Secondo un’indagine condata dalla sezione online Mantan Web del giornale Mainichi Shinbun, sembra che i ritardi causati dalle restrizioni anti-coronavirus e dal lockdown in Giappone nel settore anime siano in qualche modo più gravi di quanto ci aspettassimo.
Basandoci sui dati raccolti nelle interviste condotte dal Mantan Web a membri di studi di animazione et similia, attualmente realizzare un singolo episodio di un anime richiede circa il doppio del tempo che veniva impiegato anche solo ad inizio anno per la stessa mole di lavoro, e addirittura per il doppiaggio i tempi di attesa sono triplicati.
Il membro di uno studio di animazione che da fine marzo sta lavorando in regime di smart working ha confermato che gli effetti peggiori ci sono stati su quelle aziende che lavorano principalmente in analogico, come lo Studio Ghibli. “Quando si tratta di lavorare da remoto, ci sono delle tempistiche per forza di cose più lunghe, e le persone sono comunque abituate a meeting faccia a faccia, cosa che ha fatto precipitare la qualità del lavoro“, ha dichiarato l’insider.
Ci sono alcuni intervistati secondo cui la situazione sta lentamente tornando alla normalità ma ancora si continuerà con questo regime misto per qualche tempo, anche dopo la fine del lockdown. Sempre nella stessa inchiesta ci si è poi occupati degli studi di registrazione: per un lungo periodo il doppiaggio di anime, serie tv e film è stato sospeso del tutto. Tuttavia, anche queste aziende soffrono per via delle misure di distanziamento e di sicurezza, che con continua sanificazione di microfoni ed equipaggiamento audio permettono al massimo tre o quattro doppiatori in una giornata e allo stesso tempo, quando prima si arrivava fino a dieci. Alcune registrazioni di conseguenza stanno richiedendo il triplo del tempo. Questo causa anche più difficoltà agli attori stessi nel registrare improvvisando o con il loro tono di voce preferito.
Fonte: Mainichi Shinbun via Anime News Network