Di fronte alla stazione di Kissouji è sempre molto affollato, sia di giorno che di notte. Il sole è ormai calato e la strada principale si è riempita di abbaglianti luci al neon. Ma quando ti addentri in un vicolo, è tutta un’altra storia. Lì regna l’oscurità, e in genere è sempre pieno di spazzatura e vomito. La strada principale è sicuramente piena di energia, ma qui, nel buio, il caldo è quasi soffocante. Ha quasi senso il fatto che in quest’oscurità la gente voglia affogare i propri problemi nell’alcol. Pensieri stupidi come questo si annidano nella mia mente mentre percorro lo stesso disgustoso cammino di sempre. È ormai passata una settimana da quando le mie ultime vacanze estive da studente sono iniziate. Non sono una persona a cui piace molto divertirsi, per cui ho pensato bene di buttare la mia giornata qui, nell’oscurità. – Akira Kijima
A un anno di distanza dal successo di Spirit Hunter: Death Mark, arriva sugli scaffali europei Spirit Hunter: NG, secondo capitolo della saga di dungeon crawler a stampo horror targata Experience. In questo nuovo episodio per PlayStation 4, PS Vita, Nintendo Switch e PC vestiremo i panni di Akira Kijima, un giovane studente che si ritroverà costretto ad affrontare un gioco perverso per poter ritrovare la sua cuginetta Ami. Ma la software house sarà riuscita ad emulare il successo del primo capitolo?
- Titolo: Spirit Hunter: NG
- Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita, Nintendo Switch, PC
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: Survival Horror, Dungeon Crawler
- Giocatori: 1
- Software house: Aksys Games
- Sviluppatore: Experience
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 10 ottobre 2019
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: si tratta del secondo capitolo della saga Spirit Hunter, iniziata nel 2018 con Spirit Hunter: Death Mark
Abbiamo recensito Spirit Hunter: NG con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Aksys Games.
1999, Tokyo. È una sera come tante quando Akira Kijima, solitario studente delle superiori, si ritrova attirato verso la stazione di Kissouji da un tremendo trambusto. La fonte del rumore è un energumeno dai capelli rossi che sta importunando una giovane ragazza vestita in stile gotico e, involontariamente, Akira si ritrova coinvolto nella discussione. La ragazza infatti, vedendo il protagonista, decide di utilizzarlo come via di fuga dall’energumeno che cerca in ogni modo di convincerla a seguirlo. Ma purtroppo le parole non bastano a distogliere la morbosa attenzione dello strano ragazzo, che rivela ai due giovani di essere un membro della Yakuza. Senza paura alcuna delle possibili conseguenze delle sue azioni, Akira si vede costretto ad atterrarlo sferrando un poderoso pugno al suo stomaco.
Nonostante l’abbia salvata, le presentazioni tra Akira e la misteriosa ragazza sono bruscamente interrotte dall’arrivo della polizia. Il protagonista decide così di rifugiarsi all’interno del Black Rabbit Bar, locale gestito con scarso successo da sua zia Natsumi. La proprietaria è infatti un’autrice di romanzi horror che si è ritrovata costretta a prendersi cura del locale dopo averlo ereditato. Natsumi è inoltre la tutrice legale di Akira, rimasto orfano dopo la morte di sua madre. Per questo la sua cuginetta Ami lo considera come un vero e proprio fratello maggiore, ed è sempre felice di poter passare del tempo con lui. Akira è infatti solito occuparsi di lei quando il locale è aperto, e una sera Ami gli rivela il desiderio di poter portare dei fiori sul luogo dell’incidente che ha causato la morte di una sua amica.
Il protagonista decide di accontentarla ma, non appena posati i fiori, una macchina apparsa dal nulla cercherà di investirli. Riusciti a fuggire per miracolo i due si dirigono all’appartamento di Akira, dove trovano una misteriosa cartolina nera con sopra un indovinello. Non badando minimamente alla cosa, il protagonista consiglia ad Ami di andare a pulire la ferita che ha riportato durante la fuga dalla macchina mentre lui cerca il kit di pronto soccorso. Un urlo però proviene dal bagno, e la giovane Ami scompare nel nulla. Al cospetto del protagonista comparirà Kakuya, una misteriosa ragazza in abiti tradizionali responsabile della scomparsa di Ami. Per poterla salvare il giovane dovrà risolvere gli enigmi che Kakuya gli porrà, iniziando così un macabro gioco che potrebbe costare la vita a lui e a tutti quelli che lo circondano.
Who you gonna call?
Dal punto di vista del gameplay Spirit Hunter: NG si mantiene in linea con il suo predecessore, andando a mischiare un universo narrativo macabro allo stile di gioco dei dungeon crawler in cui l’esplorazione è l’elemento cardine per poter sopravvivere. Akira dovrà infatti risolvere dei casi raccapriccianti per poter portare a termine il gioco di Kakuya, e per farlo dovremo analizzare attentamente ogni ambientazione che visiteremo in cerca di indizi e oggetti che potrebbero tornarci utili successivamente. Il protagonista non sarà solo, ma potremo affiancarlo ad uno dei tanti possibili partner presenti all’interno del gioco. In questo nuovo capitolo la scelta del proprio compagno sarà fondamentale in quanto, in alcune situazioni, potremo andare avanti solamente se accompagnati da un determinato personaggio.
Per far immergere maggiormente il giocatore nel terrificante universo di Spirit Hunter, il gioco ci metterà di fronte a delle scelte che potranno portare alla morte dei protagonisti. Nei momenti salienti infatti il giocatore verrà posto davanti a delle domande a risposta multipla che potrà affrontare in un tempo limitato e che potranno portare ad un diretto Game Over, andando così ad aumentare ulteriormente la tensione della narrazione. La software house cercherà infatti in ogni modo di causare panico al giocatore, sia con dei rumori raccapriccianti che con dei veri e propri jump scare improvvisi capaci di sorprenderlo e terrorizzarlo.
Un altro elemento ripreso dal primo capitolo, anche se leggermente riadattato, sono le boss fight. Arrivati alla fine di ogni caso, Akira e i suoi compagni si troveranno di fronte ad uno spirito colmo di rancore pronto a mietere nuove vittime. A differenza di Death Mark però, solamente il protagonista agirà durante gli scontri, rendendo dunque la presenza di un partner praticamente inutile in questo frangente. Anche la scelta di quali oggetti utilizzare contro ogni spirito sarà fondamentale, e potrà portare a conseguenze catastrofiche se non utilizzeremo l’oggetto giusto al momento giusto. Senza ombra di dubbio la differenza tra Spirit Hunter: NG è il suo predecessore sta nella difficoltà. In questo nuovo capitolo infatti i casi saranno più brevi e meno complicati da risolvere rendendo quindi l’esperienza di gioco adatta anche a chi non è abituato ad affrontare titolo di questo genere.
Labirinto urbano
Dal punto di vista tecnico Spirit Hunter: NG mantiene l’ottima qualità già vista nel precedente capitolo della saga, pur con qualche piccolo problema. Graficamente ci troviamo di fronte ad un lavoro eccellente, soprattutto nella realizzazione dei raccapriccianti artwork, nel design dei protagonisti e nella realizzazione di spiriti spesso legati alle tradizioni del folkore nipponico. Ma non è tutto oro ciò che luccica, il passaggio a delle ambientazioni più metropolitane ha fatto sì che queste spesso non riescano ad avere quel piglio orrorifico visto in Death Mark, spostando dunque il focus degli elementi inquietanti quasi esclusivamente sui nemici.
Se le ambientazioni risultano poco ispirate, a bilanciare gli elementi terrificanti del titolo ci pensa il suo comparto sonoro. Ogni minimo aspetto di questa sezione, dai lunghi silenzi ai rumori improvvisi, è stato realizzato in modo da far venire i brividi ai giocatori. L’esperienza di gioco non sarebbe la stessa senza la cura posta da Experience per la realizzazione acustica, ragion per cui è consigliato giocare il titolo con le cuffie per non perdere alcuna terrificante sfaccettatura.
Purtroppo un altro elemento altalenante di Spirit Hunter: NG è la sua narrazione. Dei diversi casi che potremo affrontare nei panni di Akira, solamente alcuni riusciranno davvero a causare in noi un senso di inquietudine e terrore. Si tratta di un capitolo meno raccapricciante del precedente, con delle storie che scavano più a fondo nella tradizione folkloristica nipponica ma che non sempre sono narrate in modo tale da far correre brividi di terrore nelle vene dei giocatori. A livello di narrazione inoltre i primi due casi che affronteremo saranno solamente un modo per introdurci al mondo di gioco, e saranno quasi totalmente scollegati dalla trama principale, che si diramerà nei successivi capitoli.
A chi consigliamo Spirit Hunter: NG?
Senza ombra di dubbio Spirit Hunter: NG è un titolo che farà gola a tutti gli amanti dei racconti horror. Grazie al suo gameplay semplice è adatto a qualsiasi tipologia di giocatore, che potrà mettere alla prova le sue doti deduttive esplorando le tante ambientazioni presenti all’interno del titolo e cercando di sopravvivere al macabro gioco di Kakuya.
- Comparto sonoro da brividi
- Gameplay adatto anche ai neofiti
- Narrativamente macabro e con ottimi spunti…
- …Ma spesso la narrazione è altalenante
- Estremamente facile e lineare
- Le ambientazioni sono poco ispirate
Spirit Hunter: NG
Ok, ma l’horror dov’è?
Dopo la piacevolissima esperienza con Death Mark ammetto che le mie aspettative per Spirit Hunter: NG erano davvero altissime. Purtroppo però stavolta Experience non ha saputo tirare fuori tutti quei piccoli dettagli che sono stati capaci di intrigarmi mentre giocavo al primo capitolo. L’ambizione della software house di voler creare degli scenari raccapriccianti in ambientazioni urbane si è rivelata purtroppo un buco nell’acqua, in quanto credo sia praticamente impossibile rendere spaventosi dei vicoli totalmente illuminati o delle stanze di ufficio perennemente identiche. Se da una parte ci troviamo di fronte ad un ottimo comparto audio, capace di farci entrare continuamente in uno stato d’ansia anche coi suoi silenzi, il comparto grafico subisce il colpo delle ambientazioni poco ispirate nonostante abbia dalla sua parte degli artwork davvero raccapriccianti. Non c’è più quel costante senso di essere braccati da un nemico invisibile, in quanto gli spiriti di questo capitolo faranno la loro apparizione quasi unicamente alla fine di ogni storia. Inoltre la software house ha estremamente ridotto la difficoltà del titolo: se nel primo capitolo infatti era possibile perdere degli oggetti fondamentali durante il nostro cammino, stavolta sarà abbastanza semplice trovare tutto ciò che ci servirà al primo colpo. Senza considerare che in fase di recensione mi sono imbattuto in diversi glitch grafici che mi hanno costretto a riavviare il gioco più di una volta, e che spero vivamente vengano risolti con una patch al lancio. In definitiva l’esperienza di gioco di Spirit Hunter: NG è interessante, ma avremo continuamente la sensazione che manchi qualcosa.