Yu degli Spettri – Alla scoperta della Perfect Edition di Star Comics

A 18 anni dal loro debutto italiano, Yusuke, Kuwabara, Kurama e Hiei tornano “ai giorni nostri” grazie a Star Comics nella Yu Degli Spettri Perfect Edition

Yu degli Spettri – Alla scoperta della Perfect Edition di Star Comics

Era il lontano 2001, di giugno per l’esattezza, un giorno d’estate come tanti altri passato a giocare ai giardinetti con gli amici, dove alla tenera età di tredici anni ti ritrovi in uno degli ultimi momenti della vita in cui hai praticamente zero pensieri per la testa. Bastò un niente, un piccolo dettaglio diverso dal solito per farmi esclamare “basta me ne torno a casa” prima del solito, un orario praticamente inusuale per me, per trovarmi di lì a poco disteso sul divano a fare zapping in cerca di qualcosa di interessante in TV con cui passare il tempo in attesa del rientro dei miei genitori. Fu allora che, quasi come un segnale divino, mi soffermai su TMC2 a guardare quello che era l’episodio di una serie animata a me ancora sconosciuta in procinto di cominciare… in tutti i sensi.

Tra una grattata e l’altra mi ero ritrovato ad assistere all’inizio delle avventure del giovane Yusuke Urameshi, la classica figura del “banchō” che nell’ultima parte del ventesimo secolo imperversava nelle scuole nipponiche. Per intendersi, il classico teppista. Una personalità e un carattere spavaldo che non non poteva che fare appiglio nell’animo di un giovane che si ritrova a vivere il classico periodo in cui “cercare di essere il duro della situazione” era la prassi. Neanche il tempo di conoscere bene questo giovane eroe protagonista che subito, come un fulmine a ciel sereno, ero costretto ad assistere alla sua improvvisa morte. Da un personaggio simile ci si aspetta qualsiasi tipo di decesso tranne quello altruistico, cosa che invece Yusuke ha subito per riuscire a salvare un bambino dall’essere investito da un auto che sfrecciava a folle velocità per le strette strade del paese. Un decesso che, a dir la verità, neanche il mondo degli spiriti, capeggiato dal potente Re Enma e seguito in successione dal figlio Koenma, si sarebbe mai aspettato da un personaggio simile, tant’è che la sua morte non è affatto stata pianificata. Non c’è posto per lui nel mondo degli spiriti e di conseguenza la possibilità di un ritorno in vita diventa l’unica concreta.

Ritrovandosi a vivere il tempo necessario per la prova che, da lì a poco, gli permetterà di tornare tra i vivi, Yusuke sarà costretto a passare qualche giorno da vero e proprio fantasma, con la possibilità di vagare indisturbato e assistere in modo passivo alle vite di varie persone, tra cui quelli che erano (i pochi) amici e conoscenti. Quello che però si ritroverà a dover assistere in veste di spettatore durante il suo funerale è tutto tranne che un elogio a una persona appena scomparsa; non saranno pochi i personaggi che, parlando del ragazzo, non si risparmieranno cattiverie in merito alla sua dipartita, arrivando addirittura a considerarlo un avvenimento positivo per una vita più pacifica. Da qui inizia per il protagonista una presa di coscienza tale da riuscire in qualche modo a toccarlo nel profondo e cambiarlo (anche se non del tutto…), un cambiamento che da lì a poco lo vedrà vestire i panni del detective spirituale e adoperarsi per fermare le minacce delle varie entità che minano il quieto vivere degli esseri umani e dello stesso regno degli spiriti. Non mancheranno ovviamente le classiche caratteristiche iconiche degli shōnen di quell’epoca, tra potenti alleati e avversari davvero ostici da battere, tante botte da orbi, il tutto condito dai classici attacchi energetici e… ho già accennato al fatto delle botte?

Nata dal maestro Yoshihiro Togashi (attualmente noto per il contemporaneo Hunter x Hunter e per le sue frequenti pause) nel lontano 1990 sulla rivista giapponese Shonen JUMP, la serie ha fatto il suo gran debutto in forma “completa” in Italia nel 2000 solo e soltanto grazie a Star Comics, con il nome di Yu degli Spettri, pubblicata attraverso la collana Zero nella classica edizione base che ha presenziato in tutte le edicole italiane, seguita poi nel 2014 dalla bellissima Perfect Edition che, al contrario, ha fatto capolino solo attraverso fumetteria. Ed è proprio di quest’utima versione che vorrei parlarvi oggi.

La peculiarità di questa kanzenban, nome con cui questa Perfect Edition è conosciuta in Giappone, non è solo quella di offrire un’esperienza unica nel suo genere dedicata a questa popolare serie, con un formato decisamente più voluminoso se confrontata ai vecchi volumetti, ma anche con tavole più grandi che mantengono sempre una qualità elevata, con alcune pagine a colori, una rivisitazione generale dell’opera stessa, condita da qualche capitolo extra rispetto la versione originale. Tutti dettagli che lo rendono un prodotto assolutissimamente da recuperare se si è fan della serie o si è interessati a scoprire a scoprire un altro shōnen che non sia Dragon Ball, capace di offrire atmosfere simili ma in un contesto abbastanza diverso e altrettanto intrigante, specialmente se attratti dal tema “spirituale” che funge da fulcro principale delle vicende. Attraverso questa spettacolare avventura si può inoltre notare la crescita e lo sviluppo personale dell’autore stesso, il cui più curato tratto iniziale si evolverà pian piano, volume dopo volume, in quello che possiamo ammirare oggi anche nel suo più recente Hunter x Hunter, ovvero un design molto interessante in quanto particolare, con pochi dettagli di sfondo (salvo quando strettamente necessario) e una realizzazione dei personaggi quasi “minimal”, evoluzione che va sì a togliere alcuni lati del suo stile precedente, ma che allo stesso tempo va a caratterizzare maggiormente l’insieme rendendo unico quello su cui l’autore si vuole concentrare principalmente, diventando così lo stile più apprezzato anche dai fan attuali.

Quella di cui l’editore perugino ci fa dono sono 15 bellissimi volumi (contro i 19 della primissima edizione), tutti con delle cover appositamente create dall’autore originale proprio per questa kanzenban, che però manca di sovracopertina con illustrazione di costina “componibile” come l’originale versione nipponica, sebbene si tratti di volumetti destinati alle sole fumetterie. Parliamo comunque di una realizzazione di gran lusso che, alla modica cifra di 7 euro a volume non ci farà di certo sentire la mancanza di questi piccoli eyecandy, concentrandosi al 100% su quello che c’è all’interno. Altrettanto ottimo è l’adattamento italiano che, già di suo, era praticamente perfetto nella sua primissima edizione. Non potevamo davvero sperare in qualcosa di meglio anche stavolta, tanto di cappello!

Perfetta… di nome e di fatto

Cosa è cambiato dopo tutto questo tempo? Niente: leggere Yu degli Spettri ben diciotto anni dopo la sua prima pubblicazione italiana, e a “soli” 28 dalla sua prima apparizione su Shonen JUMP in Giappone, è sempre divertente, accattivante e appassionante come la prima volta. Un’avventura che mi sono divorato tutto d’un fiato senza neanche accorgermene, e che personalmente lo ricomincerei da capo anche subito. Per quanto il mondo fumettistico nipponico si sia evoluto e i suoi fan vogliano sempre “di più”, le avventure di Yusuke, Kuwabara, Kurama e Hiei non sembrano davvero essere invecchiate, proprio come il collega Dragon Ball, una spettacolare avventura oggi come allora. Il suo enorme successo anche dopo tutti questi anni ha infatto permesso ad alcuni dei suoi personaggi di essere una presenza fissa in qualsiasi opera celebrativa di JUMP, tra cui crossover videoludico JUMP FORCE di prossima uscita che gode proprio della presenza di Yusuke e Toguro (anche se personalmente me ne aspetto altri) come combattenti giocabili tra i tanti altri iconici e storici personaggi di casa Shueisha. L’iniziativa di Star Comics di acquistare nuovamente i diritti della serie nella sua edizione perfetta è stata un centro impeccabile, in quanto è stata in capace non solo di far nuovamente sbocciare l’amore di chi, un po’ con lo scorrere del tempo, se n’era dimenticato, ma anche di tutti i più giovani che da poco si sono affacciati a questo universo fumettistico giapponese.

Astralmente consigliato!

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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