Lycoris Recoil – Recensione dell’anime

Dopo pochi episodi si era già conquistato un posto nel cuore di molti appassionati, tanto che in pochi nutrivano dubbi: Lycoris Recoil sarebbe stato uno degli anime più chiacchierati e graditi di questa stagione estiva. La produzione originale A-1 Pictures, distribuita in Italia da Crunchyroll, ha infatti stregato il pubblico nipponico, stupendo i suoi stessi autori e trovando, tra gli altri, l’approvazione dell’illustre creatore videoludico Hideo Kojima. Era infatti una calda giornata di luglio, quando il padre di Death Stranding si imbatté per caso nelle avventure delle affascinanti lycoris. Fu amore a prima vista, celebrato con diversi messaggi d’apprezzamento sui social. E non è forse un caso, perché l’esordio di Shingo Adachi alla regia propone un character design accattivante, animazioni di livello e un racconto fitto di mistero. Un viaggio di sole tredici puntate, tanto esplosivo quanto rilassante.

In missione speciale contro un gruppo di trafficanti di armi, Takina, lycoris agente del D.A., nucleo dell’anticrimine giapponese, apre il fuoco per salvare una compagna presa in ostaggio. I criminali vengono così uccisi, ma la missione fallisce: il lotto armi che questi stavano contrabbandando sembra infatti sparito nel nulla. Takina, colpevole di aver disobbedito agli ordini, viene trasferita al LycoReco, succursale del D.A., dove la giovane lavorerà al fianco della celeberrima collega Chisato. Takina ha quindi l’occasione di apprendere molto sul lavoro di lycoris, nella speranza iniziale di poter presto tornare alla sede operativa centrale, cooperando con Chisato e stringendo con lei un forte legame. Intanto il mondo della criminalità si muove, il mistero delle armi scomparse si infittisce e facciamo la conoscenza dell’Istituto Alan, una misteriosa organizzazione internazionale legata a giovani dagli spiccatissimi talenti. E mentre la matassa si srotola aumentano gli interrogativi, destinati a trovare risposta soltanto a seguito dei fuochi d’artificio finali, tra colpi di pistola, attacchi informatici e meritati momenti di relax.

Graziose cameriere, letali assassine

Un accogliente e intimo locale si nasconde in quel di Tokyo, con interni in legno massello e vetrate variopinte, il bar Sweet&Café LycoReco. Anche i clienti più abituali ne sono all’oscuro, ma non dovete farvi ingannare dalle apparenze: il gentile titolare e le amabili cameriere nascondono un segreto. Qui lavorano infatti Chisato e Takina, le due protagoniste della nostra storia, lycoris di professione, capaci di creare un duo dinamico e variegato.  Se Chisato è infatti sensibile, empatica ed estroversa, tanto veloce a sparare colpi quanto a schivarne, Takina si presenta come una ragazza dal sangue freddo, abilissima nel combattimento, ma timida e riservata. Interessante notare come, episodio dopo episodio, il personaggio di Chisato intraprenda un attento percorso di crescita, fondamentale per esprimere la sua personalità unica e originale. D’altro canto Takina, pur non sviluppata con la medesima attenzione, mantiene le redini della narrazione: facile entrarvi in sintonia, perché è attraverso i suoi occhi che lo spettatore si cala nelle vicende. Per i più maliziosi, largo anche alla chimica, con alcune scene a velatissime tinte yuri tra le due protagoniste, per nulla invasive nel contesto in cui vengono presentate.

Come in ogni shonen che si rispetti, è necessario parlare anche dei personaggi secondari, spesso più amati dei veri e propri protagonisti. Mika, Kurumi, Mizuki: il team del LycoReco è ovviamente più ampio della sola coppia Chisato-Takina, con altri tre personaggi costruiti sulla base di poche semplici caratteristiche. In un mix di stile giapponese e western abbiamo il quarantottenne Mika, manager del LycoReco e figura paterna di riferimento per Chisato. Assai più giovane Kurumi, brillante ragazza dalle origini sconosciute, che al lavoro nel bar preferisce computer e stringhe di codici. In ultimo, Mizuki, ventisette anni e un sogno, quello di sposarsi, sempre disposta ad aiutare le sue compagne e amiche.

Nonostante una caratterizzazione molto interessante, duole constatare come i personaggi sopracitati fatichino a trovare spazio: tredici episodi sono troppi pochi per puntare i riflettori su ogni attore meritevole. E lo stesso si dica anche dell’antagonista, Majima, terrorista dal carattere esplosivo, alla continua ricerca di una ragione e di un senso, ispirato probabilmente ai celebri villain della serie My Hero Academia. Elogio alla follia per lui, perché Majima compie un ribaltamento totale della prospettiva, presentando come nemici della comunità le lycoris, la cui esistenza segreta incarna l’essenza di una, seppur nobile, menzogna.

Quando la quotidianità spezza l’azione

Lycoris Recoil è un’anime dal ritmo inquieto, singhiozzante. Intere sequenze dal sapore slice of life interrompono scenari polizieschi, servendo agli spettatori un atipico connubio di frenesia e riflessione. La narrazione procede così tra qualche incertezza, eppure mai dimentica come appassionare lo spettatore, sorprendendolo positivamente in più occasioni. A ogni flessione segue infatti un evidente climax ascendente, un vorticoso nuovo fluire di eventi. Il tutto, in una Tokyo dai due volti, capace di incarnare le numerose contraddizioni della società giapponese contemporanea, amena e suggestiva soltanto a un primo e distratto sguardo. Il mosaico complessivo è quindi affascinante; quelle scene che in altre occasioni sarebbero spiacevoli filler, assumono l’aria di semplici momenti di respiro. Soffia un vento di gradevole quiete, atto a valorizzare il cavallo di battaglia di questo anime: il comparto tecnico.

Cromatismi, esplosioni e canti d’allegria

Come detto sopra, la vetta qualitativa di Lycoris Recoil è raggiunta senza dubbio dal comparto visivo e sonoro, in una parola, raggiante. Ad animazioni fluide e curate, godibili tanto nelle scene d’azione quanto nei dialoghi più rilassati, si aggiunge una palette cromatica azzeccata, forte di colori vivaci e saturi. Colori resi efficacemente anche negli splendidi fondali curati dal background artist Munashici, ricchi di contrasti e cieli suggestivi.

I volti nati dalla mente di Asaura, original creator dell’opera, sono dunque destinati ad acquisire una chiara identità grafica, grazie anche a un character design di livello. Viene così superato un arduo ostacolo: rendersi riconoscibili agli occhi di un pubblico non fidelizzato. Eccellenti anche le scelte musicali, con una soundtrack coinvolgente e degli effetti sonori credibili. Nota di merito infine sia per l’opening ALIVE, realizzata dal duo ClariS, sia l’ending Hana no Tou, ad opera di Sayuri, entrambe portatrici di allegria e di quel pizzico di nostalgia per un’avventura destinata a finire troppo presto.

A chi consigliamo Lycoris Recoil?

Lycoris Recoil è un’anime leggero, ideale per staccare la spina dalle proprie preoccupazioni. Vi immergerete in un mondo di mistero e azione, sempre intrattenente e mai da prendere troppo sul serio. Sicuramente non vi segnerà in maniera indelebile, ma la storia di Chisato e Takina saprà strapparvi più di qualche sorriso, garantisce per voi persino Hideo Kojima.