La fine di questo viaggio si avvicina inesorabilmente e i luoghi da visitare iniziano ad essere un po’ troppi per i giorni rimasti. Per questo motivo ci siamo chiesti, da bravi stronzi: perché non passare la giornata in due quartieri dove siamo già stati innumerevoli volte? Usciti di casa, stavolta ad un orario decente, ci siamo diretti a Ikebukuro: lo scopo principale era ritirare la nostra (la mia e quella di BaSS) copia di JUDGE EYES: Shinigami no Yuigon prenotata dal GEO. Abbiamo prenotato qualche giorno fa il nuovo gioco del Ryu Ga Gotoku Studio per ottenere un paio di pre-order bonus esclusivi, un quaderno plastificato con l’effige del protagonista e un portachiavi che è in grado di riprodurre la sua voce. Dopo aver fatto un giro per negozi di elettronica e sale giochi, è giunta l’ora cercare un posto dove mangiare: l’idea è arrivata da Francesco, che ha suggerito di cercare un Ikinari Steak da quelle parti, uno dei locali che vantano della collaborazione col nuovo titolo SEGA citato poc’anzi. Salita la rampa di scale e “prenotati” i nostri posti, la rivelazione agghiacciante: l’Ikinari Steak, dove non eravamo ancora mai strati prima, è uno di quei cazzo di locali dove si mangia in piedi.
“Dai, almeno ci porteremo a casa uno dei bavaglini usa e getta di JUDGE EYES” abbiamo pensato. E invece no: a noi quattro stolti gaijin hanno rifilato uno dei bavagli generici del locale. Una volta divorata la mia bistecca ho voluto tentare il tutto e per tutto, fortunatamente con successo: dei nostri gadget a tema JUDGE EYES, ai quali si era aggiunto anche l’ultimo numero di Weekly Famitsu appena acquistato, ora faceva parte anche uno sfavillante e immacolato bavaglino usa e getta. Fatto sta che, nonostante la carne fosse buona, non ripeteremo l’esperienza dell’Ikinari Steak, perché mangiare in piedi è un’esperienza che non auguro a nessuno di fare dopo un’intera mattinata passata a scarpinare in giro per la città. Nemmeno all’interno del gioco.
Già che eravamo a Ikebukuro ci siamo diretti nuovamente al J-WORLD TOKYO, che fortunatamente era aperto. Notando la qualità delle attrazioni proposte, abbiamo deciso di non optare per il biglietto che comprendesse l’ingresso a tutto l’assortimento, bensì per la tariffa base di 800 Yen che ci consentisse l’ingresso alle aree principali. Tuttavia, non appena entrati ci siamo accorti di qualcosa di molto strano: il parco a tema di JUMP era deserto, fatta eccezione per noi, il personale che ci lavorava e qualche ragazza che, inspiegabilmente, s’era imbucata al café al suo interno per studiare. Non vi erano posti più tranquilli, eh? In sostanza il J-WORLD TOKYO è un enorme set fotografico dove è possibile trovare sagome di personaggi provenenti da alcune tra le serie Shueisha più famose, aree dedicate esclusivamente a ONE PIECE, DRAGON BALL e NARUTO e un negozio di merchandise. Abbiamo scattato un po’ di foto a bordo della navicella Saiyan, dietro la corazza di Radish, sulla nuvola Kinto e dietro alcuni “effetti speciali” che replicavano le tecniche dei tre shonen succitati (il Makankosappo di Piccolo, il Chidori di Sasuke e il Diable Jambe di Sanji). Tutto qui. Siamo rimasti piuttosto delusi, specie dal fatto che la foto che più speravamo di fare era situata in un’area riservata al ticket “per ricchi” (ben 2600 Yen al posto di 800): il celeberrimo cratere dove è schiattato Yamcha durante lo scontro con i Saibaimen. Davvero, non vedevamo l’ora di accasciarci sul pavimento, anche perché eravamo già stanchi morti. Dalla nostra prima e ultima visita al J-WORLD ci siamo resi conto che la sua chiusura improvvisa, prevista per il prossimo febbraio, è una mossa abbastanza sensata: è spoglio, non è divertente, non ci va quasi nessuno. Un vero peccato.
Siamo corsi poi a Kinshicho a prenotare i nostri quattro bigliettozzi per il film di Dragon Ball Super: Broly, per la primissima proiezione di domattina alle 9:30 (e speriamo di riuscire a svegliarci in tempo) per poi dirigerci nella nostra cara Akihabara. Dopo JUDGE EYES era il turno del secondo gioco prenotato, stavolta al TRADER — PEACH BALL: SENRAN KAGURA, nella sua costosissima limited edition comprendente anche Shinobi Refle: SENRAN KAGURA in versione completa e una speciale tela di Yumi esclusiva per il punto vendita. Vi confesso una cosa: dopo averla ritirata un po’ mi sono pentito di averci speso così tanti soldi, ma è uno dei franchise che seguo con più ossessione, anche se ultimamente mi è scaduto fin troppo. Girando per Akiba abbiamo recuperato un po’ di oggetti dei desideri, come il Dreamcast tanto agognato da BaSS e la Grandista di Goku Ultra Istinto che speravo da giorni di trovare a un prezzo così stracciato. Per quest’anno i miei acquisti giungono al termine e le tasche non possono dolermi più di così: mi consolerò con altri succulenti pasti come quello di stasera — credo di non aver mai mangiato una ciotola di ramen più buona prima d’ora, oppure vivrò unicamente di momenti magici come la sensazione provata quando ho scoperto il conbini a tema DRAGON QUEST, con il suono dell’uscita da un luogo di gioco o della magia di teletrasporto ogni qual volta qualcuno entrava o usciva dall’ingresso.
Tornando indietro ci siamo imbattuti in una delle sale giochi di cui mi avevano parlato numerose volte ma che non avevo ancora avuto occasione di vedere coi miei occhi: la TAITO Station “HEY!” di Akihabara, patria degli appassionati dei fighting game e degli shoot’em up vecchia scuola. C’erano file e file interminabili di NESICA che montavano titoli della gloriosa era 2D, ma anche esponenti più recenti come TEKKEN 7 e Ultra Street Fighter IV; l’angolo che più mi ha colpito è stato quello dedicato ai cabinati competitivi di Street Fighter II, dove una sfilza di pro gamer piuttosto navigati si scontrava a velocità sostenuta spendendo solo 10 Yen a partita (contro i 100 dei normali cabinati). Uno spettacolo davvero degno di nota.
Domani sarà il turno del film di DB Super, nonché della nostra visita al Korakuen Hall per assistere alla Road to Tokyo Dome della New Japan Pro Wrestling: non vediamo l’ora!