Le melodie di Zelda dal vivo, trasportate a Milano con Symphony of the Goddesses
Poco più di una settimana fa, venerdì 30 settembre, ha avuto luogo al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il terzo appuntamento italiano con The Legend of Zelda: Symphony of the Goddesses – Master Quest. Dopo un primo sold-out a Milano e un secondo ritorno a Roma nel 2015, questa volta ho avuto finalmente il piacere di assistere al concerto più bramato degli ultimi tempi, personalmente parlando.
Sin dal primo gioco su NES, con i suoi otto minuti circa in totale di OST, la musica è stata una dei punti di forza della serie di The Legend of Zelda. Una saga che non ha bisogno di presentazioni: chiunque abbia un po’ di familiarità con i videogiochi sarà in grado di riconoscere qualche musica o tema, essendo tra i più rappresentativi nella storia videoludica.
Il tour, arrivato in una rinnovata edizione intitolata Master Quest, ha avuto dei cambiamenti: si presenta con una nuova orchestra italiana diretta per la prima volta dal Maestro Giacomo Loprieno, ed è inoltre stato arricchito da nuove musiche sinfoniche ed immagini tratte da The Legend of Zelda: Tri Force Heroes, Twilight Princess HD e Skyward Sword, in modo da offrire agli appassionati una maggiore varietà dei brani della saga, nonostante alcuni grandi pezzi siano stati comunque lasciati fuori.
Lo spettacolo si è aperto con una registrazione video sul grande schermo alle spalle dell’orchestra: una breve presentazione iniziale da parte di Shigeru Miyamoto e il suo benvenuto al pubblico, fremente di godersi lo spettacolo. La bravissima orchestra di novanta elementi e venti coristi mi ha fatto rivivere in circa due ore i vari capitoli della serie… A Link to the Past, Ocarina of Time, The Wind Waker, Link’s Awakening, Majora’s Mask e arrangiamenti di A Link Between Worlds e The Minish Cap. È stato semplicemente fantastico. Unica, piccola e pignolissima delusione: le aspettative vane di ascoltare almeno un brano tratto dall’attesissimo The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Nonostante ciò, ci sono stati diversi momenti in cui era piacevole chiudere gli occhi ed essere completamente assorbita dalla musica. Durante la performance, ad accompagnare ogni brano, sul grande schermo sono stati proiettati filmati dei vari giochi, sincronizzati perfettamente con la musica; ciò ha contribuito ad aumentare maggiormente la nostalgia, ma la ritengo anche un’arma a doppio taglio per chi, magari neofita del mondo di Zelda, non ama particolarmente gli spoiler.
Nel corso della serata un breve intervallo di quindici minuti ha dato l’opportunità ad alcuni ragazzi di sfilare sul palco in occasione del contest cosplay a tema. Tra una sinfonia e l’altra, invece, vi sono state due pause durante le quali abbiamo avuto modo di ascoltare delle brevi riflessioni di Eiji Aonuma e del Maestro Koji Kondo tramite videomessaggio: così come Miyamoto nel video iniziale, ognuno di loro ha dichiarato cosa The Legend of Zelda ha significato per loro durante il processo di creazione.
Con un interminabile applauso all’intera Ensemble Symphony Orchestra si è così conclusa la splendida serata per celebrare le musiche di una delle saghe videoludiche più amate. In fin dei conti, The Legend of Zelda, attrae ancora oggi una gran varietà di giocatori, riuscendo così a portare nella sala di un teatro sia fan di vecchia data che nuovi. Nel corso degli anni la saga non ha mai mancato di impressionare con le sue colonne sonore che (dubito esista qualcuno a cui non sia accaduto) restano nel cuore dopo averci accompagnato nelle nostre avventure, quindi non c’è da meravigliarsi che l’esecuzione orchestrale dal vivo di musica tratta da questa serie sia stata un successo sorprendente.
In conclusione, è stato uno spettacolo davvero emozionante, un must per tutti i fan del franchise, ma anche chi non è addentrato nel mondo videoludico sicuramente potrà apprezzare la piacevole serata in compagnia delle melodie del Maestro Koji Kondo. Ero consapevole di cosa aspettarmi data la gioia generale e le reazioni entusiaste già dal primo arrivo in Italia nel 2015, e infatti non sono rimasta delusa da questa incredibile esperienza. Non nascondo che sono fortemente tentata di replicare, se e quando sarà possibile, in futuro.