Wistoria: Wand and Sword – Recensione del primo volume

Abbiamo recensito il primo volume di Wistoria, il manga di Fujino Omori portato in Italia da Musubi Edizioni. Ecco cosa ne pensiamo!

Wistoria: Wand and Sword – Recensione del primo volume

Se ancora non avevate sentito parlare di questo manga non preoccupatevi: nella scorsa stagione estiva di Crunchyroll Wistoria era stato un outsider, uno di quei titoli che piomba inaspettatamente nel panorama animato sconvolgendo le gerarchie, e per questo molti di voi potrebbero esserselo perso. Ma ora, grazie a Musubi Edizioni, Wistoria: Wand and Sword, il manga dal quale è stata tratta la serie giunge in Italia per provare fidelizzare i fan e a sorprendere i “manga only”. Riuscirà l’opera scritta da Fujino Omori e disegnata da Toshi Aoi a sostenere il successo della controparte animata? Scopritelo come sempre con la nostra recensione!

Wistoria: Wand and Sword – Recensione del primo volume

  • Titolo originale:杖と剣のウィストリア (Tsue to Tsurugi no Wistoria)
  • Titolo italiano: Wistoria: Wand and Swords
  • Uscita italiana: 22 novembre 2024
  • Uscita giapponese: 9 aprile 2021
  • Numero di volumi: 11 (in corso)
  • Casa editrice: Musubi Edizioni
  • Genere: Fantasy, Magia, combattimento
  • Disegni: Toshi Aoi
  • Storia: Fujino Omori
  • Formato: Brossurato con sovraccopertina, 12,5×18 cm
  • Numero di pagine: 192

Abbiamo recensito Wistoria: Wand and Swords tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da Musubi Edizioni.

Un solo… Will

Cosa faresti se la tua più cara amica se ne andasse lontano, lasciandoti con la richiesta di raggiungerla in cima a una torre dalla quale si potrebbe vedere il tramonto del Sole? Will Serfort, il nostro protagonista, non ha dubbi a riguardo. Elfaria è diventata una Magia Vander, una figura quasi mitologica che rappresenta la massima autorità del mondo magico, carica che si raggiunge solo dopo aver ottenuto traguardi eccellenti, come la creazione di nuove formule o il compimento di imprese eccezionali. Will è però uno studente senza poteri in un’accademia di magia, nella quale fatica a rimanere in corso: non solo le umiliazioni durante le prove pratiche lo sviliscono, ma anche i suoi compagni, considerandolo inutile, fanno di tutto per spingerlo ad abbandonare la scuola. Il nostro protagonista è però dotato di un’incredibile forza ed esperienza, anche se non le manifesta in pubblico, che gli permettono di mantenere il numero minimo di crediti necessari per accedere all’istituto superiore, un “obbligo” per ambire al ruolo di Magia Vander e quindi per realizzare il suo desiderio: rincontrare Elfaria.

Tra lezioni, scontri, e cacce ai mostri nel Dungeon sottostante alla scuola (almeno per questo primo volume) il ragazzo proverà a superare le sfide scolastiche, dimostrando le sue reali qualità, anche grazie ai pochi alleati che lo hanno sempre sostenuto. Basterà questo per farsi accettare da coloro che non approvano la sua presenza proprio per l’incapacità nell’utilizzo della magia? E riuscirà Will Serfort a superare ostacoli che sembrano insormontabili, avvicinandosi al suo obiettivo? Lo scoprirete solamente continuando la lettura di quest’opera!

“In un mondo di maghi è l’unico guerriero”

La prima cosa che potrebbe balzarvi in mente è il parallelismo con il recente MASHLE: non fatevi però ingannare! Diciamolo, il concetto del protagonista senza poteri magici, ma comunque OP, è stato parecchio usato, soprattutto negli ultimi anni, ma Wistoria lo fa con una metodologia molto seria e strutturata. Per esempio, l’origine della forza del protagonista e le sue capacità sono volutamente nascoste (ritorneranno certamente in futuro) mentre la Lore che determina la sua posizione contro il mondo magico è già ben intrecciata. La superbia dei maghi è ben argomentata: vi verrà quindi spontaneo simpatizzare per i nani, per ora solamente introdotti a livello “storico”, i quali condividono con Will il destino di essere considerati al pari degli insetti. D’altronde in un mondo dove la spada non può battere la bacchetta paiono scontate battaglie dove migliaia di uomini senza poteri possono venire distrutti da pochi incantesimi. L’arroganza di molti professori e studenti si percepisce a pelle, istintivamente, e per questo la lotta del protagonista assume la stessa importanza di altri shonen di successo, come quella di Asta in Black Clover, pur in modo diverso.

La seconda tematica è quella della fine del mondo, con l’introduzione di una sorta di barriera mantenuta attiva dai Magia Vander che, come profetizzato dalla maga Mercedes, impedirebbe la distruzione di tutto ciò che sta al di sotto di essa. Un aspetto quasi camuffato, che viene lanciato sul tavolo imbandito a fare atmosfera, tra molte altre portate: forse c’è effettivamente troppo nel piatto per un primo volume, con il lettore che potrebbe trovarsi spiazzato da tante informazioni, ma oramai è la prassi cercare di creare una struttura audace e impattante sin dalle prime pagine. Inoltre, con una tematica classica tanto semplice e ormai nota, si vede la qualità dell’impalcatura: duelli curati e bilanciati, mostri ben arrangiati, attimi di sconforto alternarti ad una delicata superficialità… non sembra esserci nulla di particolarmente inutile ai fini della trama o delle sensazioni, ne buchi narrativi evidenti; naturale, potremmo dire, pensando al creatore dell’opera.

“Tutto nasce nel dungeon”

Gli aspetti classici dello shonen, tra la magia e la presenza di un eroe con un sogno in aperto contrasto col mondo circostante, potrebbero essere forse i primi a raggiungere il vostro animo; la seconda cosa che invaderà la vostra mente sarà però il passaggio dalla scuola di magia al dungeon sottostante. Se la premessa infatti vi ricorderà un po’ Tower of God, trainata dalla brama di raggiungere a ogni costo la cima della torre, in verità buona parte dell’opera si svolge appunto prima nella scuola (che ci fornisce una introduzione “teorica”) e poi nel labirinto del dungeon che viene custodito sotto le sue aule. I parallelismi con Dan Machi sono evidenti: le caratteristiche del mondo trattato (dalle caverne sotterranee alla torre centrale), un’aura quasi divina (tra la sacralità dei Magia Vander e l’introduzione della leggenda sulla nascita del dungeon) e la presenza di più tipologie di personaggi (tra nani, elfi ed umani). Sapendo ciò ci può immaginare che anche qui il dungeon sarà un mondo complesso, dotati di mostri che paiono imbattibili e oscuri segreti.

Al momento è però soprattutto un’ottima arena per mostrare le capacità di Will, essendo questo primo volume contraddistinto per buona parte da combattimenti e azione. Non sembra tuttavia il tipico battle shonen, sulla tipologia della più famosa opera di Omori, ma più una di quelle storie “esplorative”, come Seven Spellblades e Magi: The Labirinth of Magic tanto per citarne un paio. La psicologia dei personaggi è percepibile, le atmosfere sono ben rese, e non manca quel senso di oppressione tipico di un’avventura alla ceca, considerando che l’autore non sembra aver paura a sporcarsi le mani. Insomma, nonostante la ripetitività dell’utilizzo di un dungeon come scenario principale, le premesse per una buona storia sono state ben costruite.

Qualità per metà inaspettata

Come avrete intuito le premesse per una trama avvincente c’erano tutte: l’autore di DanMachi, Fujino Omori, è noto per le sue capacità nel world building, nella caratterizzazione dei personaggi e nella creazione di archi narrativi coinvolgenti, e il fatto che si occupi direttamente dello script di un manga (scrive light novel) non sembra intaccare la sua abilità. La dinamica che fa da motrice alla storia, l’aura di solennità attorno ai personaggi, il fascino di un fantasy magico con atmosfere leggermente più cupe del solito, queste sono tutte caratteristiche alle quali Omori ci ha già abituato e che non sembrano perdere smalto nell’opera. Se questo è possibile il merito è per metà dei disegni di Toshi Aoi. Il mangaka, praticamente sconosciuto, ha senza dubbio uno stile che si adatta al genere: cura per i dettagli, in particolar modo per i costumi, per gli sfondi e per le magie utilizzate, una rappresentazione chiara dei combattimenti, e soprattutto volti espressivi, penetranti sotto certi aspetti.

La gestione dei personaggi, con linee fluide, mantelli decorati e corpi affusolati, combinata a un uso molto corposo dei neri, mi ha ricordato (ma molto alla lontana) le sensazioni che mi aveva trasmesso un manga sottovalutato della mia infanzia, Ragnarok (2007). Si notano anche alcune espressività tipiche di Claymore e BLEACH per i volti, ma nel complesso, e forse per l’argomento trattato, troverete più similitudini visive proprio con Black Clover e con il suo protagonista, Asta. Di certo, escludendo alcuni elementi troppo ripetuti (come retini e sfuocature) o la presenza di parecchi spazi lasciati in bianco (ma quando ci sono sono gli sfondi sono ottimi), Toshi Aoi ha saputo svolgere un lavoro eccellente per essere la sua prima opera ufficiale, riuscendo a trasmettere sia gli animi dei personaggi che l’epicità delle battaglie.

Will Serfort vuole mantenere la promessa fatta alla sua amica d’infanzia e sogna di raggiungere la cima della Torre magica, accessibile solo ai maghi più potenti, i Magia Wender. Per perseguire questo obiettivo si iscrive all’Accademia di Magia Rigarden, ma diversamente dai suoi compagni Will non possiede alcun talento magico: dovrà perciò usare tutta la sua abilità con la spada per distinguersi e farsi invitare nella Torre.

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A chi consigliamo Wistoria: Wand and Swords?

Sicuramente agli amanti dell’avventura, a coloro che amano le esplorazioni e un minimo di mistero. Se seguite DanMachi, o avete adorato opere nello stile dei recenti Dungeon Food o Faraway Paladin, la lettura di questo volume non vi farà sicuramente male! Il prezzo dell’opera è accettabile, soprattutto per la qualità della Musubi, e i contenuti sono più che buoni per essere i primi capitoli. Se siete tra quelli che hanno visto la serie animata, e ve lo consiglio caldamente se avete dubbi sull’opera, avrete comunque la possibilità di sfogliare qualche dettaglio in più, come le schede dei personaggi sotto la copertina del volume o i flashback di Will. Se però vi aspettate una storia originale, che vi possa sconvolgere, almeno per ora non lo è, ma dategli una possibilità perché le premesse portano in quella direzione.

  • Narrazione solida, dettagliata e scorrevole
  • Illustrazioni pulite e adatte al contenuto
  • Ottimo world building

  • Trama standard per uno shonen
  • Fondali non sempre presenti
Wistoria: Wand and Sword
3.4

Ferisce più la bacchetta che la spada

Wistoria: Wand and Sword è un buon manga, che forse parte mostrando tutti cliché tipici di un fantasy, riuscendo però a costruire una solida e avvincente storia, dotata di buon ritmo narrativo e di scene evocative. La promessa tra Will ed Elfaria non è che l’inizio di un’avventura che abbraccia innumerevoli aspetti: dalla discriminazione all’accettazione, dalla magia al combattimento con la spada, dal terrore di affrontare i mostri del dungeon all’entusiasmo successivo al superamento delle proprie paure. Il viaggio di Will è una bella storia di amicizia e di rivalsa, ben argomentata, scorrevole, e nitida nei contenuti; illustrazioni chiare, personaggi standard ma avvolti da un’eccellente patina caratteriale, e un world building di tutto rispetto, sono le solide fondamenta di una struttura che non sarà originale, ma che certamente non è né la replica di un Mashle, né la copia di DanMachi. Insomma, non aspettatevi il manga del secolo, né qualcosa che sia in grado di trasmettervi le stesse sensazioni della serie animata, ma il primo volume è efficace, e la costruzione del confronto bacchetta-spada, per come ci viene presentato, profuma davvero di grandi avventure.

 

 

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

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