Studiare le origini di culture tanto diverse dalla nostra, porta sempre a scoprire qualche elemento curioso, soprattutto quando si parla di mostri, fantasmi e leggende urbane: è il caso degli yōkai, creature sovrannaturali del folklore giapponese, e la loro storia parte da molto lontano. Gli yōkai hanno diversi tipi di poteri sovrannaturali: la maggior parte sono in grado di trasformarsi in qualsiasi oggetto o animale, alcuni portano sfortuna e malattie, e altri riescono perfino a prendere possesso degli esseri umani; sono quasi sempre considerati pericolosi e le loro intenzioni variano da un banale scherzo a un intento vendicativo verso qualcuno in particolare.
Ognuna di queste creature ha un’origine interessante, e nonostante siano nate quasi mille anni fa, le storie di alcuni yōkai vengono raccontate o reinterpretate tramite teatro, manga e videogiochi, dimostrando di avere un fascino misterioso che cattura ancora oggi. Questi spiriti, però, non sono solamente bizzarre creature inventate per puro intrattenimento; la conoscenza della loro origine aiuta a comprendere meglio lo stile di vita del popolo giapponese nel lontano passato, e di come si percepiva allora il mondo e la natura.
Da dove nascono gli yōkai?
Per capire da dove vengono gli yōkai, è importante conoscere le basi della storia del Giappone, e la prima cosa da cui partire è il Kojiki, la più antica cronaca del paese composta nell’VIII secolo, l’inizio del periodo Heian, che finì nel XII secolo: in quegli anni, l’influenza della cultura e della filosofia cinese arrivò nel paese tramite il Taoismo, i cui precetti, come quello dello Ying e dello Yang, finirono per fondersi alle credenze della tradizione Giapponese e allo Shintoismo già presente, creando così la corrente dell’Onmyodo, un sistema di pratiche che univa le arti magiche alle scienze naturali; da lì nacquero gli Onmyoji, ovvero i praticanti dell’Onmyodo, e divennero in grado di controllare e usare dei poteri occulti, al fine di proteggere le persone comuni da spiriti maligni, portatori di morte e distruzione.
Il concetto di yōkai si basa, in gran parte, su un insieme di credenze assimilabili all’Animismo, appartenente a diverse religioni tra cui quella Shintoista, per cui in ogni oggetto, materia o luogo infestato risiederebbe uno spirito; in epoche così antiche, dove la conoscenza del mondo e della vita stessa nascondevano ancora molti misteri, l’arrivo di una tempesta, di una strana malattia o l’eruzione di un vulcano, erano da considerare fenomeni paranormali a cui non vi era alcuna spiegazione logica, pertanto vennero associati alla presenza degli yōkai, ritenuti spiriti malvagi e vendicativi. Le apparizioni di questi esseri, vennero descritte tramite gli Otoghizoshi (testi accompagnati da illustrazioni) in cui si narravano le gesta di esseri umani, solitamente Onmyoji, intenti a domare e cacciare questi spiriti e salvare così il popolo dalla loro furia.
Ma queste creature paranormali, come riescono a interferire col mondo degli esseri umani? La risposta si trova nello Shintoismo, la famosa religione poiliteista nata in Giappone e tuttora maggioritaria nel paese. Le varie divinità adorate dallo Shintoismo sono dette Kami, e ognuna di queste rappresenta una forza della natura: c’è un Kami che governa i mari, uno per le foreste, uno per i vulcani e via dicendo. In uno dei racconti della mitologia giapponese, Izanagi, il Dio Creatore, scese sulla Terra per eseguire un rito di purificazione tramite un bagno in un fiume, e le gocce d’acqua che caddero dal suo corpo bagnarono il suolo, impregnandolo con la sua essenza e parte del suo potere divino. Nacquero così gli yōkai, che avrebbero iniziato a infestare il mondo degli umani, e da quella stessa leggenda vennero creati a loro volta vari rituali per scacciarli. La differenza tra loro e i Kami è principalmente come vengono venerati: i primi sono degli spiriti non desiderati, che rimangono tra i mortali per portare disagi, mentre i Kami vengono pregati e adorati dal popolo, i quali fanno offerte e rituali al fine di ricevere la loro benedizione, che sia per l’arrivo del bel tempo, la buona sorte o un augurio per una guarigione. Anche i Kami sono legati alla figura di Izanagi, la cui interessante storia merita di essere approfondita a parte, per via della sua lunghezza.
Quanti tipi ci sono?
Negli anni, diversi studiosi di folklore hanno analizzato racconti e dipinti riguardanti gli yōkai, scoprendone di una moltitudine di tipi differenti. Alcuni di loro sono dei mutaforma, possono prendere le sembianze di umani, animali e anche di oggetti, celando il loro vero aspetto che mostrano in altre circostanze; altre volte, la loro vera forma differisce talmente tanto da un animale reale da risultare più simile a una chimera composta da più parti: ad esempio, i Baku possiedono caratteristiche estetiche appartenenti al tapiro, all’orso e alla tigre. Ci sono anche yōkai che hanno una forma sola, e le loro fattezze presentano spesso degli elementi estetici riconducibili a un singolo animale in particolare, un esempio famoso è il Tengu, un’uomo-uccello dotato di ali da corvo e di un naso grande quanto un becco, ma ci sono anche quelli che hanno un’aspetto più simile a creature di leggende occidentali come gli Oni, mostri dalle sembianze orchesche.
Come detto prima, essendo gli Yokai presenti anche nella natura, ci sono suddivisioni in base al luogo di appartenenza, abbiamo dunque spiriti che appaiono solo ed esclusivamente in certi posti, come montagne, foreste e laghi, e la loro rabbia viene manifestata attraverso tempeste o valanghe. Oltre a eventi climatici, sono stati inventati Yokai per spiegare cose ben più semplici: gli Yanari, per esempio, sono dei piccoli orchi che infestano le case, e creerebbero quei piccoli rumori che sentiamo prima di addormentarci, oppure i Kasa Obake, che sono responsabili per tutte le volte che abbiamo l’impressione di sentire qualcosa toccarci sul viso di notte. Un altro termine per riferirsi agli Yōka, è Mononoke, usato per indicare prettamente gli spiriti vendicativi appartenenti ai morti, in grado di impossessarsi degli esseri umani e creare sofferenze, sia fisiche che mentali. Negli anni in cui le conoscenze sulla medicina erano ancora rudimentali, alcuni malanni venivano associati alle possessioni dei Mononoke, e potevano essere guarite soltanto grazie alle preghiere e ai rituali fatti da monaci esperti.
Gli yōkai nell’arte Giapponese
Sebbene le prime testimonianze degli yōkai risalgano al periodo Heisei, il periodo storico in cui si svilupparono di più racconti e dipinti su di loro fu il periodo Edo (1603-1868) e uno degli artisti più influenti fu Toriyama Sekien, disegnatore famoso per racconti e Ukiyo-e a tema Yokai. I racconti più appassionanti venivano inoltre recitati attraverso il teatro, tramite l’uso di sgargianti maschere e costumi complessi. Durante la modernizzazione a seguito della seconda guerra mondiale, il Giappone cercava di lasciare alle zone più rurali e provinciali questo tipo di storie legate ormai a tempi passati, ma fu grazie alle opere di diversi artisti, come Shigeru Mizuki (di cui abbiamo trattato recentemente) con il suo manga Kitaro dei Cimiteri (GeGeGe no Kitaro) e Hiroshi Shiibashi con I Signori dei Mostri, che l’amore e l’interesse per gli yōkai tornò a galla, inventandone di nuovi e reinterpretando quelli più vecchi, difatto salvandoli dall’essere dimenticati grazie a una grossa ri-modernizzazione.
Vi consigliamo principalmente due letture a tema: Spiriti Giapponesi e Mostri Giapponesi, due libri che fungono da vera e propria enciclopedia degli yōkai, entrambi scritti dal già citato Shigeru Mizuki. Nel campo degli anime, potete vedere Mononoke, del 2007, una serie di soli 12 episodi che racconta le vicende di un venditore di medicine, il quale, tramite dei rituali, si occupa di cacciare gli spiriti che creano disturbo nella vita degli umani. Nell’anime sono presenti diversi tipi di Mononoke e Yokai per ogni storia, e potete recuperarlo gratuitamente su VVVID. Sono inoltre tantissimi i videogiochi che inseriscono gli Yokai come mostri da catturare o sconfiggere: i brand più famosi sicuramente sono Pokémon, Shin Megami Tensei, Persona e Yo-KAI Watch!, ma l’influenza dei design di queste creature si può ritrovare molto spesso anche in giochi Occidentali.
Quanto sono importanti attualmente?
Sebbene lo Shintoismo sia ancora la religione più diffusa nel paese, l’importanza delle sue credenze è chiaramente diminuita nella vita di tutti i giorni, ma gli insegnamenti che ne derivano sono comunque una componente essenziale della vita dei giapponesi di oggi. Sebbene gli yōkai abbiano accompagnato l’evoluzione sociale che il Giappone ha avuto sin dal Periodo Heisei, sono rimasti i Kami ad avere una vera e propria funzione religiosa; i tanti misteri che prima venivano associati agli spiriti maligni, oggi hanno una spiegazione scientifica e logica, e la considerazione generale degli yōkai è quindi più legata a un aspetto monetario, oggi più rilevante che mai.
Le varie aziende non si sono lasciate sfuggire il potenziale economico che potevano avere delle mascotte collezionabili legate alla storia del paese; che sia grazie a una festività ricorrente o a un nuovo videogioco, gli yōkai, da mutaforma quali erano, si trasformano ancora in qualsiasi oggetto: peluches, figure, collane, magliette e accessori di ogni tipo. Sicuramente, se oggi noi Occidentali possiamo conoscere e apprezzare gli aspetti più antichi di una lontana cultura, il merito è dei vari artisti che, smossi dall’affetto provato per queste creature, sono riusciti negli anni a evitare che finissero dimenticati. Nonostante la loro importanza sia nettamente cambiata, gli yōkai hanno avuto un impatto innegabile sulla società giapponese, aiutandoci a capire un po’ meglio l’evoluzione di un paese che, ancora oggi, ha tante storie affascinanti da raccontare nascoste nel suo passato.