WILD HEARTS VS. MONSTER HUNTER: originalità o more of the same?

Wild Hearts è realmente un prodotto originale o ci troviamo davanti l'ennesimo hunting game privo di novità? Scopritelo nel nostro confronto

WILD HEARTS VS. MONSTER HUNTER: originalità o more of the same?

Wild Hearts, ultimo progetto di EA Originals e Omega Force, è atteso per il prossimo 17 febbraio 2023, ma nel frattempo sono già stati rilasciati diversi trailer che delineano lentamente la caratterizzazione di questa interessante opera. Il titolo è un action RPG che trae ispirazione dai più celebri hunting game del settore, e che inevitabilmente lo porterà presto o tardi a doversi confrontare con un caposaldo del genere e divenuto ancor più famoso in occidente grazie ai due ultimi capitoli: Monster Hunter.

Ma quanto hanno realmente in comune le due opere? Wild Hearts è solo una copia stilisticamente diversa? O riuscirà a ritagliarsi la propria identità all’interno dell’affollato mondo videoludico? In attesa della futura uscita del titolo e di nuove importanti informazioni, siamo qui oggi per cercare di fare un po’ di luce sul progetto Wild Hearts, mettendolo a confronto (attraverso il poco che sappiamo dalle informazioni finora rivelate) con l’iconico Monster Hunter.

WILD HEARTS

L’odissea dei cuori selvaggi

Wild Hearts è ambientato nel mondo immaginario di Azuma, fortemente ispirato al Giappone feudale e abitato da pericolose creature chiamate Kemono. Questi si differenziano per le diverse stazze e diversi biomi in cui abitano, ma sono davvero pochi quelli che si possono realmente sottovalutare. I Kemono hanno subito un’evoluzione unica e si servono del potere della natura per rimodellare l’ambiente circostante in base alle loro necessità. Un tempo pacifici, ora seminano il caos per tutto il territorio, mettendo a repentaglio anche la sopravvivenza dei pochi abitanti rimasti.

Attraverso i gameplay trailer rilasciati nel corso degli ultimi mesi, abbiamo ricevuto un primo assaggio non solo di trama e lore, ma anche di alcune piacevoli novità sul versante ludico, tanto da capire coma sia la tecnologia Karakuri il principale elemento distintivo della nuova opera marchiata Electronic Arts. Il giocatore potrà infatti far apparire in qualsiasi momento dei misteriosi dispositivi capaci di semplificare la propria caccia, creando strutture e gadget utili sia nelle sessioni esplorative che durante le sfide coi Kemono. I Karakuri consentono ad esempio di materializzare casse che spingono il nostro personaggio verso l’alto, falò necessari per cucinare gli ingredienti raccolti strada facendo, piazzare funi sulle quali scivolare o torri radio per aiutarci nella localizzazione dei pericolosi Kemono. Inoltre tutte le nostre creazioni saranno fruibili anche da altri utenti in game, agevolandoci non solo il combattimento, ma anche la gestione delle risorse. Non è mancata occasione di dare anche un primo sguardo a quelli che vogliono essere dei primitivi, per quanto funzionali, mezzi di trasporto all’interno del titolo, fornendo al giocatore la possibilità di spostarsi rapidamente da un punto all’altro della mappa.

Le applicazioni più interessanti dei Karakuri riteniamo siano però quelle capaci di fornirci un leggero vantaggio contro i Kemono. Già dal primissimo trailer di Wild Hearts era infatti possibile notare come il protagonista potesse materializzare delle bombe con cui danneggiare i nemici, arpioni per immobilizzarli o eliche da utilizzare per planargli contro. Dall’ultimo gameplay trailer è possibile vedere anche materializzarsi una speciale barriera capace di interrompere la carica di particolari mostri, respingendoli del tutto. Di grande effetto anche il possente martello capace non solo di stordire, ma anche rompere le parti asportabili dei Kemono. Per quanto concerne le armi del protagonista abbiamo potuto vedere per ora solo poche varianti, come una katana, una nodachi e un wagasa, ognuna distinta dal proprio moveset e capacità.

Deathstalker VS. Rathalos

Dopo una breve panoramica sul titolo in sé, è arrivato il momento di mettere a confronto i due titoli, cercando di far luce sulle reali differenze tra i due hunting game.

La prima differenza, nonché la più basilare, è inerente proprio ai Karakuri e all’utilizzo di questa nuova e misteriosa tecnologia, punto focale dell’intero gameplay. Per quanto sia un’idea intrigante e capace di portare a tutti gli effetti novità all’interno del genere, non è ancora riuscita a convincerci a pieno a causa del meccanismo di creazione nel mezzo degli scontri. In tutti gli hunting game le finestre temporali per ricorrere al crafting non sono molto ampie e richiedono sempre una certa conoscenza dei pattern di attacco del mostro in questione. Basta pensare quante volte, per una semplice affilatura di lama, ci siamo trovati senza alcuna difesa all’interno di Monster Hunter, o come a volte sia “pericoloso” persino allontanarsi qualche secondo per utilizzare una pozione curativa, soprattutto se non si caccia in squadra ma in solo. Nel caso di Wild Hearts un solo secondo di ritardo potrebbe vanificare la costruzione di una trappola o vantaggio, traducendosi di conseguenza in uno spreco di risorse non sempre facilmente reperibili. Supponiamo infatti che le costruzioni siano sempre limitate al numero di risorse in nostro possesso, costringendo spesso il giocatore a doversi dedicare ad un minimo farming per non rimanerne mai sprovvisto.

L'ultima differenza riguarda invece la mappa, dove è stato confermato che il gioco utilizzerà un sistema a zone per il proprio mondo, escludendo quindi la più comune caratteristica open world.

A differenziarsi anche i mostri, in Wild Hearts meno primitivi o “fantasy”, incentrati (almeno per ora) su animali comuni, evoluti e legati (apparentemente) ad un elemento, come il Deathstalker legato al ghiaccio o il Golden Tempest legato all’elemento fulmine. Questo a nostro avviso non è necessariamente un male, favorendo maggiormente l’immaginario di “guardiani della foresta”, lasciandoci anche presupporre che forse in passato fossero semplici animali, evoluti poi successivamente. Che sia realmente così?

Rimanendo in tema evoluzioni possiamo collegarci anche alla terza e più sottile differenza. Nell’ultimo gameplay trailer è stato infatti mostrato un lungo scontro fra tre cacciatori e un enorme facocero Kemono che, dopo aver subito ingenti danni, è preda di una piccola evoluzione, attraverso quale le sue corna e il suo muso si trasformano in armi molto più pericolose e decisamente ad effetto. In Monster Hunter non sono tantissimi i mostri che attingono a vere e proprie evoluzioni/trasformazioni, mentre in questo caso supponiamo che ogni singolo Kemono possieda la facoltà di attingere al potere della natura per potenziarsi nei casi più estremi e non soccombere agli attacchi nemici.

L’ultima differenza riguarda invece la mappa, dove è stato confermato che il gioco utilizzerà un sistema a zone per il proprio mondo. Rispetto a quanto visto in MONSTER HUNTER: WORLD ad esempio, dove ognuna delle diverse mappe rappresentava un piccolo open world liberamente esplorabile caratterizzato da uno specifico ecosistema, Wild Hearts offrirà zone più piccole, più circoscritte, ma con maggiore enfasi per quanto riguarda i dettagli e gli spostamenti. Infatti se anche lo stesso MHW non era classificabile come open world nel senso stretto del termine, siamo convinti che i team di sviluppo di Wild Hearts abbiano optato per una soluzione più lineare e meno dispersiva. Speriamo solo che questo non si traduca in arene troppo piccole per i grandi scontri con i Kemono che, come abbiamo visto già dai numerosi trailer, sapranno come sfruttare l’ambiente circostante a proprio favore.

Sono ancora tante le incognite sul nuovo e atteso Wild Hearts, ma siamo fiduciosi che tutte le piccole novità introdotte riusciranno a fornire al titolo una propria anima, distinguendosi in gran parte da tanti altri prodotti del medesimo genere. In attesa di nuovi aggiornamenti vi aspettiamo nella sezione commenti per sapere cosa vi aspettate (e magari vi piacerebbe trovare) nell’ultima opera di KOEI TECMO GAMES e Omega Force pubblicata da EA.

Amante dei videogiochi fin dalla tenera età, ama perdersi nella scrittura ascoltando le OST di FINAL FANTASY e KINGDOM HEARTS. Convinto fieramente che la bellezza di un equip sia più importante delle sue statistiche, è sempre alla ricerca di nuovi oggetti da aggiungere alla sua collezione videoludica.

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