Songgot. Il punteruolo – Recensione del primo volume

Dall'autore di Hellbound, Songgot. Il punteruolo, un manwha sull'attivismo sindacale, sui diritti dei lavoratori e la lotta per la giustizia sociale

Songgot. Il punteruolo – Recensione del primo volume

Panini Comics ha portato in Italia Songgot, il manwha che ha ispirato l’omonima serie TV di successo, dallo stesso autore del visionario Hellbound, una storia che tratta temi sociali estremamente dipingendo uno stupefacente ritratto di un paese attraversato da molteplici tensioni. Songgot è un fumetto vero, realistico, un fumetto sul movimento sindacale, impegnato a raccontare una realtà dura e reale. Esattamente come in Hellbound, nonostante abbia un taglio più realistico del suddetto, Choi Gyu-seok dimostra di avere ha tantissimo da raccontare; i difficili rapporti umani, il tradimento e la fiducia, sembrano essere i temi di maggiore interesse. Una storia che prende, trascina e avvince. Esattamente, avvince, perché anche un sindacalista può essere un eroe, anche un uomo comune può compiere cose meravigliose.

Siamo alla tra la fine degli anni ‘90 e gli inizi del 2000, in Corea del Sud la crisi finanziaria galoppa e lo sfruttamento lavorativo è alle stelle. Un giovane responsabile nella grande distribuzione di nome Lee Soin è testimone di ingiustizie inaccettabili nel mondo dove lavora. Decide così di unire le forze con un attivista sindacale. Inizierà una battaglia sociale che metterà a rischio la sua carriera e lo porrà al centro di una tumultuosa guerra contro i potenti.

Songgot. Il punteruolo – Recensione del primo volume

  • Titolo originale: 송곳 (Songgot)
  • Titolo italiano: Songgot. Il punteruolo
  • Uscita giapponese: 2013 – 2017
  • Uscita italiana: 2 febbraio 2023
  • Numero di volumi: 1 di 6 (in corso)
  • Casa editrice: Panini Comics
  • Genere: Drammatico, Sociale
  • Disegni: Gyu-seok Choi
  • Storia: Gyu-seok Choi
  • Formato: 15,2 x 22, brossurato
  • Numero di pagine: 248

Abbiamo recensito Songgot tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da Panini Comics.

Giustizia sociale e lotta sindacale

Lee Soin è un giovane responsabile di una catena di distribuzione, ha in passato rinunciato alla vita nell’esercito a causa del sistema coercitivo che lo gestisce. Tuttavia la sua fuga non lo porrà in una situazione migliore. Questo perché la Corea del Sud sta attraversando una fortissima crisi finanziaria, a farne le spese sono ovviamente i lavoratori, la classe dirigente infatti ha parecchi interessi nel mantenere il potere tramite un sistema coercitivo che li sfrutta.

Mentre le ingiustizie sociali galoppano, un attivista sindacale di nome Goo Goshin si muove nell’ombra per difendere i diritti in un paese in cui questi esistono solo sulla carta, non nell’effettiva realtà. Con grande abilità e insistenza egli riuscirà a farsi strada e a diventare un personaggio scomodo nel mondo della lotta sociale.

La vicenda prenderà piede quando Lee Soin, ormai stufo di assistere a tutte queste ingiustizie, unirà le forze con Goo Goshin per difendere i diritti dei propri sottoposti. Inizierà così una lotta estremamente delicata, fatta di rapporti di potere e tensioni a filo di coltello. L’intera vicenda sarà anche un occasione per Lee Soin per crescere e imparare a prendere posizioni scomode e farsi spazio tra le ingiustizie del mondo lavorativo.

L’omertà e l’indifferenza, i nemici reali

Il fumetto presenta una particolare accuratezza nei rapporti sociali di potere, nelle dinamiche tossiche e pericolose inserite nella quotidianità lavorativa. In Songgot non esiste un nemico, tutti possono diventare nemici nel momento in cui possono guadagnare sulla tua testa. E così le ingiustizie passano in sordina, restano nel silenzio, all’interno di una sfera di accettazione che ammorba la popolazione dei lavoratori e li costringe a non reagire.

Songgot è un manwha che vuole stimolare la riflessione, vuole insegnare l’importanza dell’altruismo. È una storia che mostra gli svantaggi dell’individualismo e dell’omertà. Non sto parlando di un individualismo spietato e becero, ma di uno molto più pericoloso, quello dettato dalla paura, l’individualismo sottile che non ci permette di difendere gli altri per paura di perdere la nostra posizione. L’individualismo che divide e non unisce, che non permette alle masse di insorgere ma anzi, di continuare a galleggiare in un brodo di ingiustizie e soprusi.

Lee Soin si fa dunque portavoce di una critica verso l’omertà, la corruzione, un sistema militare che punta ad avere soldati obbedienti, non soldati indipendenti. Un sistema che riflette esattamente il mondo del lavoro che tiene stretto il guinzaglio al collo dei propri operatori, li costringe alla fame e al sacrificio per l’azienda, non garantendo loro nulla se non una pessima salute fisica e psicologica.

Un tratto acqua e sapone

I disegni sono estremamente efficaci nella loro semplicità. Il fumetto gode di un comparto di visi semplici e stilizzati ma allo stesso tempo ben riconoscibili e caratterizzati. Il disegno assume in alcuni tratti i segni di un abbozzo, gli sfondi sono sempre pennellati in maniera grossolana per dare un effetto di sfocatura molto efficace.

La stessa attenzione la si può trovare sulle espressioni facciali, semplici ma ben diversificate, i close-up funzionano e aiutano a corroborare l’impianto emotivo, creando un ritmo incalzante e una buona immedesimazione nel lettore.
Allo stesso modo il paneling è strutturato in maniera molto semplice, sono quasi assenti sgabbiature e sperimentazioni del paneling, vi sono però momenti in cui viene dato ampio respiro alle vignette. Intere pagine contenenti una o due vignette massimo, che espandono il ritmo emotivo e donano alla narrazione dei rallentamenti ottimi per veicolare i cambiamenti emotivi, i momenti di massima introspezione e le emozioni più intense. Esattamente come in Hellbound il disegno non ha dunque grosse pretese ma è estremamente funzionale alla narrazione. Non è un disegno che sconvolge, ma un disegno che parla, racconta.

L’edizione Planet Manwha

Il volume Panini si presenta molto bene: un brossurato leggero, copertina satinata con una grafica rossa e nera molto accattivante. La dimensione del volume facilita particolarmente la lettura senza presentare un prodotto fisicamente ingombrante.

Il senso di lettura è all’occidentale, l’impaginazione e il paneling regolari mantengono la gabbia ben distanziata dai bordi e alterna splash page aperte creando un senso di ritmo molto forte nei momenti di intensità emotiva. La carta lucida e spessa garantisce una resa del disegno molto chiara e definita. Il prezzo infine giustifica la qualità del volume, che si presenta solido, ben stampato e piacevole al tatto, purtroppo però non giustifica la lunghezza del volume che ha un tempo di lettura davvero breve. La serie tuttavia è composta da 6 volumi in totale, quindi, nel caso in cui siate interessati a una storia reale e emotivamente ingaggiante, potrete portarvela a casa senza una grossissima spesa.

Uno stupefacente ritratto di un paese attraversato da molteplici tensioni.

Tra gli anni Novanta e Duemila, in una Corea del Sud duramente colpita dalle ricadute della crisi finanziaria asiatica, un giovane e rampante responsabile nella grande distribuzione unisce le forze con un attivista sindacale per una battaglia sociale. Tratto da una storia vera!

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A chi consigliamo Songgot. Il punteruolo?

Consigliamo questa serie a chi ha a cuore le lotte sociali, l’attivismo e i diritti umani. A chi si emoziona per le lotte giuste ma allo stesso tempo pericolose. A chi vorrebbe vivere in un mondo più giusto, privo di sfruttamenti. A chi crede che lottare sia un valore e non la prerogativa dei rompiballe.

  • Emozionante
  • Stimola la riflessione

  • Tematiche molto specifiche
Songgot. Il punteruolo
3.7

Unire, lottare, resistere

Songgot coinvolge, prende e trascina in maniera davvero reale. L’empatia verso i protagonisti è davvero ben gestita, ci si sente parte della lotta e oppressi da un sistema ingiusto. Penso che sia assolutamente la chiave del fumetto. Anche perché diciamolo, chi si aspetterebbe di essere così tanto intrattenuto da un manga sui sindacalisti? La morale è sempre la stessa comunque, chi sa raccontare sa soprattutto sorprendere.

Scrittore incallito, impugna la penna come fosse una katana e si allena prendendo a colpi di spada un povero taccuino che si porta sempre appresso. Appassionato di fumetti americani e nipponici, il suo più grande sogno è quello di imparare a lanciare sfere di energia dal palmo della mano. Ogni notte sogna l’uscita del nuovo capitolo di Hunter x Hunter, per poi svegliarsi in lacrime e scontrarsi con la dura realtà.

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