Il mondo, si sa, ha bisogno di eroi: esseri con poteri sopra il limite umano che si immolano per una causa molto più grande di loro e combattono contro le forze del male. La loro forza ci ispira, ci infonde coraggio e riponiamo in loro tutte le nostre speranze di salvezza contro l’oscurità. Che cosa ha a che fare un giovane disoccupato giapponese con il mondo degli eroi che combattono contro i perfidi e pericolosissimi Mostri? In RAW HERO la premessa è proprio questa.
Chiaki è alla disperata ricerca di un lavoro per mantenere i suoi due fratellini: dopo essere rimasti orfani di entrambi i genitori, è l’unico che può lavorare per permettere alla sua famiglia di condurre una vita dignitosa. Dopo il fallimento di numerosi colloqui, si imbatte per caso in quello che sembra a tutti gli effetti un maniaco: un signore di mezza età che sulla metro palpeggia una ragazza indifesa. Il senso di giustizia di Chiaki lo porta a difendere la giovane, per poi scoprire che faceva tutto parte di un gioco sessuale a cui la ragazza sembra essere consenziente. Il giovane così perde un’altra opportunità di lavoro, non facendo più in tempo a presentarsi al colloquio prefissato per quella mattina; senonché l’uomo si presenta come uno dei capi dell’Agenzia Nazionale di Polizia, proponendogli di lavorare per lui.
RAW HERO nasce dalla matita di Akira Hiramoto, già autore del celebre Prison School. Anche qui possiamo trovare il suo morbidissimo tratto che caratterizza tutta la narrazione e accompagna lo sguardo del lettore tra le vorticose inquadrature di ogni vignetta. La sequenzialità è caratterizzata da un dinamismo molto fluido, dato da un susseguirsi frenetico di scene che possiamo definire quasi cinematografiche, con un’attenzione decisamente marcata al movimento dei corpi e alle linee cinetiche.
Forse eccessivamente spasmodica l’attenzione a dettagli particolari e troppo basato sulla visività delle immagini, a volte la narrazione lascia troppo spazio alla sfera sensuale ed ecchi che caratterizza prepotentemente questo manga e, in generale, le opere di Akira Hiramoto. Il vorticoso tratto dell’autore è talmente maniacale da incollare lo sguardo del lettore alle vignette, denotando fin da subito un senso di attaccamento spasmodico alla sfera visiva. I riferimenti sessuali, in questo modo delineati minuziosamente, possono piacere o non piacere, in un apprezzamento dello stile di Hiramoto e della sua narrazione visiva più che contenutistica. La rappresentazione dell’anatomia è caratterizzata da un’attenzione ai minimi dettagli e volta alla definizione di un contesto basato sul voyeurismo e su riferimenti sessuali abbastanza espliciti. A volte tale attaccamento all’immagine erotica va a sopraffare e coprire nettamente il senso stesso della narrazione, accentuando dei dettagli che in taluni casi non sono necessari all’avanzamento dell’azione. Altre volte, invece, vengono utilizzati come espedienti diegetici forse non troppo riusciti, che fanno sì avanzare la continuity, ma rendono le sequenze esilaranti ed eccessivamente no sense.
Ma forse è proprio questa la chiave di lettura che permette a RAW HERO di trasformarsi in un titolo promettente e che potrebbe avere risvolti interessanti nei prossimi volumi: un umorismo demenziale pervade le pagine di questo manga, che quasi “cozza” con la maniacale cura dei dettagli e dei disegni, rendendo la composizione visiva irriverente e decisamente esilarante. Gli spunti, dunque, potrebbero permettere di creare una narrazione basata sulla comicità consapevole, ma sviluppando al contempo una trama volta ad affrontare tematiche più impegnate, come la relatività del bene e del male e la natura controversa degli Eroi. Le premesse della narrazione sono allettanti: la contrapposizione tra bene e male non è distinta in modo netto, inequivocabile, dal momento che non vi può essere una separazione tra due visioni completamente inconciliabili, ma che al contempo si manifestano come due facce della stessa medaglia. Chi è davvero il buono e chi il cattivo? Quelli che vengono definiti Mostri sono realmente i malvagi, gli oppressori, oppure sono i cosiddetti Eroi ad essere dalla parte di un Bene relativo?
Chiaki, una volta iniziato il suo percorso lavorativo nell’Agenzia Nazionale di Polizia, deve infiltrarsi in un’organizzazione terroristica per controllare e riferire i movimenti sovversivi dei rivoluzionari. Ma ben presto si accorge che effettivamente ciò che gli è stato inizialmente riferito non corrisponde pienamente alla realtà: le azioni dei cattivi non sono sempre volte alla distruzione, ma in taluni casi c’è una motivazione intrinseca che spinge gli atti terroristici e che ha a che fare con l’epurazione del male che si nasconde dietro la facciata di giustizia che caratterizza la società. A volte il male nasconde sfaccettature controverse, che non permettono una netta divisione tra ciò che è realmente cattivo e ciò che agisce seguendo una propria ideologia e che, dunque, si oppone al regime precostituito. Sono numerosi gli esempi di fuorilegge che agiscono per il bene, per sopraffare un governo dispotico o per “togliere ai ricchi e dare ai poveri”. Gli Eroi diventano così un’appendice di quel sistema malato e i veri nemici da combattere. Queste domande ci attanagliano durante la lettura della seconda parte del volume, a cui però non troviamo ancora risposta. Saranno i prossimi volumi probabilmente a delucidarci sulla vera natura delle due fazioni in campo.
L’edizione si presenta fin da subito ben curata, con sovraccoperta caratterizzata da colori sgargianti che richiamano subito l’attenzione del lettore. Il primo volume, uscito alla fine di luglio, si presenta come potenzialmente valido per lo sviluppo di premesse interessanti, che andranno poi a delinearsi nei volumi di prossima uscita.
Un irriverente mistery moderno
RAW HERO 1 si presenta come una premessa moderatamente interessante e che pone le basi per una storia che può avere dei promettenti risvolti futuri. La drammaticità che caratterizza la prima parte del manga si risolve successivamente in una narrazione divertente e basata sul no sense, lasciando però spazio a spunti interessanti basati sulla riflessione di tematiche come la contrapposizione tra bene e male e la difficoltà di sopravvivere ad una società basata sul consumismo. L’autore di Prison School si dimostra ancora una volta molto attaccato alla visività dell’immagine manga, ma questo primo volume sembra promettere uno svolgimento dell’azione grazie agli elementi misteriosi che sono stati introdotti nel corso della narrazione.
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Per gli amanti delle commedie ecchi