Sword Art Online Alternative: Gun Gale Online – Recensione

GGO, il mondo rivestito di sabbia e polvere da sparo, torna ancora una volta sul piccolo schermo con una protagonista tanto piccola quanto incredibile: questo è Sword Art Online Alternative: Gun Gale Online

Sword Art Online Alternative: Gun Gale Online - Recensione

Penso che chiunque si definisca, anche solo a grandi linee un videogiocatore abbia sognato almeno una volta di immergersi completamente nel mondo virtuale rinchiuso dall’altra parte dello schermo, di esplorarlo in lungo e in largo e vivere in prima persona ogni tipo di avventura che quelle terre sconosciute possono offrire.

Questa sorta di sogno impossibile, nel corso degli anni, ha stimolato la fantasia di  tantissimi autori che con stili e media diversi, hanno cercato di collegare questi due mondi nelle loro opere; la più famosa e in certo senso controversa è Sword Art Online, light novel inizialmente pubblicata da Reki Kawahara online, sotto pseudonimo, nell’ormai remoto 2002 . Il successo di  Sword Art Online, anche conosciuto più semplicemente come SAO, come succede per molte light novel, arriva con l’adattamento anime  che, nella rovente estate del 2012, a sorpresa, travolse tutti i fan degli anime, creando un seguito incredibile che tuttora conta un numero abnorme di fan in tutto il mondo. Come ogni cosa che ottiene un discreto successo, al giorno d’oggi anche SAO è stato vittima della sindrome del “spremiamolo fino a quando non rimane più niente” — adesso, infatti, abbiamo una totale (o quasi) rivisitazione del primo arco narrativo con Progressive, i videogiochi per console e PC (Lost Song, Fatal Bullet e così via), i gacha game per cellulari (Memory Defrag e Code Register) e ultimi, ma non meno importanti, gli spin-off che raccontano storie quasi completamente scollegate dalle avventure di Kirito e della sua banda.

Per questo oggi ci troveremo a parlare dell’adattamento animato uno di questi spin-off, ovvero Sword Art Online Alternative: Gun Gale Online, anime realizzato dallo studio 3Hz, tratto dalla serie di light novel basate sull’arco narrativo Phantom Bullet.

Fin da piccola, Karen Kohiruimaki è sempre stata più alta della maggior parte dei suoi coetanei e per questo motivo ha sempre faticato tantissimo a stringere legami con gli altri e integrarsi nella società. Questo problema col passare del tempo porta la giovane ad avere una vera e propria ossessione per la propria statura e a desiderare con tutta sé stessa di non essere mai nata con quel corpo “gigantesco”.

Un giorno come tanti, facendo zapping fra un canale e l’altro, Karen si imbatte in un telegiornale che in quel preciso istante stava parlando del caso SAO, dei VRMMO e di come in questi mondi si potesse avere un alter ego virtuale completamente diverso da come si è nel mondo reale. Incuriosita da questa notizia, la nostra protagonista non perde tempo e chiama immediatamente la sua miglior amica, nonché sua “maestra” nell’ambito videoludico. Miyu, esaltata per l’interessamento dell’amica ai VRMMO, la invita subito a comprarsi un Amusphere e ALfheim Online; purtroppo, come spesso succede, le cose non vanno nel modo in cui aveva immaginato la nostra eroina: gli avatar dei giochi legati al pacchetto “The Seed”, infatti, vengono generati casualmente.

Contando anche la sfortuna che la perseguita, Karen si ritrova nel corpo di quella che si può tranquillamente definire una “gigantessa” e, in preda ad una crisi di panico dovuta alla sua ossessione, decide immediatamente di resettare il suo personaggio, ma purtroppo nessuna delle trentasei conversioni rispecchia il canone di bellezza della ragazza. Alla trentasettesima conversione la giovane studentessa universitaria, ormai in preda alla depressione più totale, cambia completamente umore dopo essersi guardata per l’ennesima volta allo specchio: infatti, quella che vede riflessa non è un “donnone”, bensì una carinissima ragazzina dai capelli castani alta poco più di un metro e cinquanta, che assomiglia più a una bambola che ad un essere umano. Euforica per l’accaduto, Llenn (questo è il nome dato da Karen al suo avatar) inizia a saltellare come un coniglio per la città, inconsapevole che, in quel mondo desertico dove le armi da fuoco regnano sovrane, ogni fibra del suo essere verrà messa alla prova.

La storia che vuole raccontare Alternative Gun Gale Online non è particolarmente profonda o eccessivamente complicata ma, esattamente come il primo arco narrativo della serie originale, riesce a tenere sempre alta l’attenzione dello spettatore per tutti e 12 gli episodi da cui è composta, grazie ai suoi piccoli colpi di scena e cliffhanger, con continue domande sul passato e in parte sul futuro dell’universo di Sword Art Online.

Uno dei punti di forza di AGGO sono, senza ombra di dubbio, i suoi protagonisti che, per quanto non spicchino proprio di originalità, riescono dopo poche battute a risultare interessanti e piuttosto divertenti. Un plauso particolare alle protagoniste, che a differenza di quelle del SAO classico, non risultano affatto mercificate per far innalzare lo status dell’eroe principale. Lo stesso però non si può dire invece di gran parte dei personaggi secondari: non ricevendo quasi nessuna caratterizzazione, risultano poco più che carne da macello sacrificabile nel corso delle battle royale.

Tecnicamente parlando, Alternative Gun Gale Online è quello che si può definire un piccolo capolavoro, un occhio di riguardo va alla fluidità di ogni singola sparatoria, una vera e propria goduria per gli occhi, così come la cura per le armi da fuoco e per i dettagli dei protagonisti. Tutto questo risulta ancora più incredibile se pensiamo che uno studio relativamente giovane e con “poca” esperienza come 3Hz, di cui si ricordano giusto due o tre anime come Sora no Method, Flip Flappers e Princess Principal, sia riuscito con un budget decisamente limitato per una serie importante come Sword Art Online a tirar fuori un prodotto di così curato e appagante per gli occhi.

La colonna sonora di AGGO, è diretta da un assoluta leggenda, tale Jin Aketagawa, famoso in tutto il mondo dell’animazione per aver diretto il suono in centinaia di serie, fra cui spiccano Your Lie in April, White Album 2 e A Certain Scientific Railgun. Il livello delle soundtrack, come ci si poteva aspettare, è infatti molto alto, in più qualche inserimento sporadico di temi musicali legati alla serie originale non può far altro che lasciar sorridere i fan più accaniti del mondo creato da Kawahara. Unica pecca è che, essendo pur sempre un anime basato sulle armi da fuoco, il continuo sparacchiare dei vari fucili spesso si sovrappone alla traccia riprodotta in quel momento con un suono non troppo “elegante”.

La opening “Ryuusei” è affidata a Eir Aoi, voce nota al mondo di Sword Art Online per aver cantato due opening della serie principale (Innocence e Ignite); la sigla di chiusura, “To see the future”, invece, è realizzata dalla giovanissima Tomori Kusunoki, voce anche della protagonista Karen e della sua controparte virtuale Llenn.

Il cast dei seiyuu, fatta eccezione per la voce della protagonista, è composto da veterani del settore come Yoko Hikasa (Mio di K-ON, Rias Gremory di High School DxD, Maria Cadenzavna di Eve Symphogear) nei panni della misteriosa Pitohui, Chinatsu Akasaki (Shinka Nibutani di Chunibyo, Alice Nakiri di Food Wars) dà la voce all’imprevedibile amica della protagonista Miyu e infine Kazuyuki Okitsu (Gunzou Chihaya di Arpeggio of Blue Steel, Serpico di Berserk) che presta la voce al possente M.

Tanti proiettili quanto divertimento

Sword Art Online Alternative: Gun Gale Online non sarà forse il miglior adattamento per molti “fan hardcore” della serie, ma di certo è il più divertente. Infatti, oltre a restare sempre coerente con lo spirito della serie, AGGO riesce a dare uno sguardo più approfondito a tutto ciò che circonda il piccolo mondo di Kirito & co. e racconta di come molte loro azioni hanno ripercussioni su persone a loro completamente slegate. Se alla storia, già molto interessante di suo, ci aggiungete personaggi tanto divertenti quanto carismatici, ottime scene d’azione e una colonna sonora diretta alla perfezione, avrete uno degli anime imperdibili della scorsa stagione. Se consiglio Sword Art Online Alternative: Gun Gale Online? Assolutamente sì, e questo consiglio va sia ai fan della serie, a cui magari l’antipasto offerto lo scorso hanno anche chiamato Ordinal Scale non è bastato a ridurre l’attesa per Alicization, ma anche a coloro che sono sempre stati un po’ in guardia di fronte ai vari adattamenti animati della novel di Reki Kawahara.

Consigliato a tutti

Pseudo-giocatore di Weiß Schwarz e Love Liver alla costante ricerca di giochi, anime e manga sconosciuti alle masse che lo facciano sentire come un piccolo Indiana Jones. Nonostante i risultati non proprio incoraggianti, continua a sognare di diventare un pro player.

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