Sentivate la mancanza di uccidere samurai e yōkai nel Giappone feudale del periodo degli stati combattenti? Se la risposta è sì, allora Team NINJA e KOEI TECMO GAMES verranno sicuramente in vostro soccorso con questo Nioh 2, seguito del titolo originale del 2016 che aveva portato una ventata d’aria fresca nel genere cosiddetto soulslike: il team di sviluppo è rimasto fedele alla propria visione creativa e abbiamo avuto modo di provarla in questo periodo di beta aperta che purtroppo giungerà al termine alla fine di questa settimana, uscendone molto malconci ma anche decisamente appagati.
La demo, della durata di qualche ora, ci permetterà di esplorare alcuni livelli dalle fasi iniziali di gioco, anche se ammetto che inizialmente mi sono trovato parecchio spaesato: subito dopo aver creato il nostro personaggio da zero con un character editor bello pieno di opzioni che non ha nulla da invidiare a titoli come Black Desert Online o CODE VEIN, verremo subito catapultati in un’area chiamata Interim dove potremo scegliere le nostre armi da mischia e sperimentarne l’uso senza alcuna introduzione. Qui la scelta è davvero ampia: compaiono infatti tutte le armi apparse nel primo Nioh comprese quelle aggiunte con i DLC, oltre ad alcune nuove entry come la Switchglaive, un’arma mutaforma che sembra esser stata trasportata qui dal mondo di Bloodborne: questa cambia infatti forma a seconda dell’impugnatura con cui la terremo, e almeno a mio parere sarà la vera e propria arma “tryhard” di questo titolo, richiedendo infatti davvero più abilità rispetto alle altre.
Da quest’area iniziale, una volta imbracciata la mia fedele Odachi e le mie asce doppie, sono entrato nel livello vero e proprio, comunque piuttosto lineare come quelli del primo titolo, ma leggermente più orientato in verticale e con un level design che, nemmeno avvicinandosi lontanamente a quello delle ambientazioni dei giochi di FromSoftware, mi ha fatto comunque notare alcune somiglianze, come la presenza di scorciatoie disseminate un po’ ovunque e inizialmente bloccate fino a quando non le aggireremo, e in generale una sorta di progressione lenta ma continua, intervallata da brevi soste ai santuari/checkpoint per pregare e salire di livello. Chi ha già giocato al primo Nioh si troverà abbastanza a suo agio, e in effetti il combattimento qui non cambia molto rispetto al primo gioco. Ogni arma ha tre tipi di impugnatura, alta media o bassa, che ne cambierà il moveset: ognuna di queste impugnature è livellabile singolarmente in uno skill tree davvero enorme e variegato; starà a noi imparare, tramite prove ed errori, qual è il miglior approccio da utilizzare per combattere contro chiunque ci si parerà davanti. La difficoltà è sempre quella che ci ricordavamo e anzi, forse è addirittura maggiore rispetto al primo gioco: qui qualsiasi nemico, persino il primo straccione che passa di lì per caso, è in grado di ucciderci in tre o quattro colpi. In Nioh 2 verremo comunque ricoperti di equipaggiamenti e armature dai nemici caduti, spesso inutili ma a volte con degli ottimi bonus alle statistiche.
La gestione del Ki, che sostanzialmente rappresenta la statistica della stamina di altri giochi, è diventata fondamentale, ed esaurirla in combattimento significa davvero morte certa. Un uso sapiente della meccanica del Ritmo Ki, che ci permetterà di recuperare buona parte della resistenza rimettendoci in posizione rapidamente dopo ogni colpo, permette ai giocatori che ne padroneggiano l’uso di diventare vere e proprie macchine implacabili di morte. E proprio la morte è un tema centrale di Nioh 2: uno stato in cui ci troveremo spesso e a cui dovremo abituarci senza perdere la calma, che funziona in modo simile ad altri giochi appartenenti allo stesso genere: morendo perderemo i nostri Amrita, valuta necessaria per salire di livello. Ritornando sulla nostra tomba potremo recuperarli, ma morendo una seconda volta spariranno per sempre. Una novità è poi rappresentata dalla trasformazione del nostro personaggio in Yōkai, che potrà essere personalizzata andando a inserire nel nostro spirito guardiano dei nuclei, presi dai nemici sovrannaturali caduti, da cui potremo prendere “in prestito” alcune mosse.
Tecnicamente questa nuova fatica di Team NINJA non mi ha lasciato particolarmente impressionato, sperando che sia un problema di build ancora in sviluppo e quindi soggetta a cambiamenti futuri. Apprezzo la presenza su PlayStation 4 Pro di una modalità prestazioni, che a fronte di un minimo calo di fedeltà grafica porta il gioco a 60 fotogrammi al secondo granitici, a mio parere un vero e proprio must per un gioco action e frenetico come questo. Ma in generale sembra che dal 2016 a questa parte non sia stato fatto nessun passo in avanti (se non addirittura qualche passo indietro) e l’area del castello di Sunomata che ho esplorato mi è sembrata davvero piatta e blanda: contrasto fra luce e ombre poco marcato, colori sbiaditi e in generale una veste grafica che sembra datata per il 2019, figuriamoci per il 2020. Non che in un titolo del genere interessi più di tanto, ma anche l’occhio vuole la sua parte e spero che prima dell’uscita vengano fatti dei passi in avanti in questo senso.
Per incentivare la partecipazione dei giocatori, comunque in tantissimi vista la presenza enorme di Redivivi sia amici che nemici evocabili, i fortunati che riusciranno a completare la beta otterranno il Mark of the Demon Slayer, oggetto che potrà essere utilizzato nel gioco completo per ottenere l’esclusivo elmo Kamaitachi. Insomma, questo Nioh 2 piuttosto che un sequel sembra più una versione ampliata del primo gioco e forse con un combat system ancora più profondo, ma comunque estremamente familiare, tanto che a metterli a confronto si farebbe sinceramente fatica a distinguerli, visto anche come l’interfaccia utente sia rimasta sostanzialmente invariata. Non sappiamo se e come cambieranno le cose in vista del lancio previsto per marzo 2020, ma per adesso questo sembra il seguito perfetto per chi ha amato il primo gioco: tutto quello che avevate apprezzato ai tempi è ancora qui, ancora più sanguinolento, difficile e profondo, con giusto qualche problemino da risolvere: quattro mesi sono più che sufficienti per farlo.