Dal prossimo 17 ottobre, Koch Media sotto l’etichetta Anime Factory pubblicherà in esclusiva home video l’attesissimo lungometraggio chiamato MAQUIA: decoriamo la mattina dell’addio con i fiori promessi. Uscita in Giappone lo scorso 24 febbraio 2018 con il titolo di “Sayonara no Asa ni Yakusoku no Hana o Kazarō” (abbreviato ufficialmente in Sayoasa), questa pellicola segna il debutto come regista e sceneggiatrice di Mari Okada, la cui carriera nel mondo dell’animazione è cominciata nell’ormai lontano 1998 e ha potuto contare di importanti collaborazioni come Anohana, Aquarion EVOL, Rurouni Kenshin, Rozen Maiden e tante altre.
Ricevuto l’esclusivo cofanetto dell’Ultralimited Edition pubblicato in Italia, mi sono approcciato a MAQUIA senza nemmeno sapere di cosa parlasse, tenendomi ben lontano da trailer, sinossi e spoiler, cercando di arrivare quanto più “vergine” possibile alla visione. Se, inizialmente, ero attento a cogliere ogni dettaglio della pellicola per poterne parlare in maniera analitica, soffermandomi sull’aspetto tecnico, sulla regia o sulla sceneggiatura, mi sono ritrovato dopo la prima ora di film totalmente rapito dalle vicende che avevano preso vita sullo schermo. Saoyasa, come è noto in patria, è il lungo racconto della vita di Maquia, una giovane fanciulla di razza Iorph, definita “la stirpe delle separazioni”. Essi vivono in una terra eterea scandendo le loro giornate con la tessitura di una tela chiamata Hibiol: i fili dell’ordito, quelli verticali, rappresentano il tempo che scorre; quelli orizzontali, i fili della trama, rappresentano invece le azioni delle persone.
Gli Iorph smettono di invecchiare raggiunta l’età in cui si trova Maquia e vivono giorni quasi del tutto identici gli uni agli altri. Racine, la “somma anziana” che si prende cura di Maquia e sua unica guida, si raccomanda con la ragazza — qualora dovesse entrare in contatto con gli esseri umani — di non donare o accogliere l’amore di nessuno, dato che in questo modo sarebbe destinata a rimanere sola. La stirpe degli Iorph, infatti, vive molto più a lungo dei comuni esseri umani, che li considerano creature antiche e leggendarie. Come i Renato, draghi primordiali superstiti di un’antica era, che una notte giungono nella terra degli Iorph portando con loro i soldati del regno di Mezarte. Essi, scovato l’insediamento Iorph, gettano il villaggio nel caos e, nella confusione creatasi, Maquia viene strappata via dalla sua patria, finendo sul dorso di un drago e giungendo in un’impervia foresta.
Dopo questa doverosa introduzione inizia la vera e propria trama del film: avventurandosi in un modo a lei sconosciuto, Maquia si imbatte in un neonato stretto fra le braccia di una madre ormai priva di vita. Deciderà di prenderlo con lei e di crescerlo come se fosse il suo vero figlio, dedicando l’intera sua esistenza al benessere e alla protezione del piccolo Ariel.
Ciò che mi ha colpito la prima volta che ho sentito parlare di MAQUIA è stato certamente il suo character design originale, curato da Akihiko Yoshida, che già conoscevo per giochi quali FINAL FANTASY Tactics e Bravely Default, tra i miei preferiti in assoluto, ma anche NieR: Automata, FINAL FANTASY XII e XIV, Vagrant Story e Tactics Ogre. Le sue illustrazioni, come quella che potete ammirare sulla copertina dell’Ultralimited Edition, sono state fedelmente tradotte nella versione animata da Yuriko Ishii, che ha mantenuto intatto il più possibile il suo stile e ha curato con estrema cura le espressioni facciali dei personaggi. Tra gli elementi che più colpiscono del lungometraggio di Okada c’è da annoverare certamente la fotografia e la cura dei dettagli degli scenari che, unita alle splendide animazioni di P.A.WORKS, ci offrono un prodotto finale davvero bello da vedere, oltre che una storia ricca di emozioni da seguire e personaggi autentici a potersi affezionare.
L’ottimo doppiaggio italiano curato da Anime Factory è accompagnato da un adattamento semplice da seguire ma ricco di termini che, a una prima visione, hanno necessitato l’abilitazione dei sottotitoli per una più facile comprensione; fatta eccezione per qualche piccola espressione leggermente innaturale, non possiamo che lodare l’ottimo lavoro svolto per questo adattamento estremamente fedele ai testi giapponesi. Ultimo elemento da citare, ma certamente uno dei più importanti, è la colonna sonora di Kenji Kawai (Ghost in the Shell, Mobile Suit Gundam 00, Fate/stay night, per citare alcuni dei suoi innumerevoli lavori), che si sposa perfettamente con lo stile adottato dalla regia e con i ritmi narrativi distesi ma estremamente dinamici del film. La pellicola si dipanerà infatti in un arco narrativo estremamente ampio, che necessiterà di una visione attenta e di un trasporto totale da parte dello spettatore: devo dire che in questo intento ci riesce bene, scandendo al meglio gli eventi e i dialoghi ed evitando momenti morti che porterebbero inevitabilmente lo spettatore a distogliere l’attenzione.
L’Ultralimited Edition di MAQUIA
Pubblicata come versione più ricca della Limited Edition, questa versione del film disponibile solo in versione Blu-ray è numerata e a tiratura limitatissima, e include un digipack con due dischi per film e contenuti extra, uno speciale booklet di 84 pagine che traduce in italiano quello uscito per l’edizione giapponese, tre cartoline da collezione e un racconto breve di sedici pagine, complementare al film e scritto dalla stessa Okada. Nel primo disco, oltre al film in lingua italiana e giapponese, troviamo una raccolta di quattro trailer (con voci anche in italiano), nonché la lista completa dei doppiatori nostrani e i titoli di coda nella nostra lingua; nel secondo disco è disponibile invece un making of con Mari Okada e Kenji Kawai, nonché una versione del film che mette uno accanto all’altra la costruzione degli storyboard e il prodotto finale. Il booklet, da sfogliare solo e unicamente dopo la visione per evitare spoiler, presenta illustrazioni dei personaggi come appaiono per tutta la durata del lungometraggio, immagini promozionali, il confronto fra storyboard e versione animata, commenti approfonditi dello staff dei seiyuu e del cast di produzione, nonché interviste a Okada e altre importanti figure che hanno dato vita a MAQUIA.
L’emozionante storia di una vita e del tempo che scorre
L’ottimo lavoro della regista Okada e di P.A.WORKS si denota nella minuziosa immaginazione di un mondo fantasy che non ha nulla da invidiare a quello dei più blasonati RPG a cui lo stesso disegnatore Yoshida ha preso parte, che allo stesso tempo viene usato solo come fondale per lo svolgimento di vicende che mettono in primo piano le emozioni e i rapporti interpersonali, l’amore incondizionato di persone che non hanno legami di sangue, ma che ne hanno costruiti da sé di indissolubili. MAQUIA è un film che qualunque appassionato di anime dovrebbe custodire gelosamente nella propria collezione e rivedere assieme a tutte le persone a cui tiene. L’unico difetto che sento di rimproverare alla distribuzione è che, molto probabilmente, MAQUIA: decoriamo la mattina dell’addio con i fiori promessi sarebbe dovuto sbarcare al cinema anche in Italia, come film evento, per raggiungere una fetta di pubblico ancora più ampia. Passati i titoli di coda, non rimpiangerete nemmeno un secondo i soldi spesi per portarvi a casa l’edizione limitata e numerata di un film che non dimenticherete facilmente.
Estremamente consigliato
Gli abitanti di Iorph risiedono lontani dagli insediamenti umani, tessendo gli eventi dei loro giorni in stoffe chiamate Hibiol. La loro stirpe cessa di crescere verso i quindici anni d’età e vive vite pluricentenarie. Dopo l’incursione dell’esercito di Mezarte, la giovane Maquia riesce fortunosamente a fuggire. Incontra così un neonato che ha perso i genitori e con il quale stringe un rapporto unico che sfiderà lo scorrere del tempo. Una suggestiva ambientazione fa da scenario al rapporto tra Maquia, ragazza adolescente che appartiene alla longeva ed eternamente giovane razza degli Iorph, e Ariel, ragazzo umano il cui destino è l’inevitabile crescita. La maestosa opera prima di una delle rare registe nel mondo dell’animazione giapponese cinematografica, arricchita dalle musiche del maestro Kenji Kawai.
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