Al tempo dei signori demoni della guerra e dei goblin che spadroneggiavano sui villaggi in tumulto, il genere umano invocava il soccorso di un eroe per riconquistare la libertà. Finalmente arrivò Goblin Slayer.
È trascorso quasi un mese dalla partenza della schedule invernale degli anime della stagione. Continuano le infinite serie di ONE PIECE e Detective Conan, ripartono Le Bizzarre Avventure di JoJo con Vento Aureo e un anime in particolare ha scosso letteralmente con violenza gli appassionati di questo genere: Goblin Slayer.
Molto tempo fa, quando il mondo ancora non si era formato, degli esseri superiori di luce, ombra, caos e fato lanciarono dei dadi per stabilire quale fazione dovesse governare: una volta che smisero di lanciare i dadi provando un senso d’affaticamento, scaturì infine un mondo permeato da creature abominevoli e avventurieri sprezzanti. Goblin Slayer si apre con una giovane sacerdotessa che si aggiunge a una piccola gilda, che si troverà molto presto in pericolo. Sarà grazie a Goblin Slayer, un cavaliere che dedica la propria esistenza al massacro dei goblin giunto in loro aiuto, a salvarli dal pericolo: lo sterminio di massa di creature tanto spregievoli è la sua ragione di vita. Il farli scomparire dalla faccia della Terra è la sua più grande priorità a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo.
Tratto dall’omonima light novel nata dalla collaborazione tra Kumo Kagyū e le matite di Noboru Kannatsuki, quest’opera si rifà al dark fantasy incentrandosi sulle peripezie del protagonista, il cui fine ultimo è il massacro indistinto di ogni singolo goblin esistente. A due anni dalla serializzazione manga, White Fox decide di trasporre l’opera in un anime, pur non mostrando nella sua interezza le scene più disturbanti che caratterizzano l’opera; è stata infatti la componente violenta a destabilizzare la stragrande maggioranza del pubblico, che con ogni probabilità stava aspettandosi l’ennesimo prodotto colorato e felice, dove il fantasy è più tirato a lucido anziché esser sporco e realisticamente inospitale.
Nessun Goblin è al sicuro
C’è da tener ben presente che Goblin Slayer è un vero e proprio seinen, che non dimentica mai di esserlo e anzi, continua a sottolineare in ogni occasione utile. Il primo episodio per esempio, si apre mostrando il perno della serie: gilde di esploratori e avventurieri ogni mattina prendono in carica delle missioni dalla bacheca principale, suddivisi in ranghi che spaziano dal più basso quale porcellana, al più inarrivabile come il platino. Un giovane gruppo di quattro avventurieri, decide perciò di addentrarsi in delle caverne infestate da goblin che, essendo mostri di basso rango, vengono presi sottogamba dalla stragrande maggioranza delle gilde, pagandone dunque le amare conseguenze.
Di per sé la serie non si sofferma mai a introdurre particolarmente i propri personaggi, non vi è nemmeno un sentore di retrospettive: nel primo episodio vi è appunto una giovane sacerdotessa che decide di affiancare la sopracitata gilda costituita da: un guerriero, una strega e una praticante di arti marziali in una missione per uccidere dei goblin, inconsapevoli del fato che li attende. Goblin Slayer si apre con la doppia faccia della medaglia che vede invischiate inesperienza e impreparazione, cosa che porterà la sfortunata gilda a soccombere brutalmente all’imboscata delle mostruose creature.
Viscidi esseri che vivono in cunicoli bui, colpiscono in gruppo mossi dal semplice istinto di pura violenza, non si fanno scrupoli a uccidere nei modi più orribili: lo scontro che via via si fa sempre più privo di speranza, diventa pura barbarie a seguito dello stupro (pratica peraltro molto basilare delle creature) dell’artista marziale, nonché fulcro dell’infervorata indignazione da parte del sopracitato pubblico che, con ogni probabilità, si aspettava di trovar per le mani un prodotto nelle corde della terza stagione di Sword Art Online. Col progredire della storia vista la fama che lo precede, Goblin Slayer sarà affiancato da tre nuove reclute che vorranno accompagnarlo nelle sue spedizioni punitive: un uomo-lucertola sciamano, un’elfa arciera e un nano stregone, perfetti per chiudere il party del nostro protagonista. Data la diversità di gruppo ci verranno presentate le varie razze che popolano il pianeta e soprattutto, un’effettiva retrospettiva sulle avversità che si nascondono nel mondo dell’opera: un’armata del male costituita da terribili demoni sta per abbattersi nuovamente su ogni forma di vita, tanto da preoccupare tutte le razze esistenti ma… Goblin Slayer, non trattandosi di goblin, non si mostra puntualmente interessato.
Quando un D20 non basta
Lo stesso protagonista si rifà al cliché del misterioso guerriero taciturno, che sopraggiunge al momento giusto poco prima della completa catastrofe, annichilendo con abile mossa nemici multipli senza sforzo; già nell’apertura della serie vi è semplicemente un limitarsi a presentare il setting effettivo e non ci viene detto nulla su di lui se non che si auto-proclama Goblin Slayer e che appunto, è un ammazza-goblin a tempo pieno. Avanzando con gli episodi scopriremo il motivo che ha spinto il nostro protagonista a odiare con tanto ardore creature già di per sé ributtanti, nonché il luogo dove ritorna per rifocillarsi e mettere in sesto il suo equipaggiamento e prepararsi ad affrontare il prossimo covo di goblin. I luoghi comuni del genere che l’opera mette in risalto continuamente sono una lista infinita: l’input è infatti una vera e propria partita a Dungeons & Dragons con lanci di dadi da parte di entità superiori, i cui personaggi son soltanto pedine di un disegno più grande. Questo seinen rispecchia inequivocabilmente i canoni del genere RPG, mantenendo vive le caratteristiche che lo contraddistinguono, aggiungendo poi forti citazioni ad altri prodotti che hanno reso famoso il genere. Lo studio White Fox inoltre (STEINS;GATE, RE:Zero) apre bene questa nuova serie diametralmente opposta alle precedenti pubblicate, con animazioni pulite e una regia ben curata che accompagna splendidamente le peripezie di Goblin Slayer.
Qualsiasi appassionato del dark fantasy troverà in quest’opera quel feeling di buio e mancanza di speranza tipico del genere, cui via via vi si fa sempre più il callo: personaggi riconoscibili e ruoli ben definiti, senza però dover darsi a una visione particolarmente impegnata. Si tratta di un prodotto mirato principalmente ai fan del genere, che sicuramente hanno lo stomaco abituato alle scene più cruente che hanno creato tanto scalpore. Allo stesso modo, si può consigliare anche a chi dal fantasy voglia ricercare un contesto più cupo, slegato da una narrativa intricata e, che magari ha voglia di vedere una trama molto lineare munita di violenza e il giusto quantitativo di fanservice.
La side-quest come trama principale
Devo dire che la trasposizione animata di Goblin Slayer mi colpito in positivo, anche soltanto partendo dal presupposto di trovarmi davanti a un dark fantasy: la violenza effettiva e la mancanza di una trama obiettivamente solida lo rende un prodotto d’intrattenimento puro, essendo che l’input della serie è sintetizzato nel semplice titolo. Fatto sta che si tratta di un anime generalmente animato bene, punto a favore la CGI impiegata a piccoli tocchi, soprattutto sul protagonista, non è per nulla sgradevole e, il character design è molto godibile (letteralmente una manna dal cielo che dopo quell’ignobile lavoro su BERSERK del 2016 serviva). È ancora un’opera che sta imparando a reggersi sui propri piedi, tenendo per mano i canoni di opere immortali per imparare a camminare ma, per il momento sembrerebbe stia lentamente imparando a camminare. Ricordiamo che in Italia, Goblin Slayer è stato licenziato da Dynit ed è fruibile in streaming gratuito e legale su VVVVID, mentre la controparte cartacea è edita da J-POP Manga.
Consigliato a chi ama il dark fantasy