Dopo l’avventura vissuta lo scorso ottobre, che mi ha catapultato indietro nel mondo delle fiere del fumetto dopo tanti anni di assenza, non potevo di certo esimermi dal presenziare anche a questa nuova edizione del Romics primaverile di questo 2023. Così, rimesso insieme il medesimo team di compagni di viaggio ho ben pensato di fare come l’ultima volta, prenotando un Flixbus da Bari la notte prima per arrivare a Roma il mattino seguente, per poi ripartire la sera stessa e tornare a casa già il mattino successivo. E indovinate un po’? Me ne sono pentito una seconda volta. Non per la fiera in sé, ma per la stanchezza accumulata: sono passate già un paio di settimane da quel sabato di Romics ma devo ancora recuperare le forze. C’è da dire, tuttavia, che in fin dei conti ne è valsa la pena.
Tra le numerose attività e incontri offerti dalla fiera, oltre a portarci a casa un altro carico di GUNPLA che non so ancora dove piazzare, i nostri obiettivi erano principalmente due: assistere al concerto di Giorgio Vanni e prendere parte alla presentazione esclusiva di un libro dedicato alla mia saga d’animazione giapponese preferita, Mobile Suit Gundam, scritto da Jacopo Mistè, già autore di “Guida ai super e real robot. L’animazione robotica giapponese dal 1980 al 1999”. Destino ha voluto, tuttavia, che i due incontri si sovrapponessero perfettamente in termini di orario, ho dovuto quindi prendere la decisione di abbandonare i miei compagni di viaggio in balia del Capitano e di affrontare da solo la Federazione Terrestre e il Principato di Zeon.
Arrivati in fiera praticamente in orario di apertura e ritirati i biglietti — sempre utilizzando la nostra tecnica segreta che ci consente di evitare gran parte della fila — abbiamo avuto modo di esplorare in lungo e in largo tutti i padiglioni e gli stand nell’arco di mezza giornata, portandoci a casa un Keyblade a grandezza naturale, un paio di bacchette magiche artigianali e numerosi altri gadget, oltre i già citati model kit per i quali in larga maggioranza ringrazio gli standisti di Anime Import per la loro disponibilità, gentilezza, professionalità e per il loro immenso assortimento.
C’è da dire che rispetto alla fiera precedente ho visto molte meno mystery bag in giro, erano certamente tante, ma non così numerose come l’anno precedente: forse è un segno che anche gli acquirenti hanno iniziato a schifare i falsi made in China, accorgendosi che il contenuto di queste novelle buste a sorpresa da edicola non valgono i soldi spesi. Voglio crederci. Al contempo, il padiglione dedicato al gaming sembrava un vero e proprio luna park, pieno di postazioni con i competitivi più acclamati su console e PC, cabinati di retrogaming e flipper, una suggestiva escape room e la riproduzione dei veicoli di Hazzard e Ritorno al Futuro a impreziosirne le atmosfere.
Dopo aver incontrato Jacopo allo stand di Nippon Shock Edizioni, che pubblica il volume “Yoshiyuki Tomino & Gundam: Il grande affresco animato dello Universal Century” (primo di una serie di tre previsti dall’autore, di cui vi parlerò presto in una recensione su queste pagine) ho preso posto al Palco Movie Village del Padiglione 5. In attesa dell’incontro su Gundam ho potuto assistere al talk “Illustrare il fantasy” con ospiti gli illustri illustratori Paolo Barbieri e John Howe, nonché al gameshow di Star Wars – The Mandalorian, il cui ignaro (o forse troppo emozionato) conduttore ha collezionato una sequenza spettacolare di strafalcioni dimostrando di non aver mai sentito parlare della serie in questione in vita sua, ma soprattutto di aver fallito miseramente nell’apprendere la lingua inglese.
Arrivano finalmente le 16:00 (e qualcosa), Jacopo Mistè è salito sul palco insieme ad Adriano Forgione di Nippon Shock Edizioni e a Francesco Miranda del GIC per dare inizio all’incontro. Il libro uscirà ufficialmente a maggio, ma al Romics era possibile acquistarlo in anteprima presso lo stand della casa editrice, con tanto di dedica da parte dell’autore. Si tratta di un volume che analizza le produzioni animate dello Universal Century di Gundam dalla Prima Serie fino al lungometraggio G-Saviour, con retroscena inediti sulla loro realizzazione e sulle vicissitudini del regista, nonché riassunti più che mai esaustivi che integrano gli eventi canonici di mook e successivi retcon, per offrire un quadro dell’Era Spaziale più completo che mai.
La “tavola rotonda” — se così possiamo definirla — ha tirato fuori aneddoti su Gundam, sulla creazione del libro e sulla prima visita di Tomino in Italia (a cui ero presente insieme al GIC), della grossa e allo stesso tempo piccola nicchia di appassionati del nostro paese e di come sia difficoltoso per gli editori accaparrarsi e mantenere i diritti delle opere animate, specie quelle più datate. Sebbene il capitolo relativo a Turn A Gundam sia stato destinato al secondo libro della collana, Jacopo ha avuto modo di spendere due parole sul modo in cui Tomino ha affrontato la produzione di questa nuova serie nel ’99 e su come abbia reso canonici i Gundam considerati fino ad allora “universi alternativi”, rendendoli parte della medesima timeline dove si trova lo U.C., nella cosiddetta “Età Oscura”.
Al contempo dal Padiglione 8 si poteva sentire un “tunz tunz” che annunciava l’inizio del concerto di Giorgio Vanni, a cui ha preso parte la seconda metà del team Akiba Gamers di stanza alla fiera. Secondo quanto mi è stato riferito da loro, il Capitano ha deliziato la gremita ciurma con i suoi cavalli di battaglia, ovvero le sigle di Dragon Ball, One Piece, Yu-Gi-Oh! e altre ancora, ma ha soprattutto dato modo di far sentire ai partecipanti alcuni dei suoi brani originali, lasciando purtroppo indifferente parte del pubblico presente. L’unica critica da muovere al concerto di Vanni, infatti, è che tanti si aspettavano di sentire molte più sigle famose da cantare e ballare insieme e meno canzoni originali note magari solo ai fan sfegatati del cantante — personalmente avrei desiderato sentire dal vivo almeno una volta la sigla italiana di Gundam Wing, ma sfortunatamente (o forse no?) l’incontro a cui ho presenziato è durato più del concerto. Nonostante ciò, l’energia e l’entusiasmo degli spettatori e dello stesso Vanni ha contribuito a renderla un’esperienza indimenticabile. Assieme al noto artista un ospite speciale ha introdotto uno dei brani più amati: si trattava di Leonardo Graziano, storica voce di Naruto e Sheldon Cooper.
La giornata è terminata con un ultimo giro tra i padiglioni, dove abbiamo adocchiato numerosi stand di cibo d’importazione e artigianato, l’acquisto di un ultimo GUNPLA, una chiacchierata con amici che non rivedevo da tempo e una lunga passeggiata al tramonto che ci ha portati verso la stazione, dove ci aspettava un vero e proprio viaggio della speranza nello stipatissimo treno che portava a Tiburtina. Il Romics ci attenderà ancora nella prossima edizione autunnale e personalmente non vedo l’ora di viverlo per l’ennesima volta, nella speranza che la città di Roma migliori i collegamenti con la fiera evitando di far viaggiare i suoi visitatori come vermi in un barattolo di esche.