Ne sappiamo fin troppo: il rapporto fra publisher e spoiler

Oggi è sempre più normale venire bombardati di teaser trailer, screenshot, anteprime e demo. Ma sapere così tanto di un videogioco in anteprima farà davvero bene all’esperienza?

Ne sappiamo fin troppo: il rapporto fra publisher e spoiler

Nell’editoriale di questo mese voglio parlarvi di una cosa che spero di non essere stato l’unico a notare, e per cui ho avuto spunto proprio dal lavoro di pubblicazione di news giornaliere qui su Akiba Gamers. Un argomento che ha a che fare con un tema piuttosto delicato: sto parlando della spoiler culture e dello strano rapporto che hanno con essa tanti grandi publisher e le più famose software house giapponesi, che a volte sembrano fin troppo di manica larga quando si tratta di mostrare i loro giochi in anteprima.

Facciamo un passo indietro prima, e diamo una vaga definizione di spoiler culture. Per spoiler culture si intende a grandi linee l’ambiente in cui gli appassionati di praticamente qualsiasi medium di intrattenimento sono “costretti” a vivere, specialmente su internet: uno in cui non guardare l’ultimo episodio di uno show su Netflix, oppure il non comprare un videogioco al day one potrebbe risultare nel ricevere degli sgraditissimi spoiler, andando a rovinare la sorpresa e l’attesa che tutti abbiamo per i nostri franchise preferiti. Chi non ha il privilegio di poter rimanere sempre aggiornato su tutto quello che segue è così costretto a stare in una “bolla” sempre all’erta per evitare persino immagini e gif che potrebbero star già circolando in rete, dovendosi nei casi più estremi isolare totalmente dai social media.

FINAL FANTASY VII

Ci sono persone a cui gli spoiler danno molto fastidio e chi ne è indifferente; io sto più o meno a metà fra le due categorie, preferisco evitare eventuali spoiler la prima volta che mi approccio ad una nuova opera, ma dopo aver finito un gioco o una serie TV, se voglio capirne bene il contesto o la storia, mi vado a documentare su possibili interpretazioni e finali alternativi, opere spin-off e simili, a volte spoilerandomi anche da solo tutto quello che non ho visto in prima persona. Si è dibattuto in lungo e in largo su quale sia la tempistica accettabile per poter parlare pubblicamente di qualcosa senza prendere precauzioni a riguardo; per esempio, chi come me è appassionato del lavoro di Hirohiko Araki saprà quanto è penalizzato un nuovo fan che si vuole approcciare a Le Bizzarre Avventure di JoJo, specialmente se lo fa soltanto guardando l’adattamento animato e decide allo stesso tempo di partecipare ad una qualsiasi discussione online sul franchise. Le discussioni su Aerith in FINAL FANTASY VII ne rappresentano un altro esempio lampante in ambito videoludico.

Abbiamo dunque capito che per chi vuole evitare spoiler a tutti i costi e arrivare vergine ad un’esperienza, internet è diventato un posto pericoloso. Ma cosa succede quando non sono i tuoi amici o gli organi di stampa specializzata a rivelarti dettagli inaspettati, bensì sono gli stessi publisher a farlo? Eccoci arrivati al fulcro del nostro editoriale: lo strano rapporto che (alcuni) editori e sviluppatori giapponesi hanno con gli spoiler che inseriscono di loro spontanea volontà in annunci al pubblico, contenuti stampa e video sui canali social, e in generale sulla loro tendenza a mostrare a volte persino troppo, andando a rovinare quello che può essere il piacere di imparare a giocare a qualcosa da zero, o di approcciarsi a qualcosa senza averne visto nulla.

LEFT ALIVE

Per farne un esempio, vi riporto il caso di LEFT ALIVE (che poi si è rivelato essere, diciamo, non all’altezza delle aspettative, tanto per usare un eufemismo) e la copertura che gli abbiamo offerto sul nostro sito: cercandolo infatti tramite la barra di ricerca, vengono fuori quasi quattro pagine di news inerenti da noi pubblicate. Si va dalle cose ovvie e ampiamente giustificate come il trailer di lancio fino a video di gameplay anche piuttosto lunghi, parliamo di oltre 15 minuti per volta, intenti a mostrare ogni sistema di gioco, ogni gadget e tattica a nostra disposizione, ogni personaggio insieme alle loro storie, spiegandocene persino gli intrecci.

Non si tratta solo di spoiler nudi e crudi che vanno ad inficiare sul godimento della storia, che finora grazie al cielo sono stati la minoranza, ma anche di una vera e propria esagerazione nel mostrare parti del gioco in sviluppo, fino a dedicare interi trailer di pochi secondi ad una singola meccanica, quasi a voler sostituire i tutorial in-game: ho notato in generale un approccio molto diverso rispetto ai publisher e alle agenzie di marketing occidentali, che sebbene non si risparmino anche loro nessuna tattica per aumentare l’hype intorno ai loro titoli, tendono a non fare oversharing come le loro controparti nipponiche.

Credo che sapere così tanto di un titolo prima dell’uscita vada oltre i limiti del voler essere trasparenti con i giocatori trasformandosi quasi in una specie di stalking promozionale, e davvero fatico a trovarne un vero scopo pratico.

Non so voi, ma in quest’epoca di sovraccarico di informazioni, dove grazie a internet i nostri cervelli sono costantemente bombardati di dati e aneddoti da ricordare, sapere che da qualche parte nel mio cervello un frammento di memoria è stato cancellato per far spazio a un “trailer” di cinque secondi in cui si vede il corridoio della stazione di polizia di Raccoon City mi lascia veramente solo una domanda: ma ne vale davvero la pena?

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

1 Comment

  1. Infatti mi ricordo come anni fa gli spoiler erano raramente oppure mostravano quel poco per lasciarti più al hipe e all’immaginazione. Che le persone siano cambiate e non compravano più senza sapere nulla?

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