Dopo due anni dal suo debutto su PlayStation 4 e PC, il secondo capitolo di Death end re;Quest (qui trovate la nostra recensione del primo) giunge anche su Nintendo Switch, com’è consuetudine per questa console che cerca di accaparrarsi sempre più titoli ed espandere il proprio catalogo. Ci troviamo di fronte ad una visual novel con elementi esplorativi e più propriamente JRPG, con un’atmosfera atipica per il genere. Vediamo quindi com’è andato l’arrivo di Death end re;Quest 2 sull’ammiraglia Nintendo.
- Titolo: Death end re;Quest 2
- Piattaforma: Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: Visual Novel, JRPG
- Giocatori: 1
- Publisher: Idea Factory International
- Sviluppatore: Idea Factory, Compile Heart
- Lingua: inglese (testi), giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 7 febbraio 2022
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: pacchetti cosmetici e di armi
- Note: si tratta della versione Switch del gioco uscito su PS4 e PC nel 2020, ma compreso di DLC
Abbiamo recensito Death end re;Quest 2 con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Idea Factory International tramite Reef Entertainment.
Una visual novel dai toni macabri
Aprendo Death end re;Quest 2 vediamo una cosa piuttosto insolita per il genere visual novel, saremo dopo alcuni minuti subito accolti da un’atmosfera molto pesante e macabra, che andrà ad arricchirsi di gore e violenza nel giro di pochissimo tempo e settando di fatto il resto del tono che assumerà la narrazione. Mai Toyama, la nostra protagonista, si vedrà catapultata in un orfanotrofio per sole ragazze dopo un evento molto violento che la vede protagonista. Qui cercherà di fare i conti con sé stessa, il suo passato, il modo in cui vede le relazioni con le persone e anche l’attaccamento morboso alla sorella Sanae, la cui ricerca sarà il propulsore principale della trama. Nonostante le morti violente a cui assisteremo, al sangue e alla crudeltà di certi momenti e personaggi, Death end re;Quest 2 è pure sempre una visual novel dominata da personaggi femminili di varie età, caratteristiche e personalità e che quindi ammicca a tutto un pubblico che richiede e si aspetta una quantità congrua di fanservice, che non mancherà anche grazie alla possibilità, in combattimento, di trasformare i vestiti di alcune delle nostre eroine, unitamente a momenti più ecchi del lato visual novel.
Di sicuro è encomiabile l’equilibrio raggiunto da parte di queste due anime all’apparenza inconciliabili, che invece gli sviluppatori fanno coesistere in un’avventura che inizia fin da subito con delle premesse interessanti e affronta temi importanti come l’abuso, l’abbandono e la fiducia, senza peli sulla lingua e senza paura di mostrare cose terribili. Purtroppo c’è anche da dire che, per forza di cose, in una visual novel come questa c’è un cast di personaggi piuttosto ampio, che non ha modo di brillare per intero, dovendosi invece accontentare di riuscire a tirare fuori solo una manciata di personalità ben delineate, mentre molte altre sono relegate ad alcuni stereotipi già ben collaudati per permettere di identificare subito il tipo di personaggio e quale potrebbe essere il suo ruolo all’interno della narrazione.
Guarda come ti spezzo il ritmo
Dopo poco che avremo familiarizzato e conosciuto la base del cast di personaggi, Death end re;Quest 2 ci mostrerà il suo secondo volto. Durante le ore notturne saremo infatti chiamati a controllare Mia, il cui party aumenterà nel corso del gioco, per scoprire cosa succede nella città di Le Choara, intorno all’orfanotrofio, dovendo districarci tra una realtà distorta e dei mostri che l’hanno invasa. È qui che entra in gioco quindi una fase esplorativa dove potremo anche scendere in combattimento e utilizzare magie, attacchi e peculiarità di ogni membro del gruppo. Se l’esplorazione non brilla particolarmente per un level design memorabile, è invece il combattimento a offrire alcune idee particolari che verranno sfruttate con maggiori sfaccettature e daranno vita a scenari via via più complessi con il passare delle ore. Possiamo muovere liberamente Mia e le altre beniamine prendendone il controllo direttamente e facendo particolare attenzione alla direzione dei nostri attacchi o all’area delle nostre magie.
Grande importanza viene quindi posta sul posizionamento, parte fondamentale del sistema di knockback che ci permetterà di “lanciare” i nemici attraverso l’arena di combattimento come se stessimo giocando a flipper con loro e permetterà anche di indirizzarli verso alcuni effetti di zona presenti nell’area che peggioreranno il suo status o infliggeranno ulteriori danni. Grazie poi alle variegate abilità di intercettazione di alcuni personaggi si potrà dare il via a interessanti combo in cui si continuerà a lanciare il nemico attraverso l’arena e a causargli crescenti danni, rendendo quindi ogni mossa e ogni attacco attentamente calcolato affinché il nemico resti il più possibile in movimento e quindi alla nostra mercé. Il campo di battaglia infatti non sarà mai del tutto “neutro” ma riserverà quasi sempre zone con degli effetti sia positivi che negativi in base alle situazioni e che bisognerà sfruttare al massimo per la riuscita di certe battaglie. Il gioco, inoltre, non essendo lunghissimo, offrirà un level up piuttosto veloce, potendo salire (specie nelle primissime ore di gioco) di molti livelli nel giro di poco tempo.
L’arte di Death end re;Quest 2
L’intero gioco è ispirato al manga Dolls Fall (2013 – 2015) proprio di Makoto Kedōin, già noto non solo per opere come Corpse Party (già di per sé molto violento), ma anche per essere proprio lo scenario writer di entrambi i capitoli di Death end re;Quest. È ovvio quindi che le opere siano, da un punto di vista artistico e tematico, legate tra loro da svariate similitudini e dallo stile. Ma non è solo il lato macabro ad essere tratteggiato con una certa efficacia e creando un’atmosfera che, come già detto, risulta vincente, ma è anche il disegno generale degli sprite a donare espressività e sfumature alle situazioni e ai personaggi, il tutto coadiuvato da un ottimo doppiaggio in lingua originale.
Se quindi da un lato la parte visual novel mostra sprite colorati, dettagliati, pieni di personalità, non si può dire lo stesso delle zone esplorative, con texture slavate, rallentamenti continui e la colata a picco dei frame, che possono raggiungere minimi davvero bassi, al di sotto dei 20. Inoltre, l’esplorazione cerca di immergerci in luoghi decadenti e distorti, facendolo però con risorse tecniche risicate e visivamente stantie, nonostante le idee a volte ci siano, come la meccanica di utilizzare terminali e telecamere per trovare muri segreti e aprirci vie attraverso i dungeon.
Questa esplorazione può diventare poi così problematica da essere addirittura stancante dati i rallentamenti e la poca fluidità visiva. Nelle battaglie più concitate è addirittura un incubo controllare le nostre beniamine e gli effetti su schermo potrebbero anche mandare in palla la nostra console. Si tratta, in definitiva, di un porting davvero scadente, cosa incomprensibile dati i miracoli tecnici tirati fuori da, ad esempio, Breath of the Wild quasi cinque anni fa. Se si conta che poi le fasi esplorative (e quindi più propriamente da JRPG) aumenteranno con il passare delle ore, la situazione non è delle più rosee. A fare un buon lavoro è invece la roboante colonna sonora, con discrete tracce di combattimento, molte delle quali esplosive e ricche di personalità, alternate ad altre di sottofondo alle situazioni più generiche e sempre calzanti con il momento che accompagnano. Il brano introduttivo Bug Fixer della band Gesshoku Kaigi è la classica canzone da OP che deve racchiudere in pochi minuti l’essenza dell’opera.
A chi consigliamo Death end re;Quest 2?
Gli amanti del primo capitolo sono senza dubbio il principale target di questo Death end re;Quest 2 che, date le somiglianze strutturali, farà la loro felicità. Se invece siete alla ricerca di un titolo dall’atmosfera cupa e atipica per il genere visual novel, allora fa comunque al caso vostro. Bisognerà però scendere a patti con una versione tecnicamente non solo problematica, ma inferiore a quelle già viste per PS4 e per PC con frequenti rallentamenti delle fasi esplorative e nei combattimenti, a fronte però di un lato artistico di ottima fattura e tanti, tanti dialoghi e personaggi, sebbene non a tutti è dato lo spazio necessario per svilupparsi.
- Ottima atmosfera
- Il sistema di combattimento offre alcuni spunti interessanti
- Lato artistico pregevole
- Coraggioso nelle tematiche che affronta
- Fasi esplorative gravemente minate da problemi tecnici
- Alcuni personaggi poco approfonditi
- Il connubio tra violenza e fanservice potrebbe non piacere a tutti
Death end re;Quest 2
Tanto sangue, ma anche tanta confusione
Death end re;Quest 2 richiede una predisposizione ad affrontare tematiche che potrebbero urtare la sensibilità di molti e anche sorbirsi una violenza a volte volutamente esagerata. Il tutto attorniato da un genere, quello delle visual novel, che strizza l’occhio a chi è alla ricerca di situazioni osé, senza però dimenticarsi del gameplay, su cui ci sono diversi spunti piacevoli nel sistema di combattimento con cui dovremo affrontare i mostri che compariranno nel corso di fasi esplorative purtroppo affossate da un porting problematico, con rallentamenti, ingenti cali di frame e una bassa risoluzione generale, cose che potrebbero anche far desistere dall’acquisto se non si vuole scendere a patti con la cosa. Di sicuro, se si è alla ricerca di qualcosa di diverso in un genere che tutto sommato non riserva molte sorprese, Death end;re Quest 2 farà la felicità dei possessori di Switch, sebbene non sia la piattaforma più adatta su cui prenderlo allo stato attuale delle cose.