Fish Society – Recensione

La nostra recensione di Fish Society, la sorprendente opera autoconclusiva di panpanya

Fish Society – Recensione

Se qualche anno fa vi è sembrato di aver già visto Fish Society nella vostra fumetteria di fiducia non vi preoccupate, non vi siete imbottiti di mercurio come un tonno di mare. Semplicemente potreste esservi imbattuti in uno dei precedenti lavori della mangaka giapponese panpanya, i quali vengono regolarmente raccolti in Italia dalla Star Comics a partire dal 2020 (con “An invitation from a crab”) e che con questo volume raggiungono il numero sette.  Ma cos’hanno di tanto piacevole e interessante i panpanya works raccolti da Hakusensha? Scopritelo come sempre con la nostra recensione!

Fish Society – Recensione

  • Titolo originale: 魚社会 (Sakana Shakai)
  • Titolo italiano: Fish Society
  • Uscita italiana: 9 agosto 2023
  • Uscita giapponese: 2021
  • Numero di volumi: unico (settimo della collana)
  • Casa editrice: Star Comics
  • Genere: Fantastico, Umoristico, Slice of Life
  • Disegni: panpanya
  • Storia: panpanya
  • Formato: 12,8 x 18, b/n (alcune pg. a colori), brossurato con sovraccoperta
  • Numero di facciate: 192

Abbiamo recensito Fish Society tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da Star Comics.

“Giriamo un po’, parliamo un po’, che più si può anelar”

Partiamo con un presupposto: Fish Society non è un volume dedicato ai pesci, anche se la parte più arguta li riguarda in prima “persona”. Il racconto centrale non è infatti che un piccola pozza d’acqua in un mare di narrazioni brevi che fuoriescono dall’ambiente oceanico, per andare a parlare del più e del meno, come nelle conversazioni fatte al bar. Troverete di tutto, dalle vignette ricche di umorismo e di paradossi, alle domande più filosofiche, fino a risposte sagaci e brillanti battute. Dopotutto l’autrice sembra parlare di un po’ di tutto quello che le passa per la testa, come in un blog a immagini che racconta la vita di quartiere vista attraverso gli occhi di una ragazzina.

Ma allora quale è la trama di questo volume? Semplice, non ce n’è una in particolare, perché ogni racconto breve che lo compone ha il suo riferimento, e funziona anche quando non sono collegati tra loro. In questo universo fantastico, eppur praticamente reale, si inseriscono le vicende della protagonista senza nome e senza età; una ragazzina che, interagendo con uomini, animali e oggetti (in molti casi in modo distopico) ci mostra il proseguire delle sue giornate tra desideri materiali, di golosità, di sapere e attraverso difficoltà comuni, ma non troppo.

La renna di babbo natale, la torta Castella, il funzionamento di un impianto ittico se i dipendenti fossero i pesci stessi, le specialità giapponesi, il significato di un souvenir e tanto altro; sono decine le storie brevi, ma intense, che vedono protagonista la ragazza e i suoi pensieri, quando passeggia per le strade della città o nelle aree circostanti, mentre vi parla della sua visione della società e vi invoglia a cercare qualcosa di importante in questo piccolo e indaffarato mondo.

“E magari, cogliendo l’occasion, faremo colazion”

Non so per quale motivo, ma appena terminata la lettura mi è balzata subito alla mente la famosa canzone Disney “Il tricheco e il carpentiere” che narrava la triste avventura delle ostrichette di Alice nel paese delle meraviglie, dalla quale sono ripresi i titoli dei primi due paragrafi: forse perché anche questo volume introduce un mondo Kafkiano, ma non angosciante, dove puoi conversare con dei pesci e allo stesso tempo mangiarli. “il surreale fa capolino nella quotidianità diventando sorprendentemente ordinario” afferma Star Comics, e questo è tutto ciò di cui ha bisogno il manga per poter funzionare!

Sta poi al lettore decidere se rimanere fanciulli, e apprezzare solamente le battute, i giochi e gli strabilianti incontri che avvengono attraverso gli occhi della simpatica viaggiatrice, oppure se passare al livello successivo: nella Fish Society per esempio ci sono decine di spunti riflessivi, dal surriscaldamento, all’immigrazione, sino all’industrializzazione e allo sfruttamento del lavoro, e ciò vale anche per altre storie; il cartello ingrandito ogni volta sembra proprio uno di quei casi da telegiornale, e persino la scomparsa dei negozi di quartiere e il cambiamento delle città sono cose che abbiamo vicine tutti i giorni, ma sulle quali poco ci soffermiamo. La vera bellezza di questo titolo è forse proprio l’innocenza trasmessa dalla protagonista, che rende la lettura piacevole e rilassante, come nel primo capitolo dedicato alla renna di babbo Natale o in quelli che si soffermano su gustosi piatti. Anzi, colgo proprio l’occasione per dire che l’inseguimento alla torta Castella, e con lei alle piccole gioie della vita, è stato uno dei momenti nei quali mi sono più immedesimato nella protagonista!

Risposte interessanti a domande che mai vi sareste posti

Una cosa chiara sin da subito è che l’autrice è certamente una maestra nel farti desiderare delle risposte a ciascuna delle domande introdotta dalla giovane esploratrice, che siano simpatici aneddoti o dubbi che non avresti mai affrontato in vita tua (come l’origine del nome del monte Fuji). Una serie di informazioni che finiscono per pervaderti e avvolgerti, non solo nelle considerazioni finali scritte in stile diario, ma anche nelle stesse vignette dei racconti: la serie della torta Castella al vapore è stata per esempio così ammaliante che il primo impulso che mi ha preso dopo la lettura è stato quello di provarne a farne una (merita!). Queste piacevoli note, che proseguono sin dalla sua serializzazione su Rakuen Le Paradis, sono ricche di considerazioni, informazioni e constatazioni, come nel caso dei pesci! Perchè ci sono disegnate tante creature marine e che cosa hanno di particolare? Ce lo spiega proprio l’artista in una delle sue note… e come non darle ragione!

Leggendo tra le righe troverete sicuramente qualcosa di insolito che però avete fatto o pensato anche voi! Magari stupido, magari assurdo, ma vi sfido a terminare il volume senza pensare “questo sarebbe proprio da me”. Un altro pregio di Fish Society è infatti quello di ripercorrere, a tratti, alcuni problemi con i quali abbiamo convissuto un po’ tutti (la storia del pallone è stato uno dei traumi della mia infanzia) e ciò rende il volume più piacevole e sicuramente più vicino all’animo di chi lo legge; vi sembrerà di avere tra le mani una sorta di diario illustrato fatto di vita di tutti i giorni, romanzata e arricchita di fantasie innocenti quel che basta per alimentare la curiosità. Tuttalpiù, tra emozioni reali e conclusioni inaspettate, si nascondono spesso piccoli insegnamenti come nelle favole che ci raccontavano da piccini.

Un focus sfocato

Ciò che contraddistingue le opere di panpanya, e che le rende tanto particolari, è certamente l’abilità di concentrare l’attenzione sui personaggi; non arricchendoli di dettagli, ma tutto l’opposto: stilizzandoli, schiarendoli e rendendoli in contrasto con le ambientazioni circostanti, come il riflesso di una lampadina su una fotografia. Proprio per questo la figura semplice e bianca della protagonista risalta sugli sfondi, tra i dettagli curati, tra le istantanee dei quartieri e tra gli oggetti cittadini, come se la semplicità di questa bambina possa distinguersi proprio perché avvolta in un mondo complicato e caotico. Ma soprattutto l’autrice riesce a ricreare con precisione espressioni come stupore, sbigottimento, felicità, preoccupazione, frustrazione e lo fa con tre righe in croce.

Per quanto riguarda il manga in sé, panpanya ci mostra le sue conoscenze del mondo a tutto tondo: da un lato abbiamo battute sagaci, anche cattivelle, e riferimenti pungenti alla società giapponese, con richiami specifici a modi di vivere e a oggetti tradizionali, persino alla variazione della forma del taiyaki in base alla zona turistica; dall’altro abbiamo invece esempi di globalizzazione, in particolare nel lato dei contenuti. Gli episodi del guinzaglio del cane o del trofeo di pesca sembrano più affini a una gag di Tom e Jerry che ai tipici teatrini umoristici dei titoli del paese del sol levante, molto spesso più goliardici e nonsense. Persino lo stile pare maggiormente tipico di alcuni fumetti occidentali a strisce, con personaggi abbozzati o che catturano l’attenzione (come i pois della Pimpa) rispetto ai manga ai quali siamo abituati.

La mangaka e artista panpanya ci delizia con una nuova raccolta di storie brevi, note e informazioni piacevoli, che in buona parte coinvolgono il suo dichiarato amore per la fauna ittica, a partire dall’iconico racconto dal quale il volume prende il titolo. La ragazza senza nome vi accompagnerà con gentilezza in questo delicato mondo distorto, tra storie di pesci, renne, cartelli, torte e tanto altro, regalandovi nuovi punti di vista e di approfondimento, ma soprattutto del piacevole divertimento. Ironia e genialità non mancheranno di certo!

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A chi consigliamo Fish Society?

È davvero difficile pensare a una fetta di pubblico che potrebbe non apprezzare un volume simile, semplicemente perché si tratta di qualcosa di piacevole e tranquillo, innocente, ma allo stesso tempo dotato di registri di lettura più profondi, che si adattano un po’ a ogni età: sarebbe come sconsigliare Topolino per intenderci! Quindi, a meno che non leggiate esclusivamente shonen o seinen con tanta azione o atmosfere truci, vi suggeriamo di dare una possibilità a questa serie, o di provare anche solo questo volume poichè potreste rimanerne piacevolmente sorpresi.

  • Stile innovativo e ammaliante
  • Storie leggere, ma non per questo banali
  • Una curiosità dietro l’altra

  • Manca una vera unione tra i racconti
Fish Society
4

Come un pesce sulle pinne

Attraverso realtà e derive fantastiche l’artista giapponese porta alla ribalta un mondo distopico tutto suo: piacevole, geniale, intuitivo e curioso, come pochi se ne sono visti. Tra cibarie, lavori insoliti, informazioni di cui pensavate di non aver bisogno e la simpatia della protagonista, Fish Society vi regalerà un viaggio tra le emozioni di quando eravate bambini, un periodo in cui realtà e fantasia si fondevano a creare mondi a misura di sognatori, attraverso i quali sarà proprio la ragazza senza nome a farvi da “guida onirica per turisti”. Se amate le letture umoristiche non potete perdervi questo manga di assoluto rispetto, che vi farà venir voglia di recuperare anche tutte le opere precedenti. Per il genere trattato è davvero difficile trovare dei difetti a questo manga, e ciò spiega il grande favore che stanno avendo i panpanya works: un’opera fantastica, filosofica, delicata, mai troppo stupida o fastidiosa, che vi saprà stupire proprio come un pesce che esce dall’acqua e si mette a camminare per andare al lavoro.

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

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