Attorno al cibo gravitano le storie più belle, le storie che ci hanno segnato. Sapori e odori si confondono nelle nostre memorie per arricchire il significato delle nostre esperienze. Questa è la storia di Ultima notte a Pechino, la storia di He Liu e della sua ragazza, in giro per le strade della capitale cinese, tra chiacchiere e cibo raccontano la loro infanzia seguendo gli odori e i sapori che ricordano loro momenti specifici della propria vita. Il cibo è veicolo per i ricordi, ricordano vecchie amicizie, amori mai ricambiati e i piccoli traumi che li hanno resi adulti.
Golo Zhao è un autore prolifico di origini cinesi, uno degli autori più influenti del fumetto mondiale della generazione asiatica. Ha collaborato con autori francesi del calibro di Jean-Marie Omont per la serie Yaya. È un autore che fa della nostalgia il suo punto cardine, abile e ottimo nella narrazione emozionale, dotato di una semplicità narrativa disarmante. Affacciarsi alle sue opere significa venire cullati dolcemente dalla narrazione e venire sfiorati da sentimenti puri e semplici.
- Titolo originale: 人間有味 (Renjian You Wei)
- Titolo italiano: Ultima notte a Pechino
- Uscita italiana: 21 luglio 2023
- Numero di volumi: 1
- Casa editrice: BAO Publishing
- Genere: Psicologico, Slice of life
- Disegni: Golo Zhao
- Storia: Golo Zhao
- Formato: Brossurato
- Numero di pagine: 256
Abbiamo recensito Ultima notte a Pechino tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da BAO Publishing.
La vicenda
He Liu è un ragazzo ormai adulto. Passeggia con la ragazza per le strade di Pechino mentre si godono la loro ultima notte nella capitale. Il giorno dopo infatti, torneranno a vivere nella cittadina dove sono cresciuti. Mentre ripercorrono i loro ristoranti preferiti spizzicando cibo qua e là, He Liu si lascia andare agli odori e ai sapori rievocando i ricordi più intensi legati al cibo.
Ricorda di un vecchio amico che quando erano al liceo aveva preso una brutta strada, di un amore mai ricambiato, di un compagno di classe bizzarro che riusciva a far mettere d’accordo tutti quanti col suo carisma e di una coscia di pollo che gli ricorda un suo caro amico d’infanzia.
He Liu e la sua ragazza si scambiano storie, momenti tragici, momenti felici, ricordi che ormai appartengono al passato. Così facendo tracciano un filo lungo lungo che ripercorre la loro storia e tutto si ricongiunge nel presente per prepararsi a un futuro che è lì ad aspettarli e, soprattutto, è lì per sorprenderli.
Le tematiche
Al centro della narrazione il tempo e la crescita svolgono un ruolo fondamentale. He Liu non può infatti fare a meno di vedersi allo specchio senza ricordarsi da dove è passato e soprattutto che cosa lo aspetterà nel prossimo futuro. I ricordi di He Liu sono intensi, i suoi traumi, per quanto negativi, portano un peso che lo hanno reso più forte, più sicuro.
Il secondo tema fondamentale è sicuramente quello delle apparenze, specialmente delle apparenze sociali. Almeno due delle quattro storie da lui narrate si fondano sull’ambiguità del giudizio e ruotano attorno a personaggi che mostrando poco di se stessi finiscono per essere giudicati amaramente dalla società in cui vivono, avida di pettegolezzi. I rapporti umani però possono svelare qualcosa che queste persone nascondono in fondo al cuore, spesso un tesoro che le rende speciali, uno spiraglio di luce che li rende unici. Se c’è una cosa che He Liu ha imparato da queste esperienze è sicuramente il fatto di non giudicare dalle apparenze, di fidarsi dei rapporti e di coltivarli per conoscere a fondo le persone che incrociano la nostra vita.
Infine il cibo, se c’è infatti un punto in comune che unisce la nostra cultura a quelle asiatiche è sicuramente il rapporto che hanno col cibo e la convivialità. Il cibo può creare legami, perché è un forte veicolo di sensazioni, il cibo intensifica i ricordi e li lega indissolubilmente alle persone, agli oggetti e alle situazioni nelle nostre memorie. Qui il cibo è il veicolo con cui i ricordi vengono a galla, lasciando sempre una nota dolce e piacevole, anche nelle situazioni più difficoltose.
Lo stile grafico di Zhao
Golo Zhao ha un tratto leggero, tondo e dolce che mostra con delicatezza le emozioni dei personaggi, attraverso molti primi piani accattivanti e silenzi che lasciano spazi alle riflessioni. Gli sfondi e i paesaggi hanno un tratto molto impressionistico, spesso sfocati quando il soggetto principale della vignetta è uno dei personaggi ma rendono atmosfere molto placide e silenziose. Molto belli anche gli sfondi nei momenti più introspettivi, attraverso soluzioni di colori a contrasto rende queste vignette in maniera molto evocativa. Unica pecca la scarsa varietà nella fisionomia dei volti che a volte rischia di confondere.
Il coloring è sicuramente il suo punto forte, le tonalità pastello spesso usate in contrasto fra loro rende molto leggibili le situazioni raffigurate. I colori sfumati e mai troppo accesi rendono un’atmosfera placida e decisamente rilassante. La lettura ne giova parecchio di fronte all’estetica cromatica.
Altro punto di forza è sicuramente quello di colorare i baloon dei personaggi nei dialoghi in modo diverso a seconda dell’interlocutore, anche questo metodo permette di capire subito chi sta parlando, soprattutto quando i soggetti sono fuori dall’inquadratura delle vignette.
Infine il cibo è sempre rappresentato con grande cura, perfettamente riconoscibili gli ingredienti nei piatti mostrati. Il disegno anche nella rappresentazione del cibo mantiene un tratto molto sintetico, ma i tratti essenziali di ogni piatto prendono vita rendendo ogni forma perfettamente riconoscibile. Ciò testimonia lo splendido rapporto che l’autore ha in generale con il cibo, l’attenzione che egli pone alla dimensione culinaria la rende la protagonista nascosta dell’intera opera.
L’edizione di BAO
Il volume di BAO Publishing è piacevole al tatto, rigido, carta spessa e satinata e un formato 17 x 23 che permette di apprezzare molto bene le tavole disegnate dall’autore. L’impaginazione mantiene i bordi abbastanza spessi che, variando di colore dal nero al bianco, permettono subito l’identificazione della scena nel passato o nel presente. I salti temporali dettati dall’intreccio sono dunque molto riconoscibili. Unica pecca la scelta del font, leggibile ma non adatto esteticamente al comparto grafico del fumetto. Resta comunque ottimo il comparto note che risolve molti dubbi su termini o riferimenti culturali molto stretti.
In definitiva è comunque un’ottima edizione, specialmente per il materiale pregiato che è stato usato che rende giustificabile il prezzo dell’albo. Ancora una volta quindi complimenti alla casa editrice per la cura e per la scelta di avere una storia così in catalogo.
Dopo essere cresciuto nella campagna cinese, He Liu si è trasferito nella metropoli di Pechino e fa finta che il suo passato non esista. Una notte, però, una forte nevicata ricopre la città e il ragazzo si ritrova a camminare per le strade di una città che gli sembra quasi di non conoscere. In compagnia di una sua amica, He Liu si sposta di locanda in locanda, costringendosi a fare i conti con il passato e a raccontarsi per la prima volta in maniera sincera. A metà tra il racconto autobiografico e il romanzo di formazione, il ritorno di Golo Zhao è un libro dolcissimo e sognante, proprio come l’autore ha sempre abituato i lettori con i suoi precedenti lavori.
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A chi consigliamo Ultima notte a Pechino?
Golo Zhao è un abilissimo narratore di quotidianità. Consigliamo a chi adora gli slice of life, a chi vuole assaporare la malinconia dei ricordi e chi è solito crogiolarsi nelle memorie per ricordarsi della strada che è stata fatta. Infine a chi adora il cibo orientale e ha voglia di un viaggio fatto di sensazioni sapori e gusti che coronano le vicende dei nostri personaggi.
- Storia semplice e ingaggiante
- Difficile la comprensione di alcune pratiche sociali a causa del gap culturale
Ultima notte a Pechino
Un viaggio tra i ricordi e i sapori della capitale cinese
Attraverso sapori e ricordi Golo Zhao ci dona questa antologia di memorie. In Ultima notte a Pechino una linea sottile collega, infanzia, adolescenza e età adulta tramite i ricordi che permettono di volgersi indietro e vedere la strada che è stata fatta. Per proiettarsi verso il futuro, mettersi in cammino. Guardare indietro per guardare avanti.