Venerdì 14 dicembre. Come ben saprete, se seguite le nostre avventure nel diario di viaggio, in questa settimana ci troviamo a Tokyo e non potevamo di certo perdere occasione di recarci al cinema per vedere Dragon Ball Super: Broly, il ventesimo lungometraggio ispirato dal celebre manga di Akira Toriyama che ha forgiato intere generazioni di appassionati.
Toho Cinema di Kinshicho, 9:30 del mattino. Il fortissimo vento gelido di questo mattino ci accompagna al primo spettacolo della giornata, dopo una preparazione durata quasi tutta la settimana e scandita fra eventi promozionali, trailer proiettati per strada su numerosi maxi-schermi e ricerca del merchandise più disparato, fra riproduzioni del nuovo aspetto di Broly e dell’ormai conclamato Gogeta Super Saiyan Blue, protagonista dell’ultimo trailer uscito anche in occasione dell’annuncio italiano. In occasione della proiezione nei cinema è stato allestito un negozio dove era possibile acquistare gadget esclusivi come magliette, monete commemorative, portachiavi e tanto altro. I primi 200 ad entrare in sala, inoltre, venivano premiati con degli adesivi con i fotogrammi originali dei film precedenti di Dragon Ball Z e con una carta esclusiva di Broly o Goku Super Saiyan Blue per Super Dragon Ball Heroes.
Il film può essere considerato una sorta di reinterpretazione di tre pellicole precedenti, ovvero Dragon Ball Z: Le Origini del Mito, Dragon Ball Z: il Super Saiyan della Leggenda e Dragon Ball Z: il Diabolico Guerriero degli Inferi, da i quali sono stati tratti e rielaborati alcuni avvenimenti e svariati iconici personaggi, creando un lungometraggio inedito, senza alcun tipo di déjà vu, che stabilisce nuovi canoni per la serie.
Le vicende di questo “Broly” non potevano che aprirsi con la storia del pianeta Vegeta e dei Saiyan basata sugli avvenimenti letti sulle pagine del manga con protagonista il pattugliatore galattico Jaco. Tra questi, oltre alla figura del celebre Re Vegeta e di Bardak, genitore di Goku (che finalmente potrà contare anche su una mamma, Gine, già introdotta ma finalmente ben caratterizzata), viene introdotta finalmente in maniera canonica anche la figura di Paragus, padre dell’antagonista principale di questa pellicola che avevamo già conosciuto all’interno del primo film originale dedicato a Broly. La storia stavolta verte più sui figli, veri protagonisti di questa ventesima produzione cinematografica, nonché quella inaugurale per la serie di Dragon Ball Super, più che su Bardak e i suoi compagni di merende. Questo flashback è necessario per rendere finalmente canonica una porzione di storia che fino a oggi davamo per scontata, che introduce nell’universo di Goku e compagni un bel po’ di elementi che tutti gli amanti dell’opera speravano e sognavano già da tantissimo tempo di trovare in un prodotto considerato legittimo.
Il personaggio di Broly viene introdotto come un bambino estremamente potente, persino più del principe Vegeta. Per questa ragione il sovrano del pianeta, non sopportando l’idea che la famiglia reale venga soverchiata da un plebeo, decide di mandarlo su un pianeta deserto: Vampa. Paragus si lancerà in suo soccorso, dirottando una nave e sopravvivendo assieme al figlio per tutti gli anni a venire. Tramite un espediente narrativo davvero enfatizzante, accompagnato da una nuova versione strumentale di CHA-LA HEAD CHA-LA, il flashback sul pianeta Vegeta culminato con la distruzione dello stesso, lascia posto al presente del pianeta Terra, dove Goku e Vegeta si allenano in vista del prossimo avversario. Il principe dei Saiyan è piuttosto contrariato dalla decisione di Goku di aver lasciato scappare l’imperatore del male, ma il loro diverbio verrà presto interrotto da una videochiamata del piccolo Trunks, che avviserà la madre che le sfere del drago sono state nuovamente rubate.
Faremo poi la conoscenza di Cheelai e Lemo, due personaggi inediti creati per il film e appartenenti all’esercito di Freezer. Il loro compito è quello di reclutare nuovi guerrieri e, atterrando sul pianeta Vampa, si imbatteranno in Paragus e nel suo potentissimo figlio, Broly. Quello che fino a qualche tempo fa conoscevamo come il Super Saiyan della Leggenda, viene riscritto completamente, divenendo una figura primitiva, che allo stesso tempo acquista anche un lato umano totalmente assente nella sua concezione precedente. Più che un animale rabbioso, Broly è infantile, ingenuo e protettivo nei confronti del padre e di un particolare indumento da cui non si separa mai. I due nuovi personaggi saranno il suo primo contatto umano all’infuori del padre che, come nell’originale, lo terrà a bada tramite un dispositivo di restrizione.
Oltre agli immancabili combattimenti che vedranno in scena i due eroi Saiyan, la figura di Broly e il perfido Freezer, protagonista della pellicola è il particolare character design di Naohiro Shintani, che sembra quasi richiamare lo stile della prima saga di Dragon Ball Z, pur integrandone dettagli che contraddistinguono quanto abbiamo visto di recente anche nella serie TV di Super. Tuttavia, questo stile non ci terrà compagnia da solo per tutta la durata del film: questo stile di animazione sarà affiancato da immancabili porzioni in CGI ottimamente integrate, che tanto ci ricordano lo stile del videogioco DRAGON BALL FighterZ, nonché da alcune scene disegnate in maniera un po’ approssimativa, con personaggi solitamente imponenti e ben definiti che appaiono più smilzi e quasi infantili. Nonostante la già citata CHA-LA strumentale e il brano di chiusura “Blizzard” di Daichi Miura, la colonna sonora è uno degli aspetti che ci hanno lasciati più perplessi. Le soundtrack si discostano quasi del tutto da quelle della controparte televisiva classica e moderna; alcune di queste tracce, più che fomentare lo spettatore durante le fasi più attese della produzione, finiscono per risultare fuori luogo e addirittura imbarazzanti: con l’esplosione del combattimento fra Goku e Broly, ad esempio, la colonna sonora sottolinea i nomi di personaggi, tecniche e trasformazioni in maniera troppo galvanizzante, stonando parecchio con tutto il resto.
Il paragrafo che segue contiene spoiler sugli avvenimenti della pellicola e per questo motivo lo potrete visualizzare solo cliccando sul pulsante di seguito. Se non volete rovinarvi la sorpresa, proseguite pure in direzione dell’esito finale.
Né Goku né Vegeta: è Broly il vero protagonista
Vedere al cinema un film di Dragon Ball nel paese in cui la saga ha avuto origine è stata un’esperienza indimenticabile e davvero pregna di emozioni. In linea di massima ci riteniamo soddisfatti da questo Dragon Ball Super: Broly, senza ombra di dubbio la migliore fra le ultime tre pellicole della saga approdate al cinema. Il personaggio di Broly, reimmaginato e reso finalmente senziente — nonostante il carattere primitivo, assume il ruolo di vero protagonista di queste vicende, mostrandoci la sua crescita ed evoluzione che speriamo ci porti in futuro ad accogliere un nuovo membro ricorrente del cast di Dragon Ball Super. Animazioni e colonna sonora sono in gran parte di ottima fattura, tranne in poche occasioni nelle quali la qualità viene a mancare; la povera Masako Nozawa inizia a sentire un po’ il peso degli anni e questo lo notiamo specialmente nelle porzioni in cui ha doppiato Bardak, ma considerata l’età il suo sforzo è decisamente encomiabile. Dragon Ball Super: Broly porta con sé il peso di rendere finalmente canonici personaggi e vicende finora sospesi in un limbo a metà fra ufficiale e alternativo, aprendo nuove strade per il futuro della serie, che sta già proseguendo nel manga di Toyotaro con una nuova saga ambientata subito dopo le vicende di questo film. Vi esortiamo a uscire di casa il prossimo 28 febbraio 2019, giorno in cui l’ultimo lavoro di TOEI Animation verrà distribuito da Koch Media in tutti i cinema italiani, per godervi un prodotto di ottima fattura che renderà estremamente felici tutti i fan di un’opera intramontabile.
Super Consigliato
Chibi
Tecnicamente, Gogeta non è ancora diventato canonico. Il fatto che questo film sia “canon” è una sbagliata interpretazione di molti siti e riviste, ma leggendo l’intervista a Toriyama, non dice che è canon ma solo che è il primo film in cui lui personalmente lavora in cui ci sia Broly. Gli eventi di questo film, e quindi anche l’esistenza di Gogeta, diventeranno canonici SE E SOLO SE in una futura stagione di Dragon Ball Super si parlerà degli eventi di questo film oppure, come per i due film precedenti, ricostruiranno il film nel corso degli episodi. Solo allora sarà canonico, ma come per tutti i film di tutti gli anime, finchè ciò non accadrà e resta solo un film a sè stante, nulla di ciò che è stato visto è da considerare legittimo.
BaSS
Caro Simone, ci sono diversi dettagli che confermano l’essenza canon del film e dei personaggi presenti, partiamo dal messaggio lasciato da Toriyama e presente sullo stesso sito ufficiale del film, parla dell’inserimento del personaggio di Broly all’interno di Dragon Ball Super, parte del film riprende un capitolo speciale scritto e disegnato dallo stesso Toriyama e pubblicato tra le pagine di Jaco the Galactic Patrolman, e sempre l’autore ha confermato la collocazione temporale del film all’interno del manga/anime, come già fatto con La resurrezione di F e La battaglia degli Dei. Sulle pagine dell’ultimo V-Jump, subito dopo la fine dell’arco del torneo del Potere, compare una immagine di Goku e Vegeta, intenti a combattere Broly.
V-Jump: http://oi68.tinypic.com/mshtat.jpg
VEI-6 Vesuvius
Chissà se Broly e Kale si incontreranno?