Mario Tennis Aces – Recensione

Mario Tennis Aces porta finalmente racchette e palline su Nintendo Switch, ma non sempre una battuta può trasformarsi in un ace. Sarà riuscito a stupirci?

Mario Tennis Aces - Recensione

Mario Tennis Aces - Recensione“Benvenuti amici sportivi! Siamo in diretta dalla Marinarena. La finale è a un punto cruciale: chi si aggiudicherà la vittoria? Come da pronostico, la squadra di Mario e Peach sta nettamente dominando. Bowser ha dato fondo a tutta la sua energia nella prima parte della partita e ora è in difficoltà. Siamo alla palla dell’incontro! Un solo punto separa la squadra di Mario dal trionfo!”

Al termine dell’emozionante partita finale del torneo di tennis del Regno dei Funghi è successo qualcosa di imprevedibile: Wario e Luigi, sopraffatti da un potere misterioso, hanno portato in dono ai vincitori una misteriosa racchetta, la più potente del mondo, quella del tempio di Solarius. Purtroppo la stessa si è rivelata maledetta e in grado di soggiogare la mente di chi ne entra in contatto… come il povero Luigi. Una volta preso in mano lo strumento, il verde idraulico è stato circondato da un potere oscuro che, come un tornado, ha finito per distruggere lo stadio intero.

Toccherà, come sempre a Mario, aiutato dal prode Toad, accorrere in aiuto della sua princ… ehm… del suo distratto fratello. Dovrà esplorare la misteriosa isola di Solarius e affrontare mille peripezie armato di racchetta e palline per liberare il mondo dalla maledizione di Lucigna.

Ottavo gioco della serie tennistica del Regno dei Funghi (se si considera quello per Virtual Boy), Mario Tennis Aces approda su Nintendo Switch dopo un semi-fallimentare Ultra Smash sulla sfortunata Wii U. Col precedente esponente tennistico del portfolio di CAMELOT, Aces condivide in linea di massima il gameplay costituito da colpi speciali (sebbene diversi da quanto visti in precedenza) e il motore grafico, ma soprattutto riporta in auge una modalità andata persa negli ultimi episodi: la modalità Avventura, propinataci sin dal primo avvio del gioco ancor prima del menu principale. Ho passato un po’ di tempo in compagnia dell’ultima fatica dello studio di Tokyo ed è giunto il tempo di esporvi le mie più sincere opinioni.

  • Titolo: Mario Tennis Aces
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Genere: Sportivo
  • Giocatori: 1-4
  • Software house: Nintendo
  • Sviluppatore: CAMELOT
  • Lingua: Italiano (testi)
  • Data di uscita: 22 giugno 2018
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: personaggi distribuiti gratuitamente
  • Note: portachiavi a forma di palla da tennis come pre-order bonus

Ciascun gioco del franchise di Mario, dai platform, alle corse e in questo caso agli sportivi, presenta ogni volta un qualcosa di nuovo, un gimmick che lo caratterizza e lo distingue dai precedenti titoli dello stesso franchise. Per Mario Tennis Open era l’utilizzo dello schermo inferiore per l’esecuzione dei colpi speciali, per Ultra Smash su Wii U era la possibilità di inghiottire un fungo per diventare giganti e in questo Aces la caratteristica più eclatante è sicuramente la possibilità di spezzare la racchetta dell’avversario e vincere per K.O. sfruttando un supercolpo ben assestato. Questo, assieme alla presenza delle azioni speciali eseguibili mediante il caricamento dell’apposito indicatore di energia, aggiunge una componente strategica davvero niente male anche ai match più semplici, che non si limiteranno più al “tira a destra piuttosto che a sinistra, smorza il tiro o fai un pallonetto per tentare di fregare l’avversario”.

Quando andare in rete non ci coglie in fallo

Imparare a giocare bene sfruttando ciascuna delle caratteristiche offerte da Mario Tennis Aces sarà essenziale per godersi appieno quella che è, a tutti gli effetti, la modalità principale per un titolo di questo tipo: la modalità Torneo online, già testata nella demo online pre-lancio e strutturata in modo davvero accattivante. Lasciando perdere per un attimo l’eventuale lag causato dai problemi di connessione nostri o degli avversari, concentriamoci sul gameplay. Una volta scelto il nostro personaggio fra i sedici del roster base (a cui se ne aggiungeranno, mano a mano, altri) prestando attenzione alla tipologia — bilanciata, basata sulla potenza, sulla velocità o sulla tecnica, affronteremo una serie di match a eliminazione diretta che ci porteranno dritti all’ambita coppa, e vi assicuro che non sarà affatto facile riuscirvi. Sul campo, oltre ai classici top spin, slice, colpo piatto, smorzato e pallonetto, potremo contare sul già citato indicatore di energia che ci consentirà di accumulare la forza necessaria ad eseguire le azioni speciali. Tale potere si ottiene caricando ciascuna risposta alla perfezione e calcolando le giuste tempistiche: con l’indicatore pieno anche in parte potremo sfruttare il Colpo intenso e la Velocità intensa, con l’indicatore pieno potremo invece sfruttare il Colpo speciale.

Il primo, in maniera analoga a quanto accadeva in Mario Tennis Open e Ultra Smash, potrà essere eseguito premendo un apposito tasto (R, di default) quando saremo piazzati sul segnalino a forma di stella, e sarà in grado di danneggiare la racchetta dell’avversario se non bloccato col giusto tempismo, oppure, tramite la mira in prima persona che si attiverà automaticamente, potremo direzionarlo nel punto più lontano del campo per assicurarci un punto in più. La Velocità intensa, invece, ci consentirà letteralmente di rallentare il tempo per correre in direzione della palla, molto utile quando vorremo bloccare colpi intensi senza subire danni. Il Colpo speciale, infine, si presenta con un’animazione diversa per ogni personaggio, una piccola cutscene, che culminerà in un tiro quasi imparabile in grado di mandare K.O. l’avversario, a meno che anche lui non decida di bloccarlo con un tempismo pressoché perfetto o innescandolo a sua volta. A questi si aggiunge infine il Colpo tecnico, una vera e propria acrobazia che ci consentirà di dirigerci da una parte all’altra del campo per prendere una palla altrimenti impossibile: non consumerà energia, al contrario ci consentirà di riempire l’indicatore quasi al massimo se eseguiremo un recupero alla perfezione. Peccato che, oltre che con l’analogico destro (quindi direzionabile) questo colpo speciale venga attivato anche mediante la doppia pressione del tasto X, solitamente utilizzato per il pallonetto. Ho trovato non poche difficoltà a causa di questa scelta nei comandi, spesso ho perso una palla perché intendevo eseguire un pallonetto caricato e spesso e volentieri per errore è risultato in un Colpo tecnico a vuoto.

Se tutto ciò dovesse risultarvi complicato o fin troppo astruso per un match di tennis, potete pur sempre cimentarvi in un torneo con regole semplici e godervi lo sport per quello che è (quasi) realmente.

Lo swing non si balla da soli

Se giocare online non fa per voi (e posso capirvi perfettamente) oppure se non avete la benché minima intenzione di pagare l’abbonamento ai servizi Nintendo in un prossimo futuro, Mario Tennis Aces mette a disposizione anche una serie di modalità offline, che spaziano dal single player al multigiocatore offline sulla stessa console. Per chi ama i classici match, Nintendo e CAMELOT ci mettono a disposizione una modalità Torneo anche offline… peccato che le coppe a disposizione siano solo tre e siano tanto, troppo facili anche alla prima run, specie se vi siete già confrontati con qualche avversario in rete. E basta. Tutto qui. Potremo allenarci con un semplice tutorial, oppure tornare ai tempi di Wii Sports con la Modalità swing, inserita giusto come contentino per le famiglie e i giovanissimi, in cui saremo chiamati a giocare agitando come forsennati il Joy-Con a destra e sinistra a mo’ di racchetta, persino scegliendo di farlo con una palla da tennis grossa e leggera come un pallone da spiaggia. Davvero, a parte il torneo non c’è davvero alcuna attrattiva per chi vuole concedersi un momento di solitudine. A meno che non vogliate essere tanto coraggiosi e sprovveduti da cimentarvi in quella particolare modalità che Nintendo c’ha fatto tanto sudare in questi ultimi anni e che non vedevo l’ora di affrontare: la modalità Avventura.

Manco fossimo a Wimbledon

No, non ho dimenticato di parlarvene fino a questo momento, ho voluto esplicitamente lasciarla alla fine, come ciliegina sulla torta. Una ciliegina, però, dal gusto davvero amaro, perché per me è stata proprio questa a rovinare un prodotto che altrimenti sarebbe potuto essere ottimo. Con un espediente narrativo semplicissimo ma potenzialmente efficace e una mappa che pare uscita direttamente da Donkey Kong Country, assisteremo a una serie di brevi (e fastidiosi già così) dialoghi che intervalleranno viaggetti a piedi o su vari mezzi di trasporto da punto A a punto B, all’interno dei quali verremo sfidati da taluni avversari oppure chiamati a portare a termine mini-giochi o affrontare addirittura boss battle.

Se ciò sulla carta sembra davvero emozionante e non vi fa vedere l’ora di avviare la console e sbaragliare tutto il possibile, nella realtà ci mette di fronte a un vero e proprio muro costituito da un livello di difficoltà bilanciato nel peggiore dei modi. Mini-giochi che di punto in bianco si trasformeranno negli allenamenti infernali subiti da Mila Azuki in Attacker You, avversari che fino al platform precedente morivano con un salto in testa e che di punto in bianco metterebbero in ginocchio persino Roger Federer e soprattutto frustranti e noiose boss battle eccessivamente prolisse e dai pattern tutti, dannatamente simili, che diventano ancora più fastidiose da giocare per via di un inesorabile conto alla rovescia che verrà ulteriormente accellerato ogni qual volta compiremo un errore. A questo si aggiunge poi un altro elemento molesto: ogni qual volta falliremo una sfida non ci verrà chiesto subito se vorremo provare nuovamente ad affrontarla; assisteremo alla sequenza di dialogo dove il nemico si fa beffe di noi con i poveri Mario e Toad delusi dalla propria incapacità, per poi tornare alla mappa; dopodiché dovremo nuovamente avviare la missione, assistere di nuovo alla sequenza di dialogo introduttiva (che stavolta potremo saltare, volendo) e attendere nuovamente il caricamento. E così via, fino a che il livello non verrà superato. Sarebbe bastato ficcarci un bel “Riprova / Torna alla mappa” direttamente nella schermata della partita ed evitare tutti questi inutili passaggi che non fanno altro che rallentare il ritmo di gioco.

In questa modalità, nella quale utilizzeremo unicamente Mario, avremo a che fare con livelli e statistiche in stile RPG e racchette collezionabili, a mio parere elementi del tutto trascurabili se si imparano a menadito le meccaniche descritte prima e i pattern di attacco dei boss. Unica, vera utilità di questa pessima e sbilanciatissima Avventura (che più di una volta mi ha esortato a scoprire che reazione avesse il mio gatto assaggiando la cartuccia del gioco) risiede nel fatto che sarà l’unico modo tramite il quale sbloccheremo le arene aggiuntive… che potremo utilizzare unicamente in modalità multigiocatore. La modalità Avventura sarebbe dovuta essere il piatto principale per coloro che non amano giocare in compagnia, ma è finita col diventare uno scoglio insormontabile per tutti coloro che non hanno la benché minima intenzione di tramutarsi nella copia da divano di Rafael Nadal e godersi unicamente mini-giochi e partite in maniera divertente e spensierata. A loro tocca solo ripetere più e più volte i tre tornei disponibili.

Cosa può esserci di più irritante?

Cosa può farmi andare fuori dai gangheri più di una serie di livelli (obbligatori e opzionali) messi lì solo per farci perdere tempo nell’illusione che l’Avventura duri più di una manciata di ore? La dannata, irritante voce del commentatore che non è nemmeno capace di finire una frase, lasciandoci in sospeso con costanti cliffhanger ogni qual volta vinceremo un game o una partita: “Gioco, partita e incontro…”. Cosa? CHI? Costava tanto fargli doppiare un paio di battute in più con “Giocatore uno” oppure coi nomi di una ventina di personaggi? Davvero non vi siete accorti di quanto sia una tortura per il sistema nervoso sentire costantemente frasi che mancano di una conclusione, che ci lasciano lì sospesi in un limbo che ci porteranno irrimediabilmente a sviluppare un disturbo ossessivo-compulsivo?

Messo da parte l’astio per la voce narrante, ci ritroviamo di fronte a un comparto tecnico di tutto rispetto. Mario Tennis Aces è una gioia per gli occhi, pur sfruttando in gran parte il lavoro svolto sul predecessore per Wii U. Il livello di dettaglio di campi da gioco e personaggi è davvero notevole e tutto scorre in maniera fluida e frenetica, almeno offline; online il titolo è inevitabilmente vittima di lag e rallentamenti, ma ciò è da imputare alla connessione dei contendenti e non al motore grafico. Ottimo da giocare anche in mobilità.

A chi consigliamo Mario Tennis Aces?

Se non fosse per l’imminente lancio di OCTOPATH TRAVELER non sarebbe certamente il periodo d’oro per un Nintendo Switch vittima di costanti porting di titoli provenienti dalla generazione precedente o usciti sulle console concorrenti anche da più di un anno (e venduti a prezzo pieno), per questa ragione titoli come Mario Tennis Aces sono da consigliare al volo a chi possiede l’ibrida di casa Nintendo ed è assetato di nuove cartucce con cui passare il tempo. Aces è ottimo per chi intende perfezionare le proprie abilità e mettersi alla prova con giocatori in rete, in maniera analoga a Splatoon 2 o ARMS, un po’ meno per chi è alla ricerca di un prodotto da godersi in piena solitudine o su cui non intende strizzare il sudore delle proverbiali sette camicie.

  • Gameplay profondo e ben congegnato
  • Personaggi extra distribuiti gratuitamente
  • Visivamente appagante

  • Modalità Avventura sbilanciata e inutilmente frustrante
  • Pochi tornei e troppo facili per il single player
  • Il commentatore è davvero irritante
Mario Tennis Aces
3.6

Una racchettata nei denti

Mi reputo deluso dal tempo passato in compagnia di Mario Tennis Aces in seguito a mesi di hype scaturiti dal suo annuncio? Probabilmente sì: ma non per il gioco di tennis in sé, che dal canto suo può contare su una realizzazione tecnica e nuove meccaniche davvero accattivanti, ma per via di ciò che più mi aspettavo di apprezzare in questo nuovo capitolo, la modalità Avventura. Ho provato un senso di frustrazione decisamente troppo alto nel tentativo di superare alcuni livelli e devo dire che non ho riscontrato gli stessi problemi nemmeno giocando online e arrivando spesso alle fasi finali dei tornei — divertendomi. Probabilmente un miglior bilanciamento avrebbe giovato e reso migliore l’esperienza, ma ciò non toglie il fatto che si tratta di una delle uniche due modalità disponibili per chi ama giocare da solo. La modalità Torneo offline è facile e di breve durata e la Modalità swing divertirebbe solo i giocatori più giovani. Mi auguro solamente che il supporto di Nintendo non si limiti unicamente all’inserimento di nuovi personaggi, bensì di nuove coppe e nuove modalità che impreziosirebbero di certo un prodotto dal gameplay decisamente valido.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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