Il secondo appuntamento con gli anime della stagione 2019 sul grande schermo di Nexo Digital è dedicato a Makoto Shinkai: il film che ha dato fama al regista, ma soprattutto il riconoscimento che merita. 5 CM AL SECONDO nasce nel lontano 2007 conosciuto inizialmente col titolo in inglese, ma che è soltanto la traduzione letterale dell’originale Byōsoku go Senchimētoru (秒速5センチメートル). Una scelta oculata, considerando che riporta il nome del terzo cortometraggio dei tre che la pellicola racconta nel corso di 63 minuti carichi di tutta l’intimità di cui Shinkai è capace; una divisione in tre atti che ripercorrono la vita del giovane Takaki Tono, che potremo veder crescere da ragazzino sino ad adulto.
Quando inizialmente 5 CM AL SECONDO approdò nel mondo dell’animazione, il clamore suscitato fu immenso, per merito della visione del regista – ai tempi non ancora affermato a livello mondiale come lo è oggi – che, con estrema nonchalance, ribaltò ancora una volta quella generale dell’animazione giapponese come nulla fosse. Fu infatti la prima volta che vennero impiegate le nuove tecnologie che univano intere immagini reali all’animazione (che gli appassionati avranno potuto ben riconoscere sia in YOUR NAME che ne Il Giardino delle Parole), creando, oltre che un’immagine visivamente perfetta, anche un contesto narrativo dove l’occhio può crogiolarsi.
Un marchio di fabbrica che accompagna il regista da quasi vent’anni, che rende i suoi lavori di una riconoscibilità incredibile. 5 CM AL SECONDO però, non ha soltanto il pregio d’esser precursore di questo approccio all’animazione. Avendone curato –come sempre – la regia, il soggetto e infine la sceneggiatura, il senso d’intimità che permea l’intera pellicola è a dir poco evidente: moltissimi dei fan del regista definiscono questo film come la sua punta di diamante, ed è davvero semplice capirne il motivo.
I due protagonisti del film sono Takaki Tono e Akari Shinohara, conosciutisi alle elementari, che hanno stretto un forte legame d’amicizia, merito d’indisposizioni fisiche accompagnate dalla grande passione per i libri. Uniti sempre più da ciò che li accomuna e ancor maggiormente dalle prese in giro dei compagni, il loro rapporto germoglia dolcemente fino a che un giorno Akari è costretta a trasferirsi. I due vengono separati da una grande distanza a cui cercheranno di sopperire con delle lettere, quando ancora i cellulari non c’erano e l’accoppiata carta e penna era l’unica soluzione possibile. Un giorno però, Takaki decide d’intraprendere uno sfiancante viaggio in treno nel pieno dell’inverno, solo per rivedere la persona che riempie i suoi pensieri anche nei suoi giorni più grigi.
È pur sempre la distanza il fulcro che muove l’ispirazione di Makoto Shinkai, di quello spazio che divide persone sia a chilometri di distanza che nel trovarsi l’uno davanti all’altra: una poetica agrodolce, struggente, che arriva al cuore, che spinge chi sta guardando a chiedersi cosa significhi la parola “Accanto”. Una nostalgia che svela che il rumore più assordante è il silenzio, quello di chi ormai ha presenza soltanto nella memoria, dove anche soltanto il ricordo di un abbraccio è tutto ciò a cui ci si può aggrappare.
Shinkai ha approfondito moltissimo la capacità di raccontare la distanza con 5 CM AL SECONDO, dando un taglio molto realistico a tutto il contesto che compete i tre cortometraggi che compongono la pellicola: se da una parte il suo lavoro precedente, Oltre le Nuvole, il Luogo Promessoci, manteneva un’impronta che verteva sul fantascientifico (what if storico), qui in 5 CM possiamo vedere come l’approccio diretto con lo slice of life riesca a toccare al meglio le corde dello spettatore.
A livello tecnico invece si può parlare di vero e proprio capolavoro sotto ogni punto di vista, poiché la maniacale attenzione ai dettagli che Shinkai riserva alle sue opere è sempre presente, in questo progetto più che negli altri. I parallelismi tra la pioggia di ciliegi in fiore in primavera e l’inverno che stringe il paesaggio nella neve, sono l’apice di una visione artistica di una qualità immensa: come detto poco sopra, l’approccio al realismo mescolato all’animazione crea un parco giochi visivo dove l’occhio si perde in ogni fotogramma, dai riflessi che creano i punti luce fino alle palette cromatiche che compongono le atmosfere delle scene in corso. I piani sequenza inoltre danno una spinta generale alle situazioni protratte sulla pellicola, dando un forte senso di movimento e un dinamismo visivo a dir poco sensazionale.
Inoltre, le musiche che accompagnano le vicende di 5 CM non sarebbero potute essere migliori: eseguite principalmente al piano, creano un’atmosfera di serenità di fondo a tutte le tipologie di situazioni, siano esse drammatiche o più rasserenate. Tenmon rimane sempre uno degli aspetti migliori delle produzioni targate Shinkai, poiché le sue musiche, abbinate alla visione del regista, creano delle vere e proprie opere d’arte ogni secondo che scorre. Gli effetti sonori realistici utilizzati, infine, avvicinano ancor più lo spettatore, grazie al senso d’immersione in sintonia con la colonna sonora. Contro ogni aspettativa, non c’è stato un riadattamento e/o ridoppiaggio dell’opera che, seppur con qualche flebile imprecisione, si è comunque mantenuta bene durante il trascorrere degli anni. Ricordiamo che comunque il titolo fu inizialmente distribuito dall’azienda francese Kazé e che, seppur contenendo la lingua italiana, non fu mai portato al cinema, nonostante i dodici anni di vita del film.
In conclusione, 5 CM AL SECONDO è una storia che racconta di emozioni, crescita e ricordi. Potrà sembrar difficile ad alcuni empatizzare appieno coi protagonisti, se non si è mai vissuta una situazione analoga, o per l’effettiva fretta dei 63 minuti che scorrono via senza nemmeno rendersene conto, ma Makoto Shinkai ha creato un’opera che, indipendentemente da quando la si guarderà, susciterà sempre e comunque delle sensazioni: dove un ragazzo e una ragazza s’innamorano l’uno dell’altra e vengono divisi dalla distanza, che come il vento spegne i fuochi piccoli, ma accende quelli grandi.
Il film inoltre è accompagnato per l’occasione da un corto di due minuti, Cross Road. Realizzato nel 2014 dallo stesso Makoto Shinkai, racconta la storia di due studenti con vite totalmente diverse che tentano di entrare all’università. Arduo come da manuale, il test d’ingresso sarà l’ultimo muro che li dividerà dal passo in avanti delle loro vite. Riusciranno a superarlo? L’opera è stata trasposta in 2 volumi grazie alla collaborazione tra il regista e l’artista Seike Yukiko. Editi da Star Comics dal 2010 e riproposto nella versione COMPLETE BOX, la controparte cartacea approfondisce alcuni aspetti dell’opera tra cui un interrogativo che riguarda i due protagonisti.
Fuoco che non brucia non si spegne mai
5 CM AL SECONDO è una mano tesa tra i petali di fiori di ciliegio che rappresentano la distanza, è ciò che comporta il protrarsi del ricordo nella più agrodolce delle nostalgie. Un sorriso che nasce malinconico pensando a quando si era accanto a qualcuno che, per un motivo o per l’altro, adesso non fa più parte della nostra vita. Fatto sta che il buon Makoto Shinkai ha creato un’opera che non è fondamentalmente per tutti, ma che in un modo o nell’altro riguarda chiunque: piano piano la distanza si frappone fra due persone, indipendentemente da ciò che possono volere. Una lontananza non dev’esser necessariamente fisica per allontanarci da qualcuno, soprattutto nei tempi moderni. L’incipit dell’opera può sembrare distante (freddura non voluta) inizialmente, col discorso di carta e penna che impiega mesi e che non riguarda le nuove generazioni ma, col cambiamento radicale che ha portato la messaggistica istantanea, il tema comunque persiste e, addirittura, ci porta a provare sensazioni più forti. In fin dei conti una parte fondamentale di ogni percorso è il suo termine e, come ogni viaggio che si rispetti, l’amore è destinato a finire: si può soltanto sperare di cogliere il momento giusto, per capire di dover andare avanti.
Caldamente consigliato