A Kratus, piccolo paese situato sul primitivo pianeta di Roak, il giovane Roddick e i suoi compagni Millie e Dorne passano le giornate lavorando come guardie cittadine. La vita scorre serena con pochi problemi all’orizzonte, fino a quando, un fatidico giorno, la vicina città di Coule viene colpita da una strana epidemia che ne tramuta in pietra gli abitanti. Preoccupati, i tre giovani si precipitano sul Monte Metorx, una pericolosa vetta dove si dice crescano erbe dall’alto potere curativo. Sul picco, completamente a sorpresa, appaiono loro da due colonne di luce un uomo e una donna, Ronyx e Ilia: i due rivelano di essere dei terrestri, venuti da molto lontano a indagare sulle origini di questa strana epidemia… Roddick, Millie e Dorne, convinti dai due astronauti, intraprendono un viaggio fra lo spazio ed il tempo per cercare di salvare il proprio pianeta da una fine certa. Così ha inizio la saga di STAR OCEAN!
STAR OCEAN, sviluppato originariamente da Tri-Ace e pubblicato solo in Giappone da SQUARE ENIX (ai tempi solo Enix) appartiene a quel gruppo di JRPG usciti nell’era SNES e “sottovalutati” dai più: considerato un gradino sotto ai vari FINAL FANTASY e DRAGON QUEST, da noi arriva solamente nel 2008 con il remake per PSP STAR OCEAN First Departure. Questa ultima versione “R” per console arriva dieci anni dopo quella per console portatile. In tutto questo tempo, quanti cambiamenti saranno stati fatti per modernizzare un titolo che ormai ha una certa età? La risposta semplice è che, pur con buoni passi in avanti, forse non è stato fatto comunque abbastanza: per scoprirne il motivo vi basterà continuare a leggere.
- Titolo: STAR OCEAN First Departure R
- Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch
- Versione analizzata: PlayStation 4
- Genere: JRPG
- Giocatori: 1
- Publisher: SQUARE ENIX
- Sviluppatore: SQUARE ENIX
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese e Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 5 dicembre 2019
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: Versione HD con alcuni accorgimenti basata sul remake del 2010 per PSP
Abbiamo recensito STAR OCEAN First Departure R con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da SQUARE ENIX tramite Koch Media.
On an ocean of stars
STAR OCEAN First Departure R, come tanti altri JRPG dell’epoca, alterna fasi esplorative nelle città, dove potremo proseguire nelle missioni principali e secondarie, acquistare oggetti e parlare con NPC, ad un movimento più o meno “libero” in un overworld piuttosto vasto, che connette le varie mappe di gioco e i vari dungeon. Il nostro party, formato da quattro personaggi al massimo di cui uno dovrà sempre essere necessariamente il leader, potrà essere modificato in qualsiasi momento man mano che recluteremo nuovi avventurieri nelle nostre fila. Gli incontri con i nemici partiranno randomicamente durante l’esplorazione, catapultandoci in una versione isometrica in 3D della zona in cui eravamo: all’interno, noi partiremo ad un’estremità della mappa, in una formazione scelta in precedenza da un apposito menù “tattiche”, e gli avversari dall’altra. Il combattimento non sarà a turni, bensì in tempo reale: in ogni momento potremo controllare solo uno dei quattro combattenti in campo, e ogni volta che impartiremo un’azione diversa dal normale attacco (ad esempio, far cambiare atteggiamento all’IA alleata, oppure fuggire), il tempo si fermerà per permetterci di valutare bene la situazione.
Il combat system di First Departure R è una piacevole digressione dal solito combattimento a turni a cui i giochi di ruolo nipponici ci hanno abituato, ma manca decisamente di profondità: con un singolo tipo di attacco e poche skill attivabili tramite i tasti dorsali del controller (e ottenibili solo sporadicamente salendo di livello), lo scopo principale sarà soltanto quello di fare danno in fretta, senza preoccuparsi troppo di tattica o formazione. Ecco quindi che qualsiasi combattimento degenera in un semplice button mashing per cercare di sconfiggere mostri e banditi, che altrimenti in pochissimo tempo riuscirebbero ad annientare il nostro gruppo, anche con equipaggiamento e livello adeguati. Vista la frequenza con cui questi incontri ci ostacoleranno, alla lunga risulta il combattimento diventerà davvero tedioso, e più volte mi sono trovato a fuggire direttamente e rinunciare a un po’ di punti esperienza, pur di finire una quest particolarmente lunga e che mi aveva richiesto decine di minuti di backtracking in un’area precedente.
Quattordici personaggi in cerca di una cura
Il cast di STAR OCEAN First Departure R è decisamente vasto, con quattordici personaggi reclutabili in tutto nel nostro party, ognuno con una personalità e una backstory particolari, oltre a un proprio tipo di combattimento o arma con cui è particolarmente competente. Una componente interessantissima del gioco è data dalle Private Action, non troppo dissimili dai Travel Banter di OCTOPATH TRAVELER ma decisamente più d’impatto. Avvicinandoci ad una città con un certo personaggio in gruppo, con la pressione di un tasto potremo “separarci” dai nostri compagni, che andranno a svolgere le loro faccende fra le mura cittadine. Andandoli a cercare e facendo loro un favore oppure rispondendo ad alcune domande, sarà possibile migliorare una statistica nascosta, l’Affection Rating, che segnala quanto sia forte il loro legame con il protagonista Roddick. Questo non solo avrà un impatto sui dialoghi nel corso dell’avventura, ma persino sui finali del gioco, dando quindi una personalità decisamente più arricchita ad ognuno di essi. Purtroppo, non è facile capire quando una Private Action sia andata a buon fine e quanto questo legame sia saldo, dato che non c’è da nessuna parte un indicatore dedicato.
Ogni personaggio poi può essere fatto crescere in maniera particolare facendo livellare, oltre alle statistiche normali, anche tantissime abilità secondarie, che includono il saper cucinare e creare oggetti curativi, forgiare armi e armature, e persino replicare magicamente oggetti. Il sistema di crafting presente in STAR OCEAN First Departure R era all’epoca decisamente qualcosa di avanti coi tempi rispetto ai competitor, ma non è essenziale per finire il gioco, che è decisamente leggero in termini di contenuti secondari, permettendovi di posare il controller dopo circa venti ore di gioco, a seconda di quanto completisti siate.
Moderno sì, ma fino a un certo punto
I benefici di quest’ultima versione, secondo SQUARE ENIX stessa, sono: i nuovi fondali in HD e i nuovi sprite dei personaggi ancora più dettagliati, uniti al supporto per le risoluzioni delle console attuali; un tasto dedicato per aumentare la velocità del gioco e accorciare così i tempi di spostamento; un livello di sfida meglio bilanciato in alcuni frangenti; infine, un nuovo doppiaggio (anche in inglese) con nuove illustrazioni per i personaggi. Tutti questi sono sicuramente dei passi in avanti, anche se con alcune lacune. Di fondali e sprite migliorati non possiamo certo lamentarci, e fanno sicuramente la loro bella figura a patto di non guardarli troppo da vicino, oppure su uno schermo troppo grosso. In generale, il feeling nostalgico c’è, e la possibilità di selezionare il doppiaggio originale dell’era SNES aiuta a immergersi ancora di più nel passato.
Altre cose, invece, non sono invecchiate con la stessa grazia: i filmati presi direttamente dalla versione PSP (fortunatamente molto pochi) sono orrendi, mal compressi e quasi incomprensibili in alcune scene vista la bassa qualità del materiale originale. Allo stesso modo, raddoppiare la velocità del gioco riduce sì i tempi di spostamento, ma non elimina il problema alla radice: le lunghe sessioni di backtracking che saranno necessarie per spostarsi fra una città e l’altra, intervallate da diverse aree di gioco e dell’overworld e da infiniti combattimenti, sono davvero noiose e poco fruttifere, anche se utili per livellare i propri personaggi. Anche la possibilità di salvare solo nei dungeon o nell’overworld è un’altra scelta insensatamente troppo legata al passato, che costringe il giocatore a smettere ciò che stava facendo e a fargli perdere tempo per trovare un punto di salvataggio adeguato. STAR OCEAN First Departure R è stato modernizzato solo a metà: nell’estetica e non nelle meccaniche, cosa di cui aveva invece più bisogno.
A chi consigliamo STAR OCEAN First Departure R?
STAR OCEAN First Departure R è decisamente un gioco di ruolo giapponese vecchia scuola, anche con tutte le modernizzazioni fatte in questi anni: come tale, è difficile consigliarlo ad un neofita del genere o a chi è abituato ai JRPG più recenti. Chi cerca un’esperienza molto intrigante e un sistema di crescita e crafting profondo ma allo stesso tempo non ha paura di elementi come lunghi momenti di backtracking e grinding è il benvenuto su Roak. Purtroppo, la mole di testo è piuttosto ingente e senza una traduzione italiana chi non mastica l’inglese in alcuni momenti si troverà davvero spiazzato, vista anche la poca chiarezza del gioco nel ricordare al giocatore cosa fare o dove dovrebbe andare.
- Una storia interessante che mescola sci-fi e fantasy
- Interagire con i compagni cambierà storia e atteggiamenti
- Sistema di crafting e potenziamenti davvero profondissimo
- Alcune modifiche esclusive di questa versione sono dei passi in avanti…
- …Ma il gioco è comunque troppo ancorato al passato
- Poca chiarezza sugli obiettivi da seguire
- Il combattimento degenera presto in una tediosa routine
- Mancanza della lingua italiana
STAR OCEAN First Departure R
Un burrascoso viaggio fra le stelle
STAR OCEAN First Departure R è, in sostanza, un’occasione mancata. Trattandosi a tutti gli effetti della versione rimasterizzata di un remake uscito ormai più di dieci anni fa, per quanto il gioco sia competente e si regga sulle proprie gambe risulta decisamente un’esperienza “datata” con alcuni arcaismi e scelte inspiegabili, come il mantenere i filmati nella bassissima qualità della PSP. Il mix fra fantasy e fantascienza e la forte componente relazionale fra i personaggi danno un’anima unica a questo gioco, che però tanti troveranno un po’ troppo frustrante in alcune sue parti. Ciò di cui l’inizio di questa saga storica avrebbe avuto bisogno è un vero e proprio trattamento alla TRIALS of MANA: un remake totale in 3D, che desse davvero una bella lucidatura a questo diamante grezzo. Nella sua forma attuale, First Departure R è un porting deludente (nei contenuti) di un titolo ormai poco accessibile al pubblico moderno, che ha comunque i suoi grandi momenti.