Shaman – Recensione del primo volume

Dopo aver parlato di Squisito! riprendiamo con il tema dei manga italiani pubblicati da Jundo parlando di Shaman, uno dei progetti più interessati dalla giovane casa editrice. Fin dal suo annuncio, infatti, ammetto che lo shonen è riuscito a catturare il mio interessa anche perché, a causa del titolo, mi ricordava tantissimo Shaman King, il cui anime mi ha tenuto compagnia per anni nelle mie notti insonni.

Cominciando a leggere l’opera dei due artisti italiani, Shinichi Hotaka e Arisu, però noto fin da subito come quest’ultima riesce a scostarsi bene dal capolavoro di Hiroyuki Takei, trovando una propria dimensione.

Abbiamo recensito Shaman tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da Jundo.

La storia, dunque, si apre mostrandoci subito il protagonista di Shaman, ossia Aki alle prese con quello che sembra un sogno in cui qualcuno o qualcosa gli sta parlando. Al suo risveglio, infatti, qualcosa è cambiato dato che il ragazzo troverà una misteriosa sfera proprio accanto a dove stava dormendo. Come ci verrà spiegato nelle pagine successive, dunque, in questo mondo esistono queste reliquie in grado di donare incredibili poteri ai loro possessori. Inoltre, un po’ come i frutti di One Piece, anche i sigilli di Shaman saranno tutti diversi fra loro donando dei poteri elementali e non. Ad esempio alcuni dei personaggi baseranno il proprio potere rispettivamente sulla musica e sui monarchi. Sfortunatamente per Aki però non tutti i possessori dei sigilli sono buoni anzi lui non farà neanche in tempo a trovarlo che verrà braccato da uno dei cacciatori, dei veri e propri cercatori di sigilli che non hanno problemi ad uccidere per portare a termine la loro missione.

Quello che mi ha particolarmente colpito di Shaman è il suo ritmo. Fin dalle prime pagine assisteremo a diversi scontri in cui, suo malgrado, Aki verrà coinvolto, il tutto però spezzato da diverse spiegazioni che riguardano la trama. Giusto per fare un esempio, piuttosto che rallentare il ritmo con dei baloon esplicativi, l’utilizzo dei sigilli ci verrà spiegato direttamente da un esperto in materia a cui Aki si rivolgerà dato che anche lui era completamente ignaro di cosa potesse fare la sfera. Un altro elemento chiave di Shaman, come ribadito più volte, è lo Yin e lo Yang, il concetto di luce e ombra.

Come anticipato, infatti, non tutti useranno i sigilli a fin di bene e l’inesperto di Aki si ritroverà subito a rischiare la vita dato che non ha ancora capito qual è il suo potere. Questo primo vero scontro, inoltre, mi ha ricordato un pò il primo Yoh contro Len, prima dell’inizio del torneo degli sciamani solo che, in questo caso, il protagonista non ne uscirà bene, cosa che trovo molto più realista data la sua inesperienza. Shaman ha tutte le carte in regola per essere il vostro prossimo shonen preferito.

Nota di merito anche per i disegni i quali nonostante uno stile molto sporco riescono a rendere chiari anche le vignette più frenetiche. Piccola ciliegina sulla torta l’utilizzo dei retini sugli sfondi, i quali hanno contribuito a dare una maggiore profondità a diverse scene. Per soli sei euro, inoltre, potremo portarci a casa un’edizione di tutto rispetto con anche la sovvracopertina che nasconde il medesimo disegno della cover ma “abbozzato”. Inoltre il titolo del manga è stato stampato in rilievo e con un bordo dorato, scelta che è riuscita a dare non poco pregio al volume.

A chi consigliamo Shaman?

Shaman è un ottimo prodotto, uno shonen che consiglierei ad ogni fan del genere. A mio avviso, infatti, Arisu e Shinichi sono riusciti a prendere il meglio di diversi capisaldi del genere e a mescolarli insieme. Come detto, infatti, l’opera non brilla per originalità ma funziona maledettamente bene che tutto questo non risulterà un problema, anzi, non vedremo l’ora di saperne di più sul mondo creato dai due artisti italiani.