YAKUZA 4 Remastered – Recensione

Uno dei migliori episodi dell’intera serie, tirato a lucido per la nuova generazione: analizziamo insieme la versione PlayStation 4 di YAKUZA 4!

The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 4 - Recensione

Kamurocho, 2010. Nel famigerato quartiere a luci rosse di Tōkyō, controllato dal Clan Tōjō, si respira aria di pericolo. Come in ogni altra notte, del resto. Tuttavia, con la comparsa di una misteriosa donna, per differenti ragioni il destino di quattro uomini convergerà nello stesso punto. Quattro vite separate che, in qualche modo, sono legate a doppio filo a lei, a Kamurocho e alle vicende che hanno sconvolto questa città in passato: il benevolo prestasoldi Shun Akiyama, lo yakuza fuggitivo Taiga Saejima, lo scapestrato ma onesto poliziotto Masayoshi Tanimura e il leggendario Drago di Dōjima, Kazuma Kiryū. Seconda parte della raccolta The Yakuza Remastered Collection, questo YAKUZA 4 in versione PlayStation 4 giunge sul PlayStation Store poco prima del passato Halloween, il 29 ottobre.

In attesa di poter mettere le mani sull’edizione retail, che ricordiamo uscirà in concomitanza con l’arrivo di YAKUZA 5 il prossimo 11 febbraio 2020, non ho esitato nemmeno un istante e mi sono lanciato nuovamente fra le strade del quartiere a luci rosse che ormai conosco come le mie tasche, per raccontarvi di questo nuovo, vecchio capitolo delle vicende di Kiryū e compagni. Analizziamo insieme la versione rimasterizzata di YAKUZA 4.

The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 4 - Recensione

  • Titolo: The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 4
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: Azione, Avventura
  • Giocatori: 1 (2 nei mini-game)
  • Publisher: SEGA
  • Sviluppatore: Ryū Ga Gotoku Studio
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 29 ottobre 2019 (digitale), 11 febbraio 2020 (retail)
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: versione rimasterizzata del titolo, uscito nella The Yakuza Remastered Collection, a cui seguirà il quinto capitolo e infine una versione retail

Abbiamo recensito YAKUZA 4 acquistando la raccolta The Yakuza Remastered Collection tramite PlayStation Store.

Uscito originariamente in Giappone nel 2010, periodo in cui è ambientato il gioco stesso, e giunto in Europa l’anno successivo, YAKUZA 4 è un tassello molto importante all’interno della serie curata dal Ryū Ga Gotoku Studio. Prima di tutto perché ha consolidato il successo della serie sulla piattaforma dell’allora attuale generazione, in secondo luogo perché si è dimostrato, fino a quel momento, il capitolo più completo, variegato e apprezzato dai giocatori di tutto il mondo. Il primato di YAKUZA 4 è infatti quello di affiancare all’amatissimo protagonista ben tre comprimari, tutti e tre utilizzabili in porzioni equivalenti di storia. Due di essi, tra le altre cose, sono figure importantissime all’interno del quadro generale e appariranno anche nei capitoli successivi, sia nuovamente giocabili, in Yakuza 5, sia come figure di sfondo alle vicende di Kiryū, in Yakuza 6. Con questa scelta di gameplay cambia inevitabilmente anche il modo in cui viene narrata la storia, con una mossa quanto mai azzardata da parte di Nagoshi e del suo staff.

The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 4 - Recensione

Quattro eroi per Kamurocho

YAKUZA 4 è diviso in quattro parti e ciascuna vede come protagonista assoluto uno dei quattro personaggi utilizzabili dal giocatore. Diversamente da quanto ci si aspetterebbe dopo i primi tre episodi, il titolo si apre in maniera alquanto distesa e in qualche modo straniante per i veterani della saga, mettendoci nei panni dell’inedito Shun Akiyama e non lasciando intravedere lo storico protagonista Kiryū se non in fasi più avanzate, permettendoci di usarlo solo nella porzione finale del gioco. Akiyama svolge un’attività alquanto particolare fra le strade di Kamurocho: dopo aver conquistato il successo grazie a un colpo di fortuna, ha deciso di aiutare chiunque ne abbia bisogno mettendo a disposizione prestiti senza interesse tramite al sua compagnia di credito, Sky Finance — che, tra le altre cose, si trova nell’edificio dello storico bar Serena. Con lui scopriremo il primo tassello della trama che lega l’intero cast di protagonisti, costruendo le fondamenta di quella che risulta di certo una delle storie meglio costruite dell’intero franchise.

Akiyama, Saejima, Tanimura e Kiryū avranno a disposizione quattro capitoli di storia ciascuno, per poi culminare in un comune epilogo in cui potremo utilizzarli tutti quanti; in questo modo lo svolgimento delle vicende sembrerà più snello e veloce e non si tratterà sempre di un punto a favore della produzione: spesso e volentieri non sarete invogliati, come negli episodi precedenti (o successivi) a girare semplicemente per la città alla ricerca di Substory o attività secondarie, ma sarete più spinti a proseguire nella storia e, prima che possiate rendervene conto, avrete già portato a termine il capitolo conclusivo del personaggio che stavate controllando, tralasciando molte delle quest secondarie. Non è necessariamente un punto a sfavore di YAKUZA 4, dato che, come da tradizione, una volta portato a termine il gioco saremo liberi di girovagare per Kamurocho scegliendo di impersonare ciascuno dei quattro protagonisti e dedicarci alle singole attività secondarie disponibili per ciascuno. Perché, ovviamente, ognuno dei quattro conta di Substory separate, così come di mini-giochi esclusivi, aree accessibili unicamente grazie al proprio background e, naturalmente, uno stile di lotta unico e un sistema di crescita indipendente dagli altri tre.

The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 4 - Recensione

Un successore per la leggenda

Se lo stile del Drago di Dōjima non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni, un discorso a parte va fatto per quelli di Akiyama, Saejima e Tanimura. Il titolare della Sky Finance combatte utilizzando uno stile di lotta basato sulle arti marziali e in particolare sul Taekwondo, privilegiando calci e colpi rapidi ed efficaci; Saejima fa invece utilizzo della forza bruta ed è in grado di sollevare pesanti oggetti come scooter per devastare i propri nemici, e colpi caricati in grado di lanciare l’avversario a mezz’aria. Tanimura, infine, può utilizzare un vero e proprio parry per deviare i colpi dei nemici e lasciarli scoperti, per poi attaccarli con classiche combinazioni di pugni e calci. Combattendo e salendo di livello otterremo delle speciali sfere (Soul Orbs) che potranno essere utilizzate per imparare nuove tecniche di lotta e nuove abilità, come le immancabili e violentissime Heat Action.

The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 4 - Recensione

Il sistema di combattimento è in tutto e per tutto una versione migliorata di quello visto in YAKUZA 3, con gli incontri casuali che verranno innescati con il dialogo di NPC che irromperanno sulla nostra strada e che, una volta sconfitti, elargiranno oggetti o denaro, oltre ovviamente ai canonici punti esperienza necessari per salire di livello. Personalmente, mi sono trovato più a mio agio a lottare nei panni di Akiyama grazie alle sue rapide combo, un po’ meno in quelli di Saejima, mentre in coda troviamo il povero Tanimura: il parry spesso e volentieri risulta inutile perché gli attacchi successivi non vanno a segno e le sue combo non sono nulla di particolarmente esaltante in confronto agli altri personaggi.

Di ritorno dal terzo capitolo, le “Rivelazioni”, una sorta di mini-game che ci servirà per apprendere nuove Heat Action. Se Kazuma e Akiyama utilizzeranno il loro keitai per fotografarle, un discorso a parte è da fare per Tanimura e Saejima: il poliziotto annoterà tutto sul suo taccuino da detective, mentre la Tigre tirerà fuori dal nulla un ceppo di legno e inizierà a scolpirlo per ottenere la statua che raffigura la nuova tecnica appresa. Geniale.

The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 4 - Recensione

Pure Love in Kamurocho

Purtroppo, YAKUZA 4 compie un passo indietro rispetto al capitolo precedente, offrendoci solo un unico quartiere esplorabile, Kamurocho. Sebbene di tanto in tanto ci capiterà di esplorare nuovi o vecchi ambienti al di fuori della città, come l’orfanotrofio Asagao (Morning Glory) o il carcere in cui è rinchiuso Saejima, le uniche novità in termini di level design sono date dalla presenza di porzioni inedite della città, mai riproposte nei capitoli successivi: i tetti, i sotterranei di Kamurocho e Little Asia. I primi saranno visitabili subito, a partire dai capitoli di Akiyama, e ci serviranno a spostarci velocemente per tutta la città passando inosservati ai malintenzionati, mentre per quanto riguarda le ambientazioni sotterranee, troveremo un’inedita galleria di negozi tramite cui potremo accedere ad alcune location di storia, il sistema fognario nel il quale potrà spostarsi Saejima (e accedere a un mini-game di speleologia) e l’immancabile Purgatorio con tutti i suoi divertimenti. Little Asia, infine, si troverà stavolta in alcuni vicoli accessibili unicamente da Tanimura, che ci consentiranno di esplorare una città dentro la città, talmente tanto stretta e claustrofobica che spesso non vedrete l’ora di uscire a respirare aria pulita.

Di ritorno da YAKUZA 3, una meccanica ripresa e perfezionata anche in JUDGMENT, quella degli inseguimenti: frustrante e approssimativa nel gioco precedente, qui viene rifinita tramite l’utilizzo di frecce che indicano la direzione e alcuni altri piccoli accorgimenti, ma soprattutto viene messa in secondo piano e utilizzata molto meno di frequente. Ciascuno dei personaggi, inoltre, potrà godere di attività secondarie esclusive: ad esempio Akiyama gestirà un Cabaret Club identico a quello che Kiryū aiutava a Okinawa nel terzo capitolo, Tanimura dovrà fermare i piccoli crimini di Kamurocho con l’ausilio della radio, mentre Saejima aiuterà Sodachi a costruire il proprio dojo allenando uomini apparentemente incapaci — e devo dire di essermi particolarmente infognato in quest’ultima. Ritroveremo anche i mini-giochi delle precedenti iterazioni come il Batting Center, il golf, il bowling, le freccette, i giochi d’azzardo e quelli tradizionali, il centro massaggi, la pesca e il Club SEGA con Ufo Catcher e BOXCELIOS 2. Tra le nuove attività avremo invece le terme con il divertentissimo quanto sconcio gioco del tennistavolo e un KARAOKEKAN rinnovato con canzoni celebri come Machine Gun Kiss, Kamurocho Lullaby e Pure Love in Kamurocho (per la mia cara Bakamitai dovremo attendere fino al prossimo episodio).

The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 4 - Recensione

GET to the Top!

Anche questa seconda parte di The Yakuza Remastered Collection ci soddisfa ampiamente dal punto di vista tecnico e, come il gioco recensito prima di questo, anche YAKUZA 4 gira a 1080p e 60 fotogrammi al secondo e offre un’ottima resa grafica sulla console di nuova generazione. I modelli poligonali sono più proporzionati di quelli del gioco precedente, ma i filmati pre-renderizzati sono ancora una volta di qualità inferiore rispetto al gioco in termini di risoluzione. Come ben saprà chi segue le nostre news, questa versione del titolo è caratterizzata da un importante cambiamento rispetto alla versione originale per PlayStation 3: l’attore che interpretava Masayoshi Tanimura, Hiroki Narimiya, non fa più parte del mondo dello spettacolo e al suo posto troveremo l’inedito Toshiki Matsuda, che ha registrato tutte le righe di dialogo e prestato il suo volto al personaggio.

The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 4 - Recensione

Chi era affezionato al vecchio Tanimura non potrà che storcere un po’ il naso, data la somiglianza non proprio calzante del nuovo attore, mentre chi non ha mai giocato al titolo prima d’ora non noterà alcuna stranezza e potrà tranquillamente affezionarsi al personaggio. La colonna sonora di YAKUZA 4, purtroppo, risulta spesso piatta e fuori luogo rispetto a quella di altre iterazioni della serie, fatta eccezione per il tema principale, quello del filmato di apertura: spesso lo ascolteremo anche nelle battaglie più salienti, tuttavia l’arrangiamento utilizzato non è dei migliori e risulta a tratti poco esaltante.

Celebra la saga di Kazuma Kiryū con una versione rimasterizzata degli splendidi Yakuza 3, 4 e 5. Gioca la collezione completa di Yakuza in 1080p e 60 fps, per la prima volta nella storia su una sola console. Include i contenuti ripristinati e una nuova traduzione inglese. Yakuza 3 Remastered, disponibile il 20 agosto 2019. Yakuza 4 Remastered, disponibile il 29 ottobre 2019. Yakuza 5 Remastered, disponibile l’11 febbraio 2020. Completa il viaggio del Drago di Dōjima.

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A chi consigliamo YAKUZA 4 Remastered?

Come già scritto nella recensione della versione rimasterizzata di YAKUZA 3, il target di riferimento di The Yakuza Remastered Collection, quindi anche di questa nuova edizione di YAKUZA 4, è la fetta di pubblico che si è avvicinata al brand solo nel corso di questa generazione con Yakuza 0 e Yakuza Kiwami, che ha proseguito col remake del secondo capitolo e ha preferito non gettarsi a capofitto in The Song of Life per timore di saltare dei passi importanti all’interno della storia. Questa raccolta, che include i tre capitoli originari di PlayStation 3, colma questo vuoto e ci permette di giocare su un’unica console tutti e sette i titoli che compongono questa saga. Come già ribadito in precedenza, tuttavia, i titoli di questa collection non hanno testi in lingua italiana e, come per YAKUZA 3, anche nel quarto capitolo la traduzione dei testi è stata completamente rivista e corretta e risulta nettamente migliore rispetto a quella precedente.

  • Una trama perfettamente orchestrata
  • Anche stavolta a 60 fps e 1080p
  • Traduzione rivista e migliorata
  • Per la prima volta quattro protagonisti diversi…

  • …Ma un solo quartiere a fargli da scenario
  • Il “nuovo” Tanimura non convince abbastanza
  • Poca libertà d’azione in diversi frangenti
YAKUZA 4 Remastered
4.4

Un tassello fondamentale per la serie

Diversamente dagli altri episodi giocati su PlayStation 4, questa versione rimasterizzata di YAKUZA 4 mi ha spinto a proseguire quasi senza sosta all’interno della trama, puttosto che “perdere tempo” con le decine di substory e gli innumerevoli divertimenti di Kamurocho. Questo perché, a mio parere, la trama di questo episodio, in grado di ricollegarsi e chiudere perfettamente un cerchio che coinvolge i primi tre (e persino Yakuza 0, uscito dopo), è orchestrata in maniera quasi perfetta, con pochissime incertezze concentrate quasi tutte sul finale. A livello di giocabilità, ci si attesta sempre su ottimi livelli, l’unica pecca è che il sistema di crescita di ciascuno dei quattro protagonisti ci costringe a ricominciare da capo ogni volta che partiremo con una nuova porzione di gioco, e quindi non esorta a potenziarli quanto richiederebbero le fasi finali del gioco. YAKUZA 4 resta ancora uno degli esponenti migliori della saga e il tassello fondamentale all’interno della trama generale della storia di Kazuma Kiryū e del Clan Tōjō.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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