Assault Spy – Recensione

L’hack ’n’ slash indie incentrato sullo spionaggio industriale sviluppato da Wizen è appena uscito da Steam Early Access. Riuscirà a stupirci con questo debutto?

Assault Spy - Recensione

Asaru Vito, una spia industriale professionale che lavora per un’agenzia innominata facendosi passare per salaryman, è incaricato insieme alla sua assistente maldestra Kanoko di infiltrarsi nella sede della corporazione internazionale Negabot, che produce robot per la sicurezza e androidi militari. Purtroppo, sin dall’inizio l’infiltrazione non va come sperato, e Asaru si ritrova insieme ad alcuni personaggi di supporto, tra cui l’altro personaggio giocabile, ovverol’agente della CIA Amelia Smith, a dover risolvere una questione molto più spinosa: un’acquisizione decisamente ostile dell’azienda da parte di un gruppo terroristico capitanato dal misterioso villain muto Mr. Showtime e l’ex-segretaria della Negabot, Chidori.

Lo sviluppo di Assault Spy ha seguito un percorso decisamente strano per un videogioco nipponico, considerabile a tutti gli effetti come un titolo indie; è stato infatti sviluppato avvalendosi del sistema di Steam Early Access, dove era disponibile all’acquisto fin da maggio, e solo recentemente ha ottenuto un rilascio completo, grazie al supporto del publisher NIS America, la sussidiaria di Nippon Ichi Software che si è occupata del rilascio in tutto il resto del mondo di alcuni titoli molto famosi, tra cui spicca la serie Disgaea.

  • Titolo: Assault Spy
  • Piattaforma: PC / Steam
  • Genere: Brawler in terza persona, Hack and Slash
  • Giocatori: 1
  • Software house: NIS America
  • Sviluppatore: Wazen
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 2 ottobre 2018
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: colonna sonora
  • Note: entrato in early access durante la primavera del 2018

Assault Spy è un hack and slash tradizionale e puro, che segue abbastanza fedelmente le orme dei suoi consanguinei come Devil May Cry e Bayonetta. I livelli sono divisi in grandi stanze che fungono da arena per orde di nemici progressivamente più complicate e aggressive, intervallate da corridoi con cutscene e stazioni per l’upgrade del proprio personaggio ed eventualmente una sorta di miniboss legato alla trama; alla fine del livello sarà presente una boss battle vera e propria in un’arena apposita e molto più grande.

Tu sei il potere.

Gli amanti del time attack e del combattimento spettacolare in questo non rimarranno delusi: ogni singolo incontro avrà infatti un proprio rank separato, da E ad SSS, legato ad una serie di parametri come il danno subito, il tempo impiegato, e la spettacolarità delle combo. Quest’ultimo è sempre visibile, infatti durante il combattimento sarà presente un moltiplicatore con una barra da riempire tramite attacchi continui e combo complesse e che determinerà i punti finali e la valuta ottenuta sconfiggendo i nemici e necessaria per migliorare le armi del nostro personaggio, e che incomincerà a scendere appena smetteremo di pestare gli avversari.

Tramite un sistema di combo decisamente profondo e una buona varietà di gadget da spia utilizzabili, e ognuno con il proprio percorso di upgrade estremamente flessibile (sarà possibile ad ogni stazione rimuovere potenziamenti presi in precedenza e venirne rimborsati, e reinvestire i punti in potenziamenti per altre armi), il sistema di combattimento di questo titolo è la stella incontrastata.

I due personaggi giocabili hanno uno stile di gioco differente: Asaru è molto agile e combatte principalmente utilizzando la sua valigetta ventiquattrore e i suoi biglietti da visita esplosivi; può evitare facilmente i colpi grazie alla sua abilità di mobilità principale, ovvero un dash utilizzabile senza limiti, uno scatto velocissimo e, più avanti nel gioco, grazie all’abilità di rallentare il tempo con l’Overclock Watch (qualsiasi riferimento è puramente casuale e gli stessi personaggi in modo umoristico lo ammettono durante il gioco); pertanto, si presta ad uno stile più tecnico e mordi-e-fuggi, mentre Amelia usa principalmente i pugni e carica una “barra hype” che aumenta progressivamente il danno e dona invincibilità quando fa andare un colpo a segno, suggerendo un playstyle aggressivo. Purtroppo, essendo stata aggiunta durante gli ultimi mesi di sviluppo, è leggermente meno caratterizzata e versatile rispetto ad Asaru.

I nemici combattuti dalle due spie, principalmente robot e androidi, sono divisi per caratteristiche, con ogni modello nuovo introdotto dopo un certo numero di stage e che richiede una particolare strategia. È presente per esempio il classico nemico pesantemente corazzato che va attaccato solo da una direzione, quello molto veloce ma con attacchi telefonati, oppure quello volante che deve essere fatto scendere prima di poterlo attaccare. Anche i boss, sebbene non siano moltissimi, sono comunque sostanzialmente diversi fra loro nella strategia e nel set di mosse.

Oltre alla modalità storia sono presenti due modalità: la Death March dove dovremo combattere contro orde continue di nemici in un tempo limite e la Boss Rush dove affronteremo tutti i boss del gioco in ordine per vedere fino a quanto riusciremo a sopravvivere. Una volta completata la storia principale inoltre sarà possibile selezionare quale capitolo rigiocare in caso volessimo migliorare i nostri punteggi.

Vuoi essere giudicato?

Il cast dei personaggi è abbastanza limitato ma molto ben caratterizzato nel design; ognuno ha infatti un proprio seiyuu (doppiatore) e il doppiaggio giapponese è completo per ogni linea di dialogo e anche di ottima qualità; alcuni di loro hanno ricoperto ruoli secondari anche in diversi anime. Purtroppo però la trasposizione in modello 3D dei personaggi fa perdere un po’ della loro caratterizzazione. Nonostante non siano modelli fatti male, sono decisamente poco dettagliati rispetto alla loro versione disegnata e mentre le animazioni in combattimento sono molto fluide, non si può dire altrettanto di quelle meno “importanti” come l’animazione della camminata o le varie pose che vengono assunte durante le cutscenes; inoltre non è stato animato nessun tipo di lipsync, quindi i personaggi parleranno fra loro telepaticamente, con la bocca chiusa.

Dobbiamo, ahimè, venire però alla parte dolorosa da scrivere di questa recensione: ovvero quella in cui vi parlo del comparto tecnico e grafico del gioco, tutto ciò che fa da cornice al titolo e che è molti passi indietro rispetto al vero piacere che è il gameplay. Assault Spy utilizza come motore fisico e grafico l’Unreal Engine di Epic Games. Un motore estremamente potente e versatile nelle mani giuste, dove però si può notare facilmente quando viene usato in modo sbagliato o da sviluppatori inesperti. In questo caso, visto appunto che si tratta di una software house indie con un budget e un team molto limitato non è mio interesse criticare gli sviluppatori a cui auguro molta fortuna in futuro, ma solo rendere noti i problemi anche molto evidenti del titolo a livello tecnico. Partiamo proprio dalla grafica.

Vuoi essere assolto o condannato?

Sebbene Assault Spy non sia assolutamente brutto a vedersi, e relativamente leggero nel carico che dà alla GPU, soffre di quella che mi piace chiamare “Unrealite”; i sintomi? Un uso eccessivo dell’effetto bloom, della profondità di campo e una sovrabbondanza di effetti particellari che anche nei PC più potenti può portare a dei cali di frame rate. Nel mio caso, con una NVIDIA GTX 1070 e un processore i7 7700, mi sono trovato diverse volte a dover abbassare la definizione delle ombre e del post-processing da massimo ad alto a causa di cali molto evidenti (dai 20 ai 30 frame) in alcune stanze più dense di oggetti e nemici. Cali decisamente non giustificati vista comunque la scarsa caratterizzazione degli ambienti di gioco (i colori dominanti sono il nero e il grigio, in constrasto con i personaggi molto più colorati) e in alcuni casi decisamente assente, specialmente nell’ultimo stage del gioco dove certe stanze non hanno proprio una parete, al suo posto si trova soltanto una texture bianca infinita o un cielo stellato.

La telecamera fa il suo lavoro discretamente bene tranne quando a volte specialmente in alcune cutscene e durante l’apparizione dei nemici nello stage decide di vagare tranquillamente per i fatti suoi e andare magari a finire dietro un muro oppure dall’altro lato della stanza. Inoltre, il gioco non ferma il nostro personaggio mentre la telecamera viene strappata al nostro controllo per farci vedere l’entrata dei nemici dall’alto, e questo è un problema specialmente durante il capitolo ambientato sul tetto; sarà infatti semplicissimo volare giù semplicemente perché il gioco non ci ha fermato in tempo non facendoci vedere dove stavamo correndo.

A volte inoltre non riusciremo a interagire con oggetti come le stazioni di potenziamento o parlare con i personaggi sparsi per i livelli, a meno di non metterci ad una precisa inclinazione rispetto a loro e premendo il prompt nel millesimo di secondo in cui il gioco ci registra nella posizione giusta. Non mancano anche bug minori come il fatto che alcune volte i personaggi in 2D nelle cutscene vengano tagliati a metà o che gli healthpack rilasciati dai distributori scivolino lentamente via all’infinito se non vengono presi in tempo.

A chi consigliamo Assault Spy?

Assault Spy è consigliatissimo ai perfezionisti e ai maniaci dell’S-RANK, concentrati solo sul gameplay e che ignorano tutto il resto, disposti a passare ore ed ore a perfezionare le loro combo e che cercano sempre la giocata più spettacolare possibile anche a difficoltà più alte. Per tutti gli altri può essere un’esperienza comunque godibile, a patto che siano disposti a passare sopra ad alcuni bug che, probabilmente, verranno comunque risolti con patch post-lancio. Se cercate qualcosa di più leggero per ridurre l’ansia per l’attesa di Devil May Cry 5, questo potrebbe essere in buon candidato.

  • Gameplay fluido ed emozionante
  • Ottimo doppiaggio
  • Character design originale, ma…

  • …I modelli 3D sono abbastanza mediocri
  • Level design un po’ troppo blando
  • Troppi bug e problemi con l’engine
Assault Spy
3.3

Un buon brawler con cui bisogna scendere a compromessi

Assault Spy è molto probabilmente frutto di una decisione molto razionale degli sviluppatori. Date le risorse limitate, è normale concentrarsi su un singolo aspetto fatto molto bene, piuttosto che fare tutto quanto in maniera discreta. In conclusione, hanno puntato tutto su una sola carta e fatto all-in nel gameplay, che per versatilità, profondità e fluidità, davvero ricorda i suoi cugini dal production value molto più alto. Purtroppo però questo ha significato concentrarsi di meno sull’aspetto tecnico e grafico, probabilmente dovuto anche all’inesperienza degli sviluppatori con l’Unreal Engine. Questo titolo per me è stato un ottovolante di emozioni: combattimenti al cardiopalma in cui più volte ho detto WOW, intervallati da momenti di tranquillità in cui osservavo stanze tutte nere vuote, Asaru camminare come un personaggio uscito da uno sketch di Monthy Python, e scatole di ramen istantaneo uscite da un distributore automatico che lentamente si allontanavano da me per fuggire verso la libertà.

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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