Zanki Zero: Last Beginning – Recensione

Mondi post-apocalittici, zombie, cloni imperfetti e un loop continuo tra la vita e la morte. Non è un film cyberpunk, ma Zanki Zero: Last Beginning, la nuova fatica di Spike Chunsoft!

Zanki Zero: Last Beginning - Recensione

Zanki Zero: Last Beginning - RecensioneDio ha creato il mondo in sette giorni. Gli umani hanno impiegato solo un giorno per distruggerlo. La vita, così come la conoscevamo, è affondata in mare e adesso la Terra è popolata da sole rovine. Il perché siamo rimasti al mondo è solo un mistero…

Haruto Higurashi, 25 anni, dipendente presso la ditta Mashiro Publishing, decide di porre fine alla sua vita e sceglie di farlo buttandosi giù dal parapetto della sua azienda. Cadendo, finisce su una macchina in sosta e l’urto gli è fatale. Nonostante questo, il ragazzo sembra risvegliarsi, senza alcun problema apparente, in acqua. Una volta in superficie, vede attorno a sé un ambiente del tutto nuovo. Arrivato a riva, Haruto scopre che il mondo è semi-sommerso e decaduto in rovina, uno scenario post-apocalittico senza precedenti. Eppure, qualcosa gli risulta familiare. Una ragazzina gli viene in soccorso e gli spiega subito dove si trova: su un’isola sperduta dal nome Garage Island.

Zanki Zero: Last Beginning è il nuovo titolo di Spike Chunsoft, prodotto dalla mente di Yoshinori Terasawa e dal game designer Tarayuki Sugiwara, autori del ben più noto Danganronpa. È disponibile su Playstation 4 e Steam dal 9 aprile 2019, distribuito in Italia da Koch Media. Facciamoci largo in questo mondo in rovina e scopriamo insieme se ne varrà davvero la pena.

  • Titolo: Zanki Zero: Last Beginning
  • Piattaforma: PlayStation 4, PC / Steam
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (NTSC / US)
  • Genere: Survival JRPG, Dungeon Crawler
  • Giocatori: 1
  • Software house: Spike Chunsoft
  • Sviluppatore: Spike Chunsoft
  • Lingua: Inglese (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 9 aprile 2019
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: distribuito in Italia in versione retail da Koch Media

Nel mondo di Garage Island troveremo altri sette sopravvissuti, tutti quanti coetanei, ma di estrazione sociale e background differente. La nostra new entry affronta gli eventi con disorientamento e paranoia dopo l’arrivo in questo mondo caduto in rovina, in quanto assalito da rievocazioni di vecchie sensazioni e flashback di un passato lontano. La prima persona che si presenta ad Haruto è la ragazzina incontrata sulla spiaggia, Sachika Hirasaka, dal carattere solare e disponibile con due protesi metalliche al posto degli arti superiori ed inferiori. Sachika ci confessa che era pronta e aspettava il nostro arrivo nel mondo, in pratica eravamo gli ultimi rimasti a dover giungere. Ci conduce in un vecchio garage dove faremo conoscenza degli altri protagonisti che ci accompagneranno nell’avventura e ognuno di loro, Haruto compreso, incarnano i sette peccati capitali.

Haruto, l’accidia, ha senso comune e ama scrivere per la verità delle cose anche se risulta un po’ testardo. Ryo Mikajime, giovane artista bondage, rappresenta l’invidia, Zen Kubota, il cinico contadino che vive nelle campagne invece l’ira, Minamo Setouchi, giovane e impavida poliziotta è l’orgoglio, Mamoru Ichiyo, bodybuilder e medico incarna l’avarizia, la gola invece appartiene a Yuma Mashiro, figlia del datore di lavoro di Haruto, e infine Rinko Susukino, che gestisce il negozio di fiori con la sua famiglia, reincarna la lussuria. Sachika invece è il peccato originale: curiosa, motivata ad appendere, con un atteggiamento un po’ infantile.

Zanki Zero: Last Beginning - Recensione

Nessuno di loro conosce il motivo per cui sono finiti in quello strano mondo; l’unico contatto che hanno con il mondo esterno, almeno così credono, quindi gli unici da cui possono arrivare le direttive per andare avanti, sono due singolari personaggi che appaiono sul programma Extend TV, visibile solo su vecchie televisioni a tubo catodico come quella trovata nel garage. Questi due personaggi, Sho e Mirai, daranno vari obiettivi ai ragazzi, che li poteranno a sopravvivere giorno dopo giorno in quel mondo inospitale. Inoltre, sono loro che annunciano la fine del mondo conosciuto e che il mondo sommerso che circonda gli otto ragazzi ne è la conseguenza. Loro sono gli unici sopravvissuti, e hanno il compito di far partire da zero l’umanità. Sembra l’incipit di un bel reality show, se non fosse che gli otto sopravvissuti non sono esseri umani autentici, bensì cloni che si autorigenerano.

Survival of the fittest

Zanki Zero: Last Beginning si presenta come un gioco innovativo che include tante caratteristiche e generi differenti. Innanzitutto, come la trama suggerisce, il titolo è molto improntato sulla componente survival che si basa su un sistema di crafting abbastanza semplice. Difatti, dopo pochi minuti di gameplay, il primo obiettivo che viene assegnato agli otto ragazzi tramite il programma di Expand TV è proprio la costruzione di un bene di prima necessità per la loro sopravvivenza.

Per farlo dobbiamo esplorare l’ambiente che ci circonda, grazie alla mini mappa presente sullo schermo. Possiamo muoverci liberamente nei dungeon scoprendo luoghi sconosciuti, tramite i tasti direzionali sul pad (o sulla tastiera). È necessario, inoltre, come un buon gioco basato sulla sopravvivenza, tenere bene d’occhio la gestione dell’inventario, in quanto la capienza di tutte le risorse che troveremo nell’isola e nei dungeon è comunque limitata. Sovraccaricare il personaggio con oggetti superflui, oppure non immediatamente usufruibili, significherebbe fargli protare troppo peso e quindi peggiorare il suo benessere e la sua resistenza fisica.

Zanki Zero: Last Beginning - Recensione

Trascurare il benessere dei personaggi può portarli ad uno stato di stress cronico che può peggiorare se mangiano cibo cattivo oppure se i livelli di bladder (vescica) o burden (peso) superano una certa soglia prestabilita. Nel menu possiamo gestire i nostri personaggi, che sono tutti disponibili dal prologo, e farli salire d’esperienza. Al tempo stesso, nel menu è presente anche la voce della creazione in cui possiamo dilettarci, come ho anticipato poc’anzi, nella costruzione di ambienti utili per il benessere e la sopravvivenza dei ragazzi, come la cucina, una toilette al chiuso, fontane di acqua potabile e così via. Tuttavia, gli spazi intorno al nostro accampamento e nei dungeon che scopriremo man mano che andremo avanti nell’avventura non sono esenti da pericoli, ma saremo attaccati da animali selvaggi e mostri di vario genere, come zombie, ad esempio. Il giocatore è libero di ingaggiare uno scontro o meno, e l’azione offensiva è circoscritta al premere il tasto quadrato. Tra un attacco e l’altro c’è un breve intervallo, chiamato cooldown attack, in cui la barra d’attacco deve ricaricarsi. La chiave dello scontro sta nella capacità di effettuare dei charge attack, che sono attacchi più potenti ma che diminuiscono la resistenza fisica, e degli attacchi a catena con altri personaggi del party (un po’ come l’all-out-attack dei Persona) per dare poi effetti devastanti.

Le armi includono sia armi corpo a corpo che a distanza, oppure è possibile usare delle trappole da posizionare a terra e aspettare che il nemico venga verso di te. Come ogni gioco di ruolo che si rispetti, alla fine di ogni combattimento avremo dei punti esperienza con i quali salire di livello e imparare nuove skill, punti combattimento, oltre al fatto che è possibile recuperare dai nemici un buon quantitativo di oggetti utili per l’equipaggiamento o per la costruzione di nuove infrastrutture.

Ciò che ti uccide ti rende più forte

Come anticipato in precedenza, gli otto personaggi che compongono l’intera umanità presente sulla Terra sono in realtà cloni imperfetti e lo si capisce dal fatto che la loro aspettativa di vita è di soli tredici giorni, che verrà successivamente aumentata in base a quante volte il clone “morirà”, nei quali invecchiano rapidamente e, inevitabilmente, cessano di esistere. La morte è un processo ineluttabile ma dalla quale si può ritornare nuovamente grazie all’Extend Machine, che è composta dal vecchio cabinato presente nel garage dell’isola. Per attivare questa “fabbrica dei cloni” è necessario l’utilizzo dell’X-Key, una protesi in cui è presente la mente dell’soggetto originario, impiantata nello stomaco del clone ospitante.

Zanki Zero: Last Beginning - Recensione

Un nuovo clone poterà dentro di sé i ricordi, tratti di personalità e diverse skill ottenute grazie ai punteggi esperienza del clone precedente proprio grazie alla memoria hardware inattaccabile dello X-Key. Una volta “rinati”, i cloni hanno l’aspetto di bambini in età scolare, con il passare dei giorni seguiranno tutte le varie tappe della vita degli esseri umani, fino all’anzianità e alla morte. Il rafforzamento e declino fisico porterà dei cambiamenti soprattutto in battaglia e durante la sopravvivenza. La morte di un clone può avvenire in tanti modi diversi: in battaglia, oppure di malattia o di fame se non riusciamo a procacciarci nulla per i nostri pasti. Una delle caratteristiche inusuali ma innovative del gioco è che la morte di un clone può essere necessaria e fondamentale ai fini del potenziamento dei personaggi: se uno dei sette protagonisti dovesse morire per colpa del cibo avvelenato, alla sua rinascita in un nuovo corpo egli svilupperà una maggiore resistenza all’avvelenamento; questo sistema si chiama Shigabane. Ciò vale anche per le uccisioni in battaglia, che andranno ad incrementare i parametri di attacco e di difesa: insomma il messaggio che ci vogliono mandare da Spike Chunsoft è il seguente: più volte muori, più diventi forte.

Esplora le rovine, i sotterranei e le isole in questo mondo post-apocalittico dal punto di vista di otto protagonisti mentre lottano per la sopravvivenza in Zanki Zero: Last Beginning! 8 cloni, 7 peccati mortali, vite infinite. Gioca dal punto di vista di uno degli otto protagonisti di ogni capitolo ed esplora i sotterranei, le torri e le isole per scoprire i peccati mortali commessi nel passato dei protagonisti. Sopravvivenza del più forte: vai alla ricerca di cibo e materiali mentre respingi i mostri in ambienti di battaglia in tempo reale, ma non dimenticare di dormire, mangiare e andare in bagno (sul serio, fa davvero male alla salute ed è fatale per la tua squadra). Vivi, muori, ripeti: con solo 13 giorni in un ciclo di vita, le statistiche, le abilità e le capacità di ogni clone variano dalla gioventù alla vecchiaia. A seconda di come muori, puoi persino guadagnare dei bonus di miglioramento per il tuo prossimo ciclo di vita. Sfrutta al massimo ogni ciclo di vita!

Acquista Zanki Zero: Last Beginning per PlayStation 4 seguendo questo link al prezzo speciale di 60,98 €. Uscita prevista per il 9 aprile 2019. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo link!

A chi consigliamo Zanki Zero: Last Beginning?

Mi sento di consigliare Zanki Zero: Last Beginning agli amanti dei videogiochi giapponesi che, con questo prodotto, avranno un gioco che oscilla tra vari generi videoludici cercando di accontentare un po’ tutti. In questo titolo troveremo il gioco di ruolo combinato al gestionale e al dungeon crawling, in cui bisogna sempre fare riferimento agli oggetti e ai punteggi acquisiti dalle vittorie nelle battaglie. Inoltre, Spike Chunsoft fa riferimento al “non-stop survival JRPG” in cui non-stop sta nel fatto che i giorni in game fanno il loro corso anche se noi scegliamo di star fermi. Quindi, avremo un deterioramento del personaggio stesso in tempo reale, oltre al fatto che lo scadere dei giorni può togliere tempo prezioso all’esplorazione, ed il risultato è quello di un mondo in continuo movimento ed in evoluzione, a differenza degli ambienti di gioco in altri titoli in cui il cambiamento sostanziale è solo in termini di ciclo giorno/notte. Questa particolarità è senz’altro ottima per far immedesimare il videogiocatore in un mondo in cui è importante la lotta contro il tempo e la sopravvivenza.

Zanki Zero: Last Beginning - Recensione

Consiglio caldamente Zanki Zero anche ai fan di Daganronpa, i quali possono ritrovare molti elementi simili alla celebre saga curata dal duo Sugiwara/Terasawa: giovani protagonisti dal carattere eccentrico intrappolati in un’isola senza un motivo preciso, una mente sinistra che controlla e supervisiona le loro azioni dall’alto e, a condire il tutto, scene gore arrichite da morti sanguinolente.

Sento di non consigliarlo invece agli amanti delle sfide e a chi non può sopportare una grande mole di testo da leggere (ebbene sì, in Zanki Zero si legge tanto!). Il sistema di combattimento che si riduce al premere un solo tasto è davvero semplificato e, se all’inizio può divertire, a lungo andare può risultare frustrante. È possibile sicuramente cambiare la difficoltà dal menu principale, ma ciò che viene meno è proprio la mancanza di approcci in combattimento, che si limita solo ad incatenare una serie di attacchi che sfocia poi in un’orda offensiva di gruppo.

  • Storia accattivante che ti lascia incollato allo schermo per ore
  • Componente gestionale e survival ben realizzata
  • Le storie di ciascun personaggio sono delineate con cura

  • Battaglie noiose, ripetitive e troppo semplificate
  • Il sistema Shigabane snatura il concetto di sopravvivenza
  • Grande mole di testi da leggere
  • I dungeon sembrano tutti uguali
Zanki Zero: Last Beginning
3.7

Live, die, repeat: tra innovazione e monotonia

Zanki Zero: Last Beginning è senz’altro un titolo valido che mi ha divertito molto e, soprattutto, mi ha lasciato quel costante senso di curiosità e voglia di cercare la verità, cosa c’è dietro. I ritmi sono incalzanti e la fase gestionale è un piacevole intermezzo tra i vari capitoli, ognuno dei quali incentrato su un diverso protagonista. Anche la scelta specifica dell’adozione di uno stile un po’ rétro e pixellato per quanto riguarda il menu di gestione dei personaggi mi è piaciuto molto e l’idea di servirsi di un vecchio cambinato per fabbricare dei cloni è davvero innovativa. Nonostante la mole dei testi che ricorda molto una visual novel, al contrario di questo genere in Zanki Zero non ci sono finali multipli e questo manca proprio per via del fatto che vivremo la storia dall’ottica di otto personaggi differenti e gestiremo il loro background. Tuttavia, non nascondo un po’ di delusione riguardo ad un sistema di combattimento troppo ripetitivo e noioso che sarà ulteriormente semplificato andando avanti nel gioco dal sistema Shigabane. Si ha come la sensazione che ormai il significato di morire diventi ininfluente ai fini della trama e che i personaggi siano veicolati solo dal fatto di arrivare subito al bandolo della matassa, senza soffermarsi troppo sul senso della vita e sull’elaborazione dei propri sentimenti in relazione al loro vissuto e ai loro traumi passati. Per il resto consiglio l’acquisto di questo gioco perché merita, ma sicuramente non è necessario comprarlo a prezzo pieno, aspettate i primi saldi.

Appassionata di videogiochi da quando, a cinque anni, ha messo le mani su un Amiga 500. Tra le cose che ama di più: il Giappone, le maratone di serie TV e FINAL FANTASY. Spera con tutta sé stessa in un remake di Xenogears.

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