Atsushi Saito è un game designer, illustratore e programmatore giapponese che, dopo aver lavorato in un’azienda di videogiochi per 20 anni, decide di diventare indipendente nel 2018, fondando la software house Atelier Mimina e lavorando ai suoi progetti personali grazie ai fondi stanziati annualmente da Epic Games per le applicazioni realizzate con il loro motore grafico Unreal Engine, i cosiddetti Unreal Dev Grants. O almeno, questo è quello che si può trovare scritto nella pagina dedicata al suo profilo personale sul sito ufficiale dello sviluppatore. Quello che recensisco oggi sulle pagine di Akiba Gamers è il primo titolo rilasciato da Saito e da Atelier Mimina. Sto parlando di Giraffe and Annika, un’interessante fusione tra platform, esplorazione e rhythm game, che, dopo essere stato pubblicato per la prima volta su PC a inizio 2020 giunge adesso anche su PlayStation 4, Nintendo Switch e Xbox One grazie a PLAYISM e NIS America. Un’opera che purtroppo mette in mostra tutte le acerbità di un prodotto sviluppato con mezzi e fondi limitati.
- Titolo: Giraffe and Annika
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC / Steam
- Versione analizzata: PlayStation 4, Xbox One
- Genere: Avventura, Rhythm Game
- Giocatori: 1
- Publisher: PLAYISM, NIS America, Unties
- Sviluppatore: Atelier Mimina, KamiPallet
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 28 agosto 2020
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: disponibile in edizione limitata per PS4 e Switch con artbook, colonna sonora, toppe e scatola da collezione
Abbiamo recensito Giraffe and Annika con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da NIS America tramite Koch Media e un codice Xbox One fornito da PLAYISM.
Niente giraffe, solo gatti
Il gioco inizia con la giovane protagonista, la dolce Annika dalle orecchie di gatto, che si risveglia nella misteriosa isola di Spica senza alcun ricordo del suo passato e di come sia giunta lì. Poco dopo il suo arrivo, incontra un ragazzo di nome Giraffe, poco più grande di lei e anch’egli con coda e orecchie feline, che sembra conoscerla e che le spiega che, per poter risvegliare i suoi ricordi dimenticati, Annika dovrà trovare e raccogliere i tre frammenti di stella sparsi sull’isola. Nel suo percorso sarà però ostacolata dalla misteriosa strega Lily, il cui destino sembra legato a doppio filo a quello di Annika.
Giraffe and Annika è un gioco semplice, immediato e privo di fronzoli, sia per precise scelte di design sia per, soprattutto, le limitazioni imposte dal budget e dalla scarsa esperienza del suo sviluppatore. Il comparto narrativo propone una storia che sembra quasi una favola per bambini, un’avventura magica facile da seguire e priva di qualsiasi complessità, raccontata con l’ausilio di cutscene in stile fumetto realizzate dallo stesso Atsushi Saito. Una scelta molto saggia visto il comparto tecnico del titolo, ma di quello parlerò più avanti.
Nel corso della sua esplorazione di Spica Island, la tenera Annika incontrerà un variopinto cast di personaggi dai tratti animaleschi, alcuni dei quali mi hanno ricordato i film d’animazione e i cartoni della Dreamworks, mentre nelle battute finali il gioco riesce a inserire anche una componente drammatica, interrompendo il clima allegro e spensierato presente fino a quel momento. Il finale del gioco è sorprendentemente toccante e rappresenta uno degli aspetti più riusciti della produzione, sebbene caratterizzato da un espediente che potrebbe non andare a genio a molti.
I segreti di Spica Island
Giraffe and Annika mette a disposizione del giocatore un’intera isola da esplorare, le cui dimensioni sono molto più grandi di quello che inizialmente si potrebbe pensare, e cinque dungeon da completare con annessa boss fight al termine. Il ritmo di gioco è dunque scandito dalle fasi di esplorazione sull’isola, nelle quali Annika dovrà superare semplici enigmi ambientali e portare a termine le missioni (quasi tutte fetch quest) necessarie per poter sbloccare nuove aree e portare avanti la storia, e da quelle di platforming all’interno dei dungeon, ognuno dei quali caratterizzato da uno specifico tema.
Annika acquisirà piano piano nuove abilità per poter superare tutti gli ostacoli, come il salto, la capacità di resistere sott’acqua e la corsa con scatto. Un’altra caratteristica interessante del gioco è la presenza di un ciclo giorno-notte di breve durata, che vincola l’accesso a determinate aree o eventi dell’isola. Viene data la possibilità di passare da un momento all’altro (mattina e sera) riposando in appositi letti sparsi sulla mappa, così come ai punti di salvataggio rappresentati da statue dalle sembianze feline.
Giraffe and Annika non riesce purtroppo a rivelarsi soddisfacente in entrambi gli aspetti. Le fasi di esplorazione e di risoluzione di enigmi e incarichi sono penalizzate da scelte di design abbastanza ingenue e discutibili, che rallentano il ritmo di gioco costringendo anche a un inutile backtracking, mentre la componente platform all’interno dei dungeon, nonostante qualche buona idea, non mette mai a dura prova il giocatore, anche alle prime armi (la difficoltà non è regolabile). Anzi, le uniche complicazioni sono quasi sempre legate ai controlli poco precisi, che necessitano di un po’ di abitudine.
Tieni il tempo!
Il piatto forte dell’offerta del gioco, l’unico davvero riuscito e capace di divertirmi, è quello legato alle battaglie in stile rhythm game, presenti al termine dell’esplorazione di ogni dungeon e affrontabili in seguito in qualsiasi momento. In questi combattimenti, dove Annika affronta la strega Lily e i suoi scagnozzi a suon di musica, il giocatore dovrà premere il tasto predisposto in unisono alle sfere che appaiono nella parte sinistra e destra dello schermo, spostando il personaggio con le frecce direzionali. La difficoltà, qui regolabile su tre livelli (facile, normale e difficile), è legata alla velocità delle sfere e alla presenza di ostacoli da evitare, pena la perdita di vita della protagonista con conseguente game over.
Purtroppo, quando affrontate durante la storia principale, il tasso di sfida di queste battaglie viene semplificato dal fatto che, per poterle superare, non è importante mandare a zero la vita dell’avversario, bensì sopravvivere fino alla fine della canzone. Una volta fatto questo, Annika darà automaticamente il colpo di grazia a Lily facendo terminare il combattimento. Oltre a ciò, questa componente mi è sembrata mal amalgamata con il resto del gameplay, come se gli sviluppatori avessero avuto bisogno di qualcosa di semplice da implementare per inserire delle boss fight nel titolo.
Anche a livello di contenuti il gioco non riesce a lasciare il segno. L’avventura principale si completa in 5-6 ore, almeno una delle quali dovuta ai continui spostamenti di Annika da una parte all’altra dell’isola, tanto che esiste persino un trofeo per chi finisce il gioco in meno di 4,5 ore. Conclusa la modalità storia, ci si può dedicare al ritrovamento di tutti i collezionabili – come i dipinti a tema felino, o i costumi di Annika – e al miglioramento del proprio record nelle battaglie a ritmo, ma si tratta di contenuti che non giustificano assolutamente il prezzo di copertina a cui viene venduto il gioco su console (su PC è già più accettabile).
Un mondo spoglio
Atsushi Saito è un illustratore in gamba – andate sul sito di Atelier Mimina per ammirare i suoi lavori – e in Giraffe and Annika riversa tutta la sua estetica ispirata alle produzioni dello Studio Ghibli. Pur senza arrivare, ovviamente, ai fasti dei capolavori di Miyazaki e Takahata, il comparto artistico del gioco è molto piacevole e dona al titolo una cifra stilistica che lo rende immediatamente riconoscibile. Ho apprezzato in particolar modo i colori prevalentemente caldi e accesi, in linea con l’atmosfera solare e gioiosa della narrazione, e il design dei personaggi principali.
L’utilizzo dello stile fumettoso nei filmati di intermezzo, come dicevo, è stata una scelta molto saggia da parte di Atelier Mimina, perché del comparto tecnico di questo titolo, onestamente, si salva ben poco. Passino alcune ambientazioni ispirate e realizzate con un buon livello di dettaglio, ma tutto il resto va dal mediocre allo scadente, con i modelli poligonali e le animazioni dei personaggi degni di un videogioco cheap, come quelli che si trovavano nelle merendine nei primi anni 2000. Non voglio sembrare troppo cattivo con questo paragone, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente non appena ho iniziato la prima partita.
Quando una giovane ragazza di nome Annika si sveglia da uno strano sogno, si ritrova bloccata nella misteriosa “Isola di Spica” senza alcun ricordo di come ci sia arrivata. Durante l’esplorazione, incontra un ragazzo di nome Giraffe, che sembra conoscerla e ha il compito di trovare tre frammenti speciali di stelle sull’isola per svelare i misteri dei suoi ricordi dimenticati. Durante la ricerca dei frammenti, Annika incontra Lily, la strega della foresta misteriosa, che la sfida in battaglia! Fortunatamente, Annika emerge vittoriosa e scopre un frammento di stella. Dopo aver assorbito il frammento, improvvisamente le vengono concesse visioni straordinarie. Quali segreti attendono questo improbabile trio di avventurieri sull’isola di Spica?
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Come dico sempre in questi casi, si possono concedere tutte le attenuanti al team di sviluppo e si può affermare quanto si vuole che la grafica non fa il gioco, ma Atelier Mimina poteva mettere un minimo di cura in più nella realizzazione tecnica del titolo. Un problema che tocca anche le musiche composte da TOMZUIN H, pseudonimo di Tomohiro Harada. Le melodie sono infatti tutte dimenticabili, anche quelle delle canzoni delle battaglie, un problema non da poco per un rhythm game.
A chi consigliamo Giraffe and Annika?
Giraffe and Annika è rivolto a tutti gli amanti dei platform, dei rhythm game (al netto della presenza ridotta di questa componente), dell’estetica ghibliana e dei giochi indipendenti. Chiunque si identifichi in una di queste categorie deve tuttavia essere cosciente che il prodotto in questione va visto più come un passatempo tra un gioco importante e quello successivo piuttosto che come qualcosa per cui vale la pena mettere da parte tutto il resto, vista la durata esigua e i numerosi difetti. La presenza della sola lingua inglese non costituisce assolutamente un problema: Giraffe and Annika è semplicissimo da capire, e anzi, potrebbe essere un ottimo modo per acquisire familiarità con la lingua d’Albione.
- Artisticamente piacevole
- Immediato e senza fronzoli
- Finale a suo modo toccante
- Fasi rhythm game divertenti…
- …Ma sono solo cinque
- Tecnicamente insufficiente
- Esplorazione e fasi platform poco appaganti
- Durata esigua in relazione al prezzo proposto
Giraffe and Annika
Un gioco piccolo e semplice, pure troppo
Giraffe and Annika, opera d’esordio di Atelier Mimina e del suo creatore Atsushi Saito, è un prodotto che fa della semplicità e del rivolgersi a un pubblico giovane i suoi punti di forza, ma i buoni propositi messi in campo si scontrano inevitabilmente con tutti i limiti tecnici, e non solo, a cui lo sviluppatore ha dovuto far fronte. Il risultato è un gioco passabile che propone qualche buona idea, come le battaglie in stile rhythm game e un comparto artistico grazioso che si rifà alla scuola ghibliana (senza arrivare minimamente al suo livello, sia chiaro), ma che in tutto il resto si rivela amatoriale fino al midollo. Nonostante ciò, complice anche la brevissima durata, Giraffe and Annika è riuscito a intrattenermi e per questo motivo si merita la sufficienza. Buona la prima quindi, ma spero che il titolo successivo di Atelier Mimina e Saito riesca a esprimere meglio il suo potenziale.