Era dal lontano 2018 che non avevo l’occasione di partire per il Lucca Comics & Games 2022, a oggi la più famosa e popolata manifestazione italiana riguardante manga, anime, fumetti, giochi da tavola, collezionismo e fandom in generale, con centinaia di artisti italiani e stranieri, affermati ed emergenti. Insomma, il sogno di quasi ogni nerd, nel senso migliore del termine. Ma è dietro ai migliori propositi che si nasconde il villain più subdolo e malvagio! Seguitemi quindi in un percorso fatto di gioia, chilometri di camminata, disguidi, sofferenza, incontri fantastici, divertimento, insulti e ringraziamenti, vittorie e sconfitte. Senza ulteriori indugi ecco quindi l’onestissimo diario “di guerra” dei tre giorni trascorsi al Lucca Comics & Games 2022.
Le grandi novità
Se quest’anno mi sono fatto cinque ore di viaggio, devolvendo il mio 5 per 1000 a un’albergatore lucchese, non è certo stato per andare a comprare l’ennesima variant di Kaiju n.8, ma per i grandi ospiti annunciati, sia dal lato manga che dal lato fumettistico e artistico. In tal senso venerdì nella sala conferenze (sala dell’oro) della corte campana di Lucca, ci sono stati due eccellenti presenze del panorama giapponese: Atsushi Ohkubo (qui l’intervista), il famoso autore di Soul Eater e Fire Force, e Nagabe (qui l’intervista), alla ribalta dopo il successo di Girl from the Other Side, hanno risposto alle domande della stampa dispensando piccole perle per i fan.
Ma non solo, il Press Café di quest’anno, molto ospitale e ben organizzato, forse il fiore all’occhiello di questo Lucca Comics 2022, ha visto una sequela di grandi incontri internazionali: John Romita Jr., Crhis Riddel, Milo Manara, Yoshitaka Amano (quanti fan di FF che lo cercavano!) e Goro Taniguchi per la presentazione della grande anteprima italiana di ONE PIECE FILM RED. Anche i fan sprovvisti di pass stampa hanno avuto però la possibilità (remota, ma ne parliamo dopo) di incontrare i loro beniamini, annunciati dalle varie case editrici di appartenenza nelle precedenti settimane: L’autore di Claymore e di ARIADNE IN THE BLUE SKY (Norihiro Yagi), il grande Tony Valente di Radiant (uno dei miei autori preferiti), Zercocalcare, Leo Ortolani, e moltissimi maestri della Panini, da un’eminenza come Cavazzano alla sempre più affermata Mirka Andolfo. Per non parlare dei grandi ospiti dello spettacolo e della musica, dagli apprezzatissimi habituè come Cristina D’Avena, Giorgio Vanni e i Nanowar, sino a Tim Burton e al cast di Willow, Andor, e tre ospiti del recente successo Amazon de Il Signore degli anelli – Gli anelli del potere. La possibilità di incontrare e conoscere mangaka e fumettisti che hanno allietato le nostre giornate è un emozione che consiglio a tutti, e rimane uno dei piaceri migliori di Lucca Comics e dei comicon in generale.
I cosplay
Altro cerimoniale che tutti noi amiamo di Lucca (tranne l’anno di IT se odi i pagliacci) è la tradizionale camminata in una città completamente invasa da cosplayer. Ormai quasi la maggioranza dei visitatori ha almeno una decorazione, un cartello o delle magliette a tema, ma anche coloro che si trasformano completamente sono aumentati: la qualità e la quantità di questi appassionati che assumono le sembianze dei loro personaggi preferiti, che siano immaginari o anche reali, è stata fenomenale. A partire principalmente da sabato (e vi consiglio di cercare online le fotografie dei partecipanti migliori, che sicuramente ve ne siete persi parecchi nella bolgia) la creatività degli avventori ha portato gioia, stupore e risate a tutti, soprattutto nella zona delle mura e nei contest appositamente organizzati.
C’erano tutti i protagonisti dei titoli del momento, come Chainsaw Man o My Hero Academia, ma anche successi intramontabili come ONE PIECE, Sailor Moon, Le Bizzarre Avventure di JoJo. Moltissimi anche gli spunti da film e giochi famosi, dagli Avengers e i Pirati dei Caraibi alle vecchie glorie, come il perfetto duo ripreso da “Lo chiamavano Trinità“, Jedi e Sith (compresa la versione di Dart Fener di “Balle Spaziali“), sino ai personaggi di Genshin Impact, Hollow Knight, Final Fantasy, God of War, League of Legends, sparatutto vari e chi più ne ha più ne metta! Nemmeno la classica satira è mancata, tra una coppia a tema “Gubbio”, un Samir Handanovic che tenta parate laser, e chi con cartelli dedicati tentava di affermare le proprie idee, contorte e non. Insomma, il poter girare tra i vicoli affollati, come in uno strano isekai che raccoglie esponenti di migliaia di mondi diversi, rimane una delle parti più belle di Lucca, così come la possibilità di vestirti come più ti piace senza essere giudicato… se non in positivo!
I padiglioni
Altra nota positiva (per chi è riuscito ad entrarci) sono stati gli stand. La menzione speciale, almeno per il lato “marketing” se la merita il padiglione Panini, certamente il più affollato e conteso in questa fiera. Dopo anni ha finalmente avuto una location adeguata al numero degli appassionati, con uno spazio grande come la Ex Cavallerizza. La disposizione interna dei banconi, anche se un po’ dispersiva, era comunque ottima: si riusciva a guardare tutti i fumetti esposti e persino a farsi servire dai commessi senza sgomitare. Una discreta la presenza di volumi, incentrati ovviamente sulle ultime uscite (tutto il catalogo sarebbe impossibile), e una divisione per linee editoriali sono state le chicche finali.
Il miglior padiglione è stato però, come già in passato, quello dei giochi da tavola e dei collezionabili in generale: l’ingresso con la meravigliosa scultura gonfiabile di Rufy, lo stand della Crodino (best pubblicità) e bancarelle gastronomiche adeguate, non erano che un antipasto dell’ottima organizzazione interna, con spazi ampi e ben suddivisi, corridoi larghi a sufficienza per non camminare in fila indiana, decine di aree dove provare i giochi da tavola e addetti preparati e gentili, pronti a rispondere a ogni richiesta. C’era un’ampissima scelta di giochi (per tutti i gusti e le età) e libri (con manuali per ogni scenario di GDR che vi possa venire in mente) e un’organizzazione funzionale ormai consolidata. Scommetto che curioso ha trovato almeno un oggetto di suo interesse.
Ottime come sempre anche le aree di Shockdom, Manga Press, Mangasenpai e compagnia bella, come ogni anno diligentemente gestite nonostante i piccoli spazi a disposizione e ricche di autori pronti a suggerirti volumi eccezionali che difficilmente noteresti in una normale fumetteria. Ci sono però stati anche padiglioni (non faccio i nomi ma intuirete) che hanno avuto qualche difficoltà: transenne mal posizionate, aree con prodotti esposti quasi invisibili per la presenza di corridoi stretti e la gente ammassata, personale poco preparato sia sui prodotti (se chiedi la variant devono almeno distinguerla dalla regular) che sui quantitativi hanno trasformato molti di questi acquari in un viaggio alla ricerca di Nemo, scoraggiando certamente interesse e acquisti.
Parliamo un secondo anche dell’elefante nella stanza: il Japan Palace. Non solo è stata un’epopea arrivarci (ne parliamo dopo) ma non c’è stato alcun cambiamento in meglio rispetto ai precedenti anni: cento bancarelle uguali, con prezzi non competitivi anche per chi non compra online e stand gastronomici imbarazzanti, costosi e con cibo scadente, che spesso sembrava comprato per l’occasione all’Eurospin più vicino. Certamente un minimo di selezione sarebbe meglio farla.
Per finire, emozionanti, ma comunque poco pubblicizzati, sono state le aree dedicate al gaming, con dirette streaming e persino un’istallazione dedicata a PlayStation 5 nella piazza dell’Anfiteatro, molto suggestiva. Tra YouTuber e influencer anche un appassionato di videogame e giochi online poteva trovare passatempi, ma è evidente che per ora rimane un aspetto maggiormente legato (forse anche giustamente) alla Milan Games Week che non al Lucca Comics.
Gli autori emergenti
Lucca Comics & Games però è soprattutto divertimento e passione, con attività uniche, e quest’anno sono stati tanti gli eventi importanti: l’anteprima del lungometraggio ONE PIECE FILM RED, con la presenza del regista Goro Taniguchi e di una conferenza dedicata, i padiglioni delle case editrici più importanti con anteprime ricercatissime (tra cui appunto Panini, J-POP, Star Comics, Bao publishing, Mangasenpai, Bonelli, Shockdom e tante altre), ma soprattutto decine di autori, emergenti e non. Tra la disperata ricerca di Nagabe e l’eterna ricerca di un biglietto per Zerocalcare (che ha offerto spettacolo, pur di rispettare i tempi, con i suoi Firmadilli no-look) c’è però il lato più nascosto di questa città, ovvero le aree dedicate al self-publishing e agli autori emergenti.
Come spesso capita a questa fiera sono proprio le case indipendenti che offrono ancora la possibilità di incontrare perle nascoste, rievocando il fascino delle prime edizioni, e quella sensazione di caccia ai Pokémon rari: passeggiando tra chiese e coorti c’erano illustratori, scrittori, fumettisti, mangaka, micro-editori e tanti artisti di talento, che in questo modo possono farsi vedere anche da scouters che magari, in un futuro, potrebbero portarli in uno dei padiglioni citati prima. Trovo bello soprattutto, anche da appassionato più del lato giapponese, che ci sia la possibilità per tanti artisti italiani di incontrare e parlare tranquillamente con i propri fan, mentre in molti altri casi ti trovi cacciato quasi subito, poiché bastava una foto per fare una coda sino a Viareggio. Fatelo un applauso per tutti i poveri autori (emergenti e non) che in questo Lucca Comics & Games si sono svenati per fronteggiare le ondate di minions all’attacco.
La dis-organizzazione
Passiamo ora all’aspetto negativo che tutti voi partecipanti avete vissuto in prima persona, ovvero un senso di disorganizzazione generale. Già dopo l’aumento del numero dei biglietti giornalieri disponibili da cinquantamila a settantacinquemila, e vedendo la difficoltà di trovare collocazione in un parcheggio già prenotato, ma erroneamente indicato (Tagliate maledetto!) qualcosa avevo percepito. La verità incisa sulla pietra è però calata sui turisti solamente il sabato mattina, con le code chilometriche ai padiglioni, emblema di quanto alcune evidenti criticità siano state sottovalutate, prima tra tutte la questione delle firmacopie: le più piccole se la sono cavata organizzando sessioni con orari definiti, altre invece tramite la prenotazione dei biglietti online (anche se a volte con un click day di un minuto secco), ma quasi tutte hanno adottato la politica del “chi prima arriva prima alloggia” distribuendo pochi posti ai primi entrati, persino con l’obbligo di fare un certo importo di acquisti.
Nel 2022 è inaccettabile fare una coda di centinaia di metri e attese snervanti (due ore almeno per chi arriva prima dell’apertura e quattro per chi arriva dopo) solo per comprare dei fumetti (che magari hai già) nella speranza di rinvenire un biglietto con il quale accedere ad un’altra coda, al termine della quale potrà finalmente incontrare il suo autore preferito per firme e qualche dedica veloce. In un epoca di prenotazioni fare perdere giornate intere ai fan per una firma, e obbligarli a spendere, senza nemmeno la certezza di arrivare ad avere un biglietto, è un reato. Per non parlare delle code per i padiglioni nelle quali ogni appassionato si è trovato ad attendere mezza giornata per fare gli stessi acquisti che avrebbe potuto eseguire nella sua fumetteria di fiducia, dato che anche le variant e le edizioni limitate presentate sono terminate quasi subito. Non solo le attese sono state organizzate sotto un sole quasi estivo, senza un minimo di protezione, ma già da sabato iniziavano a mancare nastri di delimitazione, transenne e cartelli, con file lasciate in molti casi al caos e allo sbaraglio, e non poche volte ho visto gente infuriata per aver atteso nel posto sbagliato, o peggio, senza motivo. L’esempio migliore di questa sommaria gestione di flussi è stato il travaso dei turisti verso il Japan Palace, una delle mete storiche dei curiosi, situato fuori Lucca. Risultato? Mezz’ora a piedi in mezzo alla strada trafficatissima, oppure attese inenarrabili per navette che finivano per avanzare a fatica.
Ci sarebbe da parlare anche di altro, come il fatto che dopo anni non c’è ancora un unico sito che raccolga in ordine tutti gli eventi, la presenza di ticket speciali salta coda (a volte nemmeno validi), della mappa online quasi inutile (non navigabile) e delle pochissime mappe fisiche (andate a ruba quando il 4G dei cellulari ha smesso di funzionare), ma so di avervi rievocato i peggiori traumi, quindi mi fermo qui.
Speciali, firme e variant
Tra gli appassionati ci sono anche alcuni esemplari, dei quali faccio orgogliosamente parte, che bramano il possesso delle variant dei manga che seguono, ovvero edizioni con una copertina differente, a volte fatta appositamente da un altro autore di spessore: vedasi Cavazzano e Camboni per Topolino, Zerocalcare per i Cavalieri dello Zodiaco, Checchetto per Kaiju n.8, ecc.
A questo si lega solitamente una seconda perversione, ovvero quella di avere la firma di tali autori sulle relative copertine (che goduria!), non solo per un valore collezionistico, ma proprio per la gioia di poter guardare il volume con soddisfazione, sfogliandolo davanti al caminetto con la stessa gioia del dottor Male che progetta una nuova arma. Ecco, se quest’anno non fossi stato “del mestiere”, vedendo le varie code avrei pensato “La gente sta fuori di testa”.
Eccezion fatta per le già citate case editrici “minori” (per quantità, non per qualità) le situazioni sono tate tragicomiche: imbucati, code miste, file imprecisate e biglietti che scomparivano in poche decine di minuti. Per non parlare del tempo disponibile una volta raggiunto l’obiettivo: per esempio, ho avuto la possibilità di chiacchierare con Barbascura, Bigio, Marcello, The Sparker e tanti altri autori italiani, ma per quelli più attesi era un bolgia infernale, con firma in tempo zero, impossibilità di fotografie e tensioni alle stelle che il Giorgio Martino di turno si alzasse dal tavolo per andarsene a mangiare. Una situazione comprensibile, ma al contempo un peccato per uno dei momenti che maggiormente dovrebbe valorizzare questa fiera. Tornando alla questione delle variant ci sono poi state decine di scomparse quasi istantanee, con volumi luccicanti rapiti da branchi di gazze ladre già il primo giorno, passati a “ultrarari” con tre stellette in quelli successivi: le Variant Metal di Ariadne, FIRE FORCE, le molte Variant di BAO, le cover Panini uscite appositamente per Lucca Comics & Games, le riproposizioni di MangaYo… nulla si è salvato, nemmeno le chicche sconosciute ai più, come quelle di Hikari e Dynit. I volumi sono scomparsi come i cotechini dal salumiere alla vigilia di Natale! Insomma, per molti aspetti Lucca Comics & Games sembra diventata più una caccia al tesoro che un momento di svago, con moltissima speculazione, bisogna ammetterlo, dato che tali variant erano vendute a prezzi decuplicati già a fiera in corso. Anche in questo caso una scelta del tipo “una copia ciascuno” avrebbe migliorato la situazione per molti.
Lucca Comics & Games in tre punti
Avrei voluto parlare ancora per molto, perché molta è stata la carne sul fuoco di questo Lucca Comics & Games 2022, ma tanto ho faticato in quelle giornate che i ricordi si sono quasi subito offuscati, lasciando spazio a flash di gioia, di fatica e alla contemplazione del bottino. Me la sento però di trarre tre personali conclusioni, che credo siano condivise da molti:
- Chi si è presentato a questa fiera muovendosi a casaccio ha avuto una pessima idea. Potrei paragonare questo Lucca Comics & Games a un’asta del fantacalcio: per risultare competitivo un bravo partecipante doveva conoscere tutto, compresi i giocatori valutati 1, gli infortunati, il calendario e le combinazioni migliori. Certo, qualche impreparato ha avuto la fortuna di beccare una fila appena creata o un artista in pausa, ma quasi tutti hanno subito una sconfitta. Solo chi si era imparato a memoria eventi, posizioni, tempistiche, orari di apertura, modalità di firma e volumi annunciati ha avuto la possibilità di svolgere qualche attività. Tutti gli altri si sono ritrovati imbrigliati in code inutili che hanno fatto di tutto per scoraggiare i visitatori a tornare, ed il tutto è ancora più frustrante sapendo che l’evento si ripete uguale ogni anno e potrebbe quindi essere meglio gestito.
- Sicuramente l’immagine del nerd ne esce rafforzata. Quante altre persone riescono a camminare 20-30 km per giorno senza alcun allenamento, trasportando chili di volumi e di materiale (o persino armature), oppure stare in attesa ore sotto il sole senza aver bisogno di un ambulanza a fine giornata? Per non parlare della pazienza e della civiltà dimostrata, nonostante problemi e delusioni. Per la serie non tutti gli eroi portano la maschera… ma a Lucca in genere sì.
- La passione vince sempre. Eppure, nonostante le mille difficoltà, la gente viene comunque numerosa ogni anno e sarà così anche l’anno prossimo, anche se si manifestassero le stesse criticità, perché il Lucca comics è uno di quei posti che tutti conservano nei ricordi per tutto l’anno: incontri, discussioni, pareri e consigli scambiati con i compagni di fila, decine di autori fenomenali e migliaia di persone che condividono la tua stessa passione tutte nello stesso posto. Ecco, Lucca in fondo rimane sempre questo: una casa che per cinque interi giorni accoglie nerd, geek, otaku e semplici appassionati sotto un unico grande tetto.