The Legend of Nayuta: Boundless Trails – Recensione

The Legend of Nayuta: Boundless Trails ci mostra la piccola storia di un giovane eroe in un mare ricco di isole, stagioni e amicizia

The Legend of Nayuta: Boundless Trails – Recensione

Negli ultimi anni stiamo riscoprendo tante gemme del passato orientale portate in occidente dopo l’aumento dell’interesse in tutto ciò che è stato prodotto in Giappone (ma anche in Asia) nel tempo in cui le barriere tra piattaforme bloccavano l’esportazione di marchi ora famosi. Ricordiamo ancora la gioia nel vedere, finalmente, l’arrivo di Sakura Wars, per non parlare di quanto è stato fatto con l’arco narrativo di Crossbell per The Legend of Heroes. Proprio quest’ultima saga è ancora protagonista di questo movimento, con Nihon Falcom e NIS America intenti a “restaurare” e trasportare nel nostro mercato The Legend of Nayuta: Boundless Trails, uno spin-off del marchio Kiseki finora disponibile solo su PSP giapponesi.

Dal catalogo di Falcom appartenente all’era PSP non tutto è stato trasposto nel mercato globale, come del resto è accaduto per tanti altri studi di sviluppo in quell’epoca. The Legend of Nayuta è stato però l’ultimissimo titolo della compagnia per la piattaforma portatile Sony e in un certo senso rappresenta la “fusione” tra i due marchi più riconosciuti di Falcom: Ys e The Legend of Heroes. Originariamente uscito nel 2012 è stato poi rimasterizzato, sempre in Giappone, nel 2021/2022 con il destino di arrivare fin qui grazie a NIS America, anche se, come è sempre stato, chi voleva ed era interessato ha già potuto esplorare a suo tempo la storia di Nayuta, specie perché PSP era ancora nell’epoca d’oro del “fai da te”.

The Legend of Nayuta: Boundless Trails – Recensione

  • Titolo: The Legend of Nayuta: Boundless Trails
  • Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch, PC (Steam)
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: Action RPG
  • Giocatori: 1
  • Publisher: NIS America
  • Sviluppatore: Nihon Falcom
  • Lingua: Inglese (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 22 settembre 2023
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: la Deluxe Edition della prima tiratura di copie include la colonna sonora digitale e un artbook

Abbiamo recensito The Legend of Nayuta: Boundless Trails con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da NIS America tramite PLAION.

La versione rimasterizzata alla mano è però di pregio. Non è un remake, quindi la grafica e l’anima di The Legend of Nayuta rimangono le stesse di un tempo, ma a differenza dei JRPG a turni la struttura di Nayuta aiuta un po’ a prevenire la sensazione di “fastidio” data da meccaniche limitanti ormai risolte nei giorni attuali. Il risultato è un gioco che non è invecchiato un giorno, capace ancora di dare le stesse emozioni di un tempo anche con i personaggi composti da grandi blocchi e le ambientazioni poco espansive. Tra le novità maggiori di questa remaster vediamo solo modifiche di carattere tecnico: 60fps, dialoghi arricchiti da più ritratti in 2D, alcune scene cinematiche lavorate da capo e l’impianto sonoro aggiornato a file moderni. Tutto il resto è rimasto immutato, incasellato nel tempo e tra le stelle del catalogo Falcom.

The Legend of Nayuta: Boundless Trails – Recensione

Oltre il mare e le galassie

Ed è verso gli astri che rivolge lo sguardo il giovane Nayuta Herschel (no, al momento non è confermato sia parente di Towa di Trails of Cold Steel, anche se il nonno della ragazza “amava guardare le stelle”) protagonista della storia alla mano insieme a tutti gli abitanti della piccola Remnant Island e del grande mare che la circonda. The Legend of Nayuta infatti non si trova nel continente di Zemuria ne ce ne è menzione, tuttavia ne condivide alcuni aspetti come gli Arts e la moneta Mira, tant’è che c’è chi specula sia un prequel di tutto ciò che è stato Kiseki. Lasciando le teorie e venendo ai fatti, la storia di Nayuta è quella di un giovane studente in un mondo dove le stelle cadono dal cielo e producono dei frammenti che, se illuminati in modo specifico, donano delle immagini che mostrano altre “dimensioni”. Una tra questi, Lost Heaven, diventa il centro del mondo per Nayuta quando dal cielo piomba giù una misteriosa torre.

Spinto dalla curiosità, come ogni buon saggio che si rispetti, finisce per essere invischiato in una lotta contro il male alla ricerca dei Master Gear e della salvezza di Lost Heaven, pena la fine di tutto quello che è conosciuto dall’uomo. Insomma, il classico RPG dove amicizia, coraggio e allenamento portano a distruggere il dio malvagio al capolinea della realtà, se non che Nayuta ha i suoi colpi di scena degni di nota, altrimenti non sarebbe un The Legend of. Il titolo è strutturato, quindi, su delle “isole” che hanno un quantitativo specifico di livelli che cambiano a seconda della stagione in cui si visitano e, ovviamente, rappresentandone una ciascuno. Sono quattro isole a nascondere i vari pezzi del Master Gear con cui poter riparare la macchina in grado di ripristinare il male causato dal cattivo di turno — il misterioso Zext — e Nayuta sarà l’unico a poter prendersi carico della missione.

The Legend of Nayuta: Boundless Trails – Recensione

Essendo un mondo “chiuso” e strutturato su dei livelli precisi, il grosso della storia di Nayuta avviene nei momenti clou di ogni singola isola, procedendo la trama con il cammino dell’eroe del protagonista. Uno dei pregi che vorremmo sottolineare di più è invece il clima che circonda The Legend of Nayuta, unico nel suo genere e decisamente lontano da quello dei recenti Trails of. Remnant Island è un paradiso di nome e di fatto: un’isola piccolissima piena di abitanti da conoscere e ambienti dettagliatamente creati (e ricostruiti) fin nel minimo particolare. Se ci fosse una definizione di “cozy” in un JRPG, questa sarebbe da manuale e non solo per l’estetica isolana rilassante. È l’affetto e il legame tra i personaggi a essere palpabile, profondo e allo stesso tempo anche “semplice” nella sua esposizione, almeno fino a un certo punto del gioco. Si tratta di gente che si conosce da una vita, un grande famiglia che si dichiara tale fin dai primi secondi di gioco e che accompagna Nayuta ogni volta che torna a riposarsi dopo aver visto un livello per la prima volta. Generalmente potrebbe essere considerato tedioso rifarsi il giro di tutti gli abitanti prima di tornare a uccidere mostri, questo però non avviene in The Legend of Nayuta, anzi l’abbiamo trovato un piacere come pochi altri JRPG moderni sono stati capaci di fare. Ecco, forse potremo considerarlo una sorta di capsula compressa della rete sociale dei Kiseki canonici, un perfetto utilizzo di una scrittura corale ridotta però a una rete molto più piccola, e per certi versi anche più funzionale quando è di dimensioni così minute.

Studio, Magia e Spada

Allo stesso tempo non viene lasciata indietro l’epicità della lotta del bene contro il male, qui rappresentata molto probabilmente dall’evoluzione visiva e caratteriale di Nayuta, che ricordiamo essere un semplice studente delle stelle con qualche nozione di combattimento. Rendere visibile l’equipaggiamento del personaggio, soprattutto in un gioco del genere, è una precisa scelta per dimostrare quanto il protagonista salga di livello di volta in volta accumulando conoscenze e abilità. A testimonianza di questo c’è il fattore performance, che vede sbloccare quasi tutte le abilità proprio ottenendo delle stelle completando i livelli e in base a cosa facciamo e quali obiettivi si completano. Oltre a una ragione pratica di gameplay, il cammino di crescita di Nayuta diventa il perno centrale con cui far ruotare la trama, partita proprio dalla necessità di sconfiggere un male incredibilmente più grande (e incomprensibile) di un isolano con la passione per l’astronomia.

The Legend of Nayuta: Boundless Trails – Recensione

Parlando delle arti di Nayuta si può dire che siano il cuore pulsante dell’impianto ludico del titolo, anche in termini di prestazione del giocatore come già abbiamo visto. La base è quella caratteristica di Ys, dove il personaggio percorre dei livelli tridimensionali uccidendo mostri presenti nella mappa e con delle meccaniche di platforming, molto riuscite in Nayuta a essere onesti. Ad accompagnare l’eroe c’è anche Noi: una fata collegata ai Master Gear e in grado di usare la magia elementale chiamata Gear Craft. Al giocatore va il compito di utilizzare Nayuta e accompagnarlo nel suo viaggio, mentre Noi principalmente agirà autonomamente seguendo lo stile di Nayuta, guadagnando sempre più abilità via via che si sconfiggo alcuni boss specifici o si completano le isole di Lost Heaven.

Questa è solo la punta dell’iceberg che riflette quanto The Legend of Nayuta sia in realtà mutevole e comprenda sempre delle nuove trovate per tenere alto l’interesse del giocatore. La progressione, in primis, è disseminata di sblocchi per Nayuta e le sue abilità, che potranno essere aumentate ottenendo delle stelle nei livelli o tramite alcuni punti chiave della trama, quest’ultimi finalizzati più all’esplorazione che al combattimento vero e proprio. Ogni espediente in tal senso è utilizzato prevalentemente nel design dei livelli e delle boss fight, quest’ultime sicuramente improntate più sulla qualità che sulla quantità, ma proprio per questo fanno buon uso dei poteri di Nayuta e creano incontri avvincenti, stimolanti e anche abbastanza difficili in certe occasioni. Poi abbiamo i poteri di Noi, che contribuiscono a tutto un altro ramo di magie che è possibile affinare e specializzare, insieme al legame che si crea tra i due e che ha un’importanza precisa in tutta l’economia di gioco.

The Legend of Nayuta: Boundless Trails – Recensione

Stagioni che cambiano

La chicca è però nelle stagioni, la gemma di The Legend of Nayuta e anche con vanto perfino nell’era moderna dove la tecnologia ha ormai sorpassato le possibilità di PSP. Ogni livello del gioco viene presentato con una specifica stagione, ma andando avanti nel gioco sarà possibile visitarli in altri momenti e osservare come l’intero livello subisca mutamenti visivi e di design, rivelando perfino aree altrimenti inaccessibili. Le trovate di Falcom sotto questo punto di vista sono tante e astute, dimostrando una forza nel level design che potrebbe generare invidia ancora oggi. Non è tutto: andando avanti nel gioco il sistema delle stagioni abbraccerà ben più dei livelli e anche andando oltre la storia verranno sbloccati ulteriori varianti da esplorare di nuovo. In tutto questo non c’è un bricioli di ripetitività, solo i grandi templi di ogni Isola rimangono immutati ma considerando la loro estensione e ricchezza di platform, non sentiamo che sia un punto a sfavore, anzi.

Tutto il resto è abbastanza classico, un RPG fatto e finito come ormai ne esistono tanti, ma sono i piccoli dettagli e idee a far distaccare The Legend of Nayuta anche dai suoi stessi fratelli targati Falcom, anche perché c’è stato pure un impegno evidente a svecchiare la vecchia gloria dove era possibile farlo. Nulla funzionerebbe, specie le stagioni, se non ci fossero le eccellenti tracce della colonna sonora a far compagnia ai momenti più importanti e agli scenari ambientali. Sentirla in “alta definizione” è il pregio migliore, non c’è alcun dubbio al riguardo, senza nulla togliere al doppiaggio in inglese, ormai rodatissimo per Falcom e si vede, o meglio si sente.

The Legend of Nayuta: Boundless Trails – Recensione

In queste operazioni uno degli snodi fondamentali è cercare di rendere appetibile un gioco “vecchio” al mercato moderno e, soprattutto con gli accorgimenti menzionati, The Legend of Nayuta dimostra di non essere mai toccato dal tempo, proprio perché la sua struttura si presta alla dinamicità, al fare i livelli come preferisce il giocatore e a non perdersi in tecnicismi limitanti figli di un’altra epoca. L’unico neo risiede forse nel tessuto sociale di Remnant Island, poco vicino agli eventi in corso e quasi diretto in un binario parallelo che, potenzialmente, si può del tutto evitare o ridurre alle sole quest secondarie. Il che è un peccato, perché dietro ai personaggi c’è tanta storia, tanto legame che non ha il tempo o i riflettori che avrebbe potuto meritare. L’operazione di restauro in questo non può fare molto a meno di riscrivere parti di gioco, tuttavia anche così e prestando attenzione come giocatori è possibile scorgere la bellezza e la tranquillità di Remnant Island, qualcosa che raramente possiamo riuscire a cogliere nella frenesia di un gioco d’azione.

Nayuta trascorre le sue giornate guardando le stelle sopra la sua isola natale e chiedendosi cosa c’è oltre l’orizzonte. Sebbene la gente sostenga che il mare in cui vivono è piatto e finito, Nayuta sa che ce ne devono essere altri là fuori, che aspettano solo di essere scoperti. Occasionalmente, rovine e stelle cadranno dal cielo sopra la casa di Nayuta, offrendo quelli che sembrano essere scorci di altri mondi. Durante l’esplorazione di una di queste rovine, lui e i suoi amici salvano una piccola ragazza fatata di nome Noi che dice a Nayuta che le è stato rubato qualcosa di molto importante e chiede il suo aiuto per recuperarlo.

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A chi consigliamo The Legend of Nayuta: Boundless Trails?

Onestamente, a chiunque ami qualsiasi tipo di JRPG. The Legend of Nayuta: Boundless Trails è la quintessenza di quello che rende un RPG gradevole, interessante e mai tedioso da giocare, su cui si possono buttare facilmente decine e decine di ore anche grazie a un postgame veramente corposo e pieno di segreti da sbloccare. Oggi come oggi siamo circondati da mondi aperti pieni di possibilità, così tanto da soverchiare a volte. The Legend of Nayuta è un ritorno a un’isola, metaforica e letterale, dove le dimensioni ridotte non minano la grandezza e il calore di una storia di crescita, amicizia e coraggio, come la tradizione vuole. Certo, per qualcuno questo può essere un racconto già sentito, non ci sono particolari guizzi di artisticità autoriale, ma il sogno di Nayuta e il modo in cui tenta di avverarsi è una visione che difficilmente annoia o risulta banale oltre gli stilemi del genere. E poi, se la storia non facesse così tanto al caso vostro, il gioco in sé è sempre mutevole e ben organizzato, pieno di occasioni e sblocchi a ogni angolo, con tanto di strategie per invogliare a ripetere i livelli ancora e ancora senza abusare del vostro tempo. Concedetevi un’avventura a cuor leggero, questa è la vostra occasione.

The Legend of Nayuta: Boundless Trails – Recensione

  • Remaster gradevole, ben pensata e che valorizza il prodotto originale
  • Storia interessante, intima molto spesso e piena dei classici elementi da JRPG
  • Colonna sonora perfetta e anche rilassante

  • Parlare con gli abitanti è carino ma ha poca utilità nel grande schema delle cose
The Legend of Nayuta: Boundless Trails
4.5

Un’avventura avvincente e rilassante

The Legend of Nayuta: Boundless Trails è un gioco che ogni fan di Falcom o degli RPG orientali dovrebbe possedere. Si tratta di una storia incapsulata nel suo capitolo e dalle pretese molto semplici, ma funzionali. Non servirà giocare altri 7-8 capitoli per arrivare al nodo della sua vicenda e in generale ha un impianto che vi permette di fare sessioni brevi o dalla durata che più preferite. Il perfetto raccordo tra Ys e Legend of Heroes, dalle vicende intriganti e con un’ambientazione vasta, rilassante e sempre mutevole. Di difetti non ce ne sono tanti, anche perché questa nuova edizione corregge molto sul lato tecnico, così come non ci sono chissà quali pretese. Tuttavia nella semplicità c’è la perfezione, un’isola paradisiaca lontano dall’eccesso contenutistico spesso presente nei videogiochi dei nostri giorni.

Nato a Roma, felicemente sposato e archivista nella vita reale, online scrivo di videogiochi da tanti anni. Con il Giappone è stato amore fin da quando nella mia vita è entrato Lucky Star e un qualsiasi FINAL FANTASY dell’epoca PlayStation 2. La sua serie preferita in assoluto, per valore affettivo, è Persona e specialmente Persona 4 con la sua cittadina rurale e l’enfasi nei legami d’amicizia più sinceri della serie. Per il resto, è vittima della spirale dei gacha, mangia Isekai a colazione e Shin Godzilla è il suo film comfort.

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