Il nome Yuzuru Tachikawa (classe 1981) potrebbe non essere familiare a molti di voi. Eppure si tratta di uno degli astri nascenti della moderna animazione giapponese. Anzi, dopo aver diretto l’ottimo Death Parade (2015) e le due stagioni di Mob Psycho 100 (rispettivamente 2016 e 2019), veri e propri capolavori visivi, possiamo pure parlare di un autore affermato, talentuoso e con le idee chiare, ma soprattutto con la piena comprensione delle potenzialità e dei meccanismi del medium audiovisivo. Personalmente, il suo coinvolgimento in un nuovo progetto è sufficiente a far drizzare le mie orecchie, suscitando il mio interesse a prescindere dal genere e dalle tematiche trattate. È proprio quello che è successo in questa stagione estiva del 2020 con Deca-Dence, ultimo lavoro del regista, che in tutta onestà difficilmente avrei preso in considerazione se non avessi visto il suo nome tra i membri dello staff. Ebbene, anche stavolta la mia fiducia sembra essere stata ripagata, perché Deca-Dence è senza ombra di dubbio una delle novità più interessanti della stagione. Ecco le mie impressioni dopo i primi quattro episodi.
Deca-Dence è un anime originale, non basto su manga, light novel o un’altra opera precedentemente pubblicata, diretto da Yuzuru Tachikawa e prodotto dal giovanissimo studio d’animazione NUT, fondato nel 2017 da ex-dipendenti di Madhouse e salito alla ribalta per l’adattamento animato (serie televisiva + film) di Saga of Tanya the Evil. La serie, la cui durata prevista è di 12 episodi, è stata licenziata nel nostro paese da Dynit e la si può trovare in simulcast sulla piattaforma di streaming VVVVID, sottotitolata in italiano.
Deca-Dence è ambientato in un imprecisato futuro post-apocalittico dove l’umanità è stata portata sull’orlo dell’estinzione dai Gadoll, variopinti mostri di origine sconosciuta. I pochi scampoli rimasti sono costretti a vivere nel Deca-Dence, un’imponente fortezza mobile alimentata dall’Oxyone, un liquido verde che scorre nel corpo dei Gadoll. Al suo interno, la società si è suddivisa in due categorie: i Gear, abili guerrieri che lottano quotidianamente contro la minaccia dei Gadoll, e i Tanker, individui non adatti al combattimento a cui spettano le attività di supporto. Natsume, una ragazza vivace e sognatrice, desidera ardentemente di entrare a far parte della squadra di combattimento ma finisce assegnata alla pulizia della corazza esterna del Deca-Dence. Qui fa la conoscenza di Kaburagi, il suo capo scorbutico e cinico, in un incontro destinato a influenzare il futuro del pianeta.
Come ci si può rendere facilmente conto dalla sinossi, la trama di Deca-Dence trae pesantemente ispirazione da quella di opere come L’Attacco dei Giganti. La cosa non stupisce, visto che l’adattamento del manga di Hajime Isayama è uno degli anime più importanti del decennio passato, un lavoro che ha influenzato inevitabilmente tutte le produzioni successive. Tale impressione viene confermata dal primo episodio, che introduce in maniera impeccabile il contesto e i due protagonisti, dal carattere diametralmente opposto.
Ma ecco che nel secondo episodio succede l’impensabile, e la serie mette in mostra tutte le sue potenzialità. Grazie a un colpo di scena notevole e ben attuato, che in questa sede non posso in alcun modo spoilerarvi, l’intera storia acquisisce all’improvviso tutto un altro significato e allo spettatore viene fatto capire che quella mostrata nella prima puntata era solo una minima parte della vera trama di Deca-Dence.
Si tratta di una svolta destinata inevitabilmente a dividere il pubblico, e che a voler essere onesti non rappresenta poi nulla di così innovativo, ma per quanto mi riguarda l’ho adorata. Grazie a questo stratagemma, ho come l’impressione (confermata dal terzo e quarto episodio) di seguire due differenti show in contemporanea, e sono molto curioso di scoprire come tale spunto verrà sfruttato nel prosieguo.
Dal punto di vista tecnico, Deca-Dence sembra confermare l’ascesa dello studio NUT ai piani alti del settore, dopo gli ottimi risultati visti in Saga of Tanya the Evil: The Movie. Artisticamente notevole, grazie ad alcuni scorci che potete ammirare nelle immagini presenti in questo articolo, il comparto grafico dell’anime è caratterizzato da disegni e animazioni di ottimo livello, che valorizzano pienamente le numerose sequenze d’azione. La CGI è impiegata in maniera sostenuta ma mai eccessiva, risultando integrata abbastanza bene con tutto il resto.
Musicalmente parlando, la colonna sonora finora accompagna egregiamente gli eventi narrati, mentre la coppia opening-ending (cantate rispettivamente da Konomi Suzuki e Kashitarou Itou) è una delle più azzeccate della stagione. Raccomando solo di non guardare la sigla di apertura prima di iniziare la serie in quanto spoilera in parte il colpo di scena del secondo episodio.
Yuzuru, you did it again
In definitiva, queste prime quattro puntate dimostrano che Deca-Dence ha tutte le carte in regola per rivelarsi uno degli anime migliori della stagione, nonché l’ennesimo centro per il talentuoso regista Yuzuru Tachikawa. Oltre a rappresentare una delle rarissime produzioni animate originali in un settore che da tempo vive di adattamenti di manga, light novel e videogiochi realizzati a puro scopo promozionale, Deca-Dence è un’opera che inganna abilmente lo spettatore facendogli credere di trovarsi di fronte all’ennesimo clone de L’Attacco dei Giganti, salvo smontare subito le sue aspettative grazie al notevole colpo di scena nel secondo episodio. Il tutto sorretto dal comparto tecnico dello studio NUT che mette in mostra disegni e animazioni di ottimo livello.
È ancora presto per giudicare la qualità di questa serie, ma una cosa è sicura. Parafrasando una celebre sequenza di uno dei miei film preferiti: “Signori, avevate la mia curiosità, ma ora avete la mia attenzione”.
Il must-watch della stagione
White Dragon
Il primo episodio è banale e pieno di stereotipi. Il secondo spiazza tantissimo, ma una volta esaurito l’effetto-sorpresa non ho trovato nulla che mi spinga a seguirla.