In seguito all’uscita di METAL GEAR SOLID V: The Phantom Pain, uno dei giochi più anticipati degli ultimi anni, abbiamo cercato di raccogliere ed esporvi alcuni fatti interessanti, considerabili una sorta di leggende metropolitane, legate alla saga di METAL GEAR e al suo leggendario creatore, Hideo Kojima. Alcuni di questi saranno di certo veritieri (come testimoniano video e immagini presenti sulla rete) mentre altri potrebbero essere semplicemente voci diffuse per anni tramite passaparola e giunti poi alle nostre orecchie, in qualche modo. Fateci sapere se conoscete altri retroscena interessanti sulla saga!
Messaggi da Hideo
Vi ricordate dello scontro con Psycho Mantis nel primo METAL GEAR SOLID per PlayStation (e poi GameCube)? È noto che lo scheletrico telepate fosse in grado di leggere i dati salvati sulla memory card del giocatore, ma solo se appartenenti alla lineup KONAMI, come Castlevania: Symphony of the Night, Suikoden, Azure Dreams, Vandal Hearts e le versioni giapponesi di Policenauts, Snatcher e Tokimeki Memorial. Tuttavia, meno nota è la presenza della voce di Hideo Kojima stesso nell’edizione giapponese di MGS che, letti i dati salvati di Policenauts commenterà: “Itsumo ōen-shitekure arigatō…” (Grazie per il tuo continuo supporto). Hideo ha nascosto poi ulteriori messaggi nei successivi giochi della serie che avrebbero in qualche modo lasciato indizi sulla discussa separazione delle strade sua e di KONAMI: per esempio, il celebre “No place for Hideo” di METAL GEAR SOLID 4, nonché la missione in cui, in Ground Zeroes, eravamo chiamati a cancellare “la memoria” dei precedenti titoli della saga. Che il game designer abbia covato risentimento nei confronti dell’azienda che lo ha visto come dipendente per tutti questi anni?
HAL
La porta del laboratorio di Otacon sull’isola di Shadow Moses, nel primo METAL GEAR SOLID, presenta la dicitura “Hal’s Lab“, in relazione al suo nome di battesimo, Hal Emmerich. Il nome dello scienziato appassionato di animazione giapponese è un riferimento all’arcinota intelligenza artificiale di 2001: Odissea nello Spazio, HAL 9000 (per la cronaca, il vero nome di Solid Snake è David, lo stesso dell’astronauta protagonista della citata pellicola, sua nemesi) tuttavia potrebbe esserci di più: Hal’s Lab fa correre la mente a HAL Laboratory, Inc., il team di sviluppo affiliato a Nintendo in cui, in quegli anni, lavorava Masahiro Sakurai, padre di Super Smash Bros. e grande amico di Hideo Kojima. Sarà anche per rispondere alla citazione fatta da Hideo che Sakurai ha accolto la sua richiesta di includere Solid Snake in Super Smash Bros. Brawl per Wii? Il cognome Emmerich, invece, è in realtà un omaggio al regista Roland Emmerich (Stargate, Indipendence Day, The Day After Tomorrow), di cui Kojima è un grande fan.
Questione di geni
Vi ricordate di Johnny Sasaki, meglio conosciuto come Akiba? Si tratta di un personaggio che appare nel primo gioco per PlayStation con un cameo marginale (il soldato derubato della divisa da Meryl) per poi tornare in pompa magna in Guns of the Patriots con un ruolo di maggior rilievo. Caratterizzato dalla sua quasi costante diarrea, in METAL GEAR SOLID 4 sfoggerà un volto con dei lineamenti davvero molto simili a quello di un giovane Snake. Vi siete mai chiesti il motivo? La risposta è semplice: tutti i soldati genetici impiegati da Liquid nella base di Shadow Moses sono stati modificati con il DNA di Big Boss, ma qualcosa in Sasaki dev’essere andato storto… rendendolo oltremodo stupido. Ciliegina sulla torta: pare che l’inserimento di Akiba all’interno del gioco sia un omaggio del game director nei confronti di Hideki Sasaki, developer che ha creato i modelli poligonali del primo MGS. Gli altri membri dello staff si sono accontentati delle già stranote foto coi fantasmi.
Geometry Wars
Immagino non vi siate mai chiesti quale sia il vero motivo dietro il termine SOLID, adottato dalla saga a partire dal primo capitolo per PlayStation, non è così? Di prima acchito sembrerebbe solo riferirsi al nome del protagonista, Solid Snake, ma in realtà pare esserci dell’altro. Hideo Kojima intendeva sorpassare una compagnia da lui considerata rivale, in termini qualitativi: Squaresoft. Secondo Kojima, un quadrato (square, in inglese) è dato solo da due dimensioni; creare un gioco che le superasse necessitava l’impiego di una terza dimensione, la profondità. Da qui, il solido, che indica inoltre il passaggio della saga di METAL GEAR dalle due alle tre dimensioni. Sempre a proposito di solidi, pare che Hideo e il suo staff si siano aiutati con i leggendari mattoncini LEGO per la progettazione degli ambienti 3D del gioco in questione, come testimonia la foto in cima al paragrafo. Da grande fan dei LEGO, Hideo vanta tutt’ora di un avatar appropriato sui propri account Twitter, realizzato da Warner Bros. appositamente per lui. Sarebbe bello se un giorno potessimo provare un gioco di stampo parodico come LEGO METAL GEAR SOLID, non trovate?
Sangue a catinelle
La promozione dei nuovi videogiochi in Giappone è una cosa seria, per davvero. Se siete stati a Tokyo, in particolare nel quartiere Akihabara, avrete sicuramente notato i pannelli giganti su cui vengono mostrati i prossimi anime o giochi in uscita, ma entrando nei negozi di elettronica è possibile vedere quanto un titolo sia apprezzato dal pubblico locale semplicemente notando l’immensa quantità di locandine, cartonati e copie esposte dai rivenditori. Con METAL GEAR SOLID V: The Phantom Pain Kojima ha voluto osare, proponendo un poster che ha fatto il giro del mondo per via della sua natura estremamente cruenta: Venom Snake e Quiet vengono mostrati in primo piano, completamente ricoperti di sangue. Chi ha già avuto modo di sperimentare la massiccia presenza di sangue sulla divisa di Big Boss in questo ultimo titolo avrà sicuramente ragione a pensare “E quindi?”. Beh, pare che i negozianti in Giappone si siano rifiutati di esporre questa locandina promozionale perché reputata troppo fuori dagli schemi. Curioso pensare invece che le immagini con figure femminili ammiccanti ed estremamente sensuali, seppur disegnate, siano socialmente accettate e ormai passino quasi del tutto inosservate.