I cepter sono particolari maghi che riescono a manifestare la magia attraverso un libro pieno di carte e sfruttare creature, sortilegi e armi all’interno dell’ambiente di gioco. La nostra avventura nei panni di Allen, un valido cepter che purtroppo ha perso la memoria, inzierà quando un movimento di rivoluzione noto come Free Bats ci accoglierà tra le loro fila, e ci spiegherà che è stato confinato nella città e cacciato come un branco di bestie dal malvagio Conte Kraniss e dai suoi adepti. Riusciremo a recuperare la memoria e a sfuggire alle angherie del conte? Questa è la storia di Culdcept Revolt.
La saga di Culdcept trae le sue origini nel lontano ottobre del 1997. Il primo gioco uscì originariamente per SEGA Saturn, con seguiti e varie espansioni su altre console, come PlayStation, SEGA Dreamcast, Xbox 360 e Nintendo DS. Fu rilasciato anche un manga, per dar manforte alla campagna pubblicitaria del gioco ma, nonostante quest’ultimo riuscì a uscire dai confini giapponesi, solo il titolo per PlayStation 2 arrivò in occidente. Da felice possessore del primo gioco per Saturn, che riuscì a farmi innamorare tramite il suo gameplay ibrido e le sue splendide illustrazioni, nonostante capissi poco e nulla e procedessi a tentativi, passo a espormi le mie opinioni su Culdcept Revolt, titolo uscito per Nintendo 3DS per celebrare i vent’anni della serie.
- Titolo: Culdcept Revolt
- Piattaforma: Nintendo 3DS
- Genere: Board Game, Card Game
- Giocatori: 1-4
- Software house: NIS America
- Sviluppatore: OmiyaSoft, JAMSWORKS Co. Ltd.
- Lingua: inglese (testi e doppiaggio)
- Data di uscita: 6 ottobre 2017
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: non presenti
- Note: disponibile un’edizione da collezione sullo store online di NIS America
15 e 18 quanto fa?!
Come descrivere Culdcept Revolt nel migliore dei modi? Provate a mettere nel frullatore Magic: The Gathering, Yu-Gi-Oh!, Monopoly e qualche altro gioco da tavolo, i vecchi librogame e una spruzzata di anni ‘90. Il risultato sarà proprio Culdcept Revolt. Il fulcro del gioco saranno le “battaglie” tra i cepter, dove potremo vincere soddisfacendo particolari condizioni che vedremo in seguito. Ogni cepter utilizza un proprio libro magico, con all’interno 50 carte suddivise in creature, incantesimi ed equipaggiamento. Ogni carta che utilizzeremo avrà un costo che sarà necessario saldare per poterla evocare o sfruttare in campo. Una volta partiti infatti il nostro scopo principale sarà quello di accumulare magia, che sarà più o meno la valuta della partita, che ci consentirà appunto di richiamare una sfilza di letali creature. In certe zone della mappa potremo evocare un mostro a difendere le nostre terre: se il nemico ci finirà sopra per sfortuna dei dadi (o per nostra abilità, visto che alcune carte potranno far uscire all’avversario un determinato punteggio ai dadi, magari necessario per farlo arrivare dritto dritto nei nostri poderi ben sorvegliati) dovrà pagare un pedaggio, a meno che non voglia usare una delle sue creature per intraprendere una battaglia dove, se vincerà, si impadronirà del nostro territorio.
I territori del tabellone di gioco possono essere divisi in cinque tipi elementari, ovvero aria, terra, fuoco e acqua, insieme al territorio neutro, dove dovremo cercare di piazzare le creature dell’elemento giusto per poter usare il loro pieno potere e le loro caratteristiche speciali. Più creature piazzeremo nei territori dello stesso tipo, più alta sarà la nostra chain, che ci consentirà di ottenere premi in magia migliori una volta arrivati nei punti di controllo: delle torri che funzionano un pochino come i VIA! del Monopoly. Potremo inoltre aumentare il valore del nostro territorio in modo che il malcapitato che ci finirà sopra dovrà vendersi pure le mutande per pagarci il pedaggio, ma bisognerà fare attenzione perché anche i territori al livello massimo potranno essere conquistati dal nemico nel caso riesca a distruggerci la creatura a guardia dello stesso. La fine della partita e la vittoria di norma andranno a chi ha accumulato 8.000 o più punti magia e raggiunge una torre, se un giocatore andrà in bancarotta (ovvero passando su una proprietà e finendo per vendere tutti i suoi territori e finire la magia) dovrà ricominciare da capo a discapito degli avversari. Il tutto è più difficile da spiegare che da giocare ma anche grazie agli ampi tutorial disponibili nel gioco l’apprendimento delle tattiche sarà facile e veramente piacevole. Nonostante questo bisogna ricordare che un gioco con i dadi e le carte è sempre un gioco di fortuna e che talvolta, una lunga partita che sembra vinta può essere rovesciata per un tiro di dadi sfavorevole o per il fatto che noi o un nemico pescassimo una determinata carta al posto di un’altra.
Time to duel
Una volta che qualcuno deciderà di utilizzare una creatura per conquistare un territorio già occupato scatterà un combattimento. L’esito dello stesso non sarà mai scontato perché, nonostante ci siano creature più forti di altre, i vari vantaggi difensivi e offensivi potranno essere cambiati dalle carte equipaggiamento o anche dalle magie che potremo effettuare sulle nostre creature o su quelle del nemico. Gli scontri tra le creature, nonostante siano minimali, sono ben fatti, mostrandoci l’effetto dell’attacco sulla carta nemica (per esempio un soffio di fuoco di un dragone brucerà la carta avversaria mentre uno spadaccino taglierà la carta in due) in maniera semplice ma decisamente gradevole. Inoltre alcune creature avranno delle abilità speciali che potremo attivare con particolari condizioni e con particolari costi di magia. Consideriamo poi anche che le carte, realizzate da vari artisti, somigliano alle illustrazioni dei vecchi librogame della casa editrice EL, che sicuramente i figli degli anni ‘80 come me ancora ricordano e non possono che apprezzare. Anche le versioni chibi dei mostri e i personaggi, nonostante non siano super-dettagliate, sono ben curate e il character design, a cura della grande Kinu Nishimura (famosa per aver curato moltissime illustrazioni per storici giochi CAPCOM come Saturday Night Slam Masters, Street Fighter II e tanti altri) riescono, insieme alle ottime caratterizzazioni dei personaggi, a tenere alta l’attenzione su una storia non proprio brillante, ma comunque interessante. A mio avviso ho apprezzato moltissimo il personaggio di Nighthawk, che, senza fare spoiler, sono sicuro che entrerà anche nei vostri cuori.
You just activated my trap card!
Al posto di un paragrafo sui difetti, siccome sono stato piacevolmente colpito da questo gioco, farò un paragrafo leggermente più lungo dove elencherò, a mio avviso, cosa c’è da migliorare se avremo in futuro un seguito. Purtroppo, anche se sarà possibile accelerare i turni avversari, dovremo comunque aspettare che l’avversario giochi per poter giocare pure noi: un tasto “salta turno” che ci riporti direttamente alla nostra azione quando richiesto o al nostro turno sarebbe stato decisamente gradito. Magari implementato con un piccolo sommario che spieghi quello che è successo dove abbiamo deciso di saltare i turni altrui. Il multiplayer, nonostante sia studiato veramente bene e sia possibile fare diversi tipi di sfida e ottenere delle carte bonus anche solo con l’accesso, è decisamente deserto: ho provato svariate volte a ricercare partite ottenendo fino a 15 minuti di attesa per sessione per non trovare mai nessuno pronto a combattere con me, ed è decisamente un peccato visto il valore del gioco e la struttura eccellente della modalità. Inoltre, visto che è possibile ottenere delle pietre contenenti delle carte dallo shop grazie alla valuta del gioco, il numero di carte totali — più di 400 — rimane un pochino scarso rispetto ad altri giochi di carte collezionabili. Speriamo che questi accorgimenti vengano seguiti nei prossimi giochi della serie, che sicuramente arriveranno se Culdcept Revolt avrà il successo meritato.
A chi consigliamo Culdcept Revolt?
Lo consiglio agli amanti dei card game e dei board game. Il gioco, una volta capito, crea dipendenza e ci terrà incollati al doppio schermo dei nostri Nintendo 3DS per molto tempo. I giocatori che invece cercano una buona grafica o un card game con migliaia di carte dovrebbero invece rivolgere le proprie attenzioni direttamente ad altri card game e non a un ibrido come Culdcept Revolt.
- L’ibrido che non ti aspetti
- Illustrazioni delle carte e character design stupendi
- Crea dipendenza
- Non per tutti
- Multiplayer deserto
- Poco più di 400 carte ottenibili rimangono comunque poche
Culdcept Revolt
Carte, tabellone e dadi sono il mix vincente
Sono rimasto veramente sorpreso da Culdcept Revolt. Nonostante avessi già giocato alla versione originale per SEGA Saturn non mi aspettavo un titolo così complesso e ricco di strategia, una volta capito come giocare al meglio. Ovviamente non è perfetto e sta a voi rischiare (come in un lancio di dadi) ma se amate i board game, il fantasy e le carte questo gioco potrebbe entrarvi facilmente nel cuore oltre che nella console e non uscire fuori per parecchio tempo, come un sortilegio. Personalmente, nonostante l’abbia finito e abbia ottenuto quasi tutte le carte, ancora ci gioco provando tavoli, modalità e deck nuovi e tutto ciò non fa che ricordarmi che il gioco è una droga, o forse un sortilegio da Cepter.