Quali sono stati i migliori anime della stagione invernale 2023 di Crunchyroll? Non si può dire che ci sia una scarsità di titoli in circolazione, ma appunto per questo, tra dungeon, clichè, abilità fuori di testa e fanservice, è sempre più difficile per gli appassionati dedicare il poco tempo a disposizione alle giuste serie. Ma non temere “nuooooovo abbbonato” (letto alla De Luigi) ci pensiamo noi ancora una volta a indicarvi le prelibatezze presenti nel paniere di Crunchyroll, composto non solo da importanti sequel (“Bungo Stray dogs 4”, “Don’t toy with me, Miss Nagatoro”, “Vinland Saga” e il remake di “Trigun”) ma da molti nuovi titoli.
Ecco quindi la nostra lista delle serie anime consigliate per la stagione invernale 2023.
10 – The tale of Outcast
Il primo titolo di quest’elenco è anche uno tra gli ultimi a essersi concluso: The tale of Outcast. Tratto da un manga pressoché ignoto e ancora inedito in Italia, l’anime dello studio Ashi Production (vi sblocco un ricordo, lo stesso studio del cartone di Zorro cona sigla di Cristina d’Avena) inizia come uno strano miscuglio di atmosfere alla Ancient Magus Bride e Black Clover, con un sorta di romanticismo furry in sottofondo. Puntata dopo puntata si dimostra però un anime decente, con un budget sicuramente basso ma supportato da una storia intrigante e da personaggi “ammalianti”. Nonostante i palesi difetti, le avventure dell’orfana Wisteria e di Marbas, misterioso demone che infesta quest’Inghilterra ottocentesca, sanno intrattenere, sfruttando il consolidato interesse del pubblico verso la risoluzione di una situazione ingiusta che sembra non avere fine e la presenza di molti elementi oscuri e misteriosi. Un viaggio rivolto all’apprendimento e all’avventura, come una strana partenza per il giro del mondo, che però viene interrotto da tragedie e combattimenti, non sempre a lieto fine. Insomma, non un titolone, ma nemmeno lo schifo che potresti aspettarti: abbastanza originale per trascorrere qualche ora non impegnata, ma piacevole.
9 – The Ice Guy and His Cool Female Colleague
Certamente meglio del suo naturale contendente stagionale “The Angel Next Door Spoils Me Rotten“, con i suoi 12 episodi dello studio Zero-G, The Ice Guy and His Cool Female Colleague è stata una bufera di neve a ciel sereno. Tratto da uno Josei di 7 volumi ancora in corso in Giappone, creato da Miyuki Tonogya ed edito da SQUARE ENIX (in Italia pubblicato in concomitanza con la serie) quest’anime in realtà offre un ampio spettro di emozioni, soprattutto per chi lavora in ufficio che riconoscerà alcuni tipi di atmosfera i quali raramente trovano spazio in queste produzioni. Himuro, discendente di una Yuki Onna (ovvero una donna delle nevi) della quale conserva curiosi poteri, si trova a condividere l’ufficio con una collega di cui si innamora a prima vista, Fuyutsuki, dal carattere freddo (ma non troppo) e molto riservata. Poco alla volta, tra progetti, riunioni, cene, viaggi e persino feste, i due (e i loro colleghi, amabilmente descritti) riusciranno a creare un legame unico. Una geniale idea di partenza, con background e ambientazioni in parte rivoluzionate (a partire da creature magiche e umani che convivono nella completa normalità) che si piazza però nelle retrovie per non aver saputo sfruttare le sue ottime carte costruendo una trama non ripetitiva, che purtroppo alla lunga diventa quasi noiosa (stesse scene non hanno più lo stesso impatto iniziale). Aver puntato quasi tutto sugli effetti emotivi di situazioni romantiche, piuttosto che sviluppare una storia da ufficio come nei primi episodi, rimane per me una grossa pecca (e un peccato). Dolce e delicato, con una animazione “sprecata”, curata, con vari stratagemmi (perfetta l’idea degli occhi che si muovono nei fermo-immagini, per dare una sensazione di mobilità a scene fisse) rimane un anime leggero e rilassante, che a molti potrebbe non piacere per quanto detto prima, ma che resta uno slice of life come pochi negli ultimi anni. Da provare!
8 – Farming Life in Another World
Abbiamo assistito a una stagione ricca di isekai di decente livello, tutti con i loro molti pregi e difetti, e chissà perché dai nomi lunghissimi: Campfire Cooking in Another World with My Absurd Skills (animato nientemeno che da MAPPA, molto piacevole, ma ricco di roba già vista); Ningen Fushin: Adventurers Who Don’t Believe in Humanity Will Save the World (un mix di potenziale, ottimi personaggi, scene sagaci, parzialmente rovinato da scene schifo/demenziali, e da un budget simile a quello di Hoshi no samidare); Saving 80,000 Gold in Another World for my Retirement (ricco di spunti divertenti e innovativi) e molti altri. Tra questi Farming life in another world è forse quello che più merita una chance.
Se potessimo cucinare e miscelare in un calderone gli estratti e i punti forti dei migliori isekai degli ultimi anni probabilmente otterremmo questo slice of life ricco di riferimenti a agricoltura, cibo e alle classiche situazioni da protagonista superpotente e costruzione di un harem. Seguire le gesta di Hiraku è tranquillizzante e divertente, così come le relazioni conseguenti alla costruzione del suo villaggio (con le molte similitudini con Vita da Slime e i videogiochi del genere) e le aggiunte dei vari personaggi (Overlord, Re:Zero e Cautious hero solo per citarne alcuni) che sanno sempre intrattenere. Un titolo (tratto da una novel del 2016) che non offre molto di nuovo quindi, ma ben illustrato (studio Zero-G), con un’ottima colonna sonora e una narrazione piacevole, che vi trasformerà la classica trama da “seconda possibilità per una vita tranquilla” in dodici episodi molto interessanti.
7 – Buddy Daddies
Possono due assassini conciliare il loro lavoro con l’essere dei genitori? Ce lo racconta questo titolo originale prodotto da P.A. Works, che in 12 episodi sa illustrare egregiamente un piccolo mondo autoconclusivo, fatto di volenza, amore, omicidi, vita quotidiana, gioia e sofferenza. Non aspettatevi la solita commedia: si tratta di un anime che trasuda le atmosfere di Lupin, a partire dall’Ost sino alla rappresentazione dei personaggi (cattivi in primis) e dei loro background. Quello stesso dolce-amaro dei finali si ripercuote in molte scene, che mai vi lasceranno completamente soddisfatti del lieto fine. Non un anime alla “Yakuza guide to bebisitting” quindi, ma qualcosa di molto più reale nella sua fantasia, soprattutto nelle relazioni tra la bambina, Miri, e i suoi due papà adottivi, Kazuki e Rei. A tal proposito, se una pecca si può trovare in questo titolo, che consiglio assolutamente, è il fatto che a molti potrebbero risultare fastidiose le varie scene dove Miri urla… sopportatele, è per un bene superiore! In conclusione: dodici episodi con ottimi disegni, narrazione pulita e intrigante, buoni spunti. colpi di scena, e un finale di stagione (conclusivo dell’anime) curato e senza inutili digressioni, come si vede raramente negli ultimi anni.
6 – Tomo-chan is a Girl!
Tra gli anime romantici, in una stagione che ha visto tanta banalità, ma anche ottime sorprese, un consiglio caloroso potrebbe essere quello di tuffarvi in Tomo-chan is a girl!. Il titolo dello studio Lay-duce ha il pregio di raccontare una classica storia d’innamoramento in un modo ironico e coinvolgente, molto meno “innaturale” dei soliti titoli ricchi di gente complessata (vedasi i vari soggetti scolastici), nonostante le stranezze dei protagonisti. Le strambe amiche di Tomo, Mizuku e Crol, cercheranno infatti di trasformare la storica amicizia con Jun (che per anni l’ha ritenuta un ragazzo) in vero amore, facendola scontrare con il mondo femminile: abbigliamento, maniere, sport, tentativi di approccio studiati in anticipo e scene imbarazzanti a non finire, risolte spesso con un tocco di violenza. In molti punti vi sembrerà di rivivere le azioni narrate in Kaguya-sama: a volte riderete da soli, seguirete con curiosità le varie macchinazioni e non potrete che tifare per la buona risoluzione di questo strano anime romantico, che ha una conclusione di tutto rispetto. Scenografia consona, buone illustrazioni, buone gag, situazione già viste, ma comunque ben narrate, dialoghi coinvolgenti e personaggi più che simpatici. Tredici episodi sono stati sufficienti a illustrare con grazia il manga di 8 volumi, ancora inedito in Italia, di Fumita Yanagida, e sarebbe un peccato non vederli tutti.
5 – Sugar Apple Fairy Tale
Al quinto posto della nostra classifica troviamo un’anime particolare, interessante, intrigante, con una narrazione e una sceneggiatura rare per gli anime degli ultimi anni. Sto parlando ovviamente di Sugar Apple Fairy Tale. In un’epoca nella quale le fate sono state ridotte in schiavitù, cosa che viene fatta strappando una delle loro ali, Anne Halford si trova a fare “amicizia” con una di esse, Challe. Questa strana relazione si costruisce attraverso il difficile viaggio che la giovane intraprende per diventare una “maestra dello zucchero filato”, uno dei riconoscimenti maggiori in questo mondo dove la creazione di caramelle di zucchero ricavato da particolari mele è una vera forma d’arte. Una narrazione da fiaba, con illustrazioni particolari e fantastiche, meravigliose a tratti, a sostegno di una storia altrettanto originale, in grado di trasmettere mille emozioni umani, da quelle migliori a quelle più meschine. Non a caso nella quasi totalità degli episodi emergeranno inganni e cattiverie, in grado di trasmettere allo spettatore tutta la malvagità gratuita che nasce dall’invidia verso chi ha talento. I 12 episodi dello studio J.C.Staff, che ha animato la light novel fantasy scritta da Miri Mikawa (la prima del 2010), hanno solamente un grosso difetto che ne ha parzialmente oscurato la magnificenza: un finale tronco, spento, che lascia la storia incompiuta (nonostante il raggiungimento di un obiettivo cardine) in attesa del suo sequel, non però su note di curiosità o trepidazione, ma solamente un senso di ingiustizia che non porta da nessuna parte. In ogni caso un titolo innovativo, davvero apprezzabile, sia graficamente che narrativamente.
4 – Revenger
Quarto posto per un anime che non ha riscosso un grande successo, nonostante le indiscusse qualità: Revenger. Questa serie animata prodotta dallo studio Ajia-do Animation Works (lo stesso di Kemono Jihen) in collaborazione con le agenzie Nitroplus e Shochiku, punta tutto su una rappresentazione storica da brividi: l’opera segue le vicende di un gruppo di factotum, esperti nel vendicare morti tanto crudeli/atroci da fare si che le vittime imprimano con i denti il loro rancore su un koban, moneta d’oro che fungerà anche da pagamento per il loro l’operato. In questo gruppo di professionisti si inserisce Raizo Kurima, maestro di spada, che finisce per perdere la via del samurai a causa di un tragico inganno. Tale sarà il protagonista dell’opera assieme agli altri quattro membri dei Revengers, tutti con un ottimo background e una solida personalità. Una trama certamente non innovativa, ma contrassegnata da un’accuratezza nelle ricostruzioni invidiabile, salvo alcune licenze “di spettacolo”, come per l’arma da fuoco. Tutto il resto si incastra come in un mosaico romano: usi e costumi specifici del periodo, le tecniche di combattimento, le tematiche sociali (la prostituzione e il dilagare dell’oppio), i materiali utilizzati, le armi (come le Jitte) persino il modo di scrivere, disegnare, o giocare sono certamente il frutto di uno studio profondo.
Per non parlare la sua collocazione storica, in un periodo di miscelazione tra le tradizioni giapponesi e le nuove influenze occidentali, tema già caro ad altri titoli recenti (Shine On! Bakumatsu Bad Boys!). spettacolari sono infatti le descrizioni della religione (predominante per lo sviluppo di molte delle azioni narrate) e della politica (che vede influenze ispaniche, inglesi e cinesi) inserite sul territorio di Nagasaki. Un viaggio lungo la via del Bushido che vi saprà intrattenere con un sapiente mix di azione e cultura giapponese, sino al finale telefonato ma giusto dopo 12 ottimi episodi.
2 ex-equo – Kaina of the Great Snow Sea
Kaina of The Great Snow Sea racconta la storia di una ragazza, Liliha, principessa di un piccolo regno di nome Atland, che parte alla ricerca del grande saggio narrato in una leggenda: si tratterebbe dell’uomo in grado di procurare acqua al genere umano, la cui dimora sarebbe sulla membrana, una sottile cupola trasparente generata dalle diramazioni di alcuni alberi giganti che fa praticamente da limite all’atmosfera. Sulla membrana incontra però Kaina, che comunque decide di aiutarla nel suo viaggio di ricerca, tra mille peripezie e combattimenti. Ci troviamo di fronte al tipico anime post-apocalittico, dotato di uno straordinario fascino: d’altronde non ci si poteva aspettare altro da una storia scritta da Tsutomu Nihei, autore che tutti conoscono per Blame, che ne ricalca parzialmente gli scenari, e animato dallo studio Polygon Pictures, nello stesso stile usato per Drifting Dragons (un ottimo lavoro, ma forse non digeribile a tutti) che offre alla trama, che potrebbe essere cruenta, quel tocco di delicatezza che lo rende ancor più piacevole. Gli animali, gli insetti, gli equipaggiamenti, le tipologie di abitazioni, tutto è elegante come in una favola dalle ambientazioni sognanti, “spente”, eppur colme di dettagli e di grandiosità. Il grande mare di neve, con i suoi “fiocchi” giganti, che hanno inghiottito la terra, l’umanità che sopravvive aggrappata alle radici dei Tenmaku (nome dei giganteschi alberi orbitali) dove raccoglie anche la poca acqua rimasta, arnesi potentissimi lascito del passato… sono tutti elementi che rievocano titoli del calibro di Conan, il ragazzo del futuro, di Ken il guerriero, sino alle similitudini con un recente capolavoro come Made in Abyss. Un anime profondo (nonostante tematiche già note) e fantastico, che però ha avuto meno attenzioni di quelle che si meritava, forse anche perché tra gli ultimi a iniziare nella stagione invernale. Abbiamo infatti personaggi di carattere (sia tra gli alleati che tra i nemici) e non le solite figure in balia degli eventi o dotati di superpoteri, un buon bilanciamento tra fantasia e realismo, una colonna sonora magnifica a partire dalla opening, e tanto altro. Undici episodi meravigliosi, che però si “interrompono” lasciando l’amaro in bocca per fare spazio a un film già annunciato per quest’estate: una scelta che per ora non ripaga, dato che un troncamento simile, dopo una storia tanto ben fatta, stona come un finale sbagliato. Non per questo però dovete perdervi questo titolo, dato che saprà certamente ammaliarvi.
2 ex-equo – The Magical Revolution of the Reincarnated Princess and the Genius Young Lady
Di anime che trattano argomenti LGBT ce ne sono stati tanti, sia in epoche più lontane (con varie censure) che negli ultimi anni, grazie soprattutto a una maggiore sensibilizzazione. Alcuni titoli risultano eccessivi, fini a se stessi e pesanti, altri invece sono talmente delicati che la tematica diventa un valore aggiunto: questo è il caso di The Magical Revolution of the Reincarnated Princess and the Genius Young Lady. TMR (abbreviamolo) grazie a un comparto grafico spettacolare e a una storia fantasy (con un’impercettibile base di isekai) molto dolce e appassionante, riesce a essere più che piacevole da guardare: la storia segue le vicende di AniSphia (Anis), una bambina che si risveglia in un mondo medievale dove esiste la magia nel corpo della principessa del regno. Crescendo, pur di seguire il suo sogno di rendere la magia utilizzabile a tutti, lei compresa, si disinteressa della vita politica, sino a quando si troverà a salvare la nobile Euphilia dalla rottura del suo fidanzamento con suo fratello Algard. Da qui nascerà un rapporto di amicizia e collaborazione che diventerà qualcosa di più. La tematica che viene toccata non ha mezzi termini (vedasi Ayakashi Triangle o Onimai, dove l’attrazione yuri è giustificata dal cambio di sesso), si tratta appunto di saperla raccontare: con un livello di lettura meno profondo TMR non è nulla più che un racconto fantasy di intrighi e sogni magistralmente narrato, con una rara qualità nelle animazioni, ma leggendo tra le righe si trovano tutte le difficoltà di far accettare un progresso, tecnologico o relazionale che sia, in un mondo colmo di pregiudizi. Questo discorso evidente, ma allo stesso tempo nascosto (salvo per alcune scene esplicite) è il fiore all’occhiello di quest’opera magnifica, la quale forse non scorrazza nell’originalità (ormai impossibile per il genere) ma con tempistiche eccellenti (vedasi le parti riguardanti la magia e i combattimenti) e motivazioni quasi sempre precise e razionali, costruisce un mondo invidiabile. Dodici episodi dello studio Diomedea, con un finale decente (che però grida una seconda stagione) da guardate tutto d’un fiato in attesa che la light novel dal qual è tratto prosegua il suo corso.
Bonus – NieR:Automata Ver1.1a
Da questo elenco, a causa dei troppi intoppi nell’uscita degli episodi dovuti al COVID che imperversa ancora in Giappone, resta fuori la grande attesa della stagione: NieR:Automata Ver1.1.a. Si può già dire che, salvo scivoloni sul finale, sarà un anime di tutto livello, con una colonna sonora da paura, animazioni eccezionali e una storia stuzzicante, curiosa e deliziosa. Non si sa ancora quanto ci vorrà per l’uscita di tutti gli episodi previsti, per ora quindi ci limitiamo a consigliarlo caldamente.
Questo anime è disponibile sottotitolato in italiano su Crunchyroll, la prima piattaforma online internazionale completamente dedicata al mondo dell’animazione giapponese, dei manga e dei drama. Puoi guardare gratuitamente Crunchyroll sul tuo PC, sul tuo smartphone e sulla tua console iscrivendoti con un account gratuito oppure sottoscrivendo un piano di abbonamento mensile che ti permetterà di seguire gli anime in simulcasting con il Giappone.
1 – Handyman Saitō in Another World
In una stagione ricca di isekai/RPG anime di medio livello (come detto prima) questa scelta potrebbe far storcere il naso a molti, non solo perché può sembrare banale, ma perché, diciamocelo chiaramente, ormai è difficile che un nuovo titolo possa emergere in questa palude di banalità, ripetizioni, fanservice e personaggi potenti ognimodo. Per il contrasto con tutto ciò, e per le emozioni inaspettate che questo titolo è in grado di generare, mi sento tuttavia di dare la medaglia d’oro a un anime che è stata una sorpresa assoluta in questa stagione: Handyman Saitō in Another World. Grazie a una narrazione originale e a una costruzione centellinata del background dei personaggi prende forma una storia magnifica: Saito, un tuttofare, viene evocato dal mondo terrestre in questo regno fantastico di magia, demoni e dungeons, dove inizia a svolgere il lavoro della esploratore con un suo party. Le similitudini con gli isekai degli ultimi anni si fermano però qui! Infatti, sia la metodologia illustrativa, che lo scopo dell’evocazione, che gli intrecci tra i diversi gruppi, sono completamente diversi rispetto ai grandi classici del genere. Giusto per dirne una (le altre le vedrete guardando gli episodi) il nostro eroe non è dotato né di forza sovraumana né di abilità tali da renderlo invincibile, semplicemente riesce a sfruttare quel poco che ha, come la sua manualità e la sua capacità organizzativa, per essere da sostegno al suo party. Come ho apprezzato questa cosa! Il maggior pregio di Handyman Saitō in Another World è però senza dubbio la narrazione, rivoluzionata per piccoli episodi che si intrecciano tra loro in una struttura solida e seducente. Dopo un inizio lento in un’ambientazione arci-sfruttata, che potrebbe aver scoraggiato qualcuno, queste pseudo storie brevi (già utilizzate, da molti altri titoli che hanno fallito miseramente) sviluppano tutto il loro potenziale: poco a poco emergono una moltitudine di personaggi caratterizzati splendidamente, un matassa fantasy di storie intrecciate, un gruppo di protagonisti con una lore invidiabile, la questione isekai trasformata, e soprattutto un risultato espositivo finale che appassiona, cattura e trascina, sino all’ultimo di questi 12 episodi al cardiopalma. Atmosfere che variano dallo stile di Goblin Slayer sino a quelle di un Cautious Hero, con continue altalene tra tragedie e attimi di pura commedia. Scelte di una logicità assurda, azioni impostate come in un film d’azione, con ogni personaggio calibrato e bilanciato come nel miglior RPG, e veramente tanti colpi di scena. L’Ost e il lavoro grafico e scenografico dello studio C2C Kabushiki-gaisha, già produttore di The Journey of Elaina (che si occuperanno anche di Shangri-La Frontier) sono solo “il cacio sui maccheroni” di questa clamorosa sorpresa stagionale basata sul manga di Kazutomo Ichitomo, ancora incredibilmente inedito in Italia.
Quali sono stati i vostri anime di Crunchyroll preferiti per la stagione invernale del 2023? Fatecelo sapere nei commenti!