A seguire la conferma di una versione europea del gioco di Deep Silver, ATLUS ha oggi rilasciato un nuovo video “gameplay” per il suo Persona 5. Anche se chiamarlo gameplay è un parolone…
Quello che è possibile vedere durante il minuto e mezzo di filmato è semplicemente una sequenza in game di Ryuji Sakamoto e il Protagonista, intenti a guardare un qualche evento sportivo in TV. Qualche dialogo, uno scambio di battute e via. E non capendo granché di giapponese, ammetto che tutto mi risulta alquanto irrilevante.
Possiamo però trarne che, esattamente come accadeva nei precedenti capitoli, anche in questo Persona 5 le diverse relazioni con i personaggi saranno un punto cardine del gioco; si potranno affrontare diverse attività per incrementare il feeling con un determinato personaggio, guardando per esempio una partita in TV.
Vi lasciamo al trailer, ricordandovi che Persona 5 vedrà la luce da noi il prossimo 14 febbraio 2017 e in Giappone il prossimo 15 settembre.
Persona 5 – Video Gameplay
Persona 5 comincerà mettendo il protagonista a confronto con un uomo in procinto di molestare una donna; a causa delle ferite inflitte proprio a quest’ultimo, l’eroe viene arrestato dalla polizia e condannato agli arresti domiciliari. Durante la sua permanenza forzata a casa, di notte avrà uno strano sogno: si ritrova all’interno di quella che sembra essere un prigione, con addosso dei classici abiti da galera. Al di là delle sbarre vi sono due guardie gemelle, mentre in fondo si intravede la figura di un uomo anziano, Igor, dalla strana espressione. Ogni volta che il protagonista andrà a dormire, l’uomo lo inviterà a tornare nella misteriosa prigione blu, chiamata “Velvet Room“, un luogo che si trova tra sogno e realtà, tra spirito e sostanza. Riguardo l’aspetto della stanza, il vecchio uomo spiega che questo cambia in base ai pensieri di chi la visita, e dato che il protagonista è un “prigioniero del destino” non poteva che vedere apparire una prigione. Ormai lo aspetta solo la rovina, e niente può essere fatto per evitarlo. L’unica cosa sarebbe combattere l’imminente catastrofe, seguendo un particolare percorso di “Riabilitazione alla libertà”.
Fonte: ATLUS via Gematsu