Atteso da moltissimi e conosciuto dagli affezionati dello studio TRIGGER, PROMARE giunge finalmente nei nostri cinema in tre date evento, dal 2 al 5 febbraio del 2020. Si tratta di una pellicola molto importante che segna il ritorno in pompa magna dello studio nei cinema, complice un utilizzo della CGI tridimensionale che gradualmente stiamo vedendo sempre più spesso implementata nei prodotti d’intrattenimento giapponesi: è dunque molto importante osservare come dei professionisti del settore stiano effettivamente evolvendo il mercato stesso, introducendo una visione sempre più ibrida tra tradizionale e tridimensionale, dove se da una parte può trattarsi di una tecnica davvero scadente se utilizzata male, dall’altra può creare degli scenari e delle sequenze d’azione a dir poco spettacolari. Detto ciò, vediamo perché per ogni persona che abbia familiarità con lo studio e non, sia importante andare a vedere PROMARE!
1) Uno studio TRIGGER ispiratissimo
Dopo l’ultima fatica in collaborazione con Tsuburaya Production con SSSS.Gridman, lo studio TRIGGER approfondisce in PROMARE un approccio alla CGI sempre più dinamico e al passo coi tempi: artisticamente parlando, già soltanto dalle immagini promozionali si può notare un livello di composizione artistica che spazia dalla gamma di colori variopinti e accesi al character design che ricalca i canoni più denotativi dello studio. Un supporto al 3D che arriva dallo studio Sanzigen, che all’epoca –parliamo di una finestra di tempo che va dal 2014 al 2016 – curò i lungometraggi de Initial D e anni prima, nel 2012, l’OVA di Black Rock Shooter.
2) Shigeto Koyama come character e mecha designer
Conosciuto dai fan per i suoi lavori ai design di Eureka Seven, Star Driver e Gurren Lagann, Shigeto Koyama è una vera e propria certezza per ciò che concerne il settore mecha dell’intrattenimento giapponese: il suo stile, che ripercorre nella cura di dettagli e riflessi su superfici meccaniche quello dell’eccelso Masami Ōbari, ha reso indimenticabili sequenze d’azione da capogiro che vedevano protagonisti robottoni ripresi da più angolazioni e ha creato delle vere e proprie opere d’arte del genere. È davvero indiscutibile nonché inconfondibile il suo apporto creativo allo studio TRIGGER e, già dai brevi segmenti mostrati dai trailer, possiamo denotare come la sua collaborazione abbia contribuito a una regia qualitativamente splendida.
3) Hiroyuki Imaishi e Kazuki Nakashima
Torna la coppia più esplosiva dello studio, dopo aver collaborato a Gurren Lagann e KILL la KILL rispettivamente come direttore e sceneggiatore: come si suol dire non c’è due senza tre e, viste le premesse, è davvero possibile che insieme abbiano creato il terzo punto fermo della loro carriera. Imaishi, che nel 2011 fondò insieme a Masahiko Otsuka lo studio TRIGGER dopo aver abbandonato Gainax, esperienza che lo ha forgiato, continua a portare avanti lo stile che lo contraddistingue ancora oggi: grazie alla collaborazione con Nakashima e dunque la premessa di un incipit frenetico come vigili del fuoco e robot giganti, è più che sicuro che ci troveremo davanti ad una delle sue opere più ambiziose e originali.
4) Hiroyuki Sawano alla colonna sonora
Che dire, un artista che di per sé non ha assolutamente bisogno di presentazioni, uno dei compositori più riconoscibili ed esaltanti del panorama giapponese, che ha dato lustro alla sua carriera con opere del calibro della trilogia cinematografica di Berserk, L’Attacco dei Giganti e recentemente il lungometraggio di Mobile Suit Gundam NT. Torna ancora una volta con basi roboanti e temi che gettano, quasi letteralmente, di prepotenza tra le fiamme chiunque l’ascolti, in un tripudio di frenesia mista a esaltazione. Promare non avrebbe potuto trovare artista migliore per la propria colonna sonora, poco ma sicuro.
5) Anime al cinema
Nexo Digital e Dynit stanno realizzando un’opera a dir poco encomiabile portando nelle sale italiane il non plus ultra (freddura involontaria) dell’animazione giapponese al cinema, e supportarli è davvero il minimo che possiamo fare. Il lavoro e la mole d’impegno che stanno mettendo in questi ambiziosi progetti è veramente incredibile e, per quanto ci siano delle finestre di tempo più o meno ampie tra l’uscita nipponica e quella italiana, mantengono sempre alti gli standard qualitativi delle loro proposte con adattamenti e doppiaggi generalmente sopra la media rispetto alla concorrenza.