: un mix di generi Pulp, Horror, romantico e azione. Scene psicologiche o disturbanti alternate a combattimenti tanto evocativi da percepirne il terrore, dove le immagini sono più significative della parole; trama e personaggi folli, ma perfettamente incastrati in un mondo dove gli ingranaggi girano alla perfezione per creare suspense, curiosità e ammirazione.
Un anime che risulta molto ispirato a Dorohedoro (sempre ad opera di MAPPA studio) e che ne sfrutta tutti gli aspetti che l’avevano reso tanto amato, dalle scene umoristiche a quelle di rancore e disperazione. D’altronde in questo mondo di diavoli è proprio il più pazzo e quello con la motivazione “più stupida” a mettere in difficoltà tutti gli altri e i continui cambi di registro non potranno che sconvolgervi, facendovi accettare l’opera e i suoi protagonisti nella sua interezza. Insomma, tra colonna sonora, animazione, regia e dialoghi, abbiamo ottenuto una prima stagione con poco da recriminare, che ha saputo senza dubbio farci vivere il capolavoro di Tatsuki Fujimoto a incomparabili livelli di epicità.
Questo anime è disponibile sottotitolato in italiano su Crunchyroll, la prima piattaforma online internazionale completamente dedicata al mondo dell’animazione giapponese, dei manga e dei drama. Puoi guardare gratuitamente Crunchyroll sul tuo PC, sul tuo smartphone e sulla tua console iscrivendoti con un account gratuito oppure sottoscrivendo un piano di abbonamento mensile che ti permetterà di seguire gli anime in simulcasting con il Giappone.